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L'Associazione che
vuole salvaguardare l'amicizia tra i professori, e i legami con l'università e il
territorio, anche dopo il pensionamento |
.ISCRIZIONI
all'ASDU SEMPRE APERTE - NESSUNA SPESA DI ISCRIZIONE |
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Registrata al Pubblico Registro dell'Agenzia Entrate, il 22
maggio 2015, n. 91379200370
ASDU - Associazione Scientifica Docenti
Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7
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Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega. |
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ASDU -
ASSOCIAZONE SCIENTIFICA DOCENTI UNIVERSITARI
Relazione di Aldopaolo Palarati sulle modalità di "identificazione" delle
persone in internet
RIUNIONE ASDU, 3 MAGGIO 2024
Aldopaolo Palareti
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Aldopaolo Palareti, La " IDENTITY " in informatica |
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La "Identity" è il sistema di gestione delle
identità delle persone in una organizzazione complessa.
Attività
principali: Gestisce l'autenticazione e l'autorizzazione
Autenticazione: Individua lutente.
Modalità (classiche) di autenticazione
| qualcosa che si sa (esempi: password, pass phrase, PIN) |
| qualcosa che si è (metodi biometrici, per esempio limpronta digitale) |
| qualcosa che si ha (badge con certificato, token, SIM del cellulare) |
Si può usare solo uno dei metodi descritti (autenticazione
a un fattore) o, per maggior sicurezza, usarne due contemporaneamente (autenticazione a
due fattori). Per esempio, richiesta di nome utente e password (fattore 1, qualcosa che
si sa) e impronta digitale su un cellulare (fattore 2, qualcosa che si è)
Individuazione univoca di un
dispositivo
Un dispositivo può essere individuato automaticamente tramite
certificati digitali. Sono sequenze di cifre esadecimali (a base sedici invece che a base
dieci) integrate da informazioni che sono univoche e non possono essere duplicate. I
certificati digitali usano tecniche di crittografia e i sistemi a chiave pubblica e
privata.
La chiave privata è un codice presente sul dispositivo (ogni dispositivo
lo genera autonomamente in maniera casuale) che non può essere letto al di fuori, e serve
per produrre il certificato in modo univoco; la chiave pubblica è un codice derivato
dalla chiave privata che permette di verificare che il certificato sia stato generato
effettivamente dal dispositivo. Lassociazione tra i dispositivi e le relative chiavi
pubbliche è garantita da enti certificatori, che si garantiscono luno con
laltro per aumentare la sicurezza.
Dato che la chiave privata è ignota al di fuori del dispositivo, è
pressoché impossibile falsificare un certificato che superi il controllo della chiave
pubblica. Vengono infatti usate tecniche crittografiche definite dagli esperti del
settore, che richiedono parecchi anni (o secoli, o millenni) di calcoli per essere
decifrate. Questo comunque fa sì che i certificati abbiano una scadenza e debbano essere
periodicamente aggiornati-
Evoluzione dei
sistemi per lautenticazione
Attualmente si sta passando da sistemi gestiti in casa tramite database a
sistemi basati su reti di organizzazione e metodologie condivise, che garantiscono una
maggiore protezione dei dati. Per esempio, si cerca di ridurre luso della password e
passare a OATH (Initiative for Open Authentication) e FIDO (Fast IDentity Online;
tra i membri Amazon, Apple, Google, Intel, Microsoft, banche che emettono carte di credito
e PayPal, entità governative), in associazione con W3C (il consorzio per la definizione
degli standard del Web, da non confondersi con IETF, lorganismo che si occupa degli
standard di Internet).
Lidea di base di FIDO è che le password non sono abbastanza sicure,
per cui è pericoloso usarle direttamente. Invece di una password che deve essere
trasmessa su Internet, è preferibile usare un PIN o un sensore biometrico, legati al
dispositivo che si usa e che rimangono locali e sono quindi molto difficili da
intercettare. Il dispositivo a quel punto identifica il proprietario, e per identificarsi
utilizza certificati che, come detto, sono molto più difficili da falsificare.
In un sistema complesso si hanno server appositi per l'autenticazione
(Kerberos)
Privacy
Una piccola nota per la privacy; ci sono vari tipi di dati che coinvolgono
la privacy:
- dati personali: che possono essere associati alla persona; esempi:
- nome utente, password, pin;
- dati anagrafici: nome, cognome, luogo e data di nascita, sesso, CF;
- dati bancari; dispositivi in proprietà; identificazione su Internet
(indirizzo IP);
- dati sensibili: sono i dati personali che vanno protetti in maniera specifica a norma
di legge (si noti che luso della terminologia dati sensibili è diffusa
nelluso tecnico per accorpare vari tipi di dati, ma non è esplicitamente presente
nella legge, che li elenca esplicitamente); esempi:
- dati biometrici;
- dati sanitari;
- affiliazioni politiche e sindacali;
- dati giudiziari.
I dati personali vanno protetti da accessi indesiderati con metodologie a
regola darte; i dati sensibili devono essere cifrati in modo che, se ottenuti
illegalmente, non siano riconoscibili.
Inoltre, per tutti questi dati deve essere richiesta lautorizzazione
dellutente, che ha sempre il diritto di rifiutarla, eventualmente perdendo in alcuni
casi la possibilità di usufruire del servizio (per esempio, se uno studente chiede di
cancellare i suoi dati anagrafici, viene persa la sua carriera accademica). Si noti che
lautorizzazione è necessaria indipendentemente dalluso di sistemi
informatici, per esempio andrebbe chiesta per conservare nella propria rubrica cartacea un
numero di telefono (non ci si deve preoccupare: se lo chiedete alla persona e ve lo dà,
lautorizzazione è implicita; se lo si chiede a terzi invece è un comportamento
irregolare). Fanno eccezione alcuni servizi definiti dalla legge per cui non è necessario
chiedere lautorizzazione: gli esempi tipici sono lo Stato civile e lAnagrafe
comunale.
Il sistema dellIdentity dellUniversità di Bologna
Il seguente grafico descrive il flusso dei dati anagrafici e di identity
nellAteneo:
| Database Unico (dati anagrafici di tutte le persone coinvolte) |
| Database del personale (circa 7000 dipendenti, più dottorandi, specializzandi, personale
autorizzato di enti esterni) |
| Database degli studenti (iscritti 70-90 mila; cessati oltre 500 mila) |
| DSA (Directory Service di Ateneo) database di integrazione dei dati ai fini
dellautenticazione (personale attivo, accreditati, esterni, studenti iscritti, studenti
cessati, preimmatricolati) |
| Directory per la gestione dellautenticazione e delle autorizzazioni e di tutte le
risorse informatiche, su server (domain controller) dellAteneo; la directory è
divisa in più parti: |
| un sistema di root (dsa.unibo.it) da cui dipendono le altre componenti |
| un sistema per le autorizzazioni del personale (personale.dsa.unibo.it) |
| un sistema per le autorizzazioni del personale (studenti.dsa.unibo.it) |
| alcuni domini aggiuntivi per scopi specializzati. |
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| CIP (Controllo informatico delle presenze), directory specializzata per la gestione dei
sistemi di entrata e uscita: accesso ai parcheggi, agli edifici, alle biblioteche, ai laboratori. |
| Internet, esportazione dei dati della directory su Internet, per la gestione della posta
elettronica e delle autorizzazioni allaccesso ai siti web dellAteneo. |
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I database sono su server dellAteneo, al CeSIA e duplicati su servizi
esterni di data recovery. Ne viene inoltre gestito il backup giornaliero. La gestione è
interna.
La directory, oltre a integrare i dati degli utenti, mantiene le informazioni sui
computer e sulle risorse informatiche dellAteneo; viene utilizzata anche per convalidare
laccesso ai siti web dellAteneo. I domain controller sono tutti duplicati (e con
backup) per maggiore sicurezza dei dati. La gestione è interna.
CIP mantiene le informazioni sui sistemi di accesso, come per esempio le porte ad
apertura con badge e le barriere di accesso ai parcheggi. La gestione è interna.
Il servizio su Internet è gestito da un fornitore esterno specializzato (Microsoft) che rende
disponibili varie risorse, tra cui la posta elettronica, Office, One Drive, Share Point, su server
distribuiti di propria proprietà con la garanzia che siano unicamente allinterno
dellEU (per rispettare il GDPR).
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NOTA STORICA SULL' ASDU
1.- L' ASDU fondata nel 2015, su iniziativa di alcuni docenti in pensione
dell'Ateneo, con proprio Statuto ai sensi dell'Art. 36 del codice civile, e registrata
alla AGENZIA DELLE ENTRATE di Bologna con Codice Fiscale.
L' Ateneo, in analogia con l'Associazione degli Emeriti, in quanto "pensionati
dell'Ateneo (fermo lo stato a loro riconosciuto dalla legge in relazione ai
"meriti" pregressi) ne riconobbe lo Statuto ed assegnò all'ASDU una pagina sul
Portale dell' Ateneo, che è pubblico e tutti possono vedere: https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu
.
2.- La caratteristica della Associazione è la volontà dei soci di continuare il legame
scientico con l'Ateneo sotto il profilo della continuità della ricerca scientifica, da
esterno, senza un contratti, sia nell'interesse personale dei soci, sia dell' Ateneo sotto
il profilo del punteggio scientifico, qualora il pensionato produca risultati scientifici
e li comunichi agli appositi enti internazionali di acquisizione.
3.- Valga riprodurre qui 'art. 2 dello Statuto:
Nel corso degli anni l' ASDU ha tenuto vari incontri presso l'Accademia delle Scienze, e
qui è traccia, nel seguito di questa pagina.
4.- Nel corso del tempo, erano rimaste sospese con l'Ateneo alcune questoni attinenti la
possibile fruizione di alcuni servizi dell' Ateneo, attinenti lo svolgimento della ricerca
e il titolo riconosciuto al socio dell'Asdu.
Considerato che l'Ufficio Pensioni aveva configurato il socio dell'ASDU come un pensionato
e che l'Emerito (pure pensionato) ha il titolo di "professor emeritus", la
scelta del titolo del socio ASDU è risultata quella di "professor senior".
Considerata, poi, l'idea di affiancare i "giovani"(alumni almae matris) con i
"pensionati" sono adesso in corso dei colloqui tra l'ASDU e la ASSOCIAZIONE
DEGLI ALUMNI, una configurazione unitaria delle rispettive attività.
Qui si seguito si può trovare il verbale redatto dalla Prof.ssa Simona TONDELLI,
Pro-RETTRICE VICARIA dell'Ateneo, su specifico mandato del RETTORE. |
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ASDU - RETTORATO : COMUNICATO 1 marzo
2024
Riunione in Rettorato, Bologna, 1 marzo 2024, Via
Zamboni 33 |
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PARTECIPANTI: Per il Rettore: Pro-RETTRICE : SIMONA TONDELLI
Per l'ASDU: NINO LUCIANI, MAURO FABRIZIO, GIOVANNI VENTURI, LAURA MAZZANTI, LUISA
BRUNORI
PREMESSA.
Riepilogo, per punti, degli argomenti trattati:
1.
ALUMNI: liscrizione è
personale e gratuita, e dà la possibilità di esporre il proprio cv, oltre che di entrare
in contatto con una vasta comunità. Ho parlato con la prof.ssa Fabbri che si è già
messa in contatto con chi cura il sito per capire come dare evidenza alla nuova categoria
dei Professores Seniores che sarà visibile online; ho anche
chiesto di valutare come riportare una breve descrizione che evidenzi il fatto che si
tratta di professori impegnati nella ricerca. A seguire (non immediatamente) si farà una
modifica di Statuto per recepire questa e altre modifiche (es. ad oggi non ci sono i
professori di ruolo che non sono laureati a Bologna, andrà aggiunta anche questa
categoria). Non so dirvi i tempi, ma ci sono varie cose da sistemare quindi immagino che
nel giro di un anno si procederà. In ogni caso, come ci siamo detti, limportante è
avere subito la visibilità sul sito. Potete iscrivervi fin da ora perché il sistema
terrà traccia della categoria di appartenenza e, appena la modifica sul sito sarà
operativa, vi visualizzerà sotto la corretta categoria.
2.
EMAIL: sempre attiva se usata
almeno ogni 6 mesi; se passano più di 6 mesi si può chiedere di riattivarla
3.
ALMAWIFI: accessibile solo dai
luoghi dellAteneo, quindi si può attivare solo per chi è autorizzato a fare
ricerca in Ateneo. Il professore cessato non ha titolo giuridico alluso degli spazi
di Ateneo, che però si può recuperare la possibilità attraverso laccreditamento.
Il servizio permette alle strutture universitarie di fornire a collaboratori e ospiti
dell'Ateneo le credenziali istituzionali per l'accesso temporaneo ad alcune delle risorse
informatiche dell'Università. La richiesta può essere fatta dal personale in ruolo
(qualunque ricercatore o professore). Al di là delluso del WIFI, questo passaggio
è fondamentale perché garantisce la mappatura delle persone che utilizzano gli spazi
dellAteneo per motivi di studio e ricerca.
4.
EDUROAM: funziona con lo stesso
principio di ALMAWIFI, quindi occorre che le credenziali siano abilitate al WIFI di Ateneo
5.
RISORSE ELETTRONICHE: Le
condizioni di accessibilità delle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo sono
determinate dai contratti, locali e nazionali, e sono frutto di complesse negoziazioni con
gli editori. L'Ateneo di Bologna è stato il primo in Italia a porre sul piano negoziale
la possibilità di accesso anche per i pensionati (oltre che agli Alumni); tanto e vero
che, per un numero sempre più elevato di risorse, questo è possibile anche da remoto:
https://sba.unibo.it/it/almare/servizi-e-strumenti-almare/estensione-accesso/alumni-pensionati
Per alcune banche dati purtroppo gli editori pongono condizioni
particolarmente restrittive. La negoziazione nazionale in genere prevede comunque la
possibilità di accesso a partire dalle sedi delle biblioteche. Laccreditamento come
collaboratore esterno permette di attivare le credenziali anche per l'accesso da remoto
alle risorse elettroniche acquisite dall'Ateneo.
P.S.- ASSENTE la prof.ssa Paola Fabbri, per maggiori impegni. |
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RIUNIONI
SCIENTIFICHE
IN COLLEGAMENTO DA REMOTO, VIA ZOOM, IL 27 OTTOBRE 2022 |
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Il 27 ottobre 2022 ha avuto luogo
(in collegamento da remoto, via ZOOM) la riunione annuale dei soci, aperta a tutti i
docenti in quiescenza.
Il prof. Gualtiero Calboli (esperto di grammatica greca e latina,
di letteratura latina e di retorica greca e romana, di lingue indo-europee, linguistica
indo-germanistica e moderna, Terenzio, Catone,
Aristotele, Cicerone, Orazio, Virgilio, Tacito, Pinio il giovane) ha informato i presenti
su una sua ricerca su Ammiano Marcellino, storico del IV sec.
AMMIANO ( alto Ufficiale, dei servizi speciali dell'Impero
romano) compì imprese difficili, pericolose, di grande rilevanza, grande Ufficiale che
avrebbe potuto diventare Imperatore come il
suo pari-grado Valentiniano I. |
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ltiero Calboli |
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.Gualtiero
Calboli , AMMIANO MARCELLINO ( IV d.C.) |
* Il prof. G. Calboli è professore emerito della Università di Bologna (anche
socio fondatore dell'ASDU)
Già prodessore ordinario di Lingua e Letteratura latina.
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Gualtiero Calboli
PUBBLICAZIONI DI GUALTIERO CALBOLI.
Calboli G., Le declamazioni tra retorica, diritto, letteratura e
logica, in: Papers on Rhetoric VIII, Declamation, ROMA, Herder, 2007, pp. 29 - 56
(Papers on Rhetoric) [capitolo di libro]
Calboli G., L'eros nelle declamazioni latine (una pozione di
contro-amore), «RILUNE», 2007, 7, pp. 1 - 25 [articolo]
Calboli G., Lettera Prefatoria di Gualtiero Calboli al Lettore,
in: ILARIA TORZI, Cum ratione mutatio, Procedimenti stilistici e grammatica semantica,
ROMA, Herder, 2007, pp. ix - xi (Papers on Rhetoric, Monographs) [capitolo di libro]
Calboli G., "Encore une fois sur les Tablettes de
Murécine", Latin vulgaire-Latin tardif VII. Actes du VIIème Colloque international
sur le latin vulgaire et tardif, Séville, 2-6 septembre 2003 (editées par C. Arias
Abellán), Universidad de Sevilla, pp. 155-168, in: Latin Vulgaire-Latin tardif
VII, SEVILLA, Universidad de Sevilla, 2006, VII, pp. 155 - 168 (atti di: VII congrès sur
le latin vulgaire et tardif, Sevilla, 2-6 sett. 2003) [Contributo in Atti di convegno]
Calboli G., Il Latino nella Facoltà di Magistero, in: Da
Magistero a Scienze della formazione, Cinquant'anni di una Facoltà innovativa dell'Ateneo
bolognese, BOLOGNA, Clueb, 2006, pp. 521 - 528 [capitolo di libro]
Calboli G., In ricordo di: Elio Pasoli, in: Da Magistero a
Scienze della formazione, Cinquant'anni di una Facoltà innovativa dell'Ateneo bolognese,
BOLOGNA, Clueb, 2006, pp. 549 - 552 [capitolo di libro]
G.Calboli, "L'emploi de la proposition relative dans les textes
juridiques latins", in: Latin et langues techniques, PARIS, Presses de
l'Université de Paris-Sorbonne (PUPS), 2006, pp. 233 - 250 (Lingua Latina) [capitolo di
libro]
Calboli G., Quelques remarques sur la langue de la Mulomedicina
Chironis, in: La médicine vétérinaire antique, Actes du colloque
international de Brest, 9-11 septembre 2004, Presses universitaires de Rennes, RENNES,
Presses universitaires de Rennes, 2006, pp. 209 - 224 (atti di: La médicine vétérinaire
antique, Colloque international de Brest, 9-11 septembre 2004, Brest, 9-11 septembre)
[Contributo in Atti di convegno]
Calboli G., Recensione a: Recensione a: Nicola Hoemke, Gesetzt den Fall, ein Geist
erscheint. Komposition und Motivik der ps.-quintilianischen Declamationes maiores X, XIV
und XV, Heidelberg, Winter 2002., «GNOMON», 2006, 78, 2006, pp. 507 - 514
[recensione]
Calboli G., "The Metaphor after Aristotle", in:
Influences on Peripatetic Rhetoric, LEIDEN, E.J.Brill, 2006, pp. 123 - 150 [capitolo di
libro]
G. Calboli, Démonstration et exemple, in: ,
2005, 69, pp. 59 - 71 (atti di: La démonstration, congresso a cui hanno partecipati
studiosi francesi, italiani, tedeschi, belgi, olandesi, inglesi, spagnoli. Tutte le
relazioni hanno dato luogo a una discussione approfondita., Toulouse, novembre 2004)
[Contributo in Atti di convegno]
CALBOLI G., "Enrichment and Simplification in Latin Syntax (the
Development of the Optative and the Subjunctive)", in: CALBOLI G.,
"Latina Lingua", Proceedings of the Twelfth International Colloquium on Latin
Linguistics, ROMA, Herder, 2005, pp. 509 - 519 (Papers on Grammar) [capitolo di libro]
Calboli G., "Horace et la comédie romaine (à propos de 'carm.'
4,7,19-20)", «ARCTOS», 2005, 39, pp. 25 - 41 [articolo]
CALBOLI G., "La composition avec le préfixe privatif 'in-' chez
Horace et le poètes de son temps", in: MOUSSY; C., Lingua Latina, La
composition et la préverbation en latin, PARIS, PUPS (Presses de l'Université de
Paris-Sorbonne), 2005, pp. 71 - 87 (Lingua Latina, Recherches linguistiques du Centre
Alfred Ernout) [capitolo di libro]
CALBOLI G., La metafora tra Aristotele e Cicerone, e oltre,
in: ANNA MARIA LORUSSO, Metafora e Conoscenza, MILANO, Bompiani, 2005, pp. 87 - 118
[capitolo di libro] |
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LA STORIA DI AMMIANO MARCELLINO
ABSTRACT
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Ammiano Marcellino nacque ad Antiochia verso il 332 e
finì la sua vita a Roma, alla fine del IV sec., non conosciamo la sua data di morte. Di
una famiglia abbiente (ingenuus chiama se stesso in 19,8,6) militò in un corpo di élite,
fu protector domesticus, e prese parte attiva ad avvenimenti importanti: accompagnò con
nove compagni (tribuni e protectores domestici) Ursicino a Colonia, dove proditoriamente
eliminarono lusurpatore Silvano, eletto
Imperatore dai soldati delle Gallie, partecipò da assediato e specialista di balestre,
catapulte e scorpiones (lartiglieria del tempo) alla difesa della città di Amida,
investita dai Persiani di Shiapur II, partecipò alla spedizione condotta contro la Persia
dallimperatore Giuliano, assistette alla sua uccisione da parte di un ausiliario
della cavalleria Romnana, Arabo cristiano. Si ritirò a Roma, dove finì la sua Storia
(Rerum Gestarum libri). Questa Storia era in 31 libri, uno di più dei libri di Tacito (16
Annales e 14 Historiae). In essa Ammianò narrò gli avvenimenti dallimpero di Nerva
(96 d.C.) alla battaglia di Adrianopoli (378 d.C.) in cui i Romani furono sconfitti dai
Visigoti e morì lImperatore dOriente Valente in una casa incendiata dai Goti.
A noi sono giunti solo i libri dal quattordici al 31, nei quali ha raccontato gli
avvenimenti dei 25 anni da lui vissuti
(353-378), quindi gli anni degli Imperatori Costanzo II (Imp. ass,), Giuliano (Imp. ass.),
Valentiniano I (imp.dOcc.), Valente (Imp.dOr.), Valentiniano II, Graziano
(Imp.dOcc.). Sono andati perduti i primi tredici libri, contenenti la narrazione di
circa 250 anni. I 18 libri a noi giunti sono stati tramandati in 16 manoscritti, tutti
derivati dal codice membranaceo di Fulda, ora
Vat.Lat.1873, in scrittura carolina del IX sec. . |
Fu portato in Italia
da Poggio Bracciolini nel 1417,
è andato invce perduto il suo padre o
fratello membranaceo di Hersfeld, coetaneo del
Fuldensis, in uso fino al 1533 in quanto impiegato nelled. di Sigismondo Gelen di
tale anno. Se ne sono trovate 6 paginette (Fragmenta Marburgensia, conservati ora a
Kassel) nelle rilegature di libri di conti. Nei 18 libri rimasti Ammiano narra in una
lingua abbastanza ricercata fornita di clausole per lo più accentuative la storia
autobiografica delle sue azioni militari, tutte le
vicende concernenti lImpero Romano, interne
e pure esterne, se riguardanti lImpero,
come le pagine (31,2-3) dedicate agli Unni e agli Halani, che spinsero con le armi i
Greuthungi (Ostrogoti), i quali a loro volta spinsero i Thervingi (Visigoti) dentro i
confini dellImpero Romano. LImperatore Valente concesse ai Visigoti nel 376 di
entrare nella Tracia, ma il Conte della Tracia Lupicinus non diede ai Visigoti le
vettovaglie pattuite, costrinse i Goti a vendere i figli e le figlie per non morire di
fame e li indusse a prendere le armi. Ai Goti si unirono schiavi e minatori Romani e
ebbero luogo devastazioni e aggressioni da parte di questo esercito di disperati ed
esasperati. Intervenne lesercito imperiale condotto da Valente e fu la battaglia,
disastrosa per i Romani, di Hadrianopolis. Ammiano mette
chiaramente in luce la corruzione della burocrazia Romana e la sua colpevole
e incosciente avidità. Lopera si chiude con una sphragis finale nella quale Ammiano
ricorda con modestia di essere stato un soldato e Greco e invita a scrivere la storia con
uno stile alto ed elevato più del suo, che però è uno stile molto ricercato con
frequenti riferimenti ai grandi della letteratura e storia Romana, in particolare al
grande oratore Marco Tullio Cicerone. |
|
In questa breve descrizione è mia
intenzione presentare molto succintamente la figura dello storico del IV sec. Ammiano
Marcellino, senza scendere in approfondimenti scientifici di ricerca, ma,sostanzialmente
per sollecitare la curiosità degli ascoltatori.
Il nome, Ammianus Marcellinus, lo ricaviamo dallo stresso codice
Fuldensis, oggi Vaticano 1873, che, ad es., nellintestazione del libro secondo,
cart.15v, porta lintestazione: Ammiani
Marcellini Rerum Gestarum Explicit Liber XIIII
Incipit Liber XV Feliciter, e ci dà, così, il nome dellAutore e il titolo
dellopera: Rerum Gestarum Libri. Dovevano essere 31, libri, uno di più
dellopera di Tacito, 16 degli Annales e 14 delle Historiae. I libri di Ammiano
cominciavano dalla fine dellopera di Taciti, il 14° delle Historiae, a noi non
pervenuto, quindi dallimpero di Nerva (96 d.C.) fino agli avvenimenti immediatamente
successivi alla battaglia di Adrianopoli, 378 d.C., in cui lesercito Romano fu
sconfitto dai Visigoti, rafforzati da contingenti di Ostrogoti, di Alani e di Unni, e
trovò la morte limperatore Romano Valente, dinasta dellImpero dOriente,
che non aveva voluto attendere lesercito delle Gallie, guidato da suo nipote
Graziano, Imperatore dOccidente. Valente attaccò, quindi, la carrago, cioè i
Visigoti raccolti con i loro carri disposti a cerchio, ma i Visigoti, rinforzati da
contingent di Ostrogoti e di cavallieri Alani e Unni, respinsero lattacco Romano con
grande strage reciproca. LImperatore Valente si rifugiò in una casa che, incendiata
dai Goti, ne causò la morte, era il 9 agosto 378. Poi i Goti, vincitori, cercarono di
prendere Adrianopoli e Costatinopoli, ma furono ricacciati. Di questa opera in 31 libri, a
noi sono giunti solo i libri dal 14 al 31, dove sono narrati i fatti dal 354 al 378.
Ammiano chiude la sua opera con una sphragis improntata a modestia, ma che ci fornisce un
paio di informazioni preziose: Haec ut miles quondam et Graecus a pricipatu Caesaris Nervae exorsus ad usque Valentis interitum, pro
virium explicavi mensura, opus veritatem professum numquam, ut arbitror, sciens silentio ausus corrumpere vel mendacio
Questi avvenimenti io ho spiegato nella misura delle mie forze, io che, un tempo
soldato e Greco, ho cominciato dalla storia dellImperatore Nerva (96 d.C.) fino alla
morte di Valente (378), senza mai osare di corrompere unopera composta in
professione di verità con il silenzio, pur sapendo, o con la menzogna.
Scribant reliqua potiores aetate
doctrinisque florentes. Quos id, si libuerit, adgressuros,
procudere linguas ad maiores moneo stilos. I fatti restanti scrivano autori
migliori, nel fiore delletà e di grande
cultura. Costoro, se affronteranno ciò, io li esorto a foggiare la loro lingua a uno
stile più elevato. Quindi professione di modestia, ma informazioni preziose:
Ammiano, quando conclude la sua opera, è già un vecchio soldato, di origine Greca,
racconta i fatti tutti, come sono avvenuti, almeno per quello che sa, e ha imparato che,
anche per raccontare gli avvenimenti storici, ci vuole grande cultura e una lingua di
stile elevato. Ammiano era nato in una città Greca, Antiochia, verso il 332, lanno
in cui nacque lImperatore Giuliano, il suo ideale dimperatore. Ammiano veniva,
si è argumentato con buona probabilità, da una famiglia di curiales, quelli
che governavano le città dellImpero. Giuliano si era mostrato severo nel non
concedere esenzioni dagli obblighi dei curiali, anche se uno ne aveva diritto per gli anni
di servizio militare prestato (22,9,12). Che senbra il caso di Ammiano. Egli fu infatti
protector domesticus (protector divini lateris Augusti), quindi ufficiale superior di un
corpo speciale, da distinguere dai candidati, la guardia del corpo dellImperatore.
Il testo di Ammiano, nei 18 libri rimasti dal 14 al 31 è stato
tramandato da 16 manoscritti, di varie mani, tutti, però, derivati dal codice Fuldensis
che Poggio Bracciolini nel 1417 portò da Fulda, dopo averlo acquistato o sottratto
allabate di Fulda. Laltro codice che conteneva il testo di Ammiano era un
codice di Hersfeld, padre o fratello del Fuldensis. Ma lHersfeldensis è andato
distrutto e se ne sono trovati 6 frammenti in rilegature di libri di conti: i Fragmenta
Marburgensia, conservati a Kassel. Ma il codice Hersfeldensis è stato usato da Sigismondo
Gelen nella sua edizione, edita a Basel nella stamperia di Hieronymus Frobenius nel 1533.
Infatti dopo leditio princeps di Angelo Sabino, Roma 1474 sono seguite altre
edizioni, fino alla Teubneriana di V.Garthausen, Lipsia 1873, e ledizione Berlinese,
presso Weidmann di Carl Upson Clark del 1910-1915. Dopo led. fondamentale del Clark
sono venute altre edizioni critiche, la Teubneriana di Wolfang Seyfarth 1978, la francese
di Galletier, Fontaine e Sabbah nellEd. Belles Letttres e quella Italiana di
Giovanni Viansino presso Mondadori, 2008, in due volumi, con Introduzione su Ammiano in
generale, testo latino, commento e trad.
Italiana. La consiglio a chi voglia meglio conoscere questo autore. Prima di passare alle
notizie sulla Storia, ancora un paio di notizie sulla tradizione manoscritta: già il
Clark nel suo studio sulla Textual Tradition of Ammianus Marcellinus del 1904
aveva indicato come padre del Fuldensis e dellHersfeldensis un codice in scrittura
insulare (Scottica), copiato, però, in Germania a Fulda, dove si usavano anche scritture
delle isole Inglesi. Laltra notizia da non trascurare è il fatto che Rita
Cappelletto, una studiosa troppo presto scomparsa, aveva dimostrato che si trovano trace
di unaltra tradizione manoscritta oltre quella del Fuldensis e dei suoi derivati,
una tradizione risalente allHersfeldensis. Ora presenterò alcuni avvenimenti
autobiografici, per far conoscere un poco la figura di Ammiano e perché negli avvenimenti
autobiografici è naturale che lo storico abbia avuto a disposizione dati più numerosi e
sicuri che in altri avvenimenti.
Il libro 14 delle Res Gestae di Ammiano comincia con gli avvenimeni
del 353/4, con lImpero di Costanzo II il quale si è già liberato dei due fratelli,
che alla morte del padre, Costantino nel 337, avevano ereditato parte dellImpero.
Per la verità alla morte di Costantino, si verificarono varie uccisioni, di Dalmazio e
Annibaliano ad opera di Costanzo II, che comunque al libro 14 di Ammiano troviamo unico
imperatore, dopo la terribile battaglia di Mursia fra Costanzo II e Magnenzio (351 d.C.),
una battaglia che aveva provocato la morte di
quasi 54.000 soldati, esaurendo le reserve dellImpero. Ma proprio quel Franco,
Silvano, che, passando prima di Mursia con i suoi corazzieri a cavallo da Magnenzio a
Costanzo, aveva favorito il relativo successo di Costanzo II a Mursia, fece nascere, non
per sua colpa, una nuova preoccupazione allImperatore. E con questo andiamo subito a
vedere lAmmianus protector domesticus nelle pagine stesse dello storico. Abbiamo visto sopra nella sphragis di tutta
lopera che Ammiano dice di non aver mai violato consciamente la verità storica.
Vedremo ora come tenne fede a questo suo programma. Racconta dunque
Ammiano (15,5,1-31) che Silvano, il più elevato di grado (magister peditum) fra gli
ufficiali delle Gallie, ricevuto lordine da Costanzo di porre rimedio alle
scorribande dei barbari nelle Gallie, si dava da fare efficacemente, destando ovviamente
invidie fra I funzionari imperiali ivi stanziati. Un tale Dinamio, intendente delle
salmerie dellImperatore, chiese a Silvano una lettera di presentazione ai suoi amici
e, avuta la lettera, cancellò con una spugna lo scritto di Silvano, conservando solo la
firma (cioè lintestazione). Poi Dinamio, daccordo con Lampadio, prefetto del
pretorio nelle Gallie, Eusebio, comes del patrimonio privato di Costanzo, Edesio,
archivista della cancelleria imperial, cancellato lo scritto di Silvano, lo sostituirono
con un altro, dove Silvano pregava, con espressioni ambigue (verbis obliquis) di essere
appoggiato a divenire Augusto. Lampadio lo presentò in segreto a Costanzo II, sempre
sospettoso contro possibili usurpatori. La cosa fu portata nel Consistorium impriale e si
cominciò a perseguitare gli amici di Silvano a cui egli nella lettera fraudolenta di
Dinamio e soci si rivolgeva. Subito il franco Malaricus, comandante degli stranieri (i
barbari che militavano nellesercito romano) intervene per dimostrare
linnocenza di Silvano e la sua disponibilità a venire a discolparsi, ma invano.
Anzi per suggerimento di Arbizione, egli stesso comandante in capo e rivale di Silvano, fu
mandato in Gallia (- Germania) con lo scopo di richiamare a Milano Silvano e chiarire il
caso, Apodemio, un tristo personaggio (eterno e pericoloso nemico di tutte le
persone perbene, inimicus bonorum omnium diuturnus et gravis), che, invece di
eseguire il suo compito non incontrò neppure Silvano e lo trattò come uno già
condannato. A questo punto il malvagio Dinamio inviò unaltra lettera falsa a nome
di Silvano e Malarico al tribuno sovrintendente della fabbrica darmi di Cremona
sollecitando la consegna del materiale che stavano segretamente preparando. Il tribuno
cadde dalle nuvole, scrisse a Malarico pregandolo di chiarire che cosa voleva. Malarico
con la collaborazione dei Franchi, numerosi a palazzo, fece convocare il Concistorio,
Florenzio capo della cancelleria imperial (magister officiorum), esaminando bene la prima
lettera scoprì la scrittura sottostante e gli autori del falso furono inquisiti, ma solo
Eusebio confessò [come vedete non vi risparmio i particolari, per mostrare come Ammiano
è stato preciso e ricco di dettagli]. Nel frattempo Silvano si trovava a Colonia
(Agrippina) e assisteva allopera volta a screditarlo di Arbizione. Quindi Silvano
pensò di rivolgersi ai suoi Franchi, ma dissuaso dal tribuno Lainogaiso, non trovò di
meglio che farsi proclamare Imperatore dal suo esercito (11 agosto 355). Costanzo, come
colpito da un fulmine, convocò il Concistorio e si decise di mandare da Silvano Ursicino,
il comandante di Ammiano stesso, che portasse a Silvano, come se non si sapesse che era
stato nominato Imperatore, una lettera molto onorifica (honorificis scriptis) in cui lo si
invitava ad accogliere come successore Ursicino e a ritornare a Milano col precedente
grado. Ursicino, ottenuto che lo accompagnassero dieci fra tribuni e protectores domestici
(fra i quali cera anche Ammiano, inter quos ego quoque eram, 15,5,22), partì per
Colonia. Arrivati che furono dopo un velocissimo viaggio, Ursicino (probabilmente di
origine Germanica egli pure) fu accolto con simpatia, entrò in una certa dimestichezza
con Silvano, e riuscì a corrompere con molto denaro un gruppo di Bracchiati e Cornuti, i
quali di buon mattino il 7 sett. 355 massacrarono le guardie (caesis custodibus) e
uccisero Silvano. Ammiano ricorda anche che i cortigiani (i burocrati) di Costanzo si
erano fissato come secondo scopo, se Ursicino non fosse riuscito a eliminare Silvano, di
togliere di mezzo lo stesso Ursicino (15,5,19).
Questo è il primo fatto darme narrato autobiograficamente da
Ammiano, fatto molto importante, ma non particolarmente onorifico e Ammiano non ha esitato
a indicare come innocente e travolto da una rete di imbrogli Silvano: Ammiano ha riportato
tutto senza cercare in una colpa di Silvano una giustificazione alla azione di Ursicino e
sua. Ci ha narrato questi fatti con assoluto rispetto della verità. E ha messo in luce,
indirettamente, come farà nel raccontare i procesi di Antiochia, organizzati da Palladio
(29,2,1-3,9), dove tanti innocenti furono massacrati dalla burocrazia di Valente,
imperatore dOriente, una verità importante: lImpero Romano dOccidente
non fu travolto dai Barbari, ma fu sostituito da un serie di regni barbarici (Franchi,
Burgundi, Anglo-Sassoni, Visigoti, Ostrogoti, Suevi e Vandali) in cui i cittadini
dellImpero preferirono di vivere, liberi dalle vessazioni fiscali e giudiziarie, che
lImpero militare, creato dai Giulio-Claudi e sempre peggiorato dopo la parentesi dei
Flavi, aveva incessantemente creato. Ovviamente alla vittoria degli stati barbarici servì
indirettamente questo, perché chi faceva la storia nel mondo Romano erano gli Imperatori
e i soldati, non più i semplici cittadini e poco anche i semplici senatori. Ma non ci fu
una consistente opposizine di popolo ai così detti barbari, anzi. Stentiamo nella complessità degli avvenimenti
storici a renderci pienamente conto di questi fatti. Anche per questo dobbiamo conoscere
questa storiografia. Ora, per completare il mio quadro, ricorderò altri tre o quattro
episodi dellattività di Ammiano come miles, episodi narrati da lui stesso. |
Nel
libro XVIII, capp. 8 e 9, è il 359, Ursicino e Ammiano sono in Mesopotamia, mentre i
Persiani lattaccano. Comandante supremo è stato scelto un certo Sabiniano, uomo
insignificante (18,6,7), un Cristiano che si cura dei martiri e, forse per commando
superiore, cerca di evitare ogni scontro coi Persiani. Ammiano lo disprezza ed egli stesso
racconta di essere stato incaricato di portare in salvo a Nisibi un bambino, di nobile
famiglia, sfuggito ai suoi in fuga. Al ritorno da Nisibi, Ammiano viene intercettato da un
contingente di cavalieri Persiani, fugge sul suo veloce cavallo (iumenti agilitate,
18,6,13) inseguito dai Persiani, vede i suoi lontano fermi e fa loro segno che I Persiani lo
inseguono facendo roteare sopra la testa lestremità del mantello (porrecto
extentius brachio, et summitatibus sagi contortis elatius, 18,6,13). Intanto si fa notte,
ma col plenilunio, e riescono a sviare I Persiani legando una lampada sulla sella di un
cavallo e prendendo loro una strada opposta. A questo punto trovano un soldato Romano che
nato in Gallia era passato ai Persiani per sfuggire a una punizione e faceva da
esploratore ai Persiani. Lo eliminano e raggiungono Amida. Qui giungono notizie che
lesercito Persiano è in movimento. Ammiano
riceve lordine di trovare notizie più
precise e per questo si reca dal satrapo Persiano della Corduene, Gioviniano, che aveva
conosciuto, quando Gioviniano era stato ostaggio in Siria e aveva sviluppato simpatia per
il vivere Romano. Ammiano accompagnato da un fidatissimo centurione arriva da Gioviniano e
questi li fa accompagnare da una sua guida fidata a una postazione rocciosa da cui possono
vedere molto bene lesercito Persiano. Dopo due giorni vedono nella pianura avanzare
lesercito Persiano e il re Shiapur II, riconoscibile per la veste rutilante, e parte
del suo seguito, Gumbrate il re dei Chioniti e il re degli Albani (il regno di Persia era
un regno feudale). Passano lAnzaba, quel canale che collegava il Tigri con
lEufrate. Ammiano ritorna fra i suoi e porta la notizia delle mosse di Shiapur II,
in modo che la popolazione Romana possa ritirarsi nei luoghi più protetti e si faccia
terra bruciata dove passeranno i Persiani (18,6,17-7,11). Poi Ursicino e Ammiano si
trovano di fronte a un numeroso contingente Persiano. Ursicino con alcuni, portati da
cavalli veloci, si allontanano, Ammiano invece, combattendo, va verso Amida, dove si
stanno dirigendo anche molti Persiani. In una grande calca durante la notte restano
davanti a una porta chiusa della città, mentre dallalto delle mura le balestre
Romane tempestano dei loro terribili dardi linizio della calca per colpire i
Persiani: eravamo tanto fitti, scrive Ammiano (18,8,12), che un soldato davanti a me, con
la testa spaccata da un gran colpo di spada, non riusciva a cadere. Poi, dopo essere
rimasto disperatamente attaccato alle mura di Amida, Ammiano riesce ad entrare per una
porticina (tandem per posticam ingressus,18,8,13).
Così Ammiano partecipa come difensore (aveva circa 27 anni)
allassedio di Amida, investita direttamente dal re dei Persiani, Shiapur II. Qui
Ammiano mette in luce la sua conoscenza delle macchine da guerra del tempo in due
occasioni: cera una torre sporgente su una parte delle mura, attraverso la quale gli
abitanti riuscivano, calandosi per le rocce, a raccogliere le acque del fiume (Tigri). Qui
settanta arceri reali Persiani, guidati da un traditore, riescono a salire su una torre
nella città e allalba cominciano a colpire gli assediati con le loro frecce, mentre
Shiapur attaccava dallesterno. Qui Ammiano e gli altri spostano cinque balestre
leggere dalle mura e cominciano con esse a trafiggere gli arceri Persiani sulla torre. In
breve li annientano e riportano le macchine sulle mura (19,5,6-7). Il secondo episodio si
verifica alcuni giorni dopo: i Persiani avevano costruito torri di legno alte e fornite di
arceri e machine da lancio. I Romani, anche qui con la presenza esperta di Ammiano,
spostano contro le torri quattro scorpioni. Quando al mattino i Persiani attaccano con le
torri e gli elefanti, le pietre rotonde lanciate con grande forza dagli scorpioni
distruggono le torri. Ma Amida comunque cade, perché un pezzo delle mura, ancora sopra
elevato per contrastare la crescita della rampa degli assedianti, collassa. Allora Ammiano
si nasconde in abstrusa quadam parte oppidi e nella notte insieme a due compagni esce
dalla città per una porticciola non controllata (postica per quam nihil seruabatur). Conducono una lunga e veloce
marcia, hanno la fortuna di trovare un cavallo che aiuta soprattutto Ammiano, non abituato
a quelle lunghe marce (ut insuetus ingenuus, 19,8,6) e giungono finalmente ad Antiochia, la città di Ammiano
(Antiochiam revisimus insperati, 19,8,12).
Qui Ammiano avrebbe potuto fermarsi, ma Giuliano, il nuovo
imperatore, molto stimato da Ammiano, che lo considerava il miglior imperatore dei suoi
tempi, aveva abolito il diritto che i curiali coperti alle spalle da un consistente
servizio militare non dovessero più essere costretti alle dispendiose partecipazioni alle
spese cittadine. Questo sembra proprio il caso dello stesso Ammiano: 22,9,12 ita illud
amarum et notabile fuit [nel comportamento dellImperatore Giuliano], quod aegre sub
eo a curialibus quisquam adpetitus, licet priuilegiis et stipendiorum numero et originis
penitus alienae firmitudine communitus, ius obtinebat aequissimum, adeo ut plerique
territi emercarentur molestias, pretiis
clandestini). Probabilmente Ammiano era esentato dagli obblighi
curiali di contribuire alle spese cittadine di Antiochia da entrambe le condizioni, il
grande numero di stipendia militari , come protector domesticus, e lorigine non
antiochena della famiglia. Molto probabilmente questo lo costrinse a prendere parte suo
malgrado alla spedizione contro la Persia condotta da Giuliano e, forse, lo indusse poi a
tenersi lontano da Antiochia con lunghi viaggi e infine a porre la sua ultima dimora a
Roma. Riprese quindi le armi e raggiunse per nave la spedizione di Giuliano contro la
Persia. E infatti da 23,4,7 che Ammiano sviluppa il suo racconto di quella
spedizione con la 1a persona pl. Profecti exinde Zaithan uenimus locum.
Latto finale di questa tragedia è luccisione di
Giuliano che Ammiano racconta con una certa confusion, una confusione che avvolge un
po tutti gli avvenimenti successive a quella uccisione, ivi compresa la trasmissione
dellImpero a una nullità di nome Gioviano, protector domesticus come Ammiano, ma
Cristiano, il quale, per paura di Procopio, lasciato con una parte dellesercito al
nord dallo stesso Giuliano col compito, esplicito assegnatogli da Giuliano di prendere il
potere, se Giuliano stesso fosse morto, non fa nulla. Gioviano, il nuovo Imperatore, aveva
quindi bisogno di conservare quellesercito che lo aveva elevato al soglio imperiale
e aveva bisogno di prendere tempo. Lo prese facendo una pace vergognosa coi Persiani e
cedendo ai Persiani cinque provincie Romane e anche la città di Nisibi, i cui abitanti
volevano fare resistenza loro stessi contro il re di Persia, e tradì anche Arsace, il re
di Armenia, abbandonato dai Romani a Shiapur II. Ammiano scriveva sotto limpero di
Teodosio, Imperatore Cristiano, molto attento a difendere la sua
religione, è lecito supporre che stesse attento a non lanciare accuse contro i Cristiani.
Ammiano racconta, dunque, che i Persiani attaccarono la retroguardia Romana, ancora
intenta a mettersi in marcia, provocandone un certo sbandamento, e Giuliano intervenne
subito qua concitus clade, oblitus loricae, scuto inter tumultum abrepto, properans
ultimis ferre suppetias, reuocatur alio metu (25,3,3) spinto da questo sbandamento,
dimenticando la corazza, preso in fretta lo scudo nella confusion, mentre si affrettava a
portare aiuto alla retroguardia, viene richiamato da un altro pericolo, e il
pericolo era che Persiani attaccavano anche gli antesignanos, lavanguardia da cui si
era allontanato, unde discesserat, e, mentre Giuliano si lancia, sine respecto periculi
sui, a fronteggiare lattacco, anche al centro si sviluppa un attacco persiano con
lappoggio degli elefanti: questo provoca un furibondo lancio di dardi e legni da
parte romana e mentre lImperatore vola da un pericolo allaltro gli armati alla
leggera Romani intervengono e una pioggia di
frecce e giavellotti vengono lanciati contro i Persiani. Giuliano cerca di spingere i
suoi, mentre i candidati, la sua guardia del corpo, si muovono disordinatamente e
(incertum) subita equestris hasta cute brachii eius praestricta, costis perfossis, haesit in ima iecoris fibra
(5,3,6), fu colpito da una lancia della cavalleria che sfiorandogli il braccio gli si
piantò nella parte bassa del fegato. La
medicina di quel tempo non fu in grado di curare la ferita e Giuliano, nella notte morì
dopo un intrattenimento filosofico che fa pensare al modello della morte di Socrate.
Giovanni Viansino 2008, p.302, nota 8, riporta le varie notizie, di Libanio, che in
or.18,272-275 (anno 368, cinque anni dopo) accusa un soldato Cristiano saraceno, un
Taieno, e il padre della Chiesa Gregorio Nazianzeno (or.5,13) nel suo odio fanatico contro
Giuliano accredita questa versione e dichiara salvezza del mondo
luccisione di Giuliano, lImperatore che voleva ritornare al Paganesimo.
Effettivamente Giovanni Crisostomo e, ancora più, Gregorio di Nazianza (Greg. or. 4, 31;
Joh. Chrys. De S. Babyla 14) mostrano un odio fanatico contro Giuliano, e questo si può
anche comprendere in un momento in cui la nuova religione era scossa nel profondo dalla
due soluzioni della questione Cristologica, quella Ariana e quella Atanasiana, presente
nel simbolo Niceno, mentre lo stesso Costantino negli ultimi anni si avvicinò ad Ario e
Ariani furono su figlio Costanzo II e Valente, ma anche lImperatrice Giustina.
Comunque nella vicenda che costò la vita a Giuliano si devono aggiungere altri tre
particolari: (1) i nomi Gioviano e Giuliano si prestavano ad equivoci, tanto è vero che
quelli dellavanguardia Romana, sentendo dopo la designazione tumultuosa il nome
Gioviano, lo scambiarono per Giuliano, credettero che Giuliano si fosse ripreso dalla
ferita (25,5,6) e piansero quando videro lo spilungone Gioviano, (2) Ammiano presenta i
Persiani come intenti ad accusare i Romani di essere uccisori di un eccellente
imperatore (lectissimi principis peremptores, 25,6,6), perché avevano appreso da
transfughi Romani che Giuliano era stato ucciso da un dardo romano (Iulianum telo
cecidisse Romano), (3) i Romani stessi si affrettarono a sbarazzarsi di lì a pochi mesi
di Gioviano, che aveva ceduto tante provincie e città dellImpero ai Persiani, per
assicurare il suo posto di Imperatore, e che forse sapeva troppe cose, con lossido
di carbonio sprigionato da numerosi bracieri posti nella sua stanza, inumidita da una
fresca pittura di calce (25,10,13). In sostanza la narrazione di Ammiano è caratterizzata
da grande prudenza, pur facendo capire che Giuliano era stato ucciso proditoria- mente dai
Romani, che Gioviano, sostanzialmente un suo parigrado, era stato eletto in modo poco
chiaro e fu presto eliminato. Personalmente io credo, ma è ipotesi personale, che
Giuliano sia perito in seguito a una congiura di cristiani in cui aveva la sua parte anche
Gioviano. Che anche Shiapur II, che trasse i maggiori frutti da quanto avvenne, potrebbe
essere stato implicato e abbia lanciato a tal fine i tre attacchi a cui Giuliano tentò di
tenere testa, senza la sua lorica, che forse gli era stata nascosta; prese quindi il suo
scudo, non uno scudo qualsiasi come traduce Viansino, ma non gli bastò. In
realtà Giuliano, se anche tornò, ufficialmente, al vecchio paganesimo, era orientato
verso la filosofia neoplatonica. Per ritrovare il neoplatonismo bisognerà aspettare
Marsilio Ficino, 12 secoli dopo. Poi Ammiano cessò la sua attività militare. Rimase
lontano dalla sua Antiochia, dove i curiali, volevano ricondurlo ai suoi obblighi,
viaggiò e si trasferì a Roma, la città uictura dum erunt homines Roma (14,6,3) oppure
(26,1,14) uictura cum saeculis Roma.
Ovviamente Ammiano non è solo storia autobiografica, ma è comunque
storia condotta con lo scrupolo e i dettagli che abbiamo visto allopera in questi
racconti. La bibliografia su Ammiano e la sua opera è molto nutrita, sono alcune
centinaia di libri e articoli. La recente bibiografia di
Fred W.Jenkins, Ammianus Marcellinus, An Annotated Bibliography, 1474 to the
Present, Brill, Leiden-Boston 2017, presenta in 665 pagine tutto il materiale sviluppato. Il 1474 è la data in cui fu pubblicata a Roma
leditio Princeps, curata da Angelus Sabinus, per i tipi di Georgius Sachsel e
Bartholomaeus Golsch. Gli avvenimenti
del IV sec. sono stati riferiti da numerosi altri storici, giunti a noi integri (o quasi)
o in frammenti: così Oribasio, il medico di Giuliano, che ricaviamo dal frammentario
Eunapio, storico greco di quei tempi, come Greco fu
Zosimo, storico del V sec., edito con un eccellente commento da François Paschoud,
in vari volumi. Altri stoici sono stati Aurelio Vittore (storico Latino, Liber de
Caesaribus da Augusto a Costanzo II), Socrate
(greco di Costantinopoli, nato 380 vissuto al tempo di Teodosio II), Sozomeno
(anchegli vissuto a Costantinopoli sotto Teodosio II), Zonara (anchegli
storico bizantino, ma del XII sec.).
Se ora mi chiedete, come usa ora, un libro per avere tutto Ammiano in
latino e italiano, vi indicherei ledizione che già sopra ho citato di Giovanni
Viansino: Ammiano Marcellino, Storie, 2 Voll., Milano, Mondadori 2008.
GUALTIERO CALBOLI |
ELEMENTI BIBLIOGRAFICI
1 - De Jonge, Pieter, 1953. Philological and Historical Commentary on Ammianus
Marcellinus XV, 6.13, Groningen, Djakarta.
2 - Philological and Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XVI, Groningen, Bouma's
Boekhuis n.v.Publishers, 1972.
3 - Hugo Michael, De Ammiani Marcellini studiis Ciceronianis, Diss. Inauguralis, Breslau,
W. Th. Korn 1874.
4 - J.den Boeft, Jan den, Daniël den Hengst, and Hans Carel Teitler, Philological and
Historical Commentary on Ammianus Marcellinus XXVIII, Leiden-Boston, Brill 2011.
5 - Fred. W. Jenkins, Ammianus Marcellinus, An Annotated Bibliography, 1474 to the
Present, Leiden Boston, Brill
6 - Giovanni Viansino, Ammianus Marcellinus, Storie, 2 Voll., Milano, Mondadori 2008.
7 - Brill di Leiden è l'editore moderno di Ammiano, a cui, però, manca ancora una
edizione critica. Gliela stiamo facendo con un contratto io e il mio allievo, Ramón
Gutiérrez González, dell'Università di Almeria. |
***.
IN INTERNET, VIA
ZOOM, IL 29 GIUGNO 2022 |
Nota. 1.- Nel quadro dei
consueti incontri dell'ASDU, la prof.ssa L.BRUNORI ha intrattenuto i Colleghi (e non
solo) sulla "città ideale", secondo la sua visione, intesa nel senso della
convivenza. (Diversa dalle città ideali, degli utopisti e dei grandi urbanisti).
2.- Il Presidente dell'Associazione Luciani ha ricordato come l' Associazione abbia
compiuto i 7 anni, e sia accolta sul Portale dell'Ateneo, come si può ben
constatare:
https://www.unibo.it/it/ateneo/chi-siamo/associazione-scientifica-docenti-universitari-asdu
.
ASDU accoglie i professori in quiescenza, ne vuole favorire il proseguimento (da esterno)
dei rapporti scientifici con l'Alma Mater, alimentando intrattenimenti su studi e
ricerche.
Ha ottimi rapporti con l'Associazione dei professori emeriti e con l' Accademia delle
Scienze.
3.- L' accesso all' ASDU è assolutamente libero, e basta solo fare la domanda. Questa
proprietà dell'accesso solo per volontà e attaccamento è molto importante, e basti
ricordare (per contro) le crisi cicliche nelle ammissioni all'Emeritato (che
dovrebbero essere per merito scientifico, ma di fatto anche per merito di potere), vale
dire casi di candidati
allEmeritato, dapprima bocciati e poi nominati, o avversati con motivazioni
non relative agli studi, come la concorrenza alle cariche accademiche. |
Luisa Brunori
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LUISA BRUNORI , La
città ideale, Editore Franco Angeli |
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* La prof.ssa Luisa Brunori è stata
Ordinario presso l'Alma Mater, Presidente della Group Analytic Society International,
Presidente dell'Osservatorio Internazionale per la Microfinanza (MIO), Fondatrice della
Associazione Win-Win. Nell'incontro del 29 giugno ha illustrato il suo libro "La
città ideale". |
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RELAZIONE
DELLA PROF.SSA LUISA BRUNORI
1.- Il neoliberismo, nel quale siamo collocati attualmente
ci pone, con gli altri esseri umani, in una relazione di tipo rivalitario, esprimibile con
l'espressione di John Nash "win-lose" e "lose-win".
Ma una relazione di questo genere è basata sull'inimicizia e non può che indurre a
tornare alla formula "hobbesiana", anziché tener conto dei bisogni che le
ricerche più avanzate della psicologia e delle neuroscienze sui "neuroni
specchio" - e non solo - ci hanno mostrato essere alla base della salute mentale e
del buon funzionamento psichico e sociale.
Come valorizzare il bisogno di reciprocità ? Come fare a conciliare un modello
economico che ci organizza relazioni di inimicizia con una necessità fondativa
dell'essere umano di scambio collaborativo ?
A sostegno di tale questione, l'autrice porta esempi di esperienze nate in
Bangladesh (realizzate dal Premio Nobel per la Pace 2006 Muhammad Yunus) e diffuse in
tutto il mondo.
Con tali esperienze, dimostra come sia possibile coniugare una "regola della
casa" che tenga conto, allo stesso tempo, di me, di noi e di loro in un intreccio
relazionale virtuoso di convivenza win-win. Una reazione tipica è quella di archiviare
idee di questo tipo nella categoria dei pensieri utopici.
Ma è proprio questa la sfida: cercare di trasformare un profondo desiderio di
umana convivenza, in una speranza che qualcosa si possa realizzare. |
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Alla ACCADEMIA DELLE
SCIENZE
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Nota. Nel quadro dei consueti incontri,
il giorno 8 ottobre 2019, alla Accademia delle Scienze, il prof. Mauro Fabrizio ha
intrattenuto i Colleghi ( presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della
Accademia), su GALILEO GALILEI, il noto fisico, astronomo, filosofo, matematico e
accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna, e che era incappato in
una storia di presunto conflitto tra fede e scienza, nel Tribunale della Inquisizione
della Chiesa Cattolica.
Ma (come ci racconta il fisico matematico Mauro Fabrizio) il contenzioso si svolse in modo
molto più souple di quanto i teatri hanno enfatizzato, anzi fu lui a cercare la Chiesa, e
non all'incontrario. |
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Valter TEGA ...
Il Presidenzialismo alla prova.
Dal suo libro: Une philosophie pour la
République, ed. Kimé, Paris.
Per la relaziione completa, si può scaricare la registrazione della conferenza: https://we.tl/t-0I2Yj0nNay |
Valter Tega |
* Professore Emerito, Docente di Storia e Filosofia |
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Valter Tega. Il Presidenzialismo alla prova. Le
imminenti elezioni del Presidente della Repubblica Francese
1.- Le recenti elezioni del presidente della Repubblica Francese hanno rivestito
una notevole importanza in questo momento di forte instabilità europea e mondiale.
La Francia è un punto nodale per le politiche europee e un riferimento importante
per quelle planetarie. Il confronto interno è molto serrato e viene dopo una fase nella
quale la Francia ha subito gli attacchi del terrorismo e ha dovuto fare i conti con una
contestazione popolare serrata e difficile come gilets jaunes.
2.- Anche questo paese, dove ha profonde radici storiche che non possiamo non
ricordare, la democrazia repubblicana vive una stagione attraversata da difficoltà
economiche, sociali e politiche. Tutte le soluzioni risultano possibili e anche questa
volta sarà il ballottaggio a decidere un confronto politico che vede però in secondo
piano, o addirittura assenti, le forze politiche che hanno caratterizzato la repubblica
presidenziale fino all'elezione di Holland.
3.- La crisi o addirittura il tramonto di questi 'corpi intermedi' ha
contribuito a rendere più debole la vita democratica e il ruolo delle rappresentanza a
partire da quella parlamentare. Al di là del risultato di queste elezioni così
importanti, la Francia dovrà aprire una riflessione sulla ricomposizione del suo tessuto
democratico e popolare e sul suo assetto istituzionale. Considerata la sua storia e la sua
collocazione, anche questa non è una questione che può essere ristretta alla sua
dimensione nazionale. |
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I professori a cena, tra allegria e cose seriose |
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Il prof. Pier
Luigi PAPINI *
riferisce su "USO e ABUSO della MATEMATICA" |
. |
Nell'incontro, è stato evocato il fatto
che alcune Università, come quelle di Padova e Trento,
riconoscono al professore in quiescenza, che continua lo studio, il titolo di
Professore Senior |
* Professore Ordinario di Complementi Di
Analisi Matematica Ed Elementi Di Calcolo Delle Probabilità |
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1.- La matematica, in
passato, si evolveva in buona parte per cercare di risolvere problemi della fisica: è
questa la scienza che meglio si può descrivere in termini matematici, visto che i
fenomeni fisici sono ripetibili: nel senso che essi, da analoghe condizioni
iniziali, si evolvono nella stessa maniera anche se avvengono il luoghi e tempi
diversi.
Senz'altro il rapido progresso dei mezzi di calcolo ha reso meglio controllabili i
movimenti di razzi e satelliti, più efficiente il controllo del traffico aereo (e
ferroviario).....
Per molte altre scienze le cose vanno diversamente.
In campo ingegneristico e trasportistico, nonostante l'evoluzione della matematica, spesso
sono ancora più credibili i risultati della sperimentazione, che quelli forniti da
modelli ed equazioni difficilissimi da trattare. Ad esempio, nello studio di
incidenti ferroviari, profonde analisi hanno dato risultati non del tutto affidabili data
l'instabilità di equazioni basate sui troppi parametri.
2.- Consideriamo la meteorologia: l'evoluzione del tempo dipende da
molti parametri, difficilmente stimabili in generale. Un conto è occuparsi del tempo in
America, dove ad esempio nelle "grandi pianure" i venti non cambiano troppo
velocità e direzione. Altro è considerare il tempo in un paese come il nostro: le masse
d'aria, passando Alpi, Appennini, mare....., possono cambiare direzione; si
creano turbolenze magari limitate a piccole zone..... Troppi sono i parametri in
gioco per controllare l'evoluzione del tempo: anche se le potenze di calcolo oggi
disponibili hanno molto migliorato le previsioni a breve termine.
3.- In economia, a poco serve la matematica.... Quanti bravi matematici
sono diventati ricchi giocando in borsa?! Solo chi ha notizie "riservate"
dovrebbe giocare in borsa... Eppure importanti giornali (come MF) riportano giornalmente
decine di grafici, leggendo i quali (e studiando parametri chiamati \alpha, \beta ecc.) si
dovrebbero prevedere l'andamento della borsa e delle singole azioni.
4.- Ancora meno facile è fare previsioni in campo biologico. Molto
difficile è costruire un campione sufficientemente ampio ed omogeneo, mentre diverse sono
le reazioni di organismi diversi, anche se sottoposti a cure simili. Per questo i
suggerimenti che talora vengono forniti sull'uso di questo o quel cibo, sono spesso
soggetti a revisione. Per questo spesso solo in seguito ci si rende conto della nocività
di certi farmaci. Per questo tuttora non siamo sicuri dell'innocuità dei vaccini, poco
conosciamo i rischi connessi a onde, campi elettromagnetici ecc. Dunque, qual'è oggi
l'importanza e l'utilità della matematica? |
Ricordiamoci che i matematici
"di punta" si dedicano allo studio di problemi prestigiosi e complicati (ipotesi
di Riemann, Teorema di Fermat...), ma..... spesso poco "utili". 5. Astronomia. Fra i recenti"successi"
della matematica, possiamo citare:
L'aver permesso ad astronauti di giungere fino alla Luna (ma sarà vero ?!); ad
oggetti terrestri di giungere su Marte. Ma queste missioni, al di là del loro valore di
scoperta, sono davvero utili per l'umanità?
La barca Alinghi, sulla base di calcoli suggeriti da Quarteroni (matematico di Milano),
vinse la sfida dell'American Cup.
Gli studi legati al riconoscimento di immagini hanno molto aiutato la polizia nelle
indagini.
Anche POS, l'uso dei codici a barre..... non sarebbero stati possibili senza la
matematica.
Ma nei casi precedenti, più che la matematica in sè, è stato l'ausilio del calcolo a
dare una mano decisiva.
Una cosa importante in cui anche qualche teorema non banale (ma di facile comprensione) ha
aperto la strada al suo sviluppo, è la TAC, importante strumento di indagine clinica.
6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA STATISTICA
Da alcuni anni vanno di moda i sondaggi, gli exit poll ecc. Ma mentre all'inizio
essi parevano funzionare bene, ultimamente le cose vanno spesso diversamente.
I motivi sono diversi. Intanto, non sempre la gente vuole rispondere in modo sincero. Poi
i risultati sono "manipolabili" nel senso che le risposte possono dipendere
dalla forma in cui sono poste. Infine i campioni debbono essere sufficientemente ampli e
rappresentativi (occorre effettuare bene il piano degli esperimenti). Ad esempio, i
risultati che Mentana ci propone sul TG7 il lunedì, pare siano basati su un campione di
soli 1000 soggetti (il che darebbe una "forbice" assai ampia).
Strani parametri vengono considerati. che significa il "sentimento" su come
vanno le cose? E l'indice di fiducia dei consumatori ?!
Anche il PIL è qualcosa di molto labile: intanto, è un indice "totale", per
cui cresce di più dove la popolazione cresce maggiormente. Poi, visto che il
PIL cresce se ci sono molti incidenti stradali, se si usano maggiormente i condizionatori
o si consuma più benzina..., dobbiamo considerare la crescita dello stesso
come un segno di buona salute di un paese?! Pensiamo ai risultati assurdi cui il prof.
Ponti è giunto con la sua analisi costi-benefici sulla TAV Torino-Lione.
In ogni caso, si sa che le previsioni sull'andamento del PIL vengono comunicati e variati
in continuazione, da parte di vari organismi (BCE, ISTAL, S&P....): forse servono
soprattutto a favorire o penalizzare i vari paesi. |
|
|
.**********
NUOVO INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE
|
Nota. Nel quadro dei consueti incontri,
il giorno 8 ottobre 2019, alla Accademia delle Scienze, il prof. Mauro Fabrizio ha
intrattenuto i Colleghi ( presente il prof. W. Tega, socio ASDU e Presidente della
Accademia), su GALILEO GALILEI, il noto fisico, astronomo, filosofo, matematico e
accademico italiano, considerato il padre della scienza moderna, e che era incappato in
una storia di presunto conflitto tra fede e scienza, nel Tribunale della Inquisizione
della Chiesa Cattolica.
Ma (come ci racconta il fisico matematico Mauro Fabrizio) il contenzioso si svolse in modo
molto più souple di quanto i teatri hanno enfatizzato, anzi fu lui a cercare la Chiesa, e
non all'incontrario. |
|
Mauro FABRIZIO*, GALILEO ...
E NON SOLO GALILEO
. Ma Galileo aveva ragione ? |
Mauro Fabrizio
|
* Professore Emerito, Docente di Fisica Matematica, Scuola
di Ingegneria ed Architettura Bologna |
|
|
|
Mauro FABRIZIO, GALILEO ... E NON SOLO GALILEO
1.- Se esaminiamo la disputa fra Galileo e gli inquisitori solo sul piano scientifico,
bisogna partire dallosservazione che le motivazioni che hanno portato al
caso Galileo sono da trovare nella richiesta di Galileo quest ultimo che la
Chiesa dovesse ammettere, che riguardo al moto del Sole:
" le sacre scritture contenevano
. molte proposizioni le quali, quanto al nudo senso delle parole, hanno aspetto
diverso dal vero per cui era necessario che i saggi
espositori produchino i veri sensi, e n'additino le ragioni particolari per che siano
sotto cotali parole stati profferiti. Stante, dunque, che la Scrittura in molti luoghi è
non solamente capace, ma necessariamente bisognosa d'esposizioni diverse
dall'apparente significato delle parole, mi par che nelle dispute naturali ella dovrebbe
esser riserbata nell'ultimo luogo.
ed essendo, di più, convenuto nelle Scritture, per accomodarsi
all'intendimento dell'universale, dir molte cose diverse, in aspetto e quanto al
significato delle parole, dal vero assoluto
...che le Scritture, ben che dettate dallo Spirito Santo, per l'addotte cagioni
ammettono in molti luoghi esposizioni lontane dal suono letterale
.. o bisogna alterar il senso delle parole, e dire che quando la Scrittura dice che
Iddio fermò il Sole, voleva dire che fermò 'l primo mobile, ma che, per accomodarsi
alla capacità di quei che sono a fatica idonei a intender il nascere e 'l tramontar del
Sole, ella dicesse al contrario di quel che avrebbe detto parlando a uomini sensati."
2.- Mi sono limitato a riportare solo le frasi più significative della lettera di Galileo
a Benedetto Castelli, ma espressioni analoghe, possiamo trovare nelle lettere
a Cristina di Lorena, Piero Dini, ecc..
E inutile che faccia notare limportanza di queste affermazioni, perché
proprio questa richiesta di Galileo, di ritenere necessaria una interpretazione
autentica delle Sacre Scritture da parte di saggi espositori, creerà i
presupposti del processo. Infatti la pretesa di Galileo che i passi della Bibbia, in
cui si parla del moto del Sole, siano contrari alla evidenza fisica e quindi siano
erronei, sarà lorigine dello scontro con linquisizione.
Si deve ricordare che vi era una sostanziale differenza fra i protestanti e la Chiesa di
Roma sulla interpretazione delle Sacre Scritture. Infatti i protestanti lasciavano al
credente linterpretazione delle letture, cosa che invece la Chiesa assegnava al
clero.
3.- Devo premettere al mio ragionamento che il processo a Galileo è stato per la Chiesa
uno dei principali errori commessi nella sua storia. La pretesa e larbitrio di
potere affrontare un problema di tali contenuti con autorità e presunzione peserà molto
a lungo e costituirà un pregiudizio e comunque un grosso ostacolo nei rapporti fra
scienze e fede con le conseguenze che tutti sappiamo bene.
Quello che voglio provare, è lassoluta correttezza scientifica della frasi Bibliche
e della debolezza della posizione di Galileo. Daltro canto, unanalisi
approfondita delle posizioni della Chiesa, rivelano sorprendentemente come gli
argomenti di Bellarmino, Urbano VIII e i gesuiti romani presentino una maggiore apertura
ed elementi più corretti nei contenuti fisici e negli argomenti epistemologici
rispetto a quelli di Galileo.
Partiamo dallosservazione che, almeno da un punto di vista cinematico, il
moto o il movimento di un punto o di un corpo è un concetto relativo, nel senso
che per parlare di moto occorre precisare o introdurre prima la nozione di
osservatore rispetto al quale il moto viene riferito. In tal modo quando si parla di moto
della Terra, si intende che stiamo parlando di moto della Terra rispetto al Sole, che
sarà losservatore. Ma risulta altrettanto lecito parlare di moto del Sole
rispetto allosservatore Terra. La cosa che si può aggiungere è che nel
sistema solare risulta più agevole e conveniente per la descrizione del moto dei pianeti,
scegliere il riferimento solare e quindi la visione Copernicana del moto. Ma non
esiste una ragione di principio per preferire una scelta rispetto allaltra. Del
resto sappiamo che nellUniverso non esistono corpi che possiamo ritenere fermi
gli uni rispetto agli altri e quindi non è possibile privilegiare alcun osservatore, se
non per convenienze tecniche o legate al particolare studio che si vuol fare.
4.- Personalmente ritengo che basterebbe questa motivazione per comprendere come la
richiesta da parte di Galileo di una necessaria interpretazione della Scrittura sia
una pretesa ingiustificata. Però voglio da un lato accettare anche il punto di vista di
coloro che non si accontentano di una visione cinematica del problema, ma vogliono
meglio comprendere il problema specifico su basi dinamiche, cioè non come semplice
descrizione del moto, ma correlando il moto alle cause che lo determinano. Una
obiezione a questa richiesta potrebbe essere la constatazione che Newton, fondatore della
dinamica nacque un anno prima della morte di Galileo e quindi al tempo del processo
si poteva parlare solo in ambito cinematico. Ma questo forse può essere ritenuto un
argomento debole.
Per cui veniamo alla Dinamica Newtoniana, che porterà nei due secoli successivi
allaffermazione del sistema Copernicano e alla consacrazione di
Galileo. Infatti la meccanica newtoniana si fonda sulle 3 famose leggi. In
particolare la prima afferma:
Esiste un osservatore chiamato inerziale (o Galileiano) rispetto al quale un punto
materiale non soggetto a forze assolute (cioè dovuto alla presenza di altri corpi)
rimane in quiete o si muove di moto rettilineo ed uniforme.
5.- La seconda legge fa uso della prima, quando dice che la famosa legge del moto: F = m x
a
Forza = massa x accelerazione
Nota. Vale solo se riferita ad osservatori inerziali.
Quindi, seguendo Newton, appare evidente che in dinamica, si devono privilegiare gli
osservatori inerziali, perché secondo la teoria di Newton, solo rispetto ad essi valgono
le leggi del moto. Si pone quindi il problema di individuare tali osservatori. Come
è noto un osservatore con origine nel centro del Sole e assi orientati verso le
stelle fisse è in ottima approssimazione inerziale. La stessa cosa non possiamo dire
per un osservatore solidale con la superficie terrestre. Per cui, in questo
ambito, si introduce fra limpostazione Copernicana e quella Tolemaica una
chiara scelta tutta a favore della prima. Questo è, detto in breve, ciò che motiva
laffermarsi della dottrina Copernicana nei secoli XVIII e XIX e quindi anche la
visione di Galileo del moto assoluto della Terra.
6.- Già alla fine del 800 Ernst Mach osservava la necessità di descrivere le leggi
fisiche in funzione di un qualsiasi osservatore. Opponendosi alla pretesa
di introdurre uno spazio assoluto che di fatto è presente nel modello Newtoniano,
mediante il concetto di osservatore inerziale. Inoltre fu il primo a considerare
le leggi della fisica soltanto come modelli, concepiti dalluomo, in grado di
organizzare e sistemare le osservazioni sperimentali e non come leggi in grado
di esprimere e rappresentare la realtà della natura.
Ma colui che doveva dare il colpo definitivo a questa concezione assoluta del
mondo fisico e per quanto ci interessa del concetto di osservatore inerziale, fu
A. Einstein mediante la teoria della Relatività Generale
7.- Nella sua precedente teoria sulla Relatività Ristretta, che Einstein formulò nel
1905, si proponeva una equivalenza fra tutti gli osservatori inerziali, in analogia a
quanto già sostenuto nellambito della meccanica classica Newtoniana. Come già
osservato, questo poneva i sistemi sistemi inerziali, su una posizione privilegiata.
Questa situazione turbava Einstein a livello formale e per il suo desiderio di una
completezza e generalità del modello teorico ed anche perché nei fenomeni
elettromagnetici non esistevano riferimenti privilegiate come quelli inerziali. |
Questa separazione fra le due classi di osservatori
doveva però entrare in crisi a seguito del celebre esperimento (ideale) noto come
ascensore di Einstein. Se consideriamo un osservato chiuso allinterno di un
ascensore in caduta libera, quindi sottoposto al campo gravitazionale terrestre
potrebbe supporre di essere in un sistema privo di gravità; infatti ogni oggetto
lasciato a se stesso rimarrebbe alla stessa altezza allinterno della cabina. Questo
ci porta a dire che non è possibile distinguere fra il sistema terreste (non
inerziale) ed un sistema per cui vale la prima legge di Newton e quindi inerziale. Questa
osservazione ha portato Einstein alla formulazione di una teoria che ponesse tutti
gli osservatori sullo stesso piano e che sarà la teoria della relatività generale. Essa
compie un importante passo, perché afferma non esserci motivazioni fisiche e tanto
meno ragioni teoriche per privilegiare un osservatore rispetto ad un altro. Per
cui verranno considerati, nellambito della Relatività Generale, tutti alla
stessa stregua. Quindi non esiste un osservatore assoluto, ma sono tutti relativi,
da cui nasce la parola relatività.
8.- Su questa base possiamo affermare che anche lo studio dinamico del movimento dei
corpi, porta allo stesso risultato concettuale già espresso nel
quadro cinematico.
Possiamo pertanto concludere che sia la visione Tolemaica del moto del sistema solare, sia
quella Copernicana risultano concettualmente equivalenti, nel senso che non vi sono
ragioni legate a leggi o principi generali che privilegino un sistema rispetto
allaltro. Rimane parimente vera laffermazione di una
maggiore convenienza, funzionalità o semplicità nelluso di un sistema
rispetto allaltro, in particolare del sistema Copernicano rispetto a quello
Tolemaico. Ma non è possibile affermare che la Verità stia nel modello
eliocentrico, come invece sostenuto da Galileo in diversi passi delle sue lettere.
Non è quindi neanche vera laffermazione più volte ripresa da Galileo, che
due verità non possono contraddirsi. Vorrei a questo punto osservare che
ogni teoria fisica non è che la creazione di un modello su basi scientifiche che
vuole rappresentare i fenomeni, ma non può identificarsi con la Verità. Essendo
la Fisica come scienza e per sua natura, una espessione del pensiero
delluomo. Pertanto non è assolutamente strano che si possano realizzare due
teorie fisiche in grado di rappresentare uno stesso fenomeno da due punti di vista
diversi. Pensiamo a questo proposito allinterpretazione corpuscolare e
ondulatoria che viene proposta nellambito dei fenomeni quantistici. Pertanto
una teoria non può escluderne unaltra, anche se vi sono elementi che le
differenziano.
9.- Come già osservato, questa complessa visione non doveva essere ben compresa dal
Nostro. Ma proprio questo è un punto importante del dibattito fra Bellarmino,
Urbano VIIII e Galileo.
Torniamo alla prima questione, cioè alla possibilità di impostare il moto del
sistema solare sia seguendo il punto di vista Copernicano e sia quello Tolemaico,
o in altre parole, a ritenere esserci una equivalenza concettuale
fra queste due teorie. A questo proposito Bellarmino nella lettera a padre Castelli
osserva:
«Dico che mi pare che V.P. e il Sig. Galileo si legge nella lettera facciano
prudentemente a contentarsi di parlare ex suppositione e non assolutamente, come
io ho sempre creduto che abbia parlato il Copernico. Perché il dire che, supposto
che la terra si muova et il sole stia fermo si salvano tutte l'apparenze meglio
che con porre gli eccentrici et epicicli, è benissimo detto, e non ha pericolo
nessuno [
].»
10.- In questo famoso passo, che da alcuni autori è ben compreso e valutato,
mentre da altri sembra criticato, il Bellarmino mette in guardia Galileo dal
ritenere ed anche formulare leliocentrismo come una Verità (cioè
assolutamente), ma al contrario sostiene la necessità di considerarlo come una ipotesi,
cioè come un punto di vista. In altre parole mi sembra di potere dire che da
un lato egli comprende il valore relativo delle proposizioni scientifiche e
dallaltro propone leliocentrismo come un possibile
osservatore dal quale studiare il sistema solare e quindi il moto dei pianeti. Per
cui da questa lettera risulta che la posizione di Bellarmino è al tempo stesso
moderna sul piano epistemologico e corretta nei contenuti e nella trattazione
fisica. In altre parole il Bellarmino non rifiuta il sistema copernicano, ma invita
Galileo a studiarlo considerando il moto dei pianeti sulla base del punto di vista o
dellosservatore solare. Inoltre sempre nella lettera di Bellarmino
leggiamo Dico che quando ci fusse vera dimostrazione che il Sole stia nel centro del
mondo e la Terra nel terzo cielo, e che il Sole non circonda la Terra, ma la Terra
circonda il Sole allhora bisogneria andar con molta considerazione in esplicare le
scritture che paiono contrarie, e piuttosto dire che non l'intendiamo che dire che
sia falso quello che si dimostra. Ma io non crederò che ci sia tal dimostrazione, fin che
non mi sia mostrata: né è l'istesso dimostrare che supposto che il Sole stia nel
centro e la Terra nel cielo, si salvino le apparenze, e dimostrare che in verità il Sole
stia nel centro e la Terra nel cielo; perché la prima dimostrazione credo che ci
possa essere, ma della seconda ho grandissimo dubbio. Da questo passo mi pare chiaro
che Bellarmino rifiuta leliocentrismo come Verità assoluta, ma propone la
visione empirica del fenomeno e la relatività nella scelta del punto di
vista.
11.- Riassumendo, se da un lato non ha senso dire che la Terra è al "centro"
dell'Universo, dall'altro non si può affermare che il passo del libro di Giosuè,
in cui lo stesso Giosuè rivolgendosi al Signore esclama:
"O Sole, fermati su Gabaon, e tu, Luna, sulla valle di Aialon. E il Sole si fermò e
la Luna ristette, fino a che il popolo si fu vendicato dei suoi nemici", sia
una affermazione scientificamente errata, come affermato da Galileo nelle sue
lettere.
Come ho detto allinizio la questione è nata proprio perché si è sollevato il
problema della interpretazione della Scrittura. Prima dallallora nessuno era
stato colpito e perseguitato per avere espresso o aderito al sistema Copernicano.
Anche Giordano Bruno, che era copernicano, non fu accusato di questo.
Spero che sia chiaro, per quanto detto sopra, che la pretesa di Galileo della necessità
da parte della Chiesa di intervenire e ritenere che
linterpretazione letterale dei testi non fosse aderente alla realtà
fisica, viene a cadere completamente.
12.- Infine è almeno curioso ricordare come Urbano VIII, durante le udienze concesse a
Galileo nel 1624, alla richiesta di pubblicare un nuovo libro (che
doveva parlare delle maree e che sarà il Dialogo), concedesse a Galileo
"il permesso di pubblicare la sua teoria sulle maree, purché affermasse che dei moti
della Terra si parlasse soltanto come d'un'ipotesi, la cui realtà [oggettiva] non
poteva essere dimostrata ne con esperimenti sulla Terra, ne con osservazioni
del cielo" (da Galileo, di Stillman Drake).
Quindi anche Urbano VIII sostiene quanto già affermato da Bellarmino, ma inoltre egli
afferma limpossibilità di una verifica sperimentale del moto assoluto
della Terra. A sostegno di tale impossibilità, possiamo usare proprio
largomento che Einstein propone con lesperienza
dellascensore. Infatti quellesperimento, esposto sopra, conferma
lincapacità da parte dello sperimentatore di distinguere fra le
due possibile scelte che portano alla stessa osservazione. Cioè
se stiamo cadendo con un ascensore in un campo gravitazionale terrestre,
oppure stiamo viaggiando di moto rettileneo e uniforme rispetto ad un
osservatore inerziale come può essere il riferimento solare. Pertanto, se non è
possibile comprendere o verificare sperimentalmente la differente realtà del
movimento, nello stesso modo non è possibile una verifica sperimentale che provi il
moto assoluto della Terra.
13.- Nel caso gli argomenti da me presentati non siano stati sufficientemente convincenti,
è possibile portare una ultima, a mio parere conclusiva prova. Nel 1582, come è
noto, la Chiesa di Roma promulgò il famoso calendario Gregoriano. Che prevedeva la
eliminazione di 10 giorni dal calendario (saranno i giorni dal 5 al 15 Ottobre del
1582). Questa riforma, che si è rivelata estremamente precisa, poteva essere realizzata
soltanto se si era in possesso di misure astronomiche estremamente accurate e
inquadrabili in una corretta teoria del moto del Sistema Solare. Ma il modello scelto per
questa riforma fu proprio e solo il modello Tolemaico. Questa è la prova che è
possibile fornire una descrizione corretta dei fenomeni relativi al
nostro sistema Solare seguendo un punto di vista geocentrico. |
|
.
INCONTRO alla ACCADEMIA DELLE SCIENZE |
Nota. Nel quadro dei consueti incontri, il 4 giugno 2019, alla
Accademia delle Scienze, i Colleghi (anche presente il prof. W. Tega, socio ASDU e
Presidente della Accademia) il prof. Giannino Praitoni ha intrattenuto gli amici sul
"Passante di mezzo", un progetto molto discusso nella Emilia Romagna, di
triplicazione delle corse della autostrada tangenziale di Bologna. |
|
GIANNINO PRAITONI*, SUL PASSANTE
DI MEZZO
( AMPLIAMENTO A 3 CORSIE, PER SENSO DI MARCIA, DELLA ATTUALE "TANGENZIALE" DI
BOLOGNA ) |
|
* Professore Associato, già Docente di Teoria e Tecnica
della Circolazione Scuola di Ingegneria ed Architettura Bologna |
LA RELAZIONE TECNICA DEL PROF. PRAITONI
Premessa. La decisione delle Amministrazioni
Locali (Comune, Città Metropolitana, Regione) in accordo con ANAS, Soc. Autostrade,
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, riguardante la scelta del Passante di
Mezzo (ampliamento a 3 corsie per senso di marcia dell'attuale arco autostradale di
raccordo fra autostrade A1 e A14) ha suscitato non poche perplessità e contrarietà - in
particolare da parte dei fautori di soluzioni alternative "fuori sede"-
incentrate sulle problematiche relative all'inquinamento acustico e atmosferico,
l'occupazione di ulteriore suolo pubblico e privato, nonché sul costo dell'opera e gli
inevitabili disagi derivanti dagli interventi strutturali in loco.
Ricordando che a tale decisione si è pervenuti dopo oltre venti anni
di proposte varie (Passante Nord, Passantino, Passante Sud, ecc.) è necessario
evidenziare che nessuna di esse propone stime di condizioni funzionali dell'
infrastruttura in termini di Livello di Servizio, secondo la procedura proposta da Highway
Capacity Manual pubblicazione scientifica di validità universale, adottata in tutti
gli Atenei, redatta dal Transportation Research Board del National Research
Council , Ente Federale USA paragonabile al nostro CNR.
Pertanto lo scrivente, utilizzando idonei dati statistici di traffico
forniti da diverse fonti, ha proceduto alla stima del suddetto Livello di Servizio,
del Passante di Mezzo pervenendo alle conclusioni di seguito illustrate.
CONTINUA SU: http://www.universitas.bo.it/Praitoni2.pdf |
|
|
.
.
I professori a cena, tra allegria e cose seriose |
|
Il prof. Pier
Luigi PAPINI *
riferisce su "USO e ABUSO della MATEMATICA" |
. |
Nell'incontro, è stato evocato il fatto
che alcune Università, come quelle di Padova e Trento,
riconoscono al professore in quiescenza, che continua lo studio, il titolo di
Professore Senior |
* Professore Ordinario di Complementi Di
Analisi Matematica Ed Elementi Di Calcolo Delle Probabilità |
|
|
1.- La matematica, in
passato, si evolveva in buona parte per cercare di risolvere problemi della fisica: è
questa la scienza che meglio si può descrivere in termini matematici, visto che i
fenomeni fisici sono ripetibili: nel senso che essi, da analoghe condizioni
iniziali, si evolvono nella stessa maniera anche se avvengono il luoghi e tempi
diversi.
Senz'altro il rapido progresso dei mezzi di calcolo ha reso meglio controllabili i
movimenti di razzi e satelliti, più efficiente il controllo del traffico aereo (e
ferroviario).....
Per molte altre scienze le cose vanno diversamente.
In campo ingegneristico e trasportistico, nonostante l'evoluzione della matematica, spesso
sono ancora più credibili i risultati della sperimentazione, che quelli forniti da
modelli ed equazioni difficilissimi da trattare. Ad esempio, nello studio di
incidenti ferroviari, profonde analisi hanno dato risultati non del tutto affidabili data
l'instabilità di equazioni basate sui troppi parametri.
2.- Consideriamo la meteorologia: l'evoluzione del tempo dipende da
molti parametri, difficilmente stimabili in generale. Un conto è occuparsi del tempo in
America, dove ad esempio nelle "grandi pianure" i venti non cambiano troppo
velocità e direzione. Altro è considerare il tempo in un paese come il nostro: le masse
d'aria, passando Alpi, Appennini, mare....., possono cambiare direzione; si
creano turbolenze magari limitate a piccole zone..... Troppi sono i parametri in
gioco per controllare l'evoluzione del tempo: anche se le potenze di calcolo oggi
disponibili hanno molto migliorato le previsioni a breve termine.
3.- In economia, a poco serve la matematica.... Quanti bravi matematici
sono diventati ricchi giocando in borsa?! Solo chi ha notizie "riservate"
dovrebbe giocare in borsa... Eppure importanti giornali (come MF) riportano giornalmente
decine di grafici, leggendo i quali (e studiando parametri chiamati \alpha, \beta ecc.) si
dovrebbero prevedere l'andamento della borsa e delle singole azioni.
4.- Ancora meno facile è fare previsioni in campo biologico. Molto
difficile è costruire un campione sufficientemente ampio ed omogeneo, mentre diverse sono
le reazioni di organismi diversi, anche se sottoposti a cure simili. Per questo i
suggerimenti che talora vengono forniti sull'uso di questo o quel cibo, sono spesso
soggetti a revisione. Per questo spesso solo in seguito ci si rende conto della nocività
di certi farmaci. Per questo tuttora non siamo sicuri dell'innocuità dei vaccini, poco
conosciamo i rischi connessi a onde, campi elettromagnetici ecc. Dunque, qual'è oggi
l'importanza e l'utilità della matematica? |
Ricordiamoci che i matematici
"di punta" si dedicano allo studio di problemi prestigiosi e complicati (ipotesi
di Riemann, Teorema di Fermat...), ma..... spesso poco "utili". 5. Astronomia. Fra i recenti"successi"
della matematica, possiamo citare:
L'aver permesso ad astronauti di giungere fino alla Luna (ma sarà vero ?!); ad
oggetti terrestri di giungere su Marte. Ma queste missioni, al di là del loro valore di
scoperta, sono davvero utili per l'umanità?
La barca Alinghi, sulla base di calcoli suggeriti da Quarteroni (matematico di Milano),
vinse la sfida dell'American Cup.
Gli studi legati al riconoscimento di immagini hanno molto aiutato la polizia nelle
indagini.
Anche POS, l'uso dei codici a barre..... non sarebbero stati possibili senza la
matematica.
Ma nei casi precedenti, più che la matematica in sè, è stato l'ausilio del calcolo a
dare una mano decisiva.
Una cosa importante in cui anche qualche teorema non banale (ma di facile comprensione) ha
aperto la strada al suo sviluppo, è la TAC, importante strumento di indagine clinica.
6. ALCUNE CONSIDERAZIONI SULLA STATISTICA
Da alcuni anni vanno di moda i sondaggi, gli exit poll ecc. Ma mentre all'inizio
essi parevano funzionare bene, ultimamente le cose vanno spesso diversamente.
I motivi sono diversi. Intanto, non sempre la gente vuole rispondere in modo sincero. Poi
i risultati sono "manipolabili" nel senso che le risposte possono dipendere
dalla forma in cui sono poste. Infine i campioni debbono essere sufficientemente ampli e
rappresentativi (occorre effettuare bene il piano degli esperimenti). Ad esempio, i
risultati che Mentana ci propone sul TG7 il lunedì, pare siano basati su un campione di
soli 1000 soggetti (il che darebbe una "forbice" assai ampia).
Strani parametri vengono considerati. che significa il "sentimento" su come
vanno le cose? E l'indice di fiducia dei consumatori ?!
Anche il PIL è qualcosa di molto labile: intanto, è un indice "totale", per
cui cresce di più dove la popolazione cresce maggiormente. Poi, visto che il
PIL cresce se ci sono molti incidenti stradali, se si usano maggiormente i condizionatori
o si consuma più benzina..., dobbiamo considerare la crescita dello stesso
come un segno di buona salute di un paese?! Pensiamo ai risultati assurdi cui il prof.
Ponti è giunto con la sua analisi costi-benefici sulla TAV Torino-Lione.
In ogni caso, si sa che le previsioni sull'andamento del PIL vengono comunicati e variati
in continuazione, da parte di vari organismi (BCE, ISTAL, S&P....): forse servono
soprattutto a favorire o penalizzare i vari paesi. |
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ASDU
Il Presidente
Prof. Nino Luciani
Al Rettore
Prof. Francesco Ubertini
Oggetto: ASDU - informativa e richiesta di udienza
Caro Rettore,
grazie al tuo intervento propiziatore, il 23 nov. 2018 ha avuto luogo il
secondo incontro (a far tempo da quasi 2 anni) con la Pro-Rettrice Elefante, a riguardo di
un modo adeguato di rapporto ASDU-UNIBO. Ho ritenuto che, nell'incontro, il passo
obbligato fosse assumere a riferimento la tua lettera, all'ASDU, dell'8 marzo 2018 .
In questa lettera sta scritto: "Ogni forma di sostegno, anche solo
tramite gli strumenti informativi interni, richiederebbe una parificazione delle
condizioni di accesso ad altri soggetti".
Su questa base (anche a prescindere da riferimenti a servizi specifici,
come agli strumenti infomatici ) ho cercato casi già risoliti dall'ateneo, ai quali
l'ASDU potesse somigliare per chiedere l'uguale trattamento.
Il caso identico è l'Associazione dei professori emeriti (cosa diversa
dalle persone dei professori emerii, che hanno una configurazione di legge ed un
regolamento di ateneo).
Confrontando i relativi statuti, entrambe sono associazioni di pensionati,
ed hanno gli identici scopi, in particolare la nostra associazione vuole incentivare
linteresse per la ricerca anche per chi è quiescenza e metterla a disposizione
dellAteneo.
Prima dell'incontro, avevo chiesto ed ottenuto un colloquio con il
dott. Fabrizio Borsari (che ha competenza per la Associazione degli emeriti) per avere
lumi, e non sbagliare nell'incontro con la Pro-Rettrice.
Questa lettera è per proporti che si addivenga ad una conclusione, ritenendosi
terminata la fase preliminare interlocutoria.
Cordialita'. Nino Luciani |
Come fare?
1.- La risposta viene dalla medicina del
terzo millennio cioè la medicina delle quattro P
:
-
Personalizzata Focus sulla persona perché ciascuno di noi è diverso;
- Predittiva Analisi dei fattori di
rischio individuali;
- Preventiva
Anticipa la malattia per conservare lo stato di salute;
- Partecipata
- Il paziente è co-protagonista con il medico della propria salute.
Importante è l'uso appropriato di alcuni
farmaci, quali: Vitamina B6, Vitamina B12, Acido Folico,
2.- La prevenzione è la risposta della nuova
medicina e ha lobbiettivo di mantenere al più al lungo possibile il benessere
personale e lo stato di salute psico-fisico!
Gli strumenti
della medicina delle 4P per la prevenzione
Individuazione dei fattori di rischio associati
alla malattia.
I fattori possono essere genetici, metabolici,
nutrizionali, ambientali, infettivi, etc.
Più fattori di rischio compongono un profilo di rischio.
Se i fattori di rischio sono molto numerosi e
interagiscono fra loro si può ottenere una carta
del rischio per la prevenzione di una determinata malattia.
Luso della carta del rischio nella
pratica clinica permette la valutazione del rischio individuale e indica il percorso di
prevenzione personalizzata.
Non sottovalutiamo e non ci
rassegniamo al deterioramento delle condizioni fisiche, emotive e cognitive, come fossero
normali condizioni negative legate al passare degli anni!
INFATTI
La PREVENZIONE, la
DIAGNOSI PRECOCE e la CURA PERSONALIZZATA, tramite adeguati programmi di intervento
clinico, permettono di mantenere, o recuperare lefficienza fisica e mentale.
Proponiamo un nuovo strumento
clinico:
-
la prima carta del rischio
per la prevenzione del decadimento cognitivo e della demenza particolarmente indicata per
le persone sane ma con familiarità positiva per la demenza.
Le carte del rischio
proposte individuano variabili biologiche, cliniche, ematochimiche e genetiche associate
con le malattie. Un algoritmo statistico-matematico appositamente applicato consente il
calcolo del livello di rischio individuale. La
carta del rischio permette la correzione delle variabili risultate alterate e fornisce un
prezioso percorso terapeutico personalizzato per attuare la prevenzione e aumentare gli
anni di vita indipendente e piena di impegni.
La carta del rischio per la demenza è stata sviluppata grazie agli studi condotti negli
ultimi 15 anni presso lUniversità degli studi di Bologna dallequipe
coordinata dal Prof. Federico Licastro già professore di Immunologia presso il
Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale (DIMES) e professore
dellAlma Mater di Bologna in collaborazione con istituzioni di ricerca nazionali ed
estere.
La prevenzione è larma vincente per rimanere in salute e godersi i nostri anni che
passano! |
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Edizioni precedenti |
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ASDU -
Associazione Scientifica Docenti Universitari, Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7
Registrata al Pubblico Registro dell'Agenzia Entrate, il 22 maggio 2015, n. 91379200370 |
. |
Interessante
scoperta circa una data certa di origine dell'Ateneo di Bologna.
Anche notizie su Pavia |
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Gualtiero Calboli*, Sulla Rhetorica ad C. Herennium
agli albori dell'Università di Bologna. |
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Anche una lettera
dell'ASDU su altro, in risposta a lettera negativa del Rettore |
* Professore Emerito, Latinista |
Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega |
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE - SCRIVERE - NESSUNA SPESA DI
ISCRIZIONE |
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UNIVERSITA' DI BOLOGNA
IL RETTORE
(Prof. Francesco Ubertini)
- Al Presidente
della Associazione Scientifica Docenti Universitari
Oggetto: ASDU - richiesta di riconoscimento da parte
della Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Caro Collega,
pur comprendendo il carattere propositivo e il valore
associativo di ASDU, devo evidenziarti che le policy di Ateneo non ci consentono un
riconoscimento di associazioni promosse da persone che non siano in servizio, salvo i casi
di partecipanti dell'Ateneo finalizzate al perseguimento di specifiche finalità
istituzionali.
Fra l'altro ogni forma di sostegno, anche solo tramite
gli strumenti informatici interni, richiederebbe una parificazione delle condizioni di
accesso rispetto ad altri soggetti.
Sono dunque spiacente nel doverti comunicare che
l'Ateneo non può accogliere la vostra richiesta di riconoscere l'Associazione.
Rimango a disposizione per ogni altro chiarimento si
rendesse necessario.
Con i miei più cordiali saluti
FRANCESCO UBERTINI
Bologna 8 marzo 2018
. |
ASDU Associazione
Scientifica Docenti Universitari A Magnifico Rettore
Prof. Francesco Ubertini
Caro Collega ,
in riferimento alla tua lettera, ho provato disappunto ma non per il diniego di
legittimazione, bensì per il sovvertimento dei fatti, usati come presupposti per la
motivazione. Chiarire, innanzitutto, che non ci consideriamo estranei
all'Ateneo, in quanto per la legge Gelmini, tre "esterni" sono eletti nel CdA
dell'Ateneo. E, infatti, proprio perchè memori della legge, avevamo partecipato, con un
Comitato docenti-studenti al dibattito sulle elezioni del rettore, concorrendo
fattivamente alla costruzione di una fiducia al migliore. Questa stessa fiducia, da
esterni, confermiamo ora, e da qui riparte questa mia lettera.
Nello specifico, chiarire che :
1) L'idea di chiedere il riconoscimento non è nostra, ma della delegazione rettorale che
ci ha incontrato nel settembre 2016 (la prima ed unica volta). Noi vi abbiamo solo
ottemperato.
2) In origine, e fino a quella data, (come risulta da tutti gli approcci verbali
con il pro-rettore Rotolo) la nostra impostazione era ispirata allo statuto della
Associazione degli Emeriti, il cui art. 3 recita: "L'AME ha finalità puramente
culturali e si prefigge di mettere a disposizione dell'università e della società le
competenze dei propri componenti nelle forme che si riterranno più consone
Ulteriore scopo è favorire le relazioni tra i colleghi nonché quello di tutelare il
ruolo dei professori nelle istituzioni accademiche e di favorirne le relazioni
internazionali con analoghe istituzioni" ;
3) La posizione della nostra Associazione è identica a quella dei professori
emeriti.
- una cosa sono le persone dei professori Emeriti come figure previste dalla legge, a
parte che il rilievo (T.U., art.111) che "non competono particolari prerogative
accademiche" ricorda che essi sono pensionati, vale dire esterni all'Ateneo, come i
membri dell'ASDU;
- una cosa è la Associazione degli Emeriti, che è identica a quella
dell'ASDU. Dunque ad essa è applicabile il medesimo rilievo della tua lettera: "Ogni
forma di sostegno, anche solo tramite gli strumenti informatici interni, richiederebbe una
parificazione delle condizioni di accesso rispetto ad altri soggetti".
Ti ricordo che agli Emeriti la Unibo ha dato trattamento di favore per la posta
elettronica, è concesso l'accesso ad uno studio nel dipartimento ed è concessa una sede
alla loro Associazione. Ma noi non vogliamo che venga tolto nulla ai Colleghi Emeriti.
Noi abbiamo chiesto :
a) non l'ufficio, in quanto non si intende creare oneri per l'Ateneo;
b) ma che la account attuale, già attribuita di fatto, lo sia ufficialmente;
c) e che il curriculum e le pubblicazioni scientifiche sia conservato in apposita
cartella, come patrimonio dell'ateneo, al momento di andare in pensione;
d) e che il pensionato possa aver rapporto scientifico da esterno, con il
dipartimento di provenienza, sia pur a determinate condizioni (anche assicurative) fissate
dall'Ateneo. Ai Colleghi emeriti gli elementi di cui alle lettere b), c), d,) sono già
date, per cui (nell'interesse dell'Ateneo), per cui ti chiediamo di riesaminare quanto
alle lettere medesime.
Cordiali saluti. nino luciani
---------------------------
POSCRITTO n. 1
Identica Associazione esiste alla Università di Padova e da questa riconosciuta. Clicca
su:
- http://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/20160516e.pdf
- https://www.alumniunipd.it/bacheca/postdettaglio/30074 |
Gualtiero Calboli, Brevissima nota sulla Rhetorica
ad C. Herennium agli albori dell'Università di Bologna |
|
Nel 1111 Adalbertus Samaritanus fu invitato a leggere e
commentare agli scholares Bononieneses la Rhetorica ad C.Herennium, unopera
attribuita a Cicerone a partire da S.Girolamo (in Abdiam VI A, p.361 Vallars,
dellanno 395-396, dove si legge Tulli libri ad Herennium ). Adalberto
commentò lAd Herennium dal 1111 al 1118, e la sua attività fu continuata
da Ugo da Bologna, fino al 1124.
Quindi la data del 1111 (successiva a quella di
presumibile origine) è la prima data sicura dellesistenza
dellUniversità di Bologna, che iniziata con lattività glossografica
del monaco tedesco Werner (trascritto in alcuni codici in Irnerius) cominciò
probabilmente alcuni anni prima. Poi questopera continuò ad essere usata dai
Glossatori dello studio di Bologna, per il loro training nellattività
forense e per insegnare il dictamen, cioè il modo in cui doveva essere composta
una lettera o unorazione . E il dictamen fu il momento di maggior gloria
dellUniversità di Bologna.
Voglio chiarire, preliminarmente, che io non metto in dubbio la priorità
dellUniversità di Bologna, ma intendo solo ricordare alcuni punti che non possiamo
più ignorare dopo gli studi di Radding e di Radding e Ciaralli. Già nel capitolare
Olonense dell825 di Lotario si dice chiaramente che Papia è un centro di studi dove
si devono recare i giovani che vogliono seguire una scuola, ovviamente di diritto canonico
e/o civile.
Hlothari Cap.Olonnese 6 (MGH Legum Sectio II, Capitularia Regum Francorum, Tom,I, p.327)
[...] Propter oportunitatem tamen omnium apta loca distincte ad hoc
exercitium providimus, ut difficultas locorum longe positorum ac paupertas nulli foret
excusatio. Id sunt: primum in Papia conveniant ad Dungalum de Mediolano, de Brixia,
de Laude, de Bergamo, de Novaria, de Vercellis, de Tertona, de Aquis, de Ianua, de Aste,
de Cuma; in Eporegia ipse episcopus hoc per se faciat; in Taurinis conveniant de
Vintimilio, de Albigano, de Vadis, da Alba; in Cremona discant de Regia, de Placentia,
de Parma, de Mutina; in Florentia de Tucia respiciant; in Firmo de Spoletinis civitatibus
conveniant; in Verona de Mantua, de Triento; in Vincentia de Pataåvis, de Tarvisio, de
Feltris,
; reliquae civitates Forum Iulii ad scolam conveniant.
Come ha sottolineato Radding (1988), Pavia fu il più
antico centro di studi, in essa insegnò un maestro irlandese, Dungal (lunico citato
nel Capitolare), il quale, come aveva fatto prima S.Colombano, il fondatore del Monastero
di Bobbio, si era stabilito prima in Francia, a S.Dionigi presso Parigi, e poi si
trasferì a Pavia (su Dungal e la sua attività di filologo, ha dato un quadro molto ricco
Mirella Ferrari (1972). Inoltre Radding (1988: 189-244) ha raccolto i nomi e le notizie di
455 giuristi che, formati nella Camera Regia di Pavia, che era stata la capitale dei re
Longobardi, si diffusero come giuristi e giudici nellItalia del Nord e nei ducati
longobardi di Spoleto e Benevento. Questi giuristi si erano format su una parte del Corpus
Iuris di Giustiniano, il Codex Iustinianus, le Institutiones e
lEpitome Iuliani delle Novelle giustinianee, che scritte in greco, furono
conosciute nel testo latino dellEpitome. |
(Continua G. Calboli). Mancò, quasi completamente ai giuristi pavesi la conoscenza del Digestum
Iustiniani, anche se Radding e Ciaralli hanno più di recente (2007: 133-213)
dimostrato che larchetipo S di uno dei due rami di codici che hanno
tramandato il Digestum, la vulgata, era presente in Lombardia. Laltro
ramo era la Florentina (già Pisana), rovinata, peraltro, da molte lacune. I giuristi Bolognesi a partire dal monaco tedesco Irnerius (o Werner, come egli
stesso si firma io credo), usarono invece anche il Digestum, anche nella vulgata,
quindi nella tradizione più completa e cominciarono a commentare il Digestum,
cioè a glossarlo. Le Glosse e lattività glossografica, culminata nelle Glossa
Grossa di Azzone, furono la base di partenza dellUniversità di Bologna (di Pepo si
sa troppo poco, ma si può pensare che sia da porre in questo gruppo di giuristi) e dello
studio del Diritto Canonico e del Diritto Civile. Io non voglio addentrarmi su questo
terreno dei giuristi, che partirono, quindi, dallo studio integrale del Corpus Iuris
di Giustiniano, e dalle scuole di Notariato, su cui hanno giustamente insistito Giogio
Cencetti (1977) e Giorgio Tamba (1988), ma voglio ricordare solo il secondo non meno
importante aspetto di tale attività, il training retorico, essenziale al Dictamen,
che fu lo studio in cui eccelse per quasi due secoli lUniversità di Bologna nel
mondo medioevale e Pre-umanistico.
Naturalmente non dobbiamo neanche per un momento dimenticare lo studio del Diritto
Civile e Canonico dei giuristi bolognesi e la loro attività di Glossatori, appunto, del Digestum
Iustiniani.
Ora dedicherò la mia attenzione in modo meno che telegrafico allopera
che nel 1111, come abbiamo visto sopra, entrò come testo di scuola, accanto al Digestum
Iustiniani, nellUniversità di Bologna. Naturalmente su ogni punto del quadro che
tratteggerò si sono aperte discussioni e contrasti dopinione, discussioni a cui io
stesso ho partecipato con numerosi interventi, facendo tesoro dei contributi offerti da
molti studiosi, ma ovviamente non incontrando sempre un accordo unanime. Il mio è, però,
un quadro dove tutti i punti sono fra loro coerenti. Senza troppo indagare sui motivi, nel
II sec. a.C., Roma, da centro egemone dellItalia, diviene il centro del
Mediterraneo: ha sconfitto in una lunga e difficile serie di guerre i Fenici, che hanno
opposto a Roma la forza della loro colonia di Cartagine, e lo stato romano governato da
una oligarchia di circa 150 famiglie, messe in luce da Friedrich Münzer (1920), è
divenuto una Res Publica dove il nuovo ceto imprenditoriale e commerciale degli equites
cerca di entrare nei centri del potere, senato e magistrature e la lotta politica si
svolge nei tribunali.
È il tempo in cui Catone il Censore, ci mostra il più chiaro esempio di un uomo
nuovo che lotta nei tribunali, servendosi della sua oratoria, influenzata, seppure
parzialmente dalla retorica greca, che Catone, con ogni probabilità non ignorava, ma
conosceva in modo abbastanza approssimativo (cf. G.Calboli, "Retorica di
Catone", in 2003b: 11-39). La fine del II sec. a.C. e linizio del I vede la
montée des accusateurs (J.-M. David, 1979: 145) e il passaggio alla lotta
armata nelle guerre civili fra Mario e Silla e poi tra la factio nobilium, come la
chiama Sallustio, uno storico delletà di Cesare, e i populares o la plebe o,
più semplicemente, ma correttamente il gruppo dei populares attorno a C.Mario. La Rhetorica
ad C.Herennium, è stata composta con ogni probabilità fra l86 e l82 a.C.
Per tutto il Medioevo, la Rhetorica ad Herennium fu attribuita a Cicerone e
questo fu molto importante per il successo di questopera. Ciò riguarda la storia
del Ciceronianesimo, ma è interessante quanto scrive, uno dei maggiori maestri della
cultura letteraria del Medioevo, John Ward, "The Medieval and Early Renaissance
Study", p.58s. "a text such as the Rhetorica ad Herennium had everything:
concision, good classical credentials, comprehensive treatment, and after the time of
Menegaldus [XI saec.ex.], commentaries". Ricordo che come si ricava
dallarticolo di Antonio Ivan Pini, "Federico II, lo studio di Bologna e il
Falso Teodosiano ", p.86 [lart. si trova in Google], il nome di
Cicerone ritorna nella Notitia aggiunta forse (come suppone con buona probabilità
il Pini) dal grande Buoncompagno da Signa, per screditare il Teodosiano. Il falso
Teodosiano era stato prodotto dal Comune di Bologna nel 1225, per contrastare il decreto
imperiale di Federico II, che nel 1225, aveva ordinato la chiusura dellUniversità
di Bologna, e il Teodosiano voleva rappresentare un decreto dellImperatore
Teodosio II che nel 423 d.C. avrebbe indicato in Bologna la sede unica
dellUniversità e imposto che studenti e professori restassero nel territorio
bolognese, descritto nei suoi confini. Questo Teodosiano doveva aver irritato studenti e
professori, che non volevano essere legati a un luogo, e provocò argomenta acutamente
Pini la reazione di un professore, probabilmente Buoncompagno, che nella Notitia,
per screditare il Teodosiano, inventò, accanto ad altre incongruenze, la notizia,
addirittura comica, che questo decreto fosse stato stilato da Cicerone, definito quale
notaio di Teodosio II. Vorrei aggiungere che Buoncompagno era uno specialista di retorica.
E in quegli anni nello studio di Bologna, la retorica ciceroniana, rappresentata dalla Rhetorica
ad Herennium, attraverso il Dictaamen si era già ampiamente imposta.
E lattribuzione della Rhetoric ad Herennium a Cicerone, rimase
fino allUmanesimo, finché Angelo Decembrio nelle Politia Litteraria del 1462
avanzò i primi dubbi, molto probabilmente per contribuire al rilancio
dellUniversità di Ferrara, voluta in quegli anni da Lionello dEste,
svalutando il testo principe del dictamen bolognese, la Rhetorica ad C.Herennium,
chiamata anche nel Medioevo la Rhetorica nova di Tullio, contrapposta al De
inventione di Cicerone, detta la Rhetorica vetus. La forza di penetrazione
della Rhetorica ad Herennium nellambiente dei Monasteri e delle Cattedrali e
poi delle Università, a partire da Bologna, dipese da due elementi, (1)
lattribuzione a Cicerone, fissata, secondo me, da S.Girolamo, uno dei grandi Padri
della Chiesa nel commento In Abdiam, dellanno 396 e (2) la completezza della
dottrina retorica (rispetto al De inventione di Cicerone, che comprendeva solo
linventio delle cinque parti della retorica: inventio, dispositio,
elocutio, prununtiatio, memoria, ed era stato lasciato incompiuto). Ma, a parte la
notizia relativa ad Adalberto Samaritano, che nel 1111, fu incaricato di leggere (e
commentare) la Rhetorica ad Herennium, i giuristi bolognesi, i glossatori, usarono
querstopera? I riferimenti sono pochi, ma non mancano e sono stati raccolti da
Gerhard Otte (1971) che io stesso ho largamente impiegato. Di fatto in tutta la
giurisprudenza ante-adriana, Cicerone è ricordato solo 5 volte, tutte citazioni rricavate
dal Digestum. Ma perché i giuristi, sia romani che alto-medievali dichiararono
abbastanza poco di usare o aver usato la Rhetorica ad Herennium? La retorica,
fissata da Aristotele (e già prima dallautore della Retorica ad Alessandro di
Anassimne), poi da Ermagora di Temno e dai retori soprattutto di Rodi, dedicava la maggior
parte dello spazio alla retorica giudiziaria, il , molto meno al genere deliberativo ( ) e
a quello celebrativo ( ).
Ma i giuristi romani, che venivano dalla grande tradizione dei pontefici,
considerarono la retorica una dottrina scolastica greca, che serviva alla formazione dei
giovani, ma non aveva la dignità del foro.
Al tempo di Cicerone, però, la retorica aveva sfidato il vecchio ius romano,
e anche vittoriosamente come nel caso della Causa Curiana, dove il grande oratore Licinio
Crasso aveva sconfitto il grande giurista Quinto Mucio Scevola, e Cicerone considerava il
diritto unars seconda rispetto ala retorica che era la prima ars. Un
altro elemento di distacco fra retorica e diritto consisteva nel fatto che il diritto era
in mano ai grandi giureconsulti della nobiltà romana, mentre la retorica a Roma nel I
sec.a.C. fu introdotta e divulgata soprattutto nella scuola dei Rhetores Latini,
vicini, tramite la figura del loro caposcuola, Plozio Gallo, a C.Mario. Con una notevole
semplificazione, possiamo dire che la retorica a Roma al tempo di Cicerone, aveva due
odori, grecismo e tendenza filo-popolare (concretamente Mariana). E di tendenza
filomariana si rivelò anche la Rhetorica ad Herennium, composta fra l86 e
l82, nellambiente degli Erenni, patroni di C.Mario (anche se egli dopo tanti
consolati non amava essere considerato cliens di qualche famiglia). Ma nella Rhetorica
ad Hrennium, divisa in quattro libri, soprattutto nel libro I, molte definizioni, sono
presentate quasi con le stesse parole usate da Cicerone, nella prima opera che egli
iniziò e non terminò, il De inuentione, in due libri. Ne dò subito un esempio
(le parole in grassetto sono le stesse nelle due opere):
Rhet. Her. 1, 2, 2 Tria genera sunt causarum, quae
recipere debet orator: demonstrativum, deliberativum, iudiciale. Demonstrativum
est, quod tribuitur in alicuius certae personae laudem vel vituperationem.
Deliberativum est in consultatione, quod habet in se suasionem et
dissuasionem. Iudiciale est, quod positum est in controversia et quod habet
accusationem aut petitionem cum defensione.
Cic. inv. 1, 7 Aristoteles [...] tribus in generibus
rerum versari rhetoris officium putavit, demonstrativo, deliberativo, iudiciali.
Demonstrativum est, quod tribuitur in alicuius certae personae laudem aut
vituperationem; deliberativum, quod positum in disceptatione civili habet in se
sententiae dictionem; iudiciale, quod positum in iudicio habet in se accusationem
et defensionem aut petitionem aut recusationem.
Come si spiega questo? Anche qui non darò la discussione e la vasta
bibliografia al riguardo. Soprattutto Joachim Adamietz (1960) ha studiato in modo
approfondito questa questione e, utilizzando il suo materiale io sono arrivato a pensare
che lAutore della Rhetorica ad Herennium, tramite gli Erenni, patroni di
C.Mario, uomo di Arpino come Cicerone, abbia conosciuto quella trattazione ampia del primo
dei tre genera della retorica, linventio, cioè lindividuazione
del tipo di causa e la raccolta di tutti gli elementi pertinenti che Cicerone aveva
attuato nel De inventione.
Essi erano stati trattati in una ars retorica ( ), composta da
Apollonio Molone, per le scuole di Rodi, la repubblica marinara che aveva sviluppato le
scuole di retorica, di grammatica, di filosofia, dove convergevano, spinti dalle correnti
favorevoli che portavano nellisola, tutti i giovani che volevano imparare la grande
cultura greca (da Roma, Servio Sulpicio Rufo, il grande giurista, Cicerone, Varrone,
Cesare, Pompeo). Apollonio Molone era venuto a Roma, e a Roma laveva conosciuto
Cicerone, poi era ritornato a Rodi e Cicerone laveva raggiunto colà, e nell87
a.C. aveva in parte tradotto, in parte rielaborato la sua ( ), dove si trovavano elementi
chiaramente rodiesi, come le leggi marinare (fissate dai Rodiesi) e i riferimenti a
Carete, lo scultore del Colosso di Rodi e altri. Sono elementi rodiesi che troviamo nel De
inventione di Cicrone e nella Rhetorica ad Herennium. Daltra parte
Cicerone non era ancora il noto, grande oratore che si fece conoscere dopo, aveva solo 19
anni, si poteva prendere da lui.
Ma la dottrina dellAd Herennium era diversa da quella del De
inventione in varî punti, e nella fondamentale dottrina degli status, cioè
dei tipi di causa giudiziaria da trattare: nel De inventione ci sono quattri status
e nellAd Herennium tre, come a tre li aveva ridotti riferisce lautore
dellAd Herennium I 18 il suo doctor, probabilmente Plozio Gallo, il maestro
della scuola dei Rhetori Latini. Della conoscenza di questa parte specifica della dottrina
retorica siamo debitori a Lucia Montefusco, che ha approfondito questa parte in un libro
pubblicato nel 1986 in Germania e ancora oggi definito "insostituibile". Poi nellAd
Herennium abbiamo le altre quattro parti della retorica, che mancano in Cicerone, in
particolare la dottrina delle figure, dove sono presentare 64 figure fra cui la metafora,
la sineddoche, la metonimia,lomeoptoto, lomoteleuto, la definizione, la
paronomasia, letimologia ecc., una dottrina che viene dal terzo libro della
Rhetorica di Aristotele, e poi è stata elaborata e sviluppata dagli Stoici.
Ma la Rhet.Her. segue Aristotele. E così la Rhetorica ad Herennium è passata per
le mani di Quintiliano, che ne cita spesso lautore col nome .di Cornificio, poi è
passata in Africa, dove è stata conosciuta da Apuleio e poi da S.Agostino, che ha
cominciato la sua attività come retore, un grande retore, chiamato in Italia, quando era
ancora pagano, perché con la sua oratoria contrastasse S.Ambrogio dai Manichei di Roma.
S.Agostino portò con sé la Rhetorica ad Herennium, che poi andò fra le mani dei
maggiori retori e grammatici del tardo antico, come Prisciano, Cassiodoro,
Grillio, poi, con la Renaissance carolingiènne entrò nei grandi conventi della Loira,
come Corby, Flery (dove la trattò Lupo di Ferrière), Auxerre, e negli scriptoria
più famosi come quello del vescovo Leidrad a Lyon (la vecchia Lugudunum), di Gunzbar II a
Würzburg (Herbipolis), a S.Gallo e i numerosi altri luoghi.
Ognuno di questi nomi mi suggerisce una folla di ricordi, e i tanti che tralascio.
Della Rhetorica ad Herennium io ho dato già nel 1969 un commento che incontrò il favore
degli specialisti come George Kennedy, professore alla North Carolina di Chapel Hil (che
mi invitò ad andare in America), un commento che ho allargato di un terzo e ora è in
print presso De Gruyter di Berlino. Nella costituzione del testo mi sono
avvalso di una trentina di manoscritti, una ventina dei quali non ancora impiegati, e
distinti in tre famiglie, quella dei Mutili (M), degli Integri (I) e dei più recenti,
siglati E, perché dovevano essere Expleti nellopinione di Friedrich Marx, il
maggior editore (1894 e 1923) e studioso dellAd Herennium, unopera,
come ho cercato di mostrare telegraficamente, segnata da una grande storia, unopera
che ha fatto nascere forse a Bologna (o a Montecassino), larte del Dictamen
per merito di Adalberto Samaritano, cioè dellarte di scrivere una lettera o tenere
una concione[1], come tenevano, seguendo questarte perfino i Podestà quando
entravano nellattività di amministrare le città medioevali, dove nacque e si
sviluppò quella cultura borghese nella quale ancora oggi noi viviamo. Che il Dictamen
sia stato per almeno tre secoli il fiore allocchiello dellUniversità di
Bologna nel mondo non è una cosa indifferente nel regno dei nostri commossi ricordi. |
NOTA BIBLIOGRAFICA
Adamietz, Joachim, 1960. Ciceros de inventione und die Rhetorik ad
Herennium, Inauguraldissertation Marburg, Marburg, E. Momersberger.
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Dictaminis", in: Virginia Cox-John O. Ward (Eds.), The Rhetoric of Cicero in
Its Medieval and Early Renaissance Commentary Tradition, Brill, Leiden-Boston,
335-364.
Artifoni, Enrico, 2007. Una forma declamatoria di eloquenza politica nelle città
comunali (sec. XIII): la concione, in Lucia Calboli Montefusco, Papers
on Rhetoric VIII, Roma, Herder, 1-27.
Calboli, Gualtiero, 2003. "The Knowledge of Ciceros Rhetorica in
Northern Italy in the Early Middle Ages", in: Lucia Calboli Montefusco, Papers on
Rhetoric IX, Herder, Roma 2008, 33-52
Calboli, Gualtiero, 2003b: Marci Porci Catonis Oratio pro Rhodiensibus, Catone,
lOriente Greco e gli Imprenditori Romani, Introduzione, Edizione Critica dei
Fram menti, Traduzione e Commento, 2a edizione con Aggiornamenti, Patron,
Bologna 2003, pp. XIV-415 (Aggiornamenti 377-415).
Calboli, Gualtiero, 2007. "Cicero, Rhetorica ad C.Herennium, glossatori e
dettatori: La forza di una falsa attribuzione", Ciceroniana 13, 2009,
pp.117-140.
Calboli Montefusco, Lucia, 1986. La dottrina degli "status" nella retorica
greca e romana, Hildesheim-Zürich-New York, Olms-Weidmann.
Cencetti, Giorgio, 1977. Notariato medievale Bolognese. Tomo I: Scritti di Giorgio
Cencetti [Studi storici sul notariato italiano, III], Roma, Consiglio Nazionale del
Notariato.
David, Jean-Michel, 1979. "Promotion civique et droit à la parole: L. Licinius
Crassus, les accusateurs et les rhéteures latins", Mélanges de lécole
française de Rome 91, 135-181.
David, Jean-Michel, 1992. Le patronat judiciaire au dernier siècle de la république
romaine, École Française de Rome, Palais Farnèse.
Ferrari, Mirella, 1972. "In Papia conueniant ad Dungalum", Italia Medioevale
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Münzer, Friedrich, 1920. R mische Adelspateien und Adelsfamilien, 2. Auflage,
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Otte, Gerhard, 1971. Dialektik und Jurisprudenz, V.Klostermann, Frankfurt am Main
1971.
Pegorari, Massimiliano, 2018. "Cicerone, de Inventione , 1.18: Iudicatio
est, quae ex infirmatione et confirmatione rationis nascitur controversia", Rhetorica
36, 1-23.
Radding, Charles M. 1988. The Origins of Medieval Jurisprudence, Pavia and Bologna
850-1150, New Haven, Yale University Press.
Radding, Charles M. & Antonio Ciaralli, 2007. The Corpus Iuris Civilis in
the Middle Ages, Manuscripts and Transmission from the Sixth Century to the Juristic
Revival, Leiden-Boston, Brill.
Tamba, Giorgio, 1988.La società dei notai di Bologna, Studio storico e inventario,
Roma, Ministero dei Beni Culturali.
Ward, John Oastler, 2006 (=2011). "The Medieval and Early Renaissance Study of
Ciceros De inventione and the Rhetorica ad Herennium: Commentaries
and Contexts", in: Virginia Cox-John O. Ward (Eds.), The Rhetoric of Cicero in Its
Medieval and Early Renaissance Commentary Tradition, Brill, Leiden-Boston, 3-75. |
Una pagina del Codice
"Herbipolitanus" o di Erbipoli |
Una pagina del Codice contenente la
Rhetorica ad Erennium |
|
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Comunicato
1.- Il 13 marzo 2018 si sono
riuniti i soci della ASDU insieme con i soci della Associazione degli Emeriti della
Università di Bologna.
Si è convenuto di sostenere gli studi dei Colleghi e, in particolare di promuovere
la conoscenza dei relativi risultati, mediante appositi convegni.
La prossima occasione sarà un convegno con una relazione del prof. Gualtiero
Calboli su propri studi, in via di ultimazione.
2.- E' stata avviata la discussione della proposta della prof.ssa Anna Maria Di
Pietra di creare una "Meeting Room", nell'Ateneo, dove i professori e
ricercatori si possano ritrovare a titolo di amicizia e conversazione, liberamente senza
orario.
3.- E' stata data informazione sullo stato dei contatti della ASDU con l'Ateneo di
Bologna, per una proficua valorizzazione della ricerca dei soci, in pensione, senza oneri
per l'Ateneo. Si resta sempre in attesa che l'Ateneo sia un segnale di incoraggiamento.
4.- E' stato segnalato con soddisfazione la scoperta di un batterio
( "Rhodococcus aetherivorans"), grazie alla collaboraione tra ricercatori della
Unibo e della università di Calgary, che potrà migliorare la conduttività della
elettricità. |
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STUDIO
MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO
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Riunione 11
aprile 2017 |
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PRINCIPALI ARGOMENTI all'o.d.g. : |
1.- |
Sui colloqui avviati con l'Ateneo, per la
valorizzazione scientifica dei docenti in pensione, senza oneri per l'Ateneo; |
2.- |
Per la crezione di un premio scientifico
ai professori e ricercatori in pensione (non ADSU) |
3.-
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Censurata la chiusura della biblioteca di
Via Zamboni 36, per demerito di pochi studenti, contro la generalità degli studenti |
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Aperte le iscrizioni alla ASDU |
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COMUNICATO
1.- Relazione Prof. Mauro Fabrizio. In
merito ai colloqui in corso con l'Ateneo per la valorizzazione dei docenti in pensione, è
stato espresso un vivo apprezzamento e ringraziamento al prof. Fabrizio.
In particolare, l'Associazione ha approvato la seguente lettera da inviare al
Rettore Francesco Ubertini:
Al Magnifico Rettore Francesco Ubertini
p.c. - Al Pro-Rettore alla Ricerca Prof. Rotolo Antonino
- Al Direttore Generale Dott. Marco
Degli EspostiOggetto: ASDU versus Unibo
Magnifico Rettore, e' passato piu' di un anno dal primo contatto con Te e con il
ProRettore alla Ricerca, per un rapporto tra la nostra Associazione e l'Unibo. Provo a
fare una sintesi dei punti sottoposti durante questo tempo.
1.- Si premette che l'ASDU e' registrata al registrata al Pubblico Registro, e
che (art. 2 dello Statuto) non ha scopo di lucro e svolge attività di utilità sociale,
nei confronti degli Associati e di quanti, anche a livello internazionale, operando nei
settori dellistruzione , della formazione e della ricerca nelle università,
2.- Su questa base, nei vari incontri tra l'ASDU, il Rettore e il Pro-Rettore
Rotolo, i punti stretti per una concretizzazione del rapporto tra l'ASDU e la UNIBO sono
stati, grosso modo, così delineati:
2.1 - LAteneo, allo scopo di realizzare condizioni favorevoli
allaccoglimento di un rapporto con l'ASDU, e comunque senza oneri per l'Ateneo,
adottera le seguenti soluzioni:
a) Prende atto della avvenuta costituzione giuridica dell'ASDU. Indica una
struttura amministrativa dell'Ateneo, alla quale lASDU possa rapportarsi, alla
stessa stregua di tutte le Associazioni di interesse per l''Ateneo, tra le quali
l'Associazione dei professori emeriti.
b) Crea una sezione del sito web dell'ateneo nel quale inserire i curricula e le
pubblicazioni scientifiche degli iscritti alla Associazione. Questo sito sara' accessibile
a chiunque del grande pubblico. Lo scopo è quello di concorrere a potenziare
l'attenzione, nel mondo, sulla produzione scientifica dell'Ateneo di Bologna.
c) Nel sito sarà inserita la RUBRICA della posta elettronica dei professori e
ricercatori in quiescenza, che ne fanno richiesta, in apposita sezione della RUBRICA
dellAteneo. Si tratta di rendere visibile quanto esiste gia' di fatto.
d) Autorizza una struttura scientifica dell'ateneo ad avere rapporti scientifici
esterni con i professori e ricercatori in quiescenza della ASDU, ai fini della ricerca da
esterno, e per la veicolazione di eventuali fondi finanziari privati verso la struttura
medesima.
Su questa base, ti chiederei una definizione conclusiva delle possibilita' reali
del rapporto invocato.
Firmato: Nino Luciani, Mauro Fabrizio
---------------------------
POSCRITTO Dall'art. 2 dello Statuto
L'Associazione ha come fini quelli:
a) di promuovere e ravvivare lamicizia tra gli Associati, inclusi i loro
famigliari, e di mantenere i legami con l'Università;
b) di pubblicare i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli
Associati, compreso in idonei siti digitali, istituendo anche un premio per il
merito da attribuirsi annualmente.
c) di favorire le relazioni fra l Associazione e le Istituzioni accademiche,
nonché con le Associazioni degli Studenti e dei laureati.
A tale fine, lAssociazione promuove e coordina incontri e ricerche collettive
tra gli Associati studiosi; ha scopi di promozione e difesa delle peculiarità proprie
dellistruzione e della formazione universitaria, e di diffusione degli studi e delle
esperienze degli Associati.
Per il raggiungimento di tali fini lAssociazione potrà svolgere le seguenti
attività:
a) organizzare congressi, conferenze, dibattiti in particolare su temi
interdisciplinari, e pubblicarne gli atti.
b) coordinare lo svolgimento di altre iniziative di incontro e di studio nonchè di
ricerca anche applicata su temi concernenti loggetto sociale.
c) aderire ad organismi internazionali e stranieri aventi fini analoghi o
collaborare con essi
d) pubblicare, anche in forma digitale, scritti dei Soci che il Consiglio direttivo
ritenga particolarmente meritevoli
e) porre in essere tutte le iniziative funzionali agli scopi da essa perseguiti e
gli interessi di cui essa è portatrice. |
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AlLTRI ARGOMENTI DELLA RIUNIONE. Altri argomenti esaminati sono stati:
1.- Organizzazione di un incontro con la società civile.
Il Prof. Federico LIcastro riferisce che un gruppo di studio, di cui egli fa
parte, ha messo a punto un metodo per la individuazione del rischio
individuale per lo sviluppo del deficit cognitivo età associato, la demenza senile e la
predizione di sviluppo della malattia di Alzheimer (DA), caratterizzato dalla applicazione
della carta del rischio specificamente sviluppata e basata sulla presenza di 21 variabili
o fattori di rischio epidemiologici, anamnestici, di laboratorio e genetici.
Il metodo applicato con la carta del rischio offre un modo non
invasivo, relativamente economico, precoce e applicabile allo screening di popolazione,
usabile per lidentificazione di individui sani con rischio di ammalarsi della DA e
di pazienti con deficit cognito live (MCI) con rischio di progredire verso la demenza.
Dallanalisi delle variabili di rischio di ciascun soggetto inoltre è
possibile impostare una pratica di prevenzione personalizzata e/o terapie personalizzate
al fine di prevenire o ritardare la comparsa del deficit cognitivo.
Su questa base, l'ASDU saranno presi contatti con associazioni che,
tradizionalmente, organizzano incontri con il grande pubblico.
2.- Istituzione di un premio scientifico di 10.000.
In premessa, viene ricordato che l'art. 2 dello Statuto prevede di "pubblicare
i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli Associati, compreso in idonei
siti digitali, istituendo anche un premio per il merito da attribuirsi
annualmente.
Viene approvata la istituzione di un premio di 10.000 da attribuire a
studioso esterno alla Associazione, dell'Ateneo di Bologna,della , in uno dei seguenti
settori:
- biomedicina;
- lettere e storia;
- ambientale energetico;
- matematico-fisico;
- economico-finanziario.
Viene rivolto appello a benefattore per il finanziamento del premio.
3.- Perdurante situazione di precarietà di fruizione pubblica di alcune
biblioteche dell'Ateneo, causa disordini studenteschi.
Le Biblioteche svolgono un ruolo fondamentale nella divulgazione
culturale soprattutto in ambito universitario.
Anche oggi le facilitazioni digitali non sono In grado di supplire a tale
servizio.
Riteniamo quindi che la chiusura della biblioteca di via Zamboni. 36 sia un
vero e proprio attentato alla cultura che colpisce migliaia di studenti bolognesi.
Sulla base di queste considerazioni riteniamo che la biblioteca di via
Zamboni vada comunque riaperta. |
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ASDU |
Associazione
Scientifica Docenti Universitari, Sede in Bologna, Via Titta Ruffo, 7
Registrata al Pubblico Registro
dell'Agenzia Entrate, il 22 maggio 2015, n. 91379200370 - STATUTO |
Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega |
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STUDIO
MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO
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Riunione del 13
dicembre 2016 |
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PRINCIPALI ARGOMENTI all'o.d.g. : |
1.- |
Colloqui avviati con l'Ateneo, per la
valorizzazione scientifica dei docenti in pensione, senza oneri per l'Ateneo; |
2.- |
Sullo stato di avanzamento della riforma
dello Statuto Generale di Ateneo |
Aperte le iscrizioni |
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NUOVO STATUTO
Per trovare il testo approvato in prima lettura, clicca su: Statuto bozza |
Nota. Le variazioni allo statuto sono state
già abbozzate, in prima lettura in CdA e Senato. Seguirà una approvazione in seconda
lettura. |
Antonella
Zago e Domenico Chirico
Sulla riforma dello Statuto
(Appunti)
Riorganizzazione dellAteneo
Da febbraio 2016 in poi, in ogni occasione
abbiamo chiesto al MR quali idee avesse in tema. La risposta è stata: ve lo
diremo quando saremo pronti. E ci siamo fidati.
Da ultimo, la stessa richiesta in settembre e poi in ottobre.
Lultima risposta è stata identica alla prima.
Poi accade che il cda in due sedute deliberi la riorganizzazione dellateneo
nellarco di una settimana (primi di novembre).
Nel merito: la rapidità è stata giustificata come
necessaria e urgente per:.
- decongestionamento di alcune aree
- risolvere linterim in relazione alla normativa anticorruzione;
- creare unarea appalti, capace di accreditarsi come stazione appaltante;
- creare il Campus Bologna in connessione alla ridefinizione di autc come area di
progettazione e sostenibilità;
- creare unarea terza missione ecc
Posto che da sempre chiediamo una riorganizzazione che ci mette in condizioni di
lavorare e che perciò non siamo pregiudizialmente contrari una siffatta organizzazione ci
porta obbligatoriamente a fare alcuni rilievi.
- non condividiamo quei presupposti di urgenza e tutto sembra essere messo in piedi
in fretta e furia per eludere la prossima disciplina della dirigenza;
- larea campus Bologna è un mostro
- Siamo favorevoli alla turnazione dei dirigenti, ma anche agli incarichi di
secondo livello dovrebbero essere interessati con le dovute e trasparenti procedure.
- Inaccettabile il metodo: sino ad un minuto prima il MR ha negato che fosse pronto
latto di riorganizzazione, salvo essere prontissimo per il CDA.
MR: ero in Cina in quei giorni
Ora: la riorganizzazione macro è stata deliberata e i dirigenti hanno ruotato (in
gran parte).
La fase II parte a marzo: riorganizzazione di II livello.
Nessuno ci ha consultato, nessuno ci ha chiesto che lavoro facciamo, e, quando
abbiamo cercato di prendere la parola e di saperne di più per tempo, ci hanno
(in)volontariamente raggirato
Questa NON è la riorganizzazione che condividiamo. È solo quella più funzionale
ad un Ateneo che deve correre
in braccio alle imprese
Aggiungiamo anche che ci impediscono di parlarne: ci è stata negata la richiesta
di una assemblea del personale TA per riflettere sulla riorganizzazione. Noi che
rappresentiamo i colleghi e votiamo la riorganizzazione non abbiamo sedi di confronto con
chi ci ha votato! Trasparenza e partecipazione erano due parole d'ordine del Rettore in
campagna elettorale!
Punti organico.
Abbiamo chiesto come siano stati utilizzati i P.O. 2016 per il personale TA, per
assumere quali categorie e con quali destinazioni. Idem per il triennio precedente.
Piano strategico di ateneo
A noi sembra una messa a sistema di quanto già non sia esistito precedentemente in
ateneo, le novità sono la spinta all'agire privatistico, o di interesse per le imprese, e
la confezione del piano. L'mmagine è ben curata!
Gli obiettivi dellateneo sono stati infatti ricondotti agli obbiettivi
dellONU per dare respiro internazionale (mondiale!) all'ateneo di Bologna. Nulla di
male!!! Anzi!
Se non fosse che la terza parte del piano e cioè la Terza Missione (l'Università
opera per favorire l'applicazione diretta, la valorizzazione e l'impiego della conoscenza
per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della Società) viene
declinata in termini di formazione tecnica e aumento della fatturazione cioè del conto
terzi, agire privatistico dellateneo.
Altro aspetto del piano per noi importante è la declinazione dellobiettivo ONU n. 8
e cioè dignità del lavoro e sviluppo economico sociale: in un ateneo dove i lavoratori
degli appalti hanno uno stipendio base di 3,50 euro lora dovremmo dare
lesempio e porci l'obiettivo di migliorare immediatamente queste retribuzioni.
Invece no! Considerando l'occupabilità come numero astratto quest'ateneo
probabilmente continuerà da una parte a sfruttare i lavoratori in appalto che
sostituiranno anche i TA e dall'altra a formare la gran parte di quei giovani che il
Censis rileva avere un reddito di 9100 euro all'anno. Lordi! Sembra inoltre che nemmeno il
miglioramento delle nostre condizioni di lavoro (TA) attraverso una logica e semplice
organizzazione, con poche figure di responsabilità e catene del comando chiare, con strumenti del lavoro adatti ai tempi, sia un
obiettivo di questo piano. E dire che le economie di bilancio potrebbero essere tante.
Continueranno invece a tagliare i posti di lavoro dei TA e il salario accessorio. Ma quale
dignità del lavoro, dunque!
La sintesi per noi è che forse si sta dimenticando la Prima Missione
dellUniversità perchè è sempre più evidente che l'interesse è la caccia di risorse da spartire tra vari (pochi)
attori che non sempre hanno una mission istituzionale, cioè un interesse pubblico. E'
più facile schierarsi e far impresa piuttosto che iniziare a studiare un modello sociale
ed economico sostenibile per tutti.
- Accordi, Network e quantaltro
Anche in questo Senato molte sono state le pratiche che vedono il nostro ateneo affiliarsi
a network, stringere rapporti di collaborazione o partecipare a consorzi. Ne abbiamo
parlato tante volte e per lennesima volta diciamo che forse si sta perdendo il lume
della ragione oltre al controllo delle risorse. |
Nino Luciani,
Commento breve.
(Per un insieme, clicca su: Riforma statuto,
proposte in sintesi )1) Si nota subito che il personale
tecnico e amministrativo ottiene (come è opportuno) che la Consulta (Consiglio, d'ora in
poi) del personale tecnico-amministrativo dia parere obbligatorio, non
vincolante, agli Organi di Ateneo, in determinate materie.
Rimane, invece, materia in alto mare, la questione della elezione dei relativi membri inl
CdA o della designazione dal Senato.
2) Rimane evitato il problema del rapporto tra i dipartimenti e la
scuola (a cui afferiscono): nel senso che la scuola dà pareri semplici ai dipartimenti,
mentre dovrebbe dare pareri obbligatori e vincolanti, se si vuole
costruire una vera governance didattica;
3) Rimane il vuoto di appartenenza dei docenti alla scuola: nel senso
che il consiglio è un organo di secondo grado. Già da più parti, nelle universitàn
italiane, si invoca che ne facciano parte tutti i docenti dei dipartimenti afferenti alla
scuola, in generale o almeno per alcune decisioni di sintesi;
4) Il numero degli afferenti a ciascun dipartimento andrebbe rivisto: no
a mega dipartimenti e no a mini dipartimenti, che sbilancerebbero i rapporti, al momento
del riparto dei finanziamenti.
Inoltre i dipartimenti andrebbero sotto-sezionati un unità scientifiche con alta
specializzazione;
4) Rimane da definire il rapporto della unibo con il Miur, sotto
l'aspetto finanziario.
Si ricorda che il FFO sarà erogato sempre più in base al costo standard per studente, e
che il costo standard è calcolato differenziatamente per corsi di studio,... e comunque
differenziatamente per le quatto macro-aree scientifiche e disciplinari.
Per un rapporto consapevole e forte con il Miur, sarebbe consigliabile suddividere
l'Amministrazione tra dette quattro macro-aree; oltre che per migliorarne l'efficienza
gestionale.
Questo permetterebbe di calcolare un costo standard per studente, per ognuna di esse,
quale base per poi contrattare con il Miur il costo standard da fare valere per il FFO,
per la unibo.
Per memoria, le quattro macro-aree nazionali sono:
. AREA SANITARIA: assistenza tecnico-sanitaria,
farmacia, fisioterapia e riabilitazione, infermieristica, medicina e chirurgia, medicina
veterinaria, odontoiatria, ostetricia, prevenzione sanitaria;
b. AREA UMANISTICA: arte (arti visive, moda,
musica, arti e tecniche dello spettacolo), beni culturali, educazione, geografia, lingua e
letteratura italiana, lingue e culture moderne (glottologia, linguistica, letteratura,
filologia, ecc.), mediazione linguistica (lingue straniere applicate, interpretariato,
traduzione), storia; studi classici, studi orientali, ecc.;
c. AREA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA: agraria,
architettura e ingegneria edile, biologia, biotecnologia, chimica, disegno (industriale),
física, ingegneria (civile, industriale, informatica), matematica, pianificazione
regionale e ambientale, scienze ambientali, scienze della navigazione (aerea, marittima),
scienze della terra, scienze motorie, scienze naturali, scienze e tecnologie
agro-alimentari e forestali, scienze e tecnologie zootecniche e delle produzioni animali,
statistica, urbanistica, ecc.;
d. AREA SOCIALE: comunicazione, cooperazione e
sviluppo, difesa e sicurezza, diritto (scienze giuridiche, servizi giuridici), economia,
gestione aziendale, scienze dell'amministrazione, psicologia, scienze politiche e
relazioni internazionali, scienze del servizio sociale, sociologia, turismo |
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STUDIO
MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO
|
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Riunione ASDU
del 12 ottobre 2016 |
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Principali argomenti discussi |
1.- |
Interesse degli Atenei a conservare i
rapporti scientifici con i professori in pensione che dichiarino di voler proseguire la
ricerca, da esterno |
2.- |
Contatti avviati con il Rettore della
Unibo e il Presidente del Cineca, sul come fare |
3.- |
Come conservare le loro e-mail in
apposita sezione del sito web dell'ateneo |
4.- |
Istituzione di un premio per i giovani
per una ricerca in un campo scientifico, socialmente caldo |
5.- |
Avvenuta costituzione di una pagina
Facebook, su cui ogni professore e ricercatore di università italiane possa esprimere la
sua opinione |
6.- |
Nuovo Regolamento emeritato in corso di
modifica. |
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Il 12 ottobre
2016 si e' riunita l'assemblea dei soci per ascoltare e discutere la relazione del prof.
Mauro Fabrizio a proposito dei suoi contatti, in rappresentanza dell'ASDU, con il Rettore
Ubertini e con il Presidente del Cineca prof. Ferrari. 1) Si parte dal presupposto che
l'università si fonda sulla ricerca scientifica, e che i professori e ricercatori
proseguono la ricerca anche dopo il collocamento in quiescenza, potenzialmente con
produttività alta, dato il grado di maturità scientifica;
2) C'è, poi, la circostanza che la immagine dell'ateneo nel mondo si basa
fondamentalmente sulla sua produzione scientifica, e pertanto (come avviene negli Stati
Uniti e altri Paesi) è interesse dell'ateneo conservare nei propri archivi la memoria
della produzione di tutti i suoi ricercatori, senza distinzione tra in servizio e in
quiescenza
3) Infine, molti prof. e ric. in pensione desiderano seguire la ricerca interna dei
colleghi dell'ateneo, e gli eventi di interesse pubblico, del rettore dell'ateneo,
patrimonio di tutta la società civile.
Il Rettore dell'università e il Presidente del Cineca hanno mostrato sensibilità ai
problemi posti dal prof. Fabrizio, e particolarmente sulla seguenti soluzioni :
a) Fare domanda al rettore di indicare una struttura dell'ateneo per i rapporti
scientifici esterni con i professori e ricercatori in quiescenza.
b) Creare una sezione del sito web dell'ateneo nel quale inserire i curricula e le
pubblicazioni scientifiche degli iscritti alla Associazione. Questo sito sara' accessibile
a chiunque del grande pubblico.
c) Nel sito sarà inserita la RUBRICA della posta elettronica dei professori e
ricercatori in quiescenza, che ne fanno richiesta.
d) Questa soluzione avra' una ricaduta sul sito del Cineca, nello stesso modo, allo
scopo di estenderla ai colleghi di tutte le università.
d) Fare domanda al Rettore di prendere atto della avvenuta costituzione giuridica
dell'ASDU e di indicare la struttura dell'Ateneo alla quale rapportarsi, alla stessa
stregua di tutte le Associazioni di interesse per l''Ateneo.
4) L'assemblea, in attuazione del proprio Statuto, ha deciso di avviare
la procedura per la istitituzione di un PREMIO in moneta da attribuire alla migliore
ricerca di un giovane ricercatore in un |
campo particolarmente sensibile nella societa'
di oggi, anche esterno alla universita' pubblica.
I Colleghi soci sono pregati di individuare tre campi di interesse, e al loro interno uno
specifico argomento.5) L'assemblea, sempre in attuazione del proprio Statuto, ha deciso
di avviare una iniziativa per attuaree un contatto diretto con la città e il territorio
mediante conferenze su temi di grande impatto scientifico e sociale.
6) Sul tema della corruzione, nelle università, posto dal dott.
Raffaele Cantone, Presidente della Autorità nazionale anticorruzione, si è svolto un
dibattito in chiaro-oscuro.
Al suo interno, e' stato censurato che il dott. Cantone abbia sorvolato sul fatto che, in
questo stesso periodo, il Governo abbia nominato 50 super-professori al di fuori di ogni
valutazione da parte della Università italiana.
7) Sul tema del Regolamento per il conferimento dell'emeritato,
risulta che esso sia in corso di modificato in queste settimane.
Attendiamo di vedere il nuovo Regolamento.
Il Regolamento 10 marzo 2016
aveva aggiunto, tra i requisiti, degli elementi di merito oggettivi (aver ricoperto
cariche rilevanti in Ateneo) e questo e' positivo vale dire non piu' solo elementi di
valutazione soggettiva, fondati sull'umore di turno.
Rimanevano due vulnus :
- il potere di proposta del rettore (scavalcando il dipartimento);
- la proposta del dipartimento si basava su una motivazione generica per tutti
(vale dire: che il candidato "abbia dato lustro allAteneo attraverso il
raggiungimento di uno standard qualitativo particolarmente elevato nellambito dello
svolgimento dellattività di ricerca e della produzione scientifica". Una vera
assunzione di responsabilità del Dipartimento esiste solo se la motivazione scientifica
è specifica caso per caso.
8) Si è deciso di mantenere in vita la pagina Facebook e di "aprirla" agli
interventi di tutti i Soci di modo che essa possa avare la necessaria "immediatezza
delle notizie" e delle discussioni, e attraverso di essa poter anche tenere i
rapporti con nuovi soci di altre sedi universitarie;
9) I Soci sono stati sollecitati a fare proselitismo in tutte le università italiane
per aumentare il numero dei soci
10) in assenza dei proff. Cencini, Zaccanti e Pupillo, largomento dei possibili
interventi a favore dellAppennino bolognese è stato rinviato dopo breve discussione
sulla mail, gia' inviata dal prof. Pupillo. |
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NOTIZIA SUL SEGUITO
DEL BRACCIO DI FERRO
TRA STUDENTI E RETTORE
IL SENATO ACCADEMICO DI BOLOGNA
PUNISCE GLI STUDENTI |
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La delibera del Senato Accademico
( 24 maggio 2015 )
1.- Risulta che la seduta sia iniziata con un
orientamento largamente negativo a prendere una decisione, ma che alla fine della
discussione sia stata presa una decisione alla quasi unanimità.
I contrari avrebbero motivato con il fatto che la proposta di provvedimento
disciplinare, del rettore, era fuori dallo Stato di diritto, in quanto (per quanto ne ho
capito) non c'era stato, prima, il contraddittorio tra le parti (il professore Panebianco,
da una parte; gli studenti, dall'altra), davanti all'organo giudicante (Senato). Risulta
che decisione sia stata del seguente tenore:
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Il Senato Accademico,
considerata la gravità dei comportamenti relativi ai fatti avvenuti in data 22/02/2016,
delibera per gli studenti B.L., C.A., C.M., P.E. la sospensione temporanea
dall'Università per un periodo di due mesi, in base a quanto previsto dall'art. 24, comma
4 lettera d) del Regolamento studenti. |
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2.- Risulta anche che, dall' "Ufficio
AFORM - Area Didattica e Servizi agli studenti", gli studenti fossero
stati invitati a presentare alla Amministrazione, nei dieci giorni successivi al
ricevimento dell'avviso, le proprie controdeduzioni, ma non pervenute.
Ma (secondo i votanti contrari) una cosa sarebbe un organo amministrativo
(vale dire, questo Ufficio), altra cosa sarebbe un organo giudicante (es., Senato,
Commissione di disciplina...).
3. Risulta che i fatti contestati siano che: in data
22 febbraio 2016 presso la Scuola di Scienze Politiche un gruppo di persone avrebbe messo
in atto delle forti contestazioni che hanno disturbato il regolare svolgimento, tra
l'altro, della lezione del prof. Angelo Panebianco, professore ordinario dell'unibo.
Secondo l'Unibo, a prescindere dalleventuale rilevanza penale, "i
comportamenti sarebbero stati posti in essere in assoluto dispregio al corretto scambio
dialettico ed in violazione dei principi di correttezza reciproca e di rispetto alla
persona che devono sussistere nei rapporti fra le varie compagini universitarie ed, in
particolare, nel rapporto fra studenti e docenti (art. 4 e 5 codice etico)".
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ASDU
ha una propria pagina facebook, sulla quale uno puo' intervenire per esprimere la propria
opinione |
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BRACCIO DI FERRO TRA STUDENTI E
RETTORE
(vedi nota, sotto)
DICHIARAZIONE
7 maggio 2016 |
Luniversità italiana sta vivendo un momento di notevoli difficoltà che hanno
riproposto, anche a Bologna, temi sui quali appare del tutto normale lo sviluppo di
unampia dialettica e di un effettivo confronto volti a sciogliere positivamente i
nodi di una vita istituzionale molto problematica che accomuna tutti gli atenei del paese.
Come è accaduto anche di recente, il mancato rispetto delle regole nel confronto che deve
essere di necessità aperto e democratico (ci riferiamo in particolare alla vicenda che ha
riguardato le lezioni del professor Panebianco al quale rinnoviamo la nostra solidarietà)
genera la sollecitazione a fare ricorso al consueto meccanismo provocazione-repressione
che non porta alcun vantaggio alla condizione delluniversità.
La nostra comunità di studenti e docenti ha una lunga tradizione di studio e di
cooperazione nel corso della quale non sono mancati confronti che hanno portato con sé
momenti di tensione e di difficoltà.
E nostra convinzione che questa tradizione e lingente patrimonio che ha
accumulato vadano consolidati e rinnovati avvalendosi della collaborazione attiva di tutte
le componenti universitarie e di tutte le istituzioni di una città che molto deve alla
sua Università.
Una comunità educante che guarda verso un futuro molto problematico per le giovani
generazioni, una città interessata alla valorizzazione del suo prezioso patrimonio di
sapere e di civiltà, devono saper trovare in un franco dialogo, e dunque al di la del
presidio dei luoghi e dellagitazione di generiche forme repressive, il metodo per
affrontare e risolvere insieme, nel rispetto pieno delle regole democratiche, le questioni
che numerose si presenteranno anche nellimminente futuro.
__________
NOTA.
1.- In queste settimane, si è verificato un braccio di ferro tra il nuovo rettore
dellAteneo di Bologna e un gruppo di "studenti". Tutto inizia con la
contestazione a un docente, noto giornalista che tiene un corso sulle strategie della
guerra, materia delicata in questo periodo internazionale: le sue lezioni a Scienze
politiche vengono interrotte. Il docente riceve ampia solidarietà tra i colleghi ma si
trova a fronteggiare la situazione da solo, salvo il tardivo intervento di un prorettore.
Quasi contemporaneamente il nuovo Rettore ricorre allutilizzo di vigilantes
appartenenti ad agenzie private e ovviamente armati per sorvegliare edifici e Scuole nel
plesso centrale delluniversità: un tipo di iniziativa della quale non si ha
memoria. Viene, poi, interrotta dagli studenti una riunione del Senato
accademico. A Scienze politiche segue un convegno sulla "web security: tra i relatori
il ministro Alfano. Di nuovo tensione e polizia" che deve presidiare la sede.
Nello stesso tempo il Rettore riceve il leader della Lega, Salvini. Per evitare scontri
degli studenti con la polizia in zona universitaria, il Rettore sposta l'incontro alla
sede decentrata di Ingegneria: e gli scontri con la polizia si spostano a Ingegneria e in
città. Le lezioni a Ingegneria vengono sospese dalla polizia.
E di oggi la notizia che la Procura porterà a processo 15 studenti per resistenza e
lesioni personali (spintoni e lancio di uova contro due vigilantes).
2. Ultimo, ma non ultimo. LASDU riunisce i professori e ricercatori anziani, parte
dei quali ha avuto ruoli e, così, anche gia conosciuto scontri e occupazioni
studentesche, ma senza lasciarsi sfuggire i fenomeni. |
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STUDIO MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO |
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Argomenti
discussi:
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Posta elettronica, Accesso verbali Organi Accademici,
Conservazione curricula, Piano strategico cittò metropolitana Bologna (università
internazionale), Università della montagna, Pagina Facebook, Estensione pubblicazioni
Cineca |
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Riunione del 9 febbraio
2016 |
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Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega. |
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Il 9 febbraio 2016 si è svolta la quarta Assemblea dell'Associazione
Scientifica Docenti Universitari - ASDU.
Dopo discussione l'Assemblea esprime la propria preoccupazione per i comportamenti,
già manifestatisi anche in questi primi mesi del mandato del Rettore Ubertini, di
"chiusura" dell'Università di Bologna nei confronti della comunità locale e,
in particolare, dei docenti ora in quiescenza ed ai quali non sia stata attribuita la
qualifica di "Emerito".
Presi a riferimento i punti all'o.d.g., è stato deliberato quanto segue: 1) Fruizione della posta elettronica dell'Ateneo. Si invierà una lettera
all'Ateneo per sottoporre proposte migliorative del servizio temporaneamente gia'
esistente. Le modifiche dovrebbero riguardare la posta, soprattutto in entrata, e anche
per le eventuali necessità di cui al punto 3 dell'o.d.g. (qui sotto);
2) Accesso ai verbali degli Organi di Ateneo, da parte del pubblico
esterno. Si invierà una lettera all'Ateneo, per proporre che trovino concreta
attuazione i principi di trasparenza della gestione amministrativa e di accessibilità
agli atti, considerato che negli anni Unibo è divenuta, da anni, una casa di vetro opaco,
non più collegata alla società civile che neppure ha la possibilità di conoscerne le
delibere, a differenza di quanto è da tempo stato attuato dagli altri Enti locali, in
primis i Comuni;
3) Conservazione dei curricula dei docenti presso l'Archivio storico
dell'Ateneo. E' stato deciso di inviare una lettera all'Ateneo per segnalare
l'importanza, per il prestigio scientifico dell'Ateneo in Italia e nel mondo, che gli
studi dei professori e ricercatori non scompaiano dall'Archivio dell'Ateneo, |
al momento della loro andata
in quiescenza. In particolare il prof. Mauro Fabrizio ha segnalato come tuttora
sussista una possibilità tecnica e legale per ogni professore e ricercatore in quiescenza
di inserire l'elenco e collocazione bibliografica delle loro pubblicazioni sul sito del
CINECA (si vegga più sotto la procedura tecnica). 4)
"Piano strategico della Città Metropolitana di Bologna" e seconda università
di Bologna (università privata internazionale). Si proseguirà la preparazione di un
convegno possibilmente prima dell'estate 2016, nel quadro di un dialogo con la Città
Metropolitana, già avviato con l'Assessore competente.
5) Universita' della Montagna (www.unimontagna.it) . Esiste gia'
presso l'universita' di Milano un corso di laurea di scienze ambientali e inoltre un
centro di ricerca, a cui partecipano varie universita' (oltre Milano, Firenze, Torino,
Brescia) che ha un accordo con il MIUR.
Per quanto riguarda l'Appennino bolognese, in risposta a istanze
imprenditoriali locali, si ritiene (proposta del socio prof. Corlaita) che possa essere
approfondita la possibilita' di istituire un corso di laurea, oppure di un master, di
"sostenibilità ambientale", molto diverso dalla laurea di tutela ambientale (di
Ravenna) , in quanto tratterebbe la convergenza tra la programmazione economica e la
pianificazione territoriale (attenta ai valori dello ambiente).
Una seconda via (soci proff. Pupillo, Cencini, Zaccanti), di praticabilità
immediata, potrebbe essere organizzare alcune conferenze in collaborazione con
l'Unione Bolognese Naturalisti. Si attende una soluzione concreta, proposta dalla Unione. |
6) Pagina ASDU, su
Facebook. Considerata la importanza per l'Associazione di superare la dimensione
locale e ammettere a nuovi Soci docenti che abbiano fatto parte di altre Università,
nonché per aprire un canale di comunicazione con a società civile, viene deciso di
creare una pagina ASDU su Facebook. Nella prossima ri |
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STUDIO MEDIEVALE,
LIBERO E LAICO |
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Argomenti
discussi:
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Posta elettronica, Accesso verbali Organi Accademici,
Conservazione curricula, Piano strategico cittò metropolitana Bologna (università
internazionale), Università della montagna, Pagina Facebook, Estensione pubblicazioni
Cineca |
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Riunione del 9 febbraio
2016 |
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Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega. |
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Il 9 febbraio 2016 si è svolta la quarta Assemblea dell'Associazione
Scientifica Docenti Universitari - ASDU.
Dopo discussione l'Assemblea esprime la propria preoccupazione per i comportamenti,
già manifestatisi anche in questi primi mesi del mandato del Rettore Ubertini, di
"chiusura" dell'Università di Bologna nei confronti della comunità locale e,
in particolare, dei docenti ora in quiescenza ed ai quali non sia stata attribuita la
qualifica di "Emerito".
Presi a riferimento i punti all'o.d.g., è stato deliberato quanto segue: 1) Fruizione della posta elettronica dell'Ateneo. Si invierà una lettera
all'Ateneo per sottoporre proposte migliorative del servizio temporaneamente gia'
esistente. Le modifiche dovrebbero riguardare la posta, soprattutto in entrata, e anche
per le eventuali necessità di cui al punto 3 dell'o.d.g. (qui sotto);
2) Accesso ai verbali degli Organi di Ateneo, da parte del pubblico
esterno. Si invierà una lettera all'Ateneo, per proporre che trovino concreta
attuazione i principi di trasparenza della gestione amministrativa e di accessibilità
agli atti, considerato che negli anni Unibo è divenuta, da anni, una casa di vetro opaco,
non più collegata alla società civile che neppure ha la possibilità di conoscerne le
delibere, a differenza di quanto è da tempo stato attuato dagli altri Enti locali, in
primis i Comuni;
3) Conservazione dei curricula dei docenti presso l'Archivio storico
dell'Ateneo. E' stato deciso di inviare una lettera all'Ateneo per segnalare
l'importanza, per il prestigio scientifico dell'Ateneo in Italia e nel mondo, che gli
studi dei professori e ricercatori non scompaiano dall'Archivio dell'Ateneo, |
al momento della loro andata
in quiescenza. In particolare il prof. Mauro Fabrizio ha segnalato come tuttora
sussista una possibilità tecnica e legale per ogni professore e ricercatore in quiescenza
di inserire l'elenco e collocazione bibliografica delle loro pubblicazioni sul sito del
CINECA (si vegga più sotto la procedura tecnica). 4)
"Piano strategico della Città Metropolitana di Bologna" e seconda università
di Bologna (università privata internazionale). Si proseguirà la preparazione di un
convegno possibilmente prima dell'estate 2016, nel quadro di un dialogo con la Città
Metropolitana, già avviato con l'Assessore competente.
5) Universita' della Montagna (www.unimontagna.it) . Esiste gia'
presso l'universita' di Milano un corso di laurea di scienze ambientali e inoltre un
centro di ricerca, a cui partecipano varie universita' (oltre Milano, Firenze, Torino,
Brescia) che ha un accordo con il MIUR.
Per quanto riguarda l'Appennino bolognese, in risposta a istanze
imprenditoriali locali, si ritiene (proposta del socio prof. Corlaita) che possa essere
approfondita la possibilita' di istituire un corso di laurea, oppure di un master, di
"sostenibilità ambientale", molto diverso dalla laurea di tutela ambientale (di
Ravenna) , in quanto tratterebbe la convergenza tra la programmazione economica e la
pianificazione territoriale (attenta ai valori dello ambiente).
Una seconda via (soci proff. Pupillo, Cencini, Zaccanti), di praticabilità
immediata, potrebbe essere organizzare alcune conferenze in collaborazione con
l'Unione Bolognese Naturalisti. Si attende una soluzione concreta, proposta dalla Unione. |
6) Pagina ASDU, su
Facebook. Considerata la importanza per l'Associazione di superare la dimensione
locale e ammettere a nuovi Soci docenti che abbiano fatto parte di altre Università,
nonché per aprire un canale di comunicazione con a società civile, viene deciso di
creare una pagina ASDU su Facebook. Nella prossima riunione sarà concordato come
individuare un responsabile della pagina. 7) Estensione dell'ASDU
a dirigenti amministrativi degli Atenei in servizio e fuori servizio. Viene convenuto
che le motivazioni ideali che hanno portato alla costituzione della Associazione vadano
estese ai dirigenti dell'Unibo e degli altri Atenei, interessati.
MODALITA' di ACCESSO AL CINECA :
a) andare sul sito: https://loginmiur.cineca.it;
b) inserire username e password. (Qualora uno non avesse mai fatto la registazione delle
proprie credenziali, anche se non della unibo.it, puo' fare una propria registrazione
usando una e-mail qualsiasi, anche se non della unibo. Dopo aver fatto la registrazione,
egli ricevera' entro poche ore lo USERNAME e la PASSWORD per il sito del Cineca);
c) quindi procedere. Si apre il sito personale: http://sitouniversitario.cineca.it .
Per i pensionati potrebbe apparire la scritta: "Il
professore non risulta più in servizio dal
..".
NOTA. Disinteressarsi di questa eventuale segnalazione e procedere
ugualmente a riempire tutti gli spazi disponibili ad essere riempiti, tra cui le
pubblicazioni, il curriculum , gli altri dati personali...
A questo punto la procedura è conclusa. |
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BONONIAE
STUDIUM - ASDU ASSOCIAZIONE
SCIENTIFICA DOCENTI UNIVERSITARI |
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Immagine dello STUDIUM
MEDIEVALE, LIBERO e LAICO
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COMUNICATO "ASDU"
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Riunione del 9 dicembre 2015 |
ARGOMENTIi |
1) Elezione degli Organi dell'Associazione
2) Seconda Università di Bologna (già proposta dal Sindaco). Avviata
riflessione |
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3)
Interpellanze Consiglieri Comunali di Bologna. Risposta del Sindaco. |
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Progetti
dell'ASDU: |
4)
Digitalizzazione opere scientifiche dei docenti
5) Inserimento pubblicazioni di "tutti" i professori e ricercatori
("Unibo" e "già Unibo")
nell' Albo del Cineca
6) Convegno sul ruolo a livello nazionale e internazionale della Città
Metropolitana di Bologna nella ricerca scientifica
applicata e per lo sviluppo. |
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IL
TESTO DEL COMUNICATO
Riunione del 9 dicembre 2015 |
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Il 9 dicembre 2015 si è
svolta la terza Assemblea dell'Associazione Scientifica Docenti Universitari - ASDU.
.
Erano presenti i proff. Anna Maria Di Pietra,
Francesco Mainardi, Giampietro Minelli con rispettiva Consorte Sig.ra Santini Romana,
Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giulio Ghetti, Mauro Fabrizio, Nino Luciani, Giovanni
Venturi con rispettiva Consorte Sig.ra Derthe Nielsen, Walter Tega, Vittorio Tomasi,
Federico Licastro.
.
1.- Sul punto "elezione degli Organi" sono stati
eletti alla unanimità il prof. Nino Luciani (Presidente) e la prof.ssa Anna Maria Di
Pietra (Segretaria e Tesoriere).
.
2.- Sul punto "nuove adesioni" sono stati nominati
soci i proff. Emeriti Giorgio Cantelli, Walter Tega, e il prof. Federico Licastro.
.
3.- Sul punto "seconda università di Bologna"
(Università privata internazionale), tema introdotto nel 2012, dal Sindaco di Bologna
Virginio Merola al Teatro "L'arena del Sole", nel presentare il Piano Strategico
Metropolitano (si vegga sotto), è stato deciso di proseguire la rifessione (da aprire a
tutta la Comunità scientifica) sulla sua opportunità, e da concludere in un convegno in
città, nei prossimi mesi.
.
E' stata, inoltre, data lettura delle interpellanze (si
vegga sotto) al Sindaco di Bologna, di due Consiglieri del Comune di Bologna, a cui il
Sindaco ha dato risposta scritta. L'interpellanza è focalizzata sul collegamento tra
progetto Staveco e cambio della guardia all'Unibo.
.
4.- Sul punto "digitalizzazione delle opere dei
professori e ricercatori" e sul punto "Inserimento pubblicazioni di
"tutti" i professori e ricercatori "Unibo" e "già
Unibo" nell' Albo del Cineca", è stato dato incarico al prof. Mauro Fabrizio di
prendere contatto con il Rettore Francesco Ubertini, per informarlo e definirne la
migliore modalità, nell'interesse generale della universià.
.
5.- Sul punto "Piano strategico della Città
Metropolitana di Bologna" è stato costituito un comitato di studio composto
dai proff. Luciani, Giulio Ghetti, Federico Licastro e Walter Tega, per prepare un
convegno a maggio 2016, sul tema: "Ricerca, e ruolo del territorio bolognese nel
quadro nazionale" . |
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Due anni
fa (2012), Teatro L'Arena del Sole
PRESENTAZIONE DEL
PIANO STRATEGICO METROPOLITANO
"Università
Internazionale a Bologna" ?
DICHIARAZIONI DEL SINDACO MEROLA
"Questo non è il solito saluto della
città al solito convegno. Questa è la città di Bologna che saluta il suo ritorno ad
essere una città speciale. Bene, tutti dobbiamo farci una domanda: Bologna è una città
speciale? Lo è ancora? Lo sarà?
Per molti anni lo siamo stati e per molti no. lo credo che dobbiamo e
vogliamo tornare ad essere una città speciale. Cosa significa speciale? Significa
innanzitutto pensare in grande, indipendentemente dalle nostre dimensioni. Salire di
rango, rischiare di essere presi molto sul serio e dire che non esistono più confini,
dire che i confini sono solo resistenza al cambiamento e al valore di questa città.
Ecco alcuni avvisi ai naviganti, oggi che ci accingiamo a salpare per il Piano
strategico.
- La prima cosa la voglio dire ai sindaci della nostra area metropolitana.
Alleiamoci. Alleiamoci per uscire dai nostri confini municipali e
anche dai nostri confini mentali. Siamo noi che dobbiamo prendere per mano le nostre
comunità, per renderle solidali e competitive. Siamo noi che dobbiamo essere capaci di
raccontare al mondo quello che siamo, e soprattutto quello che vogliamo diventare.
Il Piano Strategico ambisce a che non via sia più conflitto tra le nostre
attitudini. Non si tratta più di dividerci tra chi ha una missione puramente solidale ed
una puramente competitiva, questa dicotomia alla lunga ci sta fregando.
Dunque, andare oltre i confini significa accedere al meglio dei talenti internazionali,
mettendoli in contatto e in simbiosi con i nostri. Per fare di questa area urbana un porto
attrattivo per i cittadini del mondo. Questo non solo è possibile, è indispensabile.
Competitivi per attrarre il merito e gli investimenti ovunque essi si presentino, e questo
è un obbligo per noi. Solidali, nel sostenere chi è il migliore quando gli altri non lo
fanno, questo è un dovere.
Guardiamo cosa abbiamo costruito fin qui. Bologna, per l'Italia e per
l'Europa, ha rappresentato un traduttore per culture e civiltà. Questo sia nelle forme
dell'economia quanto nelle forme della società, della sua organizzazione. Per molto tempo
la comunità bolognese ha saputo unire, rappresentare, e finanche liberare le diversità,
per tradurre tutto in un'altra dimensione delle cose e del pensiero, e ha scoperto in
questo le proprie specialità. Alla fine dei conti, dunque, o siamo in grado di essere
internazionali e universali nei valori che proponiamo, o non siamo speciali. Mettiamocelo
in testa.
Puntare sull'internazionalizzazione di Bologna vuoL
dire attrarre talenti da ogni parte del mondo, e raggiungere il massimo punto di forza
possibile in quattro campi fondamentali: la Cultura, il Lavoro, i Beni comuni, la Qualità
urbana. Sono questi i quattro campi che vi propongo per costruire quella visione che
permette di mettere in campo progetti capaci di attrarre investimenti pubblici e privati.
Badate bene, quello che ci è mancato fino ad oggi è descrivere a chi
ci osserva quale potenza e qualità ha un investimento su Bologna. E io sono convinto che
Bologna abbia tutte le carte in regola per rubare la scena a molte altre città, che state
sicuri non se ne stanno con le mani in mano.
Questo significa che servono motivazioni forti per essere scelti.
Rubare la scena, in tempi di delocalizzazioni, significa rilocalizzare qui a Bologna una
nuova internazionalità delle scelte. Per questo il Piano strategico non è la fiera delle
idee, e non è nemmeno un problema tecnico. Abbiamo già avuto il nostro governo tecnico,
e dopo ci sono state le elezioni.
Sulla base del mandato ricevuto dai cittadini voglio tenere unita la
città attorno ad una prospettiva per i prossimi 20 anni, per conquistare insieme agli
altri sindaci la nostra reputazione nel mondo.
Questo significa selezionare il meglio del meglio, e lavorare solo con
quello. E quindi sarò ancora più chiaro: non voglio concertare e lavorare per
l'unanimità, o cercare di accontentare tutti, voglio una selezione di merito di quello
che va fatto.
Vi faccio un esempio. Qualcuno si è scandalizzato in questi giorni
perché ho aperto un fronte con il Governo nazionale per l'IMU a tutela degli interessi di
Bologna, che vengono prima rispetto a qualsiasi altro interesse. Sono orgoglioso di averlo
fatto. Non sono contento di quello che il nostro Presidente del Consiglio pensa
dell'articolo 18. Però lo voglio dire, io considero il nostro Presidente del Consiglio un
alleato quando cerca di attrarre investimenti in questo Paese.
Sappia che su questo Bologna c'è, con una strategia in quattro mosse:
1. Noi siamo una "città speciale" perché possiamo mettere a disposizione importanti aree demaniali a basso costo per
attirare la sede di un'importante Università internazionale,
che affianchi l'Alma Mater per realizzare un polo della conoscenza e della ricerca tra i
più importanti d'Europa, per quantità di cervelli, di brevetti, di qualità della vita e
livello di relazioni internazionali.
2. A una "città speciale" deve essere data la possibilità
di defiscalizzare gli investimenti e gli insediamenti imprenditoriali caratterizzati da un
forte tasso di Innovazione e ICT, dedicati a premiare e attirare talenti nei campi delle
scienze e della tecniche più avanzate.
3. Quando una Repubblica fondata sul lavoro nega la cittadinanza
sociale e materiale alle giovani generazioni, che rappresentano il patrimonio su cui
investire, una 'città speciale' deve fare esattamente il contrario. Deve liberare dalla
schiavitù i giovani e i nuovi italiani, le seconde generazioni in attesa di capire se li
riconosciamo come italiani, offrendo loro cittadinanza e opportunità, premiando il merito
e l'impegno.
4. Una 'città speciale' lo è se ha un'economia sociale. E questo per
me significa delle cose precise: che i beni comuni vanno tutelati, che sono un
investimento, che sono una ricchezza, e che le persone devono essere messe nelle
condizioni di poter scegliere i loro percorsi di vita e di avere la possibilità di
organizzarsi per dare risposte ai propri bisogni, anche attraverso una integrale
applicazione della sussidiarietà, come è scritta nella nostra Costituzione.
Questi per me sono i binari su cui corre il Piano strategico
metropolitano. E per realizzare tutto questo abbiamo bisogno di portare avanti progetti
concreti e nuove alleanze.
A chi mi chiede, di fronte alle novità che abbiamo proposto all'inizio
del nostro mandato, se avremo il coraggio di arrivare fino in fondo, io rispondo con
serenità: tagliamo i ponti con chi non vuole cambiare mai. E usiamo i prossimi mesi per
vincere questa sfida. Questa città è sazia e disperata di conservazione, lo sto con chi
le cose le vuole cambiare davvero.
A tutti gli altri dico: non aspettateci perché a voi non renderemo conto.
Signori, una città che non riesce a ricostruire le proprie leggende ripete il
suo passato nella propaganda. Questo rischio noi non lo dobbiamo correre. E allora avanti
col Piano strategico, diamo un senso al nostro futuro. Buon lavoro a tutti. |
Sindaco Merola
|
INTERPELLANZE
di Consigleri
al Sindaco
per
STAVECO-Unibo
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Rettore Ubertini
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CHIARIMENTI DEL SINDACO SU NUOVO RETTORE
e SU TUTTI I PROGETTI DI EDLIZIA UNIVERSITARIA
(in seguito alle interpellanze)
Premessa :
- i giornali locali riferiscono che il nuovo rettore dell'Unibo FRANCESCO UBERTINI,
avrebbe dichiarato (in merito alla trasformazione dell'area STAVECO in un
multicampus universitario): "Non c'è ancora un vero piano finanziario";
- i Consiglieri Cocconcelli e Carella avevano interpellato il
Sindaco "se ne fosse a conoscenza" e quale fosse "il suo
pensiero" (a parte che, se non c'è un piano finanziario dell'unibo, di cosa si
parlava tra Merola e Dionigi ?- N.d.R.)
Risposta scritta del sindaco Merola:
"Gentili consiglieri, gli accordi sottoscritti da Comune di
Bologna e Università di Bologna riferiti al nuovo polo universitario dell'Alma Mater alla
Staveco (denominato "Campus 1088") non sono stati modificati e pertanto non è
stata messa in discussione la loro validità. Dopo la presentazione del masterplan,
l'Università dovrà procedere con le valutazioni economiche finanziarie e definire le
modalità di intervento e gli strumenti di finanziamento più convenienti.
L'intervento Staveco è sempre stato inteso come un progetto strategico
integrato con gli altri investimenti prioritari di edilizia universitaria in corso
(Navile) e quelli di prossima realizzazione (Bertalia Lazzaretto).
Non c'è dunque alcun cambio di rotta, nè il Rettore si è pronunciato in
questo senso nei confronti dell'Amministrazione. .....
Riassunto (del Sindaco) dei progetti relativi
all'edilizia universitaria:
- Staveco. Nel mese di ottobre 2015 è stato presentato
il masterplan di Campus 1088, il nuovo polo universitario dell'Alma Mater nell'area ex
Staveco. Il documento, che pone a frutto la sperimentazione del Laboratorio Staveco,
traccia le linee di sviluppo programmatico e le strategie di indirizzo - per questa area
oggetto di un Programma Unitario di valorizzazione (PUV) che il Comune di Bologna ha
inserito nel PSC e quindi nel POC di Rigenerazione di patrimoni pubblici - sotto il
triplice punto di vista architettonico, sociale ed accademico. Il punto di vista
architettonico vede il recupero delle fabbriche storiche quale valorizzazione
dell'archeologia industriale ed al contempo la funzione di cerniera tra la collina ed il
centro storico. L'aspetto sociale si concretizza 28 nella interazione tra la grande area
verde ed i variegati e molteplici plessi e nell'ulteriore messa in dialogo tra la città e
l'università . Il punto di vista Accademico è rappresentato in particolare dal campus
con il suo triplice Polo scientifico e didattico delle Arti, dell'Information Technology e
dell'Economia Management e Statistica. La presentazione del masterplan segna un'importante
tappa rispetto agli accordi siglati tra Comune, Università ed Agenzia del Demanio negli
anni 2014 e 2015. L'insediamento universitario interesserà un'area di circa 95.000 mq,
con 47.000 mq edificabili e 45.000 mq destinati a verde, con quest'ultimi in particolare
creanti una interazione importante tra l'area della collina prospiciente ed il centro
storico. Quanto alla parte edificabile, oltre 20.500 ma sono destinati agli studenti
secondo varie fruizioni, oltre 19.000 mq ai Dipartimenti, e circa 7.000 mq a pubblici
esercizi e commercio di vicinato. L'investimento è¨ stimato attorno ai 100 milioni di
euro, fermo restando che il piano economico finanziario dovrà essere definito nella fase
di redazione dei progetti".
- Bertalia - Lazzaretto. Comune di Bologna e
Università hanno raggiunto un'intesa per la realizzazione del comparto universitario
Bertalia-Lazzaretto. Il progetto interessa tre aree edificabili di proprietà comunale per
oltre 25.000 mq di superficie, per la realizzazione di studentati, servizi agli studenti,
aule, oltre al completamento delle strutture dipartimentali già in parte presenti. Una
consistente parte del progetto (circa 14.000 mq di superficie utile) è oggetto di un
finanziamento statale di circa 18 milioni di euro destinati all'edilizia universitaria,
con un investimento di circa 35 milioni di euro. E' preventivato dall'Università l'avvio
dei cantieri nel 2016 e la conclusione degli edifici e delle opere di urbanizzazione entro
la fine del 2018.
Comparto Navile. Il nuovo polo universitario Navile
sorgerà , a monte del Cnr a destra del fiume Navile, su un'area di circa 78 mila mq e
ospiterà le nuove sedi dei Dipartimenti di Chimica Giacomo Ciamician, di Chimica
Industriale Toso Montanari di Farmacia e Biotecnologie e di Fisica ed Astronomia per la
parte in comune con l'Istituto Nazionale di Astrofisica, oltre a strutture didattiche e di
servizio, sale studio, sedi amministrative e laboratori. L'insieme delle aule per la
didattica, in fase di ultimazione, è¨ localizzato sul lato sinistro del Navile, accanto
al Museo del Patrimonio Industriale. Elemento di connessione principale tra le due sponde
e i relativi insediamenti sarà il vecchio ponte sul Navile, il quale ha assunto un ruolo
di centralità anche nella conformazione del nuovo insediamento. L'investimento è di
circa 100 milioni di euro ed il primo lotto è¨ terminato nel corso di quest'anno, la
conclusione degli altri lotti è¨ prevista nel 2018". |
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Mentre sono in scadenza
il Rettore, il Sindaco e il Cardinale.
OMBRE ROSSE SULL'ATENEO DI BOLOGNA |
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1) ATTESA REAZIONE DA NUOVO RETTORE,
PRESO IN MEZZO DAI POTERI FORTI
2) NON BUONO CHE MANCHI NUOVA GIUNTA, a 4 giorni da presa di servizio.
3) SOLO PRO-VERITATE: RISULTA CHE GLI STUDENTI ABBIANO
VOTATO SOBRERO COME PRIMO AMORE (PRIMO TURNO) |
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NOVITA': |
Costituita l'ASDU-Associazione Scientifica Docenti
Universitari
- con progetti di valorizzazione
digitale dei prodotti della ricerca
- e per incontri con il
territorio su temi di avanguardia scientifica. |
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LUCIANI: la scelta degli elettori, è stata di liberare l'ateneo
dal giogo della politica, per una UNIBO solo scientifica. |
Nota.
1.-"Ombre rosse" è un famoso film western di John Ford del
1939 che narra il viaggio di una malandata diligenza e di una altrettanto malandata ed
eterogenea compagnia, attraverso un territorio polveroso e infido che è dominio dei
pellerosse: i quali però si appalesano solo alla fine ma le cui "ombre rosse"
dominano tutto il viaggio.
Ecco, ciò che è accaduto ( subito dopo la nomina di Francesco Ubertini a nuovo
Rettore dell'Alma Mater Studiorum ) ci ha riportato alla mente proprio questo racconto.
Come tutti sappiamo l'originaria Alma Mater nacque e si affermò come libera
università nel territorio di un altrettanto libero Comune medievale: l'una (con i suoi
Glossatori) e l'altro con i suoi cittadini armati seppero vittoriosamente opporsi a
Federico II Imperatore (il quale, tra l'altro aveva voluto sciogliere l'Alma Mater
bolognese a favore della università che volle creare a Napoli (1224).
Altri tempi, poiché si può tranquillamente affermare che, da dopo il
Rettorato Roversi, il rapporto tra i Rettori e i poteri forti (le "ombre rosse"
anche per colore politico) del territorio emiliano-romagnolo non è certo stato quello
originario: dopo F. Roversi Monaco non fu più così, pur se (per salvare l'unibo)
anch'egli probabilmente ha pagato qualche "prezzo politico", specie
nell'espansione verso la Romagna.
La rottura dell'argine è avvenuta con il successore P.U. Calzolari. Per lui,
proclamarsi "socialista" fece parte dei titoli per avere il gradimento delle
"ombre rosse" e, circa le conseguenze, non ho dubbi che una di queste sia stato
sdoppiare l'UNIBO in due parti
- l'unibo in senso stretto rimasta a lui;
- e quella affidata alla Fondazione Alma Mater per il fundraising e per la
gestione dei master, da affidare a professore di più sicura marca partitica (anch'egli
stimatissimo, da tutti).
Per Dionigi, uomo che a suo tempo entrò in CdA dell'universita come
rappresentante del Comune, la colorazione partitica d.o.c. gli ha certamente giovato
nell'aprirgli la strada a rettore all'insegna di quella continuità certamente gradita
alle "ombre rosse", e gli va riconosciuto che ha svolto la carica senza veli
circa la difesa pubblica della sua appartenenza. Mi riferisco, fra i tanti esempi, alla
esibita partecipazione personale alle feste dell'UNITA'.
L'uomo, poi, ha saputo appoggiarsi anche su altre e importanti "ombre",
ad esempio quelle pontificie (con la prestigiosa presidenza di una altrettanto prestigiosa
Accademia pontificia per lo studio di quella lingua latina che nella Chiesa cattolica da
anni oramai è praticata solo dai seguaci del Vescovo Lefebrve.
E anche nel contesto di questa vicenda si sente in qualche misura la volontà di
"ombre - in qualche misura - rosse" .
Volendo identificare il suo capolavoro, esso è certamente aver fatto tutto
sott'acqua, compreso i rapporti con il cardinale.
Ma siccome è giusto dargli la possibilità di difendersi (ma senza spiegare
perchè ha annnulatto il controllo democratico della comunità scientifica, e asservito il
CdA), rinvio al suo racconto dei suoi "miracoli", che chiunque può conoscere
cliccando sul link n. 3, riportato in fondo a questo testo.
2.- Vengo a UBERTINI. Egli tra qualche giorno salirà al posto di comando
su quella malandata diligenza, e che è stato eletto non per la continuità, ma da
elettori che vogliono da subito e nel prosieguo una forte discontinuità.
Il fatto che UBERTINI compaia sulla scena proprio in una fase, in cui sta per
partire la campagna elettorale del Comune di Bologna può certamente essere una
complicazione per lui, dovrà lasciare l'Ateneo al di fuori di una campagna elettorale che
già ora sembra presentarsi accesa, fino all'esito di essa e fino a quando la nuova
Amministrazione comunale non sarà attiva (e dovrà poi esserlo anche l'Amministrazione
Metropolitana) e non avrà referenti amministrativi negli altri due grandi enti locali.
Inoltre vi sono regole di fair play che consigliano a chi lascia di non
occupare spazi vitali per chi sta per subentrare; così come vi sono regole che chi
subentra non si lasci impunemente occupare spazi più o meno vitali: e queste regole mi
sembrano essere state violate.
Penso sarebbe stato opportuno che Ubertini e chi fa parte della sua
squadra (ancora non si sanno i nomi) reagissero a tamburo battente di fronte alle mani
lunghe di chi lascia la carica ma non vuole lasciare il potere, da quel politico consumato
che è.
Opportuno anche non farsi usare a livello mass media. Non vorrei che la
diceria della inesperienza politica e amministrativa si facesse largo: avrebbe chiuso in
partenza la sua avventura, per mancanza di credito (che diverrà anche finanziario). |
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OMBRE
ROSSE SOPRA IL NUOVO RETTORE |
COSTITUITA la
ASDU
Associazione Scientifica Docenti Universitari.
STATUTO |
1) ALMA LAUREA : DIONIGI il 23 sett. 2015 assume la Presidenza.
NOTA. 1.- Il 23 settembre 2015, a Roma, in occasione della elezione del nuovo
Presidente della CRUI, dunque mentre erano riuniti a Roma i Rettori di rutte le
università italiane, IVANO DIONGI è stato eletto Presidente di ALMA LAUREA,
nominato un nuovo Direttore in luogo di Andrea Cammelli.
Per un resoconto completo, clicca sul link, riportato in fondoa questa colonna.
2.- La carica di Presidente sarebbe scaduta nel 2016, e questo (per aprire la strada
al nuovo, comportava le dimissioni del Presidente in carica (Fabio Roversi Monaco).
La precostituzione di un potere (a Dionigi) a soli 67 giorni dalla scadenza come
rettore, e mentre sta per subentrare un rettore nuovo appare una entratura forzata, a
danno del pieno delle funzioni del nuovo.
Il fatto che F. Roversi Monaco si sia dimesso anzitempo lascia pensare che sia
stato oggetto di argomenti validissimi e convincenti.
3. Ma da chi ? La
risposta semplice è : "Da chi vi aveva interesse".
Ma questo non conduce ancora univocamente a Dioigi, anzi sicuramente non
Dionigi.
Come disse A Manzoni di Napoleone: "Dall'altare alla polvere", vale dire,
chi ha perduto al potere non è più niente e nessuno, e questo varrà anche per Dionigi.
Dunque, chi ha voluto condizionare UBERTINI, è qualcuno che si trova nei palazzi
alti del PD e che conta molto.
Il fatto che UBERTINI compaia sulla scena proprio in una fase, in cui sta per
partire la campagna elettorale del Comune di Bologna è una complicazione per lui, una
premonizione nera qualora, dopo la presa di servizio, non collaborerà con i vertici
politici del Comune e della Regione.
4.- La situazione come cambiarla ? Secondo
lo statuto della ALMA LAUREA, ogni università-socio può lasciare il consorzio, con tre
mesi di preavviso.
Tenuto conto che, pur prestigioso, non è utilizzato dagli
imprenditori per cercare laureati per lavoro, sarebbe di buon senso aggiornare l'esistenza
delle condizioni per far farlo sopravvivere.
Risulta anche che sia assai costoso per l'unibo, ma non per
gli altri soci.
Un pensiero a ritirare l'unibo dal consorzio e
affidarne il compito al dipartimento di scienze statistiche sarebbe cosa saggia, anche per
rimettere i birilli apposto. |
2)
STAVECO: progetto di espansione dell'Ateneo. Conferenza congiunta Dionigi-Merola
NOTA. 1) Del progetto ex-STAVECO si parla da 15 anni. Esso è riemerso
durante la recente campagna elettorale ma solo per suscitare la curiosità. Adesso
Dionigi, spalleggiato dal Merola, vuole dire in chiaro la cosa.
Per chi vuole un comunicato autentico, vada in fondo a questa pagine. Ma vediamo,
prima tra noi.
In breve: "Staveco" è una ex area militare, di proprietà
dello Stato, di ettari 9,5 collocati a fianco dei giardini Margherita, tra viale Panzacchi
e la collina di S. Michele in Bosco.
Si prevede che la sua trasformazione urbanistica costerà nell'intorno di
100 milioni.
Nell'annuncio congiunto Merola-Dionigi di queste settimane, compare una idea
completamente capovolta, rispetto a quella del Sindaco Merola, due anni fa, nel proclamare
il Piano Strategico Metropolitano.
a) Adesso (2015) la priorità è:
- un dormitorio per gli studenti (mq 20.500);
- uno spazio per dipartimenti (mq 19.000);
- uno spazio per pubblici esercizi e commercio (bar, mensa, negozi, palestra), mq 7.000;
- il resto destinato a verde( mq 43.000).
b) Due anni fa (2013) Staveco sarebbe dovuto essere la
SECONDA UNIVERSITA' DI BOLONA (universià privata internazionale).
Si clicchi sul link:
http://www.universitas.bo.it/INDEX.html#COMUNE
2) Negi ultimo 20 anni ho assistito a molti misfatti a danno dell'unibo:
1) dirottata la Fac. di Veterinaria ad Ozzano ;
2) dirottato la Fac. di Agraria al Pilastro - CAAB;
3) dirottata la metà della Facoltà di Ingegneria al Navile, l'area
decentrata più degradata di Bologna;
4) dirottata metà di Chimica al Navile.
5) la Romagna con più sedi, separate da diecine dl Km-Tutto questo è avvenuto anche separando i luoghi di studio
(dipartimenti) dai luoghi di insegnamento (Facoltà, Scuole), per cui per i
professori e studenti è tutto un girare, e non si conta il tempo perso.
3) Conclusione. Anche l'ultima novità
proposta da Dionigi è una vera sventura e la speranza è in un
ripensamento del progetto, quello della prima ora della Città Metropolitana.
- Una cosa è fare un campus universitario (didattica, ricerca,
accoglienza studenti), funzionale rispetto ad un preciso obiettivo (es. il campus di
LETTERE) , una cosa è un insieme di bellissimi palazzi da servire per un
mix-arlecchino, dove magari il fare arricchire le cooperative de cemento è il fine
primario o fors'anche il partito, tramite quelli del cemento.
- Non solo per questi motivi. Bologna è servita da alcune linee metropolitane:
- verso Castenaso;
- verso Pianoro;
- verso Porretta.
Se il problema prioritario è fare alberghi per gli studenti, costa molto
meno farli nella prima periferia. Da qui è possibile arrivare nel centro di Bologna in 10
minuti. |
Primi progetti
dell' ASDU:
a) Digitalizzare la produzione scientifica di tutti i prof. e ric. dell'Ateneo;
b) Fare 15 lezioni alla cittadinanza su temi di avanguardia scientifica dell'unibo.
1. La notizia. In questi mesi 20 professori Ordinari hanno costituito l' ASDU,
aperta a tutti i professori e ricercatori universitari, italiani e stranieri, in servizio
o già in servizio nelle universita .
Di questa costituzione, registrata, è stata data comunicazione alle autorità
locali e nazionali, e anche ai candidati Rettore e agli studenti dell'UNIBO, ai Sindacati.2. Le motivazioni. Come e' noto, varie normative
hanno disposto il pensionamento del personale docente universitario in eta'
significativamente minore rispetto a precedenti leggi e ciu' ha comportato che una intera
generazione di docenti di ruolo abbia cessato il servizio. Si e' cosi' verificata la
perdita per il Paese e per l'istruzione superiore, di un tesoro di conoscenze scientifiche
e di esperienze didattiche, il che e' di evidente gravita' in una societa' della
conoscenza. Per cercare di ovviare a questo stato di cose un gruppo di docenti che hanno
fatto parte dell'Alma Mater Studiorum - Ateneo di Bologna ha costituito la Associazione
Scientifica Docenti Universitari - A.S.D.U. - che all'art. 2 dello Statuto si prefigge i
seguenti: oggetto e fini:
3.- I fini. "L'Associazione non ha
scopo di lucro e svolge attivita' di utilita' sociale, nei confronti degli Associati e di
quanti, anche a livello internazionale, operano nei settori dell'istruzione, della
formazione e della ricerca nelle Universita'.
L'Associazione ha come fini quelli:
a) di promuovere e ravvivare l'amicizia tra gli Associati, inclusi i loro
famigliari, e di mantenere i legami con l'Universita';
b) di pubblicare i migliori contributi scientifici, anche pregressi, degli
Associati, compreso in idonei siti digitali, istituendo anche un "premio per il
merito" da attribuirsi annualmente.
c) di favorire le relazioni fra l'Associazione e le Istituzioni accademiche,
nonché con le Associazioni degli Studenti e dei laureati.
A tale fine, l'Associazione promuove e coordina incontri e ricerche collettive tra
gli Associati studiosi; ha scopi di promozione e difesa delle peculiarita' proprie
dell'istruzione e della formazione universitaria, e di diffusione degli studi e delle
esperienze degli Associati.
Per il raggiungimento di tali fini l'Associazione potra' svolgere le seguenti
attivita':
a) organizzare congressi, conferenze, dibattiti in particolare su temi
interdisciplinari, e pubblicarne gli atti.
b) coordinare lo svolgimento di altre iniziative di incontro e di studio nonché di
ricerca anche applicata su temi concernenti l'oggetto sociale.
c) aderire ad organismi internazionali e stranieri aventi fini analoghi o
collaborare con essi;
d) pubblicare, anche in forma digitale, scritti dei Soci che il Consiglio direttivo
ritenga particolarmente meritevoli;
e) porre in essere tutte le iniziative funzionali agli scopi da essa perseguiti e
gli interessi di cui essa e' portatrice;
f) svolgere qualsiasi attivita' nell'interesse degli associati" |
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Riprese dal libro di Rino Camilleri:
Doveroso elogio degli
Italiani, Ed. BUR, 2001
e riorganizzate in modo libero,
in ordine alfabetico.
INVENZIONI
DEL "GENIO DEGLI ITALICI" |
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- Acido salicilico, inventato d al Raffaele Piria, e
che con aggiunta di acido acetico (nel 1897, da parte di Felix Hoffman) diverrà
l'aspirina, nel XIX secolo; - Acqua di colonia, inventata da Giovanni Maria Farina nel XVIII secolo;
- Aereo a reazione inventato da
Giovanni Caproni e Secondo Campini nel XX secolo;
- Albero a camme, compare in
Toscana nel X secolo;
- Albero di bompresso (che permette
di navigare col vento di fianco) , inventata dai Romani nel I secolo d.C..;
- Aliscafo inventato da Enrico
Forlanini nel XX secolo ;
- Ammoniaca (prima, solo gassosa)
e' liquefatta da Liberato Giovanni Baccelli, nel XIX secolo;
- Anatomia patologica, fondata da
Giovanni Battista Morgagni (1761);
- Anello di fidanzamento con
diamante, compare a Venezia nel XV secolo;
- Anticiclone delle Azzorre,
scoperto da Luigi De Marchi, nel XIX secolo;
- Armi da fuoco portatili compaiono
in Italia nel XIII secolo;
- Assicurazioni sulla vita,
inventate da Lorenzo Tonti nel XVII secolo ;
- Asteroide, Cerere, il primo è
scoperto da Giuseppe Piazzi, nel XIX secolo.;
- Autostrada del mondo, la prima
nel mondo è la Milano-Laghi nel XX secolo;
- Bagni termali nel II secolo a.C.,
a Roma;
- Balestra, inventata dai Romani
nel I secolo d.C.;
- Banca moderna, la prima nasce a
Genova nel XV secolo;
- Barile, inventato dai Romani nel
I secolo d.C.;
- Barometro inventato da
Evangelista Torricelli nel XVII secolo;
- Bicicletta, ideata da Leonardo da
Vinci nel XV secolo;
- Bilancia idrostatica, ottenuta da
Archimede, in base al principio di Archimede, nel III secolo a.C.;
- Bodoni, caratteri tipografici,
ideati da Giambattista Bodoni nel XVIII secolo ;
- Bombarda compare in Italia nel
XIII secolo;
- Caffettiera moka express,
inventata da Alfonso Dialetti) nel XX secolo;
- Calcestruzzo, entra in uso a
Napoli, fatto con pietra vulcanica (pozzolana, da Pozzuoli), calce e acqua, nel II secolo
a.C.;
- Calcio fiorentino, primo gioco di
palla a squadre nasce a Firenze nel XIII secolo ;
- Calendario
""giuliano", introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C.";
- Calendario "gregoriano"
(ancora valido) nel 1582 dal papa Gregorio XIII.";
- Calzini (udones) compaiono a Roma
nel IV secolo a. C. ;
- Campo magnetico rotante,
inventato da Galileo Ferraris, nel XIX secolo;
- Canale di Suez, progettato da
Luigi Negrelli, nel XIX secolo ;
- Cannocchiale astronomico,
inventato da Galileo Galilei nel XVII secolo;
- Carrello cinematografico
inventato da Giovanni Pastrone nel XX secolo;
- Carrucola, inventata nel IV
secolo a.C. da Archila di Tarante;
- Carta stagnola, compare in Italia
nel XV secolo;
- Cellule cancerogene, individuate
da Renato Dulbecco (Nobel per la medicina) nel XX secolo ;
- Champagne, inventato dal
benedettino Francesco Scacchi (1335), tre secoli prima di Perignon;
- Compasso, inventata dai Romani
nel I secolo d.C.;
- Concerto musicale , creato dal
bolognese Adriano Banchieri nel XVI secolo;
- Corsivo, inventato da Aldo
Manuzio nel XV secolo;
- Crema emolliente inventata da
Galeno nel II secolo d.C.;
- Cruciverba inventato da Giuseppe
Airoldi nel XIX secolo ;
- Cupola (la prima è quella del
Pantheon), inventata dai Romani nel I secolo d.C. ;
- Declinazione magnetica, intuita
da Cristoforo Colombo nel XV secolo;
- Dentiera inventata nel VIII
secolo a.C dagli etruschi (che trapiantano anche denti d'oro, d'avorio e d'osso).;
- Dizionario alfabetico, il primo
è compilato dal bergamasco Ambrogio Calepino nel XVI secolo. ;
- Docente universitaria donna,
Laura Bassi, la prima nella storia ;
- Elettroshock, inventato da Ugo
Cerletti nel XX secolo. ;
- Elicottero moderno inventato da
Corradino d'Ascanio nel XX secolo.;
- Enciclopedia delle scienze, la
prima ("Naturalis Historia") è di Plinio il Vecchio nel 77 d.C.;
- Energia elettrica per via
geotermica, ottenuta da Piero Ginori Conti nel XX secolo (1904);
- Fattore di crescita neurale,
scoperto da Rita Levi Montalcini (Nobel per la medicina) nel XX secolo;
- Fecondazione artificiale, ideata
da Lazzaro Spallanzani, nel XIX secolo. ;
- Ferro da stiro, inventata dai
Romani nel I secolo d.C.;
- Fisarmonica, inventata da Paolo
Soprani, nel XIX secolo.;
- Forchetta, compare in Toscana
nell'XI secolo;
- Fotografia della corona solare,
la prima - 1842 - è fatta di Maiocchi, nel XIX secolo;
- Funicolare, la prima a Napoli,
nel XIX secolo ;
- Futurismo inventato da Filippo
Tommaso Marinetti nel XX secolo.;
- Gelato, inventato dal toscano
Bernardo Buontalenti nel XIV secolo;
- Generatore di corrente (dinamo),
inventato da Antonio Pacinotti , nel XIX secolo;
- Gioco del lotto, il primo, nasce
a Genova nel XVI secolo;
- Lampadina di Edison, migliorata
da Arturo Malignani (portandone la durata da 100 ore a 800 ore, e da luce rossastra a luce
bianca e intensa), nel XIX secolo;
- Legge di Avogadro (volumi uguali
di gas, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole),
scoperta da Amedeo Avogadro, nel XIX secolo. ;
- Libri tascabili, inventati da
Aldo Manuzio nel XV secolo ;
- Macchia rossa di Giove, scoperta
da Giandomenico Cassini nel XVII secolo ;
- Macchina da scrivere, inventata
da Giuseppe Ravizza, nel XIX secolo.;
- Macchina seminatrice, inventata
dal bolognese Taddeo Cavallini nel XVI secolo;
- Malattie infettive, individuate,
per primo, da Gerolamo Fracastoro nel XVI secolo;
- Mappa di Marte, la prima è
disegnata da Francesco Fontana nel XVII secolo;
- Martello pneumatico, inventato da
Ernesto Curri nel XX secolo; |
- Melodramma, ideato da Jacopo Peri XVI secolo; - Metodo scientifico moderno: i suoi caratteri sono
dettati per primo da G. Galilei nel XVII secolo;
- Microchip, inventato da Federico
Faggin ) nel XX secolo;
- Moderna elica navale, ideata da
Giuseppe Ludovico Ressel, triestino, nel XIX secolo;
- Moto alternato in rotatorio e
altro: la macchina per la trasformazione dell'uno nell'altra è inventata da Leonardo da
Vinci nel XV secolo;
- Motore a scoppio, creato da
Felice Matteucci ed Eugenio Barsanti nel XIX secolo;
- Motore a stella per aerei
inventato da Alessando Anziani nel XX secolo.;
- Motore elettrico, ideato da
Galileo Ferraris nel XIX secolo (1883);
- Musica "Jazz" ,
inventata dall'italo-americano Nick La Rocca (1917, primo disco) ) nel XX secolo;
- Neuroni, scoperti da Camillo
Golgi (premio Nobel per la medicina) , nel XIX secolo ;
- Nitroglicerina (su cui
lavor, poi, Alfredo Nobel per ottenere la dinamite - 1867), inventata da Ascanio
Sobrero nel XIX secolo;
- Notazione musicale è ideata da .
Guido d'Arezzo nell'XI secolo;
- Novella, genere letterario creato
da Giovanni Boccaccio nel XIV secolo;
- Nutella, inventata da Michele
Ferrero) nel XX secolo;
- Ocarina, costruita da Giovanni
Donati, nel XIX secolo.;
- Occhiali compaiono a Pisa nel
XIII secolo ;
- Orologio meccanico, detto
""svegliatore monastico"" perchè in uso nei monasteri, compare
nell'XI secolo";
- Orologio pubblico: i primi
comparvero su campanili, in Italia, nell'anno 1000;
- Oscillazioni isocrone del
pendolo: le relative leggi sono intuite da Galileo Galilei nel XVII secolo;
- Pantaloni, i primi sono fatti a
Venezia nel XVI secolo nel XVI secolo;
- Pantelegrafo (antenato del fax)
creato da Giovanni Caselli nel XIX secolo.;
- Particelle Zeta, individuate da
Carlo Rubbia (Nobel per la fsica) nel XX secolo.;
- Partita doppia della contabilità
è creata da Luca Pacioli nel XV secolo;
- Periodo di rotazione di Venere,
scoperto da Giovanni Schiaparelli, nel XIX secolo;
- Pianoforte, costruito da
Bartolomeo Cristofari nel XVIII secolo;
- Pila elettrica, inventata da
Alessandro Volta, nel XIX secolo;
- "Pinocchio", il libro
più tradotto dopo la Bibbia, scritto da Carlo Lorenzini
(""Collodi""), nel XIX secolo;
- Pistola a tamburo (nel 1833, due
anni prima di Colt), inventata da Francesco Antonio Broccu, nel XIX secolo.;
- Pizza, compare a Napoli nel X
secolo ;
- Pneumotorace artificiale per la
cura della tubercolosi, inventato da Carlo Forlanini, nel XIX secolo.;
- Polipropilene (cioè, la
plastica) inventato da Giulio Natta nel XX secolo.;
- Polo nord, sorvolato la prima
volta Da Umberto Nobile, con un dirigibile, nel XX secolo;
- Portolano, il primo compare a
Pisa nel XIII secolo;
- Preservativo moderno, ideato da
Gabriele Falloppio nel XVI secolo;
- Progresso tecnologico: nuovo metodo di misurazione numerica, di Nino Luciani,
2005, dopo quello Cobb-Douglas. Vedi: http://amsacta.unibo.it/3417/
- Prospettiva, le sue regole sono
elaborate e codificate, rispettivamente, da Filippo Brunelleschi e da Leon Battista
Alberti nel XIV secolo;
- Protuberanze solari scoperte da
Angelo Secchi , nel XIX secolo;
- Quotidiano, introdotto nel I
secolo a. C. da Giulio Cesare con gli Acta Diurna che informano delle decisioni del
Senato;
- Radio, inventata da Guglielmo
Marconi nel XX secolo;
- Radiogoniometro (determina la
provenienza dei campi magnetici e il trasmettitore che li emette), inventato da Alessandro
Artom nel XX secolo;
- Raggi cosmici , scoperti da Bruno
Rossi nel XX secolo.;
- Reazione nucleare a catena,
provocata da Enrico Fermi nel XX secolo;
- Riscaldamento centralizzato,
inventata dai Romani nel I secolo d.C.;
- Rubinetto creato dai romani nel I
secolo a.C.;
- Ruota da bicicletta lenticolare,
inventata da Antonio Dal Monte ) nel XX secolo;
- Salsa piccante compare a Roma nel
III secolo a.C.;
- Satelliti di Giove, scoperti da
Galileo Galilei nel XVII secolo;
- Sciopero (il primo della storia -
1378 - a Firenze, da parte dei "ciompi" fiorentini, lavoratori della lana; il
secondo a Londra - 1396 - da parte dei marinai veneziani)";
- Scooter inventato da Corradino
d'Ascanio nel XX secolo;
- Sfigmomanometro, inventato da
Scipione Riva Rocci, nel XIX secolo. ;
- Siluro, inventato da Giovanni
Battista Luppis, nel XIX secolo.;
- Sismografo, inventato da Luigi
Palmieri , nel XIX secolo;
- Sonetto è inventato dal
siciliano Jacopo da Lentini nel XIII secolo;
- Spaccio pubblico di acquavite, il
primo compare a Modena nel XV secolo;
- Stenografia inventata nel 63 a.C.
Marco Tullio Tirono.;
- Suole per scarpe in gomma, create
da Vitale Bramani nel XX secolo. ;
- Telefono, inventato da Antonio
Meucci, nel XIX secolo;
- Telescrivente inventata da Luigi
Cerebotani nel XX secolo.;
- Teorema di Pitagora, inventato da
Pitagora, nel VI secolo a.C , a Crotone.;
- Termocoppia (che misura piccole
differenze di temperatura) ideata da Leopoldo Nobili, nel XIX secolo.;
- Termodinamica, le relative leggi
sono scoperte da Galileo Galilei nel XVII secolo;
- Termometro inventato da Santorio
Santorio nel XVII secolo;
- Torta nuziale (che viene buttata
addosso alla sposa) introdotta da Romani nel I secolo a.C..;
- Trapianto di pelle, il primo è
eseguito da Gaspare Tagliacozzo nel XVI secolo;
- Trasporto pubblico a trazione
elettrica, il primo a Firenze, nel XIX secolo (1890);
- Trattato di architettura, il
primo è di Vitruvio nel I secolo d.C. ;
- Università, la prima nasce a
Bologna nel XI secolo (988 ?);
- Vaccino contro la pertosse
(tramite ingegneria genetica), scoperto da Rino Rappuoli) nel XX secolo;
- Vento solare, scoperto da Bruno
Rossi nel XX secolo.;
- Violino, costruito da Gasparo
Bardotti nel XVI secolo;
- Vite, inventata nel IV secolo
a.C. da Archila di Tarante. ;
- Vite senza fine, ottenuta da
Archimede, nel III secolo a.C.;
-Volta a crociera, compare a Roma
nel II secolo d.C. |
. |
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UN PIANO DEL MIUR PER RIFORMARE LA VALUTAZIONE
?
. |
IL PIANO DEL PROF. GIUSEPPE VALDITARA
in una lettera ai Rettori, del 2 feb 2019 |
(Oggi Capo Dipartimento Università,
reduce di molte battaglie perdute quale Senatore) |
|
* Professore ord. di diritto pubblico, già Senatore, già
membro della Commissione Istruzione |
|
Soci
Fondatori: Alberto Corlaita, Anna Maria Dipietra, Carlo Cencini, Carlo Emanuele
Gessa, Fabrizio Bolletta, Federico Licastro, Francesco Mainardi,Francesco Zaccanti, Franco
Frabboni, Giampietro Minelli, Gianni Porzi, Giannino Praitoni, Giorgio Dragoni, Giorgio
Cantelli Forti, Giovanni Venturi, Giulio Ghetti, Gualtiero Calboli, Mauro Fabrizio, Nino
Luciani, Paolo Pupillo, Giovanni Pallotti, Pierluigi Papini, Stefano Mignani, Vittorio
Tomasi, Walter Tega |
ISCRIZIONI all'ASDU SEMPRE APERTE - SCRIVERE - NESSUNA SPESA
DI ISCRIZIONE |
|
Nota. 1) Conosco il prof. VALDITARA per averlo frequentato al Senato,
nel corso di infiniti incontri dei Sindacati universitari, per le riforme della
università, ma senza mai concludere nulla, anzi peggiorando tutto.
Valditara non è, infatti, stato estraneo alla
riforma GELMINI, essendo parte della maggioranza parlamentare che reggeva il Governo
Berlusconi, ma questo vuol dire che Valditara non sia credibile, anzi lo è doppiamente.
Infatti, egli è stato la prima vittima di quella riforma in quanto, pur essendosi molto
impegnato, nelle Commissioni parlamentari i senatori, i deputati non contano nulla e conta
solo il burocrate del Miur che vi porta la linea del Governo.
La sconfitta di Valditara, allora, è firmata
da lui stesso con questa lettera, in quanto ribalta la legge Gelmini come un
calzino, da capo dipartimento Università del ministero dell'Istruzione.
Ma non si illuda: avrà ancora i guai suoi per farsi
accettare dai burocrati del MIUR e da quelli (ben più temibili) del ministero
dell'economia che seguono il Miur.
2) Nel merito della sua lunga lettera, mi pare
tuttavia troppo demolitrice della situazione ereditata, per sperare qualcosa di concreto.
Mi permetto di dargli alcuni consigli :
a) Dovrà riprendere il DPR 382/80 e aggiornarlo con
quanto di positivo risultante dalla valutazione successiva (per la ricerca, non occorre
abolire del tutto gli indicatori numerici). Quello fu una buona legge, dal basso.
Vanno ripristinati gli organi collegiali, con
poteri deliberativi (oggi il docente ha perso il senso di appartenenza agli organi
didattici e scientifici).
Il rettore deve avere un mandato riportato a
3-4 anni, confermabile una seconda volta (con un mandato unico di 6 anni, oggi agisce da
monarca assoluto e fa tutto fuorchè il rettore e (se lo fa) non fa la sintesi delle
proposte dei Colleghi.
b) Le commissioni giudicatrici (una o più commissioni per
il medesimo concorso, a seconda del numero dei concorrenti) siano nazionali, per sorteggio
(tre membri scelti tra professori di ruolo con almeno 10 anni di ruolo) e a due livelli:
- per le
abilitazioni scientifiche, che devono restare (anche per abbracciare fasce di società
civile, fuori dall'università);
- per attribuire
i vincitori di posti a concorso alle università con concorsi unici per tutte,
opportunamente raggruppate.
Nota. Nelle università ci sono delle
differenti scuole per le medesime discipline, e quindi (per tutelarne la continuità) la
commissione deve individuare il "migliore" della scuola. Non è male che nella
commissione entri, senza diritto di voto, un professore della scuola.
c) Le università pubbliche devono avere la autonomia didattica,
e finanziaria di entrata e spesa.
Per parte entrate, ognuna fissa la retta scolastica, e il MIUR ne
copre una parte (70-80-90% ?), sulla base della classificazione economica del territorio
su cui esse insistono.
Per le spese di investimento il MIUR provvede sulla base di piani
poliennali.
Il MIUR si limiti al controllo del rispetto dei procedimenti
decisionali.
d) le università con più di 40.000 studenti vanno sdoppiate;
e) le Scuole (ex-Facoltà) con più di 7.000 studenti vanno
sdoppiate;
f) le istituzioni di ricerca devono essere strettamente omogenee
circa i campi di ricerca;
g) la dimensione delle aule, per numero di studenti, deve
rispettare i parametri ministeriali.
Nota. Valditara insite molto sulla interdisciplinarietà. Forse si
riferisce alla didattica. NL
G. Valditara, LA VALUTAZIONE DELLUNIVERSITÀ E DELLA
RICERCA, 2 feb. 2019
1.- PREMESSA. La valutazione
del sistema universitario e della ricerca è uno strumento fondamentale per tutti i
sistemi avanzati di formazione superiore e per tutti i Sistemi Paese in cui la ricerca e
linnovazione sono strumenti non solo di progresso, ma anche oggetto di investimento
in termini di risorse umane ed economiche.
I sistemi di valutazione, infatti,
rappresentano uno strumento indispensabile per il Decisore politico, sia per il governo
del sistema sia per la corretta allocazione delle risorse, sia, infine, per la
competizione sulla platea internazionale. Da una parte infatti la competizione
internazionale richiede performance di livello e d'altro canto i ranking delle università
presuppongono una valutazione delle performance. Dall'altra parte risorse scarse vanno
attribuite premiando chi le usa in modo virtuoso, raggiungendo soddisfacenti risultati in
termini di qualità della ricerca e della didattica.
In Italia, in particolare, con
lintroduzione prima dei Comitati di Valutazione di Università e Ricerca - CNVSU e
CIVR e successivamente con la costituzione della Agenzia Nazionale di Valutazione di
Università e Ricerca - ANVUR, non solo si è potuto giungere ad una maggiore conoscenza
del sistema, ma si è anche incoraggiato un miglioramento delle performance dei singoli
atenei ed un risanamento del sistema universitario. Oggi, pur a fronte di una scarsità di
risorse allocate (vedi allegato), la ricerca scientifica italiana risulta in una posizione
elevata nei Ranking internazionali, collocandosi al 7°- 8° posto per la produzione
scientifica, in valore assoluto, ed al 2°-3° posto, se la valutazione viene effettuata
in rapporto alla quantità dei Ricercatori che, nel nostro Paese, sono purtroppo fra i
meno numerosi di tutto il sistema OCSE. Nel contempo sono stati risanati i bilanci della
gran parte delle università italiane, con fra l'altro una spesa per il personale che è
nella pressoché totalità dei casi inferiore all'80% in rapporto all'FFO.
Il sistema di valutazione ha avuto
indubbiamente un significato -sia per il singolo ricercatore sia sui Gruppi di ricerca-
che potremmo definire psicologico, cioè quello di stimolare la competizione identificando
i cosiddetti inattivi, scesi in numero significativo, e differenziando le aree
di criticità da quelle di buon livello. Questo va sottolineato in quanto è difficile
negare che il Sistema Italiano, in generale, abbia scarsa attitudine alla valutazione dei
risultati seguendo lantico incipit - ti do poco, ti chiedo poco e non ti controllo -
che ha caratterizzato anni di scarsa attenzione al merito.
2.- IL SISTEMA ATTUALE. LAgenzia
per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) che, come detto, è
scaturita dalla fusione dei Comitati di valutazione di Università e Ricerca CNVSU e CIVR,
è stata prevista dall'Art. 2 della Legge 24 novembre 2006 ed è stata voluta innanzitutto
dagli organismi rappresentativi del Sistema Universitario e della Ricerca che credevano
fortemente in tutto quanto detto nelle premesse (vedi le numerose delibere favorevoli del
Consiglio Universitario Nazionale nel 2007-8, così come le prese di posizione della
Crui).
Le riforme degli ultimi anni del secolo
scorso avevano certamente introdotto forti dosi di autonomia, senza tuttavia adeguati
livelli di responsabilità. Si era così generato un sistema di Autonomia irresponsabile
che ha prodotto danni notevoli alla solidità di buona parte dei nostri atenei e alla
qualità stessa della ricerca e della didattica. È difficile infatti immaginare che ci
possa essere buona ricerca e buona didattica quando le spese per il personale arrivano ad
assorbire la quasi totalità, in qualche caso la totalità dell'FFO. Negli ultimi anni
della prima decade del nuovo secolo si è dato così vita ad un sistema di Autonomia
controllata caratterizzato da una notevole prescrittività, da rigide forme autorizzatorie
e da una valutazione dei processi. L'Anvur ha finito con il risentire di questa concezione
dirigista, soprattutto per una serie di applicazione regolamentari in parte distorsive
delle volontà del legislatore, ben espresse fra l'altro in alcuni odg (importanti quelli
di Valditara e altri, con cui si vietava la valutazione individuale, si auspicava una
valutazione agile della produzione scientifica e si auspicava una valutazione dei
risultati, piuttosto che dei processi).
LAgenzia, per una serie di errori
concettuali, in parte dovuti appunto ad una declinazione Regolamentare molto articolata e
complessa rispetto alla legge istitutiva (DPR 1 febbraio 2010 n 76) ed in parte a
comportamenti opportunistici atti a scaricare su un soggetto tecnico e non politico le
decisioni sgradevoli di premialità e sanzione, si è trasformata nel tempo in un ente
inquisitorio e burocratico sempre più legato alla valutazione dei processi (valutazione
ex ante ed in itinere) piuttosto che a quella dei prodotti (valutazione ex post).
Nelle leggi 1/2009 e 240/2010 di riforma
del sistema universitario e della ricerca, lallora Governo in carica, aveva
chiaramente indicato che un sistema di valutazione del prodotto era lo scopo
dellintero sistema di analisi della formazione e ricerca scientifica e della
competitività e sviluppo da esse derivanti. Un OdG dellallora sen. G. Valditara
(relatore per il Governo della L 240/10) identificava, come si è anticipato, proprio
nella valutazione di prodotto (ex post) il significato di tutto il sistema di valutazione.
Al contrario una dilatazione
dellattività dellANVUR, che si è troppo spesso sostituita al Decisore
politico ed al legislatore, ha creato un sistema di Autonomia iper-normata ed
iper-controllata, in cui lutilizzo di indicatori numerici (una vera Dittatura
dellAlgoritmo), che per loro stessa natura rischiano di potere essere distorti per
ottenere il risultato voluto, ha conseguito spesso leffetto contrario a tutto quanto
detto in premessa. In pratica iper-regolamentando tutti i processi si giunge, per assurdo,
alla deresponsabilizzazione completa del singolo e del sistema su cui la valutazione punta
l'attenzione; tutto si riduce solo al premiare il pedissequo assolvimento di tutti gli
adempimenti burocratici necessari. Solo a titolo di esempio per listituzione dei
corsi prevale la sola valutazione della loro aderenza alle varie tabelle ordinamentali e
la loro congruenza con le varie schede di accreditamento (SUA) e per la valutazione della
ricerca si ricorre ad aleatori algoritmi, come dimostrato dagli esercizi VQR e dai
risultati dei Dip. di Eccellenza, spesso incomprensibili e molto costosi, che limitano la
reale valutazione complessiva della produzione scientifica dei singoli, dei Dipartimenti,
degli Atenei, degli Enti e delle Aree scientifiche.
Indubbiamente, come detto, la valutazione
fatta fino ad oggi ha prodotto dei risultati positivi, in termini di conoscenza del
sistema e di stimolo al merito (derivante però più dal timore della valutazione negativa
che da una vera e conseguente premialità), ma anche provocato una serie di distorsioni e
di costi materiali ed umani. |
3.- ESEMPI. Solo per fare alcuni esempi, nelle aree
bibliometriche lattuale sistema di valutazione ha indotto talvolta a pubblicazioni
utili solo ai fini del risultato degli algoritmi o del superamento di soglie
precostituite, come se tutto il resto della attività fosse inutile, riducendo la
possibilità di sviluppo delle piccole aree e di quelle intersettoriali; nelle aree non
bibliometriche ha costretto i ricercatori a pubblicazioni in riviste identificate
dallANVUR stessa come di classe A (ai fini della VQR) costringendo, tra
laltro, a pubblicare solo in quelle della propria area, rinnegando così la tanto
voluta multi e interdisciplinarietà, quando sarebbe bastato indicare alcuni parametri
utili per identificare la rivista di livello scientifico. Ancora, nei dipartimenti si è
dovuto passare alla pratica di adottare linattivo, cioè di aggiungere
il suo nome sulle pubblicazioni di altri, per non causare danno a tutto il dipartimento,
invece di valutare lintera produzione dello stesso. Inoltre, non risulta che si sia
mai fatta una reale valutazione dei costi/benefici di tutto questo sistema: i vari
esercizi VQR e schede AVA, SUA, ecc. quanto costano realmente tenendo conto dei costi
diretti e dei costi indiretti, cioè del tempo/uomo dedicato alla predisposizione di
questa attività?
Bisognerebbe imporre innanzi tutto di valutare la
valutazione: un ente di valutazione valuta in primis se stesso, poi il sistema per la cui
analisi è costituito.
E ora tempo di passare ad una Autonomia responsabile
del Sistema della Alta Formazione e Ricerca a cui faccia da corollario una valutazione dei
risultati e dei prodotti e che premi davvero il merito e sanzioni il demerito. Una
valutazione non solo prescrittiva, ma con una prevalenza di indicazione di buone pratiche,
fatta di poche prescrizioni, che abbia nella flessibilità il suo scopo e nella certezza
del premio e della sanzione il suo strumento forte di induzione al risultato positivo, con
regole ed indicazioni legate alle diversità delle singole Aree scientifiche e dei singoli
Territori in cui la formazione e ricerca incidono e si sviluppano, che tenga conto anche
delle variabili legate alle differenti situazioni e modalità di espressione della scienza
e di produttività e redditività immediata o dilazionata nel tempo della stessa.
4.- PROPOSTE
È necessaria una revisione della
normativa sulla valutazione della ricerca e sullaccreditamento, mirata a una decisa
semplificazione e razionalizzazione, sulla base di nuovi criteri e finalità:
a) ridefinizione delle competenze in materia di valutazione
e di accreditamento, con separazione delle competenze e delle funzioni in materia di
valutazione e accreditamento e riattribuzione al MIUR delle competenze e delle funzioni in
materia di accreditamento dei corsi di studio dopo una sola verifica di congruità
tecnica;
b) attribuzione delle competenze e delle funzioni in
materia di valutazione di sistema a un soggetto dotato di autonomia e terzietà per la
raccolta dei dati (vedi ANPRePS) , elaborazione e pubblicazione di dati statistici
aggregati in tema di frequenza, dispersione, conseguimento di titoli, produzione
scientifica, attività di terza missione delle istituzioni universitarie e degli enti di
ricerca per docente e per le aggregazioni in Dipartimenti e Atenei o Enti;
c) riconoscimento dellesclusiva competenza sulla
valutazione dei singoli docenti e ricercatori e del personale accademico alle istituzioni
universitarie e agli enti di ricerca, nel rispetto dellautonomia didattica,
scientifica e organizzativa riconosciuta dalla Costituzione e dellesclusiva
competenza del docente sulla valutazione degli apprendimenti e dei comportamenti del
singolo studente, quale espressione irrinunciabile e qualificante della professionalità e
della libertà di insegnamento;
d) introduzione di strumenti di semplificazione volti a una
significativa riduzione degli adempimenti amministrativi a cui sono soggetti i professori
e ricercatori e revisione e depotenziamento degli strumenti valutativi basati su esclusivi
indicatori numerici;
e) valutazione della ricerca dei dipartimenti in base a
tutta la produzione scientifica, fatta in modo automatico (vedi ANPRePS) e esclusione
dellANVUR dalla predisposizione delle soglia per lASN che dovrebbe essere
compito MIUR.
f) valorizzazione delle ricerche e delle pubblicazioni
interdisciplinari
Per avviarsi ad ottenere questi risultati
sono auspicabili alcuni interventi:
- Occorre ripensare radicalmente struttura e funzioni
dell'Anvur, magari inserendolo come specifica e autonoma sezione di una agenzia nazionale
di valutazione del sistema dell'istruzione e della ricerca.
- Occorre rivedere le modalità di composizione del comitato
direttivo dell'Anvur. A questo riguardo si dovrebbe passare ad una agenzia di valutazione
del sistema universitario con un CdA strategico che imposti (in accordo con il Decisore
politico) le regole e gli indirizzi di gestione e che sostituisca lattuale CD (in
cui componenti diventano di fatto esclusivamente dediti alla valutazione del sistema di
cui hanno fatto parte). Il CdA invece dovrebbe avere anche compiti di riflessione sul
sistema di valutazione. A questo si dovrebbe aggiungere una componente
Tecnico-Amministrativa che dovrebbe essere gestita da un Direttore Generale competente e
che dovrebbe sviluppare le modalità di attuazione del controllo e di verifica.
- Si dovrebbe fortemente semplificare il sistema di
valutazione come sopra prefigurato riducendo gli adempimenti burocratici e modificando i
regolamenti di classificazione dei prodotti scientifici.
- Si deve eliminare la distinzione fra fasce di riviste. Una
rivista dotata di comitato scientifico internazionale è già idonea ad accreditare le
pubblicazioni ospitate.
- Occorre valorizzare la interdisciplinarietà.
- Si dovrebbe attivare lAnagrafe dei Professori, Ricercatori e
Prodotti Scientifici (ANPRePS prevista dalla legge 1/2009 e basata sulla consultazione
pubblica svolta su tutti i docenti e ricercatori nel 2013-14) che con un unico strumento
consentirebbe in automatico di avere tutti i dati di tutti i docenti e della loro
produzione scientifica.
- Si dovrebbe imporre a tutti i docenti e ricercatori
liscrizione obbligatoria alla banca dati dei valutatori REPRISE al fine di avere
costantemente a disposizione per le varie finzioni tutti gli attori del sistema e di
avvicinare tutti al sistema valutazione della ricerca.
- Si deve prevedere un adeguato pagamento per i valutatori, al di
là del semplice rimborso spese.
- Si dovrebbero, inoltre, riformare gli organismi di consulenza
sulla ricerca come il CNGR (ed il mai attivato CEPR) e di conseguenza modificare il
sistema di valutazione dei progetti di ricerca (PRIN, PON ecc) anche al fine di costituire
un coordinamento (Cabina di Regia) dellallocazione delle risorse per la ricerca
scientifica (vedi allegato, più sotto).
- L'attuale sistema dei prin
non garantisce l'imparzialità della valutazione che deve essere trasparente, fatta cioè
da valutatori che siano conoscibili ed eventualmente ricusabili e che non si limitino a
discrezionali giudizi sintetici senza una motivazione puntuale, coerente e chiara.
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Allegato - PER UN SISTEMA DI
GOVERNO DI RICERCA E INNOVAZIONE
Le prospettive dellItalia sono
indissolubilmente legate alla sua capacità di realizzare un sistema economico basato su
beni e servizi di fascia alta in una continua dinamica basata sullinnovazione.
Questo richiede, tra laltro, capitale umano qualificato e un sistema integrato di
ricerca e di innovazione.
Partiamo dal ben noto presupposto che
lItalia investe risorse finanziarie inferiori di gran lunga alla media OCSE1 ed
altrettanto inferiori sono le risorse umane dedicate alla ricerca e che ciò nonostante i
risultati della ricerca italiana sono mediamente eccellenti rispetto al resto del mondo,
esistono, peraltro, ampi spazi di efficientamento e di migliore organizzazione ed
allocazione delle stesse risorse.
Le problematiche evidenti sono da un lato
la frammentazione del sistema, dallaltro un sistema di Governo che sembra,
soprattutto nel pubblico, rispondere allassioma ti dò poco e ti chiedo
poco; quindi in sostanza una mancanza di governance che amplifica e si alimenta
sulla suddetta frammentazione.
La frammentazione dellattuale
sistema ricerca, specie di quello pubblico, porta in primis ad un insufficiente
collegamento con il sistema innovazione. In Italia il sistema ricerca e sviluppo è
composto da tre reti di ricerca: il Sistema Universitario di Ricerca (SUR), gli organismi
pubblici di ricerca a cominciare dai cosiddetti Enti Pubblici di Ricerca (EPR) e quella
della ricerca industriale (RI). Purtroppo, i singoli componenti di ciascuna rete sono poco
(o nulla) integrati tra loro e ancor meno sono integrate tra loro le tre reti. Si pongono
rilevanti problemi di coordinamento e sinergia allinterno della rete degli EPR (con
recentissimi tentativi virtuosi, ma spontaneistici di coordinamento) ed altrettanto vale
per il SUR (CUN, CNGR e CRUI non hanno mostrato questa capacità né hanno strumenti per
agire in tal senso) ed ancor meno esiste coordinamento fra queste due componenti
pubbliche. La frammentazione del comparto ricerca pubblica è accresciuta dalla presenza,
oltre gli EPR vigilati dal MIUR, di altri Enti pubblici con varie competenze e finalità
scientifico tecnologiche, cosiddetti Enti strumentali vigilati da altri Ministeri (quali
il MISE per lENEA, il Ministero dellAmbiente per lISPRA, il Ministero
della Salute per lISS e per la rete degli IRCCS, il MIPAF per il CRA).
Esistono, inoltre, finanziamenti per
bandi competitivi specifici di vari Ministeri: Ministero sviluppo economico, Ministero del
Lavoro, Ministero Ambiente, Ministero Difesa, Ministero Esteri che rendono il budget reale
dedicato alla ricerca e sviluppo in senso lato del tutto indefinibile.
Il quadro istituzionale è fortemente
complicato, salvo eccezioni virtuose, dalle competenze regionali in materia di
programmazione di gestione di promozione dellinnovazione e di gestione di risorse
mirate allinnovazione provenienti dalla UE con risultati assai spesso deludenti fino
al loro mancato utilizzo.
Un intervento sui processi e sulla
governance del sistema ricerca è di certo più urgente e proficuo di una, pur necessaria,
riforma di riassetto strutturale e di un, pur indispensabile, aumento dei finanziamenti.
1 LItalia investe in ricerca poco
più dell1% del PIL a fronte di una media europea pari a oltre il doppio: lo scarto
è contenuto nellinvestimento pubblico: in Italia circa lo 0,7% del PIL contro 1%
circa di media europea, ma diventa drammatico (dellordine di 0.3 0.4% contro
1%) nel confronto sugli investimenti privati. Queste cifre (che per convenienze fanno
riferimento alla fonte e non al soggetto che spende e quindi includono nella quota
pubblica anche i contributi alle imprese per le loro attività di ricerca) non sono
precise perché variano nei singoli anni e riflettono qualche incertezza e difformità nel
confronto internazionale sui criteri adottati. Inoltre la nostra struttura produttiva,
essendo basata largamente sulle PMI, non ha nemmeno avuto, in momenti più favorevoli
dellattuale nel quale molte imprese sono a rischio sopravvivenza, propensione a
investire in ricerca, né può averla, salvo rare eccezioni, per motivi di dimensione, di
difficoltà nellaccesso al credito, di incidenza degli oneri fiscali. Diversa è la
situazione per le poche grandi industrie high-tech esistenti in Italia che hanno livelli
di investimento in R&D allineati con gli standard internazionali.
Facendo anche riferimento a quanto
avvenuto del tutto di recente negli USA per le politiche di R&D, ed anche nei maggiori
paesi europei a partire dalla Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna, lattività
di Governo del sistema ricerca, sia in relazione al periodo di crisi finanziaria, sia in
relazione alle specifiche prospettive e caratteristiche dei vari Sistemi Paese (in Italia
di certo si deve far riferimento non solamente alla ricerca tecnologica, ma anche a quella
a favore ad esempio della conservazione e diffusione del patrimonio artistico e
culturale), è indispensabile una strategia unificante dei numerosi e talora
incontrollabili rivoli in cui, come suddetto, si disperdono le già scarse risorse.
Non si può non tener conto della
differenza, ma anche complementarietà ed indispensabilità reciproca della ricerca
strategica e ricerca di base (o curiosity driven).
In Italia è particolarmente vivace la
discussione sulla ripartizione delle risorse fra ricerca di base e ricerca applicata; è
pertanto preferibile, in un quadro internazionale, seguire articolazione e dimensionamenti
adottati dalla Commissione EU per il VII Programma Quadro Comunitario che ha visto il 15%
destinato alla ricerca a tema libero (cosiddetta curiosity driven) un altro 15% circa
destinato allo sviluppo di infrastrutture hardware e software di valenza
multi-disciplinare e multi-programmatica e il 70% destinato alla cosiddetta cooperation,
cioè alla costruzione di capacità coordinate tra più soggetti, non solo di diversi
paesi, ma anche espresse, nello stesso paese, dal mondo scientifico, dal mondo
industriale, dal mondo sociale, ma anche dal mondo della domanda qualificata, per esempio
in ambito sanitario o ambientale o dei beni culturali e, infine, sulla costruzione di
piattaforme tecnologiche mirate alle tecnologie chiave abilitanti (core enabling
technologies) ad altra intensità di conoscenza e produttività (es nanotecnologie,
biotecnologie e materiali avanzati, salute e ingegneria, robotica, domotica e aging).
Nel Programma Horizon 2020 è comunque
accresciuta, rispetto al VII Programma Quadro, il peso economico dellinnovazione ed
il sostegno di proposte curiosity driven in quanto sono quelle a maggiore valore aggiunto,
ma con questo dimostrando anche un alto grado di flessibilità del sistema e di modifica
delle strategie in itinere (appunto un governo flessibile e consapevole).
Sulla base di quanto soprariportato, un
sistema di governo/coordinamento centrale del sistema ricerca dovrebbe, senza pretendere
gli eccessi di competitività della ricerca e dirigismo di oltreoceano, adattare al
modello italiano il modello EU, in cui la politica di governo ha da un lato la visione
complessiva delle risorse finanziarie e umane disponibili e dallaltro ha il diritto
e il dovere di assegnare risorse in funzione delle esigenze del sistema Paese. A titolo di
esempio con una percentuale rilevante (tra il 70 e l80%) alla ricerca strategica,
che risponda alle esigenze del Paese, alle sue capacità, alle sue potenzialità e alle
sue sfide sociali; lasciando la restante percentuale a bandi competitivi legati alla
ricerca di base (curiosity driven) dalla quale, come detto, provengono le così dette
grandi innovazioni ed avanzamenti scientifici e sociali.
Tale ripartizione, proprio in funzione di
un sistema coordinato di governo del sistema ricerca dovrebbe essere caratterizzato da una
programmazione a medio termine (almeno triennale), ma anche dalla flessibilità delle
decisioni in funzione di una visione complessiva delle esigenze e della loro evoluzione
anche nei tempi stessi del periodo di programmazione.
Un sistema di governo di ricerca e
innovazione così coordinato avrebbe anche, nel quadro dellattuale politica di
semplificazione ed adeguamento della nostra legislazione al quadro internazionale, la
capacità e la possibilità di aggredire e modificare lattuale normativa farraginosa
e spesso contraddittoria, che rende complessa e non competitiva la nostra capacità di
tradurre in breve tempo i risultati della ricerca in innovazione e sviluppo per la
società (dai brevetti innovativi, alla attrazione di investimenti, alla traslazionalità
delle innovazioni in sviluppo per i territori) anche mettendo a disposizione un Sistema di
Uffici di Trasferimento tecnologico centrali o quantomeno regionali in grado di garantire
la presenza di professionalità atte a a mettere in contatto rapido ed efficace
linventore con limprenditore. |
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