La BCE vuole il sostegno degli investimenti privati e delle esportazioni, ma Renzi oppone autonomia in contrasto con le motivazioni storiche dell'entrata dell'Italia nella UE monetaria, mentre la Governance qui non è cambiata

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.Edizione  di febbraio 2014 - For translation in english, click on: http://translate.google.it/
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UNIVERSITAS  News
Foglio on line sull'università, con  Forum di politica generale aperto a tutti.
Sede in Bologna, via Titta Ruffo 7- Tel  347 9470152 - nino.luciani@libero.it
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NINO LUCIANI * - Direttore responsabile

   * Prof. Ordinario di Scienza delle Finanze, Università.

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Nino Luciani
http://scritti scelti

Comité de Patronage: F. Bonsignori, A. De Paz, Elena Ferracini, Dario Fertilio, Enrico Lorenzini, Nino Luciani, Bruno Lunelli, Marco Merafina, Gianni Porzi, Franco Sandrolini

PAESI VISITATORI:  Italy, United States, United Kingdom, Germany, France, Netherlands, Ukraine, Poland, Russian Federation, Belgium, Canada, Switzerland, Greece, China, Finland, Denmark, Morocco, Spain, Israel, Sweden, Luxembourg, Romania, Australia, Costa Rica, Latvia, Turkey, Brazil, Malta, Austria, Moldova, Republic of Korea, Republic of South Africa, Malaysia, Bulgaria, Slovenia, Tunisia, United Arab Emirates, San Marino, Czech Republic, Egypt, India, Netherlands Antilles, Indonesia, Slovakia, Hong Kong, Croatia, Georgia, Senegal, Vietnam, Brunei Darussalam, Japan, Colombia, Macedonia, Mexico, Peru, Ireland, Aruba, Uruguay, Albania, Belarus, Philippines, Algeria, Portugal, Lithuania, Cote D'Ivoire, Hungary, Europe, Kuwait, Norway, Bolivia, Pakistan, Chile, Togo, Venezuela, Kenya, Panama, Iran.

EDIZIONE DI OTTOBRE 2014

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La BCE è tornata a dirci che la via per
la ripresa del PIL è il sostegno degli
investimenti privati e delle esportazioni.

Con la svalutazione del cambio €/$,
DRAGHI qualcosa è riuscito a fare. Ma in
Italia chi dovrebbe dare il sostegno ?

  Ma Renzi rivendica autonomia decisionale su misura dell'Italia, dimentico della "motivazione storica" che accompagnò la rinuncia dell'Italia alla sovranità monetaria, ossia la carenza di Governance, tuttora immutata.

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UNIVERSITA' DI BOLOGNA:
Codice Etico: un testamento ?

. I peccati dei professori:
  molestie sessuali e morali,
   nepotismo,  favoritismo,
   abuso della propria posizione,
  conflitto di interessi, regalie.
  Il peccato del rettore Dionigi: :oscuramento della informazione  sugli Organi di Ateneo,

SCELTE PUBBLICHE

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RENZI: "E' finito il tempo dei furbi. Contro l'evasione, onore-disciplina".

PADOAN: "Lotta all'evasione per ridurre la pressione fiscale".

LUCIANI:  FONDAMENTO ECONOMICO ED ETICO DELLA EVASIONE FISCALE: Alta fiscalità in rapporto a basse prestazioni dello Stato nell'economia e nel sociale.

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Università del Salento

 

Dal "CORSERA: Gian Antonio Stella, Insegnavi a Yale? Mettiti pure in coda.
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All’Università del Salento più punti a chi ha avuto cattedre negli atenei italiani

Luciani: No comment, ma due domande

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Legge elettorale

Testo Camera. La Corte Costituzionale sul Porcellum.
Nuove proposte:1) Premio
di maggioranza al partito
con il 40% dei voti;
2) Ballottaggio, se nessun partito ha il 40% dei voti; 3) Soglia di sbarramento ai singoli partiti in coalizione;
4) Preferenze

 

SCELTE PUBBLICHE :

renzi-terza via.jpg (4660 byte) Renzi, La terza via della sinistra
e la mia ricerca di un nuovo cammino.
caponnetto  f.jpg (197565 byte) Francesco CAPONNETTO,
Democristiani non utopisti visionari,
ma pieni di ardimento
cantelli gabriele.JPG (42713 byte) Gabriele Cantelli, Prove di Renzi-Berlusconi oltre la terza via, tra
riconoscimenti e coperture ?

FORUM4

FORUM1 - 2014

FORUM2

Tribunale di Perugia, Sentenza n. 109/11, in data 27/1/2011, riammette il prof. Nino Luciani nel Cipur, Clicca su Tribunale di Perugia - Financial Times

Per pagine di edizioni 2011 e precedenti, clicca su:

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Economia

Tag: BCE, Draghi, investimenti privati, esportazioni, Renzi ribelle a UE, autonomia, Italia, motivazioni storiche entrata Italia in UE monetaria, evasione fiscale, Renzi gatto, Padoan volpe, giustificazione differenze fiscali paesi nel mondo, giustificazione economica e morale evasione fiscale, pagare tutti per pagare meno, bugie, come erano trattati i debiti a Roma antica, retta via per abolire evasione, d'Albergo, sicilia, convegno, scienza delle finanze italiana, ARS assemblea regionale siciliana, palermo, palazzo dei Normanni 2014-31-10, legge elettorale Italia, nuove proposte, premio di maggioranza, ballottaggio, soglia sbarramento partiti, voto di preferenza, tag: terza via di Renzi, Caponnetto, democristiani pieni di ardimento, Gabriele Cantelli, prove di Renzi e Berlusconi otre la terza via, Gian Antonio Stella, parodia su universita' del Salento, insegnavi a Yale, due domande

 

.RUBRICA 2014

tag : d'Albergo, sicilia, convegno, scienza delle finanze italiana, ARS assemblea regionale siciliana, palermo, palazzo dei Normanni 2014-31-10

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A Palermo, ARS - Assemblea Regionale Siciliana

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Ernesto d'Albergo


Per l'onore della Scienza delle Finanze italiana nel mondo

e per l'onore della Sicilia.

CONVEGNO IN RICORDO E PRESENTAZIONE
di ERNESTO d'ALBERGO ALLA SICILIA,
NELLE PERSONE DEI SUOI  DEPUTATI REGIONALI
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A PALERMO,  PALAZZO REALE
IL 31 OTTOBRE 2014, ORE 10,30  NELLA SALA GIALLA

In occasione della pubblicazione dell'opera magna, in inglese e in italiano
nella biblioteca digitale dell'Università di Bologna.
Clicca su:
http--amsacta.unibo.it-2571-

BREVE PRESENTAZIONE

Nota biografica
a cura della figlia NELLA.

   Nacque nel 1902 a Noto (Siracusa) da nobile famiglia siciliana.
   Fu legatissimo al padre N. H. Salvatore d'Albergo della Cimarra, illustre avvocato; ed alla madre Nella Scirpa d'Agata.

  Morì a Roma nel 1974. Giace a Noto (Siracusa) nella tomba di famiglia.

   Studiò alla Bocconi dove si laureò nel 1924.
   Dopo un periodo di prova negli uffici amministrativi della Banca Nazionale di Credito, viste le attitudini, ebbe la nomina di responsabile dell'Ufficio Studi della Direzione Centrale della stessa Banca.
    Successivamente, passato alla carriera universitaria, fu per vari decenni Consulente Economico della Sede Centrale del Credito Italiano.

  Nel 1930 conseguì la Libera Docenza e fu Professore Incaricato per la sua disciplina, nella parte concernente la finanza locale, all'Universìtà del Sacro Cuore ed all'Università Statale di Milano.
   Fu professore ordinario di scienza delle finanze a Ferrara, Siena, Trieste, Venezia (Cà Foscari), a Bologna, infine a Roma "La Sapienza".
  A Bologna (1941-55) fu Preside della Facoltà di Economia e Commercio dal 1947

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al 1952. In quel periodo, essendo andata.  distrutta nel corso della guerra la vecchia sede universitaria, egli fece realizzare la nuova sede secondo moderni concettì architettonici e urbanistici, sia pur con qualche riserva quanto al rispetto della tradizionale architettura bolognese.  Nel 1956 ebbe la Cattedra di Scienza delle Finanze alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Universìtà "La Sapienza" di Roma, ottenendo con soddisfazione, dal governo italiano, la separazione della Scienza delle Finanze dal Diritto Finanziario.
   Insegnò a Roma fino al collocamento fuori ruolo.
   Aveva fatto 171 pubblicazioni.

   Dal 1945 e fino alla sua scomparsa, diresse la Rivista Bancaria-Minerva Bancaria.
   Fu presidente dell'Associazíone Nazionale Tributaristi Italiani dal 1952 fino alla sua fine.
   Ebbe per quasi un decennio la Presidenza della Confederazione della Proprietà Edilizia negli anni Cinquanta.
   Nel dopoguerra fu eletto Consigliere Comunale a Milano.
  Nel 1963 fu riconosciuto "Benemerito delle Pubbliche Finanze" dal Presidente della Repubblica G. Saragat e, su proposta del Ministro delle Finanze R. Tremelloni, gli fu conferita la medaglia d'oro.
  Fu insignito del titolo di Cavaliere dell'ordine del Santo Sepolcro, per richiami

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pertinenti del Vangelo nella scienza delle finanze, per il riparto delle imposte.
 
  Vinse il Premio Cremisini e nel 1972 l'Accademia Nazionale dei Lincei gli attribuì il Premio della Fondazione Francesco Saverio Nitti per aver sviluppato per oltre un quarantennio attività di studio e d'insegnamento nelle discipline fìnanziarie, con particolare riguardo alla sfera pubblica.
.Ernesto d'Albergo amò sempre la Sicilia, anche se non furono frequenti i suoi rientri alla terra d'origine.
   Fu legato alla famiglia e alle sue radici familiari, e aveva in animo di scrivere la storia della sua casata, eccelsa nelle Lettere e nel Diritto.
   Rimarchevole un antenato, il Marchese Corradino d'Albergo, patriota e poeta, che nel primo Ottocento organizzò insieme alla moglie Sofia, dì origine Sassone, salotti letterari a Palermo.  Lo stesso Corradino d'Albergo si stabilì nel 1852 a Firenze dove fu Presidente dell'Accademia Pontaniana e dove, dopo la morte, fu sepolto alla Certosa. Ernesto d'Albergo amò profondamente la Toscana che scelse come sua sede di vacanza e di lavoro costruendovi un villino sulle colline della campagna fra Lucca e Pisa, dove amava passare numerosi giorni dell'anno.
    E.d'A. ebbe come allievi Guglielmo Gola, Nino Luciani, Vincenzo Russo, Gaetana Trupiano, Caterina La Mesa, Maria Clara Sellari, Marina Ricciardelli.

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EDIZIONI PRECEDENTI

In margine alle elezioni europee

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Alberto Alessi



Alberto Alessi, Cronaca di una elezione

SIC TRANSIT GLORIA MUNDI

La campagna elettorale europea si è chiusa. ma rimane l'amaro in bocca perchè mai campagna elettorale è stata di così basso tono e di toni. L'errore di tanti leaders è stato quello di volere imitare, in parte, Grillo, ammansatore non compassionevole di altrui ambizioni e cielo negativo, agitatore non di idee ma di provocazioni, a volte incivili e volgarissime. Bisognerebbe ragionevolmente che i morti seppelliscano i morti e, probabilmente "oportet ut scandala eveniant" (e cioè che i partiti democratici abbiano una scossa fortissima), poichè Grillo, sovrano sine pietate di 5 Stelle, tutto vuole distruggere e spesso nelle sue elucubrazioni, mirabilmente gridate, pettina l'aria, cosa che piace a tanti elettori delusi, arrabbiati che si aggrappano anche alle ortiche per disperazione e per rivalsa. La verità è che la distruzione di grandi partiti in Italia, è stata e rimane una grande tragedia nazionale, perché è rimasto un vuoto incolmabile di idee, programmi e uomini e

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soprattutto la ipoteca positiva ideologica, che legava eletto ed elettore, partiti e aderenti, è stata archiviata.
Oggi la ipoteca ideologica di gran parte dei partiti è di non avere ideologia e di non avere più ideali e valori e chi li attua. Meno male che ci sono i corsi e ricorsi storici (di Giambattista Vico) e che la speranza è più forte, a volte, anche più dell'amore e di altri sentimenti meno lodevoli. Ed è appunto la speranza che ha indotto gli elettori a dare largo consenso al PD di Renzi. I Cinque Stelle tornano ad essere cinque stelline ed è stata punita l'arroganza spocchiosa di Grillo, che riempie le piazze perché lo spettacolo, quello satirico e ludico, piace agli italiani, ma piacciono molto meno le sue minacce turbinanti. Ma anche il Centro Destra ha bisogno di una pausa, possibilmente non lunga, di riflessione soprattutto il Nuovo Centro Destra, recepito dagli elettori come formazione nata vecchia e a torto o a ragione forza "utilizzatrice di ultima istanza" del potere, per allargare il proprio

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consenso e non del consenso per amministrare il potere.
Gli Europei ed i loro governanti sono responsabili del loro destino, se in Europa non ci sarà un nuovo Rinascimento, sulla Europa non nascerà una nuova alba, ma un laconico tramonto. Alcuni successi dei partiti e movimenti di ispirazione radicale, antieuropei, antieuro, di estrema destra o sinistra in qualche nazione, sono un segnale forte non solo di disagio sociale, ma sono la piattaforma solida di una forte convinzione ideologica e cioè la certezza che il sistema Europa risente degli acciacchi della vecchiaia. Al PPE ed al PSE, ed alle formazioni partitiche di solide radici democratiche, ma di minore rappresentanza, alle loro classi dirigenti, si presenta l'arduo compito di rivisitare le norme e il programma per costruire un Europa "umana e metafisica" dove l'uomo ritorni a essere al centro dell'interesse e delle iniziative legislative, economiche, culturali e sociali, insomma un Europa nuova per un uomo nuovo.

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EDIZIONI PRECEDENTI


Tra RENZI e GRILLO
chi sarà il vincitore ?

Vinti e vincitori

  Se RENZI  e GRILLO  fossero cavalieri del "tempo che fu", si sfiderebbero con le spade sguainate, sino all'ultimo respiro. Renzi definisce Grillo una specie di profeta delle sventure che tutto distrugge e nulla edifica, e cioè uccide la speranza del futuro !

  Grillo definisce Renzi l' "ebetino" e cioè un leader che ha dei limiti caratteriali, e di comprensione e di apprendimento ?

   A me pare che Renzi dia un giudizio politico su Grillo e non approfondisce i dati caratteriali e fisici e intellettuali di Grillo: li ignora. Grillo, invece, vuole colpire il suo interlocutore cercando di ferirlo mortalmente al cuore, ritenendolo limitato



ed inadatto al delicato compito al quale Renzi è chiamato: Presidente del Consiglio.

   Dal punto di vista della correttezza "istituzionale" dibattimentale, Renzi è obitettivamente più corretto do Grillo. Parliamo naturalmente della forma ed anche della sostanza della nota controversia. Grillo vuole catturare l'attenzione dell'interlocutore elettore con la battiìutaccia , con lo scherno, con il paradosso, con l'insulto verso gli avversari politici, volendo intenzionalmente risvegliare in loro i sentimenti più forti, compreso l'odio, il disprezzo, il dispetti avverso coloro che, secondo il vangelo grillino hanno rovinato e depauperato il


nostro Paese, cioè quasi tutti gli altri attori politici.

   Renzi, invece, vuole sorvegliare sentimenti buonisti e in primis la speranza, poi la fede, la certezza che l'operato del suo governo è l'anticamera di un nuovo Rinascimento del nostro Paese, anche se a volte "spes contra spem".

  Oggi, questa è la trama del nuovo dramma o commedia, che viene rappresentata nel palcoscenico del teatro della politica italiana. Ogni altro attore, se pure credibile, viene oscurato dalla azione dei due protagonisti armati, sino ai denti.

  Vedremo chi cadrà per primo.

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.CRUI - CONFERENZA DEI RETTORI

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Paleari Stefano
Presidente CRUI


DICIOTTO  PROPOSTE  PER  UNA  NUOVA   UNIVERSITÀ.
(Per l'originale, clicca: CRUI )

Sommario degli argomenti:

Autonomia. Competitività. Finanziamento. Semplificazione.

Nota. E' nostro dovere convergere per gli obiettivi dei Rettori, e quindi girare in originale i documenti della CRUI.
  Forse è anche nostro dovere segnalare alla CRUI che occorre superare il pietismo verso il Miur, circa i finanzianenti statali, in quanto la modalità del finanziamento   determina la sostanza del potere decisionale, ma al tempo stesso non si pretendere che il finanziatore pubblico paghi, senza seguire la destinazione del proprio denaro
  Tuttavia, se è vero che, per Costituzione (art.33 ), " le università hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi", l'autonomia non può essere solo organizzativa, ma deve potere svolgersi anche su altri aspetti: in primisi, dotarsi di entrate proprie.
   Il "darsi entrate proprie" non significa solo un modo di rapportarsi con privati, ma anche con lo Stato. E siccome c'è già una legge (la legge 240/2010) che adeguatamente interpretata, potrebbe aprire la via e che invece, se non adeguatamente interpretata, è destinata al cestino.
  Precisamente la seguente interpretazione, pur logica, rischia l'assurdità: "lo Stato finanzia le università in base al costo standard per studente, come calcolato dallo Stato". Il Miur è un vecchio scarpone, e se facesse questo calcolo rovinerebbe del tutto le università.
   Propongo la seguente interpretazione: "Ogni università calcola il proprio costo standard per studente" (come farebbe qualunque scuola privata).
   A quel punto, lo Stato (se vuole inviare studenti) paga la retta o quota della retta, in base a trattativa tra CRUI e Miur. E' implicito che lo Stato sia tenuto ad assumere le proprie responsabilità politiche verso i cittadini e quindi non arretri rispetto al FFO attuale, soprattutto in una fase iniziale, come quella odierna,  in cui paga in termini reali la metà di quanto pagava nel 2001 (prima dell'Euro).
    In questo schema, rimane scoperto il problema degli studenti bisognosi e meritevoli (art. 34 Costituzione).
  Questo è un  problema dello Stato, non delle università. Ma va da che questo aspetto non ne fa parte. In questo senso, il rapporto ipotizzato bilaterale, solo per semplificazione, dovrà essere allargati agli studenti.

CRUI- Conferenza dei Rettori, Verso una nuova Università
Autonomia. Competitività. Finanziamento. Semplificazione. Le 18 proposte della CRUI

Premessa
Il Legislatore e i Ministeri competenti hanno introdotto negli ultimi anni molte norme che, con l’obiettivo di rendere operativa la legge di Riforma 240/2010 e contestualmente di gestire la riduzione dei finanziamenti, hanno finito per ledere pesantemente l’autonomia costituzionalmente sancita delle Università da ogni punto di vista: nel reclutamento, nell’offerta formativa, nella gestione dell’attività di ricerca, nella capacità degli Atenei di rispondere alla sfida delle competitività a livello internazionale. Ciò, indipendentemente dalle condizioni specifiche di contesto e di bilancio delle singole Università.

L’accresciuta competizione nell’Higher Education, in particolare a livello internazionale, la maggiore mobilità degli studenti, la necessità di rendere l’Europa sempre più un’area di libera circolazione per i giovani e per i ricercatori confliggono con gli attuali assetti della nostra Università e le rendono assai difficile competere, gravata com’è da vincoli crescenti e risorse decrescenti.

L’anno che sta per iniziare si delinea per l’Italia ancora come difficile sotto il profilo economico e sociale. Il nostro Paese non può più trascurare le sue Università, proprio nel momento di avvio del programma Horizon 2020 e alla vigilia del rinnovo del Parlamento europeo che precede il semestre di Presidenza italiana.

I sistemi di conoscenza, di cui le Università rappresentano una parte importante, sono essenziali per il rilancio economico, per la creazione di uno spazio europeo della ricerca e per dare una prospettiva ai giovani. Nessun aggiustamento contabile e nessuna legge elettorale possono supplire alla mancanza di una politica verso i giovani e verso i sistemi educativi.

La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane intende al riguardo svolgere un ruolo propositivo, affinché tanto il Parlamento quanto i Ministeri competenti possano considerare nuovi interventi capaci di ridare competitività al sistema in un quadro di sostenibilità. Le proposte che seguono, molte a costo zero e le altre a finanziamento vincolato, riguardano quattro aree che riteniamo strategiche a tal fine: autonomia, competitività, finanziamento e semplificazione.

Alcune prime proposte concrete della Conferenza dei Rettori delle Università italiane

Autonomia
1) Promuovere l’autonomia responsabile, da intendersi come maggiore flessibilità anche in relazione a condizioni di sostenibilità economico finanziaria degli Atenei, sia assolute che relative, in relazione ai miglioramenti effettuati. Nello specifico:

a. Nelle politiche di reclutamento: i vincoli alla composizione del corpo docente devono limitarsi al rapporto tra professori e ricercatori, questo al fine di garantire ai giovani un accesso al sistema;

b. Nelle modalità di spesa: i vincoli ai vari capitoli di spesa non hanno ragion d’essere per gli Atenei che devono competere a livello internazionale e hanno come unico effetto quello di impedire ogni progettualità e di limitare l’attività di promozione delle Università.

2) Promuovere la circolazione dei docenti e dei ricercatori all’interno dei diversi Atenei nazionali mediante mobilità temporanea degli stessi anche finalizzata alla realizzazione di progetti congiunti in campo didattico; si chiede una sorta di “portabilità” che renda le previsioni della legge 240/2010 (art. 6, c. 11, art. 7, c. 3 e c. 5) davvero capaci di incentivare la collaborazione fra Atenei, di sopperire a carenze contestuali e ad esuberi in alcune aree disciplinari, di motivare i docenti e i ricercatori

3) Possibilità di reclutare per un periodo limitato e con logiche flessibili ricercatori e professori stranieri, per lo scambio temporaneo di docenti e relativo inserimento nell'organico ai fini della sostenibilità dell’offerta formativa e dell’accreditamento (Ava)

Competitività

1) Ringiovanire il corpo docente e ricercatore, la cui età media è oggi cresciuta a 51 anni (per i ricercatori 45 anni!) mediante un piano quinquennale per i giovani ricercatori che preveda l’ingresso di 2.000 ricercatori ogni anno, selezionati secondo le migliori pratiche internazionali. Si propone quindi un “Piano Giovani Talenti” mirato a offrire un posto di ricercatore a tempo determinato ai “migliori dottori di ricerca” stabiliti ogni anno da apposito concorso nazionale. Tale piano può essere cofinanziato dalle Università o da risorse esterne al momento delle relative chiamate e sempre su fondi certi.

2) Premiare i giovani laureati favorendo il loro inserimento professionale prevedendo un credito di imposta da utilizzare all’inizio della carriera lavorativa e per un certo numero di anni al fine di ridurre il relativo cuneo fiscale.

3) Prevedere il riconoscimento del titolo di Dottore di ricerca all’interno della pubblica amministrazione e promuovere la sua valorizzazione nelle imprese.

4) Redigere uno schema tipo di “double Appointment” finalizzato a regolare le possibilità di collaborazione per attività scientifica e didattica con Atenei stranieri e che comportano il coinvolgimento di personale docente e ricercatore delle Università italiane.

5) Incentivare i giovani studiosi che svolgono attività di ricerca nel nostro Paese, dotati di PhD e che vengono assunti da Università, Centri di Ricerca, Imprese, mediante l’approvazione di una legge simile a quella olandese in materia di “High skills workers” (The Dutch 30% Ruling for Expats) che riduce per un periodo di tempo il relativo cuneo fiscale.

Finanziamento

1) Rendere effettivo il diritto allo studio per tutti gli studenti meritevoli e privi di mezzi. Il Paese corre il rischio di una desertificazione dei processi di formazione quando, invece, il suo rilancio si fonda proprio su di essi

2) Interrompere la caduta del fondo di finanziamento ordinario (FFO), riportarlo nel triennio 2015-2017 di nuovo sui valori del 2009 e renderlo noto entro il primo trimestre di ogni anno

3) Fare in modo che la parte premiale del fondo di finanziamento ordinario sia incrementale, di premio effettivo per gli Atenei meritevoli. Non è accettabile che “chi va bene subisce meno tagli”.

4) Pervenire a logiche stabili di finanziamento mediante l’adozione di un nuovo modello

5) Far ripartire l’edilizia universitaria, azzerata dal 2001, insieme a un forte snellimento delle procedure per la realizzazione, la riqualificazione e la messa in sicurezza degli edifici prevedendo un piano straordinario per i prossimi 5 anni

6) Attivare canali di finanziamento che si nutrano della detraibilità delle rette universitarie in un quadro che tenga conto delle diverse condizioni di contesto territoriali

Semplificazione normativa e gestionale

1) Elaborare Linee Guida condivise e omogenee per l'applicazione della contabilità economico patrimoniale al fine di rendere chiari e confrontabili i bilanci degli Atenei fino a una loro certificazione

2) Semplificare drasticamente gli adempimenti relativi alle procedure concorsuali e alle prossime, nuove tornate di abilitazione scientifica nazionale

3) Semplificare le procedure relative all'approvvigionamento di beni e servizi specialistici per attività di ricerca (ad esempio, anche rilassando il ricorso al controllo preventivo della Corte dei Conti) e al ricorso di contratti  di collaborazione per i progetti di ricerca, anche con l'inclusione di altre tipologie (ad esempio, contratti di somministrazione lavoro) e la soluzione di alcune problematiche (ad esempio, assistenza sanitaria per assegnisti di ricerca e assimilati), mutuando in ciò le esperienze positive di altri Paesi

4) Condividere un quadro regolatorio nuovo e chiaro per gli Atenei con corsi di Medicina sgravando le Università di oneri impropri.

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EDIZIONI PRECEDENTI

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Ateneo di Bologna:  Linee Guida per la didattica e le relative retribuzioni

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SENATO Accademico TORNA SULLE LINEE GUIDA PER LA
PROGRAMMAZIONE  DIDATTICA E LE  RETRIBUZIONE DEI DOCENTI

Nello specifico interviene sui potenziali conflitti di interesse
tra l'Ateneo e le imprese create da docenti al suo interno  (SPIN OFF)

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LINEE D’INDIRIZZO PER LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DELL’ANNO ACCADEMICO 2014/2015
SOMMARIO

1. COMPITO DIDATTICO
a) Definizione dei compiti didattici dei docenti
b) Definizione dei compiti didattici dei ricercatori
c) Compiti didattici degli assegnisti di ricerca
d) Compiti didattici del personale tecnico-amministrativo
e) definizione di "attività didattica frontale", "attività equivalente alla didattica frontale" e "attività
didattica integrativa"
f) Modalità di assolvimento dei compiti didattici frontali dei docenti di ruolo
g) Il ruolo dei Direttori di dipartimento e dei Presidenti e Vicepresidenti della scuola

2. IL PROCESSO DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Attori coinvolti e rispettive competenze
Fasi della programmazione
Prima fase
Seconda fase
Terza fase.
3. RETRIBUZIONE DEGLI AFFIDAMENTI DIDATTICI
- "professori a tempo pieno
- "professori a tempo definito
- "ricercatori a tempo determinato
- "ricercatori a tempo indeterminato

4. CONTRATTI PER LA DIDATTICA
Tabella dei compensi
Tipo di attività Valore minimo (€/ora), Valore massimo (€/ora)
Valore massimo (€/ora) residenti all’estero
Professori cessati dal servizio per raggiunti limiti d’età.

5. INTEGRAZIONE SPIN OFF
1. Disciplina del conflitto d’interesse tra le Strutture di Ateneo e le società spin off
2. Incompatibilità e conflitto d’interessi per il personale dell’Ateneo che partecipa
alle società spin off
3. Albo informatico delle società spin off, e disciplina transitoria

Nota. Nel settembre 2012 furono approvate dagli Organi Accademici le "Linee guida strategiche e policy operativa in tema di promozione della nuova imprenditorialità e Spin-off", che, anche alla luce delle nuove normative (in particolare Legge 240/2010, cd. Gelmini), definiscono i concetti di Spin-off partecipate e di Spin-off accreditate d’Ateneo, individuano i requisiti necessari affinché imprese possano essere considerate società "Spin-off accreditate dell’Ateneo" e delineano le policy operative per la costituzione e l’accreditamento di imprese Spin-off.
   Le società Spin-off sono imprese, che nascono su iniziativa di personale di ricerca dell’Ateneo (strutturato e non) e  basano il proprio business su beni e servizi innovativi ideati e sviluppati,  valorizzando i risultati delle attività di ricerca svolte in Ateneo.
   Le società Spin-off ( a parte la moralità pubblica di attività privata in luogo pubblico, con utilizzo di strumentazioni pubbliche, sia pur transitoriamente nel tempo - N.d.R.)  sono proposte all'Ateneo come promettenti un potenziale valore aggiunto per l’Ateneo (con quali garanzie, non si sa - N.d.R.) in termini di valorizzazione delle conoscenze dell’Ateneo, di sbocco professionale per laureati e personale d’Ateneo, di convergenza e com

 

 

 

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EDIZIONI PRECEDENTI

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Ateneo di Bologna:  Linee Guida per la didattica e le relative retribuzioni

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SENATO Accademico TORNA SULLE LINEE GUIDA PER LA
PROGRAMMAZIONE  DIDATTICA E LE  RETRIBUZIONE DEI DOCENTI

Nello specifico interviene sui potenziali conflitti di interesse
tra l'Ateneo e le imprese create da docenti al suo interno  (SPIN OFF)

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LINEE D’INDIRIZZO PER LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DELL’ANNO ACCADEMICO 2014/2015
SOMMARIO

1. COMPITO DIDATTICO
a) Definizione dei compiti didattici dei docenti
b) Definizione dei compiti didattici dei ricercatori
c) Compiti didattici degli assegnisti di ricerca
d) Compiti didattici del personale tecnico-amministrativo
e) definizione di "attività didattica frontale", "attività equivalente alla didattica frontale" e "attività
didattica integrativa"
f) Modalità di assolvimento dei compiti didattici frontali dei docenti di ruolo
g) Il ruolo dei Direttori di dipartimento e dei Presidenti e Vicepresidenti della scuola

2. IL PROCESSO DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Attori coinvolti e rispettive competenze
Fasi della programmazione
Prima fase
Seconda fase
Terza fase.
3. RETRIBUZIONE DEGLI AFFIDAMENTI DIDATTICI
- "professori a tempo pieno
- "professori a tempo definito
- "ricercatori a tempo determinato
- "ricercatori a tempo indeterminato

4. CONTRATTI PER LA DIDATTICA
Tabella dei compensi
Tipo di attività Valore minimo (€/ora), Valore massimo (€/ora)
Valore massimo (€/ora) residenti all’estero
Professori cessati dal servizio per raggiunti limiti d’età.

5. INTEGRAZIONE SPIN OFF
1. Disciplina del conflitto d’interesse tra le Strutture di Ateneo e le società spin off
2. Incompatibilità e conflitto d’interessi per il personale dell’Ateneo che partecipa
alle società spin off
3. Albo informatico delle società spin off, e disciplina transitoria

Nota. Nel settembre 2012 furono approvate dagli Organi Accademici le "Linee guida strategiche e policy operativa in tema di promozione della nuova imprenditorialità e Spin-off", che, anche alla luce delle nuove normative (in particolare Legge 240/2010, cd. Gelmini), definiscono i concetti di Spin-off partecipate e di Spin-off accreditate d’Ateneo, individuano i requisiti necessari affinché imprese possano essere considerate società "Spin-off accreditate dell’Ateneo" e delineano le policy operative per la costituzione e l’accreditamento di imprese Spin-off.
   Le società Spin-off sono imprese, che nascono su iniziativa di personale di ricerca dell’Ateneo (strutturato e non) e  basano il proprio business su beni e servizi innovativi ideati e sviluppati,  valorizzando i risultati delle attività di ricerca svolte in Ateneo.
   Le società Spin-off ( a parte la moralità pubblica di attività privata in luogo pubblico, con utilizzo di strumentazioni pubbliche, sia pur transitoriamente nel tempo - N.d.R.)  sono proposte all'Ateneo come promettenti un potenziale valore aggiunto per l’Ateneo (con quali garanzie, non si sa - N.d.R.) in termini di valorizzazione delle conoscenze dell’Ateneo, di sbocco professionale per laureati e personale d’Ateneo, di convergenza e complementarietà rispetto alle attività di didattica e ricerca, di contributo concreto allo sviluppo economico territoriale.
   A marzo 2013 è stato approvato il nuovo regolamento sugli  incarichi extra-istituzionali d’Ateneo, che prevede tra l’altro, in applicazione a quanto previsto nella Legge 240/2010 (cd. Gelmini), alcune regolamentazioni relative all’assunzione di cariche direttive e gestionali in società Spin-off accreditate.
   Da tempo sono stati segnalati potenziali situazioni di conflitti di interesse nei rapporti tra Università e Spin-off accreditate d’Ateneo. Per questo, nel confermare le linee guida, l'Ateneo ha ritenuto opportuno integrare il regolamento in materia di Spin off .
   Su questa base i riferimenti ufficiali venogono ad essere i seguenti due testi, che è possibile vedere cliccandovi sopra, rispettivamente:

  - LINEE D’INDIRIZZO PER LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DELL’ANNO ACCADEMICO 2014/2015, settembre 2012;
  - INTEGRAZIONE DELLE LINEE GUIDA per  SPIN-OFF DELL'ATENEO DI BOLOGNA, 17 settembre 2013.

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EDIZIONI   PRECEDENTI

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Ateneo di Bologna:  Pubblicità dei verbali del Consiglio di Amministrazione
e del Senato Accademico, e degli altri Organi collegiali

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Regolamento in materia di pubblicita' delle deliberazioni
degli organi accademici - ai sensi dell'articolo 3 comma 2 lettera b)
dello statuto di ateneo. D. R. n. 1035/2012 del 5.9.2012
Per il testo integrale clicca su: Regolamento

Luciani: Lettera al Presidente Letta, per indignazione ...
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LETTERA PUBBLICA

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p.c.

-AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI   MINISTRI
- AL MINISTRO DELLA UNIVERSITA'
- ALLA STAMPA

Oggetto: sulle deviazioni dell'Ateneo di Bologna dalla corretta e trasparente comunicazione pubblica della propria attività istituzionale, più rilevante

  Caro Presidente,
leggo dal suo discorso programmatico alla Camera dei Deputati del 29 aprile 2013 il seguente passo: "
autorevolezza del potere che non ha più come in passato il monopolio delle informazioni, ma deve avere il profilo e le competenze per discernere il vero dal falso nel flusso enorme di informazioni presenti nella rete; l'autorevolezza di chi non si accontenta della verosimiglianza e del sentito dire, ma sceglie sempre e solo la verità ed ha il coraggio e la pazienza di raccontarla ai cittadini, anche se dolorosa o brutale".
   Ebbene, come conseguenza della legge Gelmini (n. 240/2010), lo Statuto dell'Ateneo è stato adeguato, e anche il Regolamento sulla pubblicità della attività degli Organi. La legge prevede la partecipazione di tre "membri esterni" nel CdA. Si direbbe che, conseguenzialmente, la legge riconosca al grande pubblico il diritto-dovere di seguire le grandi scelte degli Atenei.
   In alcuni di essi (vedi Torino) è previsto addirittura la possibilità di ascoltare in diretta il dibattito degli Organi.
   A Bologna, era tradizione che i verbali fossero depositati (cartacei) presso le 4 maggiori biblioteche, e chiunque li potesse vedere..
   Ma da settembre 2012 non è più così. In base all'art.5 del Regolamento, i verbali sono accessibili solo a chi ha una particolare password.
   Sono indignato che l'Ateneo di Bologna si ritrovi  molto simile all'Unione Sovietica, sotto questo aspetto.
   Mi attendo una sua chiarificazione.
   Mi attendo anche il punto di vista dei mezzi di informazione, a cui questa lettera viene pure inviata
   Cordialmente. NINO LUCIANI


Stralcio dal Regolamento:

Articolo 1 (Finalità e principi)
1. Il presente regolamento, ai sensi dell’Art 3 comma 2 lettera b) dello Statuto di Ateneo, disciplina le modalità mediante le quali l’Ateneo garantisce adeguata pubblicità delle deliberazioni assunte dagli  Organi Accademici e degli atti che compongono i relativi riferimenti.
........
Articolo 2 (Ambito di applicazione)
1. Sono pubblicati gli atti adottati dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione, dalla Consulta del Personale Tecnico Amministrativo, dalla Consulta dei Sostenitori, dal Consiglio degli Studenti e dal Consiglio di coordinamento dei Campus.
......
Articolo 3 (Oggetto della pubblicazione)
1. Sono consultabili in un formato atto a garantire la piena accessibilità alle informazioni, suddivisi per singoli Organi e raccolti in ordine cronologico, in base alla data della seduta:
........
Articolo 5 (Modalità della pubblicazione)
1. La pubblicazione avviene mediante le tecnologie più idonee, utilizzando la rete Intranet di Ateneo.
L’accesso è consentito a tutti i titolari di credenziali istituzionali abilitati all’accesso alla medesima rete.
......
Articolo 5 (Modalità della pubblicazione)
1. La pubblicazione avviene mediante le tecnologie più idonee, utilizzando la rete Intranet di Ateneo.
L’accesso è consentito a tutti i titolari di credenziali istituzionali abilitati all’accesso alla medesima rete.
(Nota della Redazione: Non solo la visione è impedita al grande pubblico esterno, ma anche alla generalità degli interni, in quanto solo alcuni hanno la password dentro INTRANET)

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                            EDIZIONI PRECEDENTI

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Dopo la crisi dello scorso anno


VERSO UN NUOVO REGOLAMENTO
per  lo "EMERITATO"

  Nota. L'istituto dell' emeritato era entrato in crisi, lo scorso anno, in seguito al fatto che, a Giurisprudenza, erano state bocciate candidature eccellenti.
      Il fattore scatenante era stato il peso dei ricercatori, nelle votazioni.
      Il ricorso al TAR sosteneva che per l'emeritato alla I Fascia, dovesse valere solo il voto dei professori di I Fascia.
      Il Rettorato sta cercando di resuscitare il morto (si vegga sotto).
   NO COMMENT sulle proposte del Rettorato, considerato che, ai fini delle abilitazioni scientifiche nazionali, è già in vigore la imprescindibilità dei requisiti oggettivi, come presupposto per passare all'esame di merito (circa i contenuti scientifici). Invece, per il nuovo Regolamento si rimane alla genericità ante-deluviana, e anche il quorum è abbastanza vuoto (il riferimento e' ai "partecipanti" alla riunione, non "ai membri di diritto"). Basta qualche minaccia a non andare in Consiglio ...

Seduta: 19.03.2013 - Senato Accademico.

REGOLAMENTO PER LA PROPOSTA DI RICONOSCIMENTO DEL TITOLO   DI  PROFESSORE EMERITO.

   Fatto. L' Ateneo aveva disciplinato le modalità con cui i Dipartimenti proponevano al Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca il conferimento del titolo onorario di Professore Emerito attraverso le Linee Guida, approvate dal Senato Accademico in data 28 Giugno 2011.
   Esse avevano individuato i requisiti oggettivi e soggettivi necessari per proporre la candidatura di un docente all' emeritato, ne stabilivano la verifica da parte di un.apposita Commissione e fissavano le regole per la composizione e la votazione della proposta da parte del Consiglio di Dipartimento; si stabiliva in particolare che il Consiglio di Dipartimento, convocato nella composizione ristretta limitata ai professori e ricercatori, dovesse approvare la proposta a maggioranza dei due terzi degli aventi diritto con votazione a scrutinio segreto.

   Ma, a decorrere dall'entrata in vigore delle citate Linee Guida, si è determinata una situazione di impasse, in cui il Rettore non ha potuto proporre il riconoscimento del titolo di Professore Emerito per nessun candidato a causa del mancato raggiungimento del quorum costitutivo necessario per procedere alla votazione oppure del mancato raggiungimento del quorum deliberativo in seno agli organi collegiali competenti. Alcune Facoltà hanno autonomamente sospeso le procedure volte a definire le candidature all'emeritato, ritenendo opportuno rinviare la delibera ai nuovi Consigli di Dipartimento.

   La accresciuta consistenza numerica di molti Dipartimenti non ha, poi, permesso di superare le difficoltà emerse nei Consigli di Facoltà e di raggiungere le soglie numeriche richieste dalle Linee Guida.

   Inoltre, le Linee Guida sono state oggetto di un contenzioso innanzi al TAR Emilia Romagna.
   Ne è emersa la opportunità di procedere alla loro riforma al termine della fase giudiziaria di primo grado ed alla luce dei contenuti della sentenza TAR.

   Nel frattempo, per evitare pregiudizi ai candidati, il Senato Accademico aveva approvato la sospensione del termine di decadenza delle candidature, corrispondente a due anni a partire dalla cessazione dal servizio, per i docenti cessati dal servizio a decorrere dal 13 Luglio 2009.

  In queste condizioni, nella seduta del 19 marzo 2013, il Rettore ha proposto la abrogazione delle citate Linee Guida e la introduzione di un nuovo Regolamento.

   Per quanto riguarda il numero delle firme a sostegno della candidatura, la proposta è:
   - che essa sia sostenuta dal 15% dei professori di I fascia appartenenti alla medesima Area scientifico disciplinare di elezione del Senato Accademico;
   - il numero della coorte è individuata al momento della presentazione della proposta.
   - E' necessario sostenere la candidatura attraverso la presentazione di tre lettere sottoscritte da professori di prima fascia di altri Atenei italiani o stranieri.
     In merito alle regole di funzionamento dell'organo deliberante, il Consiglio di Dipartimento sarebbe validamente costituito, se in presenza della maggioranza assoluta dei professori e ricercatori a tempo indeterminato e determinato, dedotti gli assenti giustificati: ogni singola proposta è approvata con il voto palese favorevole di almeno due terzi dei partecipanti.
   - che sia istituito un Comitato di Garanzia, composto dal Rettore e da cinque membri nominati, che rimangono in carica per tre anni.
    Il Comitato dovrebbe valutare la proposta di candidatura approvata dal Dipartimento e, dopo aver eventualmente acquisito pareri da esponenti della comunità scientifica del candidato, l'approverebbe a maggioranza di due terzi dei componenti.
    Una seconda modalità di proposta dell'emeritato potrebbe essere che essa possa avvenire a iniziativa del Rettore.  In presenza dei requisiti oggettivi e soggettivi individuati nel regolamento, nonché di particolari meriti o servizi resi a favore dell'Ateneo, il Rettore proporrebbe la candidatura al Comitato di Garanzia e, qualora sia approvata con la maggioranza di due terzi dei componenti, la trasmetterebbe al Senato Accademico.

   Innfine il Senato, nella composizione limitata alla rappresentanza dei docenti, deliberebbe l'.accoglimento della proposta a maggioranza assoluta dei partecipanti.

   In via transitoria, le proposte di candidatura già avanzate e non accolte dai Consigli di Facoltà o di Dipartimento in base ai criteri definiti nelle Linee Guida abrogate, dovrebbero potere essere ripresentate fino al 31 Ottobre 2013.
   NULLA CI RISULTA CIRCA LA VOTAZIONE DEL SENATO SULLA PROPOSTA, PERCHE' I VERBALI SONO SECRETATI.

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Edizioni precedenti

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Accademia Nazionale dei Lincei

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PREMIATO

PROF. MAURO FABRIZIO,  DOCENTE  DI FISICA MATEMATICA
DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA

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** Un risultato scientifico particolarmente importante, ottenuto in un recente lavoro del 2008, riguarda lo studio di un modello matematico in grado di ben descrivere, utilizzando l'equazione di Ginzburg-Landau, la transizione acqua-ghiaccio e soprattutto liquido-vapore. Infatti per questo ultimo caso il modello è in grado di spiegare i risultati sperimentali del diagramma liquido-vapore di Andrews e correggere così il comportamento anomalo presente nel classico modello di van der Waals, che fino ad ora veniva "risolto" con un procedimento euristico proposto da Maxwell.
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                             Nota. Per una visione delle pubblicazioni di M. Fabrizio, clicca su: CV.pdf

 

Edizioni precedenti

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Nino Luciani, SCRITTI  SCELTI
di Economia e di Scienza delle finanze,

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Qui sotto, l'elenco degli Scritti. Per una visione del volume, clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/

Edizione digitalizzata dell’Università di Bologna:

Elenco degli SCRITTI SCELTI, Bologna, Università, 12 giugno 2012

(List of SELECTED WRITINGS, Bologna University, June 12, 2012)

1971,

Intorno alle proposizioni Fisheriane sul concetto di reddito. Il capitale e il reddito: l’uno, alternativo all’altro e viceversa. (Around Fisherian propositions on the concept of income. The capital and income: the one alternative to the other and vice versa), Giuffrè, Milano 1971, pp. 122 (textbook) .

pag. 5

1973, "Pressione fiscale internazionale e sua interpretazione. Studio degli effetti comparati del fattore fiscale di genesi interna ed estera, sulla crescita del PIL, in termini di moltiplicatore di mercato aperto. ("International fiscal burden and its interpretation. A comparative study of the effects of fiscal factor from domestic and foreign origin, on the growth of GDP, in terms of multiplier open market), Rome, Ministero delle Finanze, Tributi 1973, pp. 36.  

pag. 126

1975, "Effetti delle imposte sull'offerta individuale di lavoro . Rimozione dell’imposta sul reddito." ("The effects of taxes on individual work supply. Removal of income tax." , Rome, Ministero delle Finanze, Tributi 1975, pp. 21.


pag. 161

1978, "Scelta dell'investimento in rapporto al rischio e imposte sul reddito e sul patrimonio". ("Selection of investments in relation to risk and taxes on income and on capital"), Rome, Rivista di Politica Economica 1978, pp. 57.


pag. 181

1984, "Problemi di efficienza della spesa pubblica locale. Il calcolo della dimensione ottimale dei Comuni, in teoria pura". ("Problems of efficiency of local public expenditure. Calculation of the optimal space, in pure theory). Rome, Rivista della Guardia di Finanza 1984, pp. 39.
pag. 238
1985, "Condizioni per la parità del gettito delle imposte diretta e indiretta e applicabilità del teorema di Pantaloni-Barone alla politica finanziaria". ("Conditions for the equality of the revenue from direct and indirect taxes and applicability of the "Pantaleoni-Barone Theorem" to the financial policy"). Rome, Tributi 1985, pp. 11.
pag. 269
1987, "Efficacia della manovra dei prezzi pubblici nel controllo dell'inflazione da costi". Studio sulla base di un modello di equilibrio generale ". ("Effectiveness of the adjustment of public prices in controlling inflation from costs. A study based on a general equilibrium model"). Rome, Rivista di Politica Economica 1987, pp. 42.
pag. 288
1990, "Ritiro e innovazione degli impianti industriali: calcolo di convenienza, anche considerando l'imposta sui profitti. Nuovo metodo per l’impostazione del calcolo di convenienza". ("Retirement and innovation of industrial plants: evaluation of convenience, considering the tax on profits, too. New method for setting the calculation of convenience), Rome, Rivista di Impiantistica Italiana, 1990, pp. 8.
pag. 330
1992, "Economia delle scelte pubbliche di beni e servizi. Teoria pura fondata sull’individualismo metodologico". (Economics of public choices of goods and services. Pure theory founded on individualism methodological) , Franco Angeli, Milano 1992, pp. 142 (textbook).
pag. 346
1992, "Il "rate of return" nella valutazione e scelta degli investimenti". Metodologia per il corretto calcolo e uso del TIR ". ("The" rate of return" in the valuation and choice of investments. Methodology for the proper calculation and use of the TIR), Rome, revew "Economia, società istituzioni", LUISS, Rome, 1992, pp. 21. Anche pubblicato in revew "Impiantistica italiana", Editoriale PEG S.p.A, Milano, 1992, pp. 21.
pag. 469
1993, "I problemi della transizione dell'Italia dallo Stato al mercato", Comunicazione al Forum di Saint Vincent, ". ("The problems of the transition of Italy from the "State" to the "Market". Communication to Forum of Saint Vincent "), "1993, Dove va l'economia italiana", di Jader Iacobelli, ed. Saggi Tascabili Laterza.  

pag. 492

1997, "Federalismo fiscale concorrenziale per l'Italia: Regioni o Comuni? Come accordare il potere fiscale di molteplici enti territoriali con la "unica" tasca del contribuente ". ("Competition in fiscal federalism in Italy: Regions or Municipalities ? How to tune the taxing power of multiple local authorities with the"unique "pocket of the taxpayer), in revew TRIBUTI, n. 7, 1997, Ministero delle Finanze, pp. 13. Discussed at the SIEP meeting of 1997. Anche pubblicato in review "La Finanza Locale", maggio 1997, Maggioli Editore, Rimini.  

pag. 499

1998, "Comunicazione interattiva, scelte pubbliche, stampa elitaria e democrazia diretta". ("Interactive communication, public choice, print elitist and direct democracy), Scientific Communication at Session 5.B: "Constitutional Rules of Direct Democracy" of the international meeting "Constitutional Issues in Modern Democracies", University of Messina, Sept. 25-27, 1997. Published in revew "Economia, Società Istituzioni", LUISS, Rome 1998, pp. 42.  

pag. 535

2002, "Nuovo meccanismo per l'efficienza della Pubblica Amministrazione. Dato un budget, il Dirigente è remunerato in base al saldo di bilancio, associatamene al controllo esterno sulla effettività dei servizi pubblici". ("New mechanism to promote the efficiency of Public Administration. Given a budget, the manager is remunerated at the balance, in combination with external control on the effectiveness of public services). Communication at the Meeting "Politica Fiscale, flessibilità dei mercati e crescita, SIEP, Pavia 2000. Pubblicato in revew "Economia, Società Istituzioni", LUISS, Rome 2002, pp. 27.  

pag. 577

2002, "Nuovo metodo di misurazione del progresso tecnologico, e applicazioni per l'Italia. Anche applicazione all’I.V.A. per incentivare il progresso "utilizzatore di lavoro". "Approfondimenti ai settori produttivi, di Manuel Boarini. ("A new method of measurement technological progress, and applications for Italy. Too application VAT to stimulate progress "user job". "Further to the productive sectors, by M. Boarini), rev. "Economia, società istituzioni", ed. LUISS, Roma 2002, pp. 28 e rev. "Economia, Società e Istituzioni, ed. LUISS, Roma 2005.  

pag. 600

2003, Ernesto d'Albergo, la Scienza delle Finanze e il problema di una "regola sicura" di decisione collettiva, a supporto del "Secondo teorema dell'economia del benessere". (Ernesto d'Albergo, the Science of Finance and the problem of a "safe rule" decision for the collectivity, to support the "Second Welfare Theorem".), rev. "Economia, società istituzioni", ed. LUISS, Roma 2003, pp. 22.  

pag. 668

2005

ECONOMIA GENERALE, Libro. Argomenti: Economia di mercato e dell’impresa, Economia pubblica e Politica economica, Economia internazionale, Metodologia per la valutazione e scelta degli investimenti, tenuto conto dell’imposta sul reddito (Texbook, GENERAL ECONOMY. Topics: Market economy and enterprise, Public Economics and Economic Policy, International Economics, Evaluation and selection of investments taking into account income tax), Franco Angeli, Milano 2005. pp. 520.
Nota. Disponibile solo in Biblioteche, oppure in Libreria perchè coperto dai diritti dell’Editore.

2009,

"Il "2° criterio paretiano", d'Albergo e la scienza delle finanze" (The "2d pareto's criterion", d'Albergo and the Science of public finance), 2009, Saggio annesso al Libro di Ernesto d'Albergo, Economia della finanza pubblica, 2009. Edizione digitalizzata a cura di Nino Luciani.
Nota. Disponibile in: http://amsacta.cib.unibo.it/archive/00002571/, Documento PDF , pp. 408-446.
2012 "Da Attilio da Empoli ad Ernesto d’Albergo. La teoria degli "sgravi fiscali" nelle visioni di "equilibrio generale" e di "macroeconomia"??. "Anche un nuovo caso di moltiplicatore del reddito, pari alla "unità" (come nel "teorema di Haavelmo") in ipotesi di sgravio da imposta indiretta, bilanciato da aggravio di imposta diretta, senza variare la spesa pubblica". (From Attilio da Empoli to Ernesto d'Albergo. The theory of "tax reductions" in the visions of "general equilibrium" and "macroeconomics". "And a new case of income multiplier, equal to the "units" (as in "Haavelmo theorem") in the event of remission of indirect taxes, balanced by a direct tax burden, without changing the public expenditure", in: ATTILIO DA EMPOLI (1904-1948), Uno studioso partecipe del suo tempo, a cura di M. Di Matteo e E. Longobardi, Convegno di Bari 2004, Franco Angeli, Milano 2012, p. 179.  

 

Pag. 689

 

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EDIZIONI PRECEDENTI
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A Bologna, in piazza Maggiore, sotto la statua di Gregorio XIV, il grande papa dello "Studio Petroniano"

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Bologna, Rettore presenta la nuova   "squadra dei ProRettori"
al nuovo Consiglio di Amministrazione

( peraltro già insediato, senza che il verbale
di nomina sia approvato dal  Senato )


Soluzioni interlocutorie per le Deleghe ai Dirigenti
e  responsabilizzazione "precaria" dei ProRettori
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COMMENTO di NINO LUCIANI

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                           - Emilio Ferrari (prorettore Vicario),
                           - Guido Sarchielli (prorettore per le sedi della Romagna),
                           - Gianluca Fiorentini (prorettore alla didattica),
                           - Dario Braga (prorettore alla ricerca),
                           - Roberto Nicoletti (prorettore agli studenti),
                           - Carla Salvaterra (prorettore alle relazioni internazionali),
                           - Patrizia Tullini (prorettore al personale),
                           - Sandro Sandri (prorettore al bilancio).
 



La delibera del CdA sulle Deleghe ai Dirigenti Amministrativi
(29 maggio 2012)

   Nel corso della riunione, è stato riferito che la realizzazione del nuovo assetto  degli Organi di governo dell'Ateneo e delle relazioni con l'amministrazione, previsto dal nuovo Statuto, determina la necessità di un ripensamento complessivo anche delle deleghe.
 
  C'è, poi, la circostanza che per alcune deleghe è cambiato anche l'organo delegante (il Direttore Generale, in luogo degli Organi Accademici).

   Il nuovo Statuto dispone, sul piano generale, che le deleghe sono conferite con delibera approvata a maggioranza assoluta dei componenti, nel caso di organi collegiali, per oggetti definiti o materie determinate, anche corrispondenti a settori organici. Inoltre, le deleghe sono conferite per un periodo di tempo determinato comunque non eccedente la durata in carica dell'organo delegante.

    In vista del riassetto, è emersa, al tempo stesso, l'esigenza di assumere decisioni transitorie per la attribuzione di deleghe ai Dirigenti dell'amministrazione generale' per assicurare la continuità operativa nelle attività dell'Amministrazione.

    In conclusione il CdA ha deciso la riconferma di una parte delle deleghe già esistenti, per quanto compatibili e per un arco temporale limitato dalla ridefinizione complessiva degli ambiti di delega, o di specifiche linee di indirizzo da parte degli Organi Accademici e del Direttore Generale e comunque non oltre il 31 luglio 2012.

Nino Luciani, Modo precario della nuova SQUADRA
e proposta per la "retta via" (Deleghe ai ProRettori)

  Da anni è stata notata una qualche prevaricazione (peraltro legittima) della Amministrazione, sui professori, sia pur (quest'ultimi) nella loro veste di membri di Organi Accademici collegiali o monocratici.
   Questo ha danneggiato l'efficienza dell'Ateneo, in quanto i burocrati, pur preziosi per la conoscenza delle leggi e dei meccanismi burocratici, sanno poco del funzionaento della "vera università" (quella che fa gli insegnamenti, gli esami, la ricerca).
   Una soluzione, su cui pareva ci fosse ampio consenso nella base accademica (emerso nei dibattiti elettorali del rettore), era che la Amministrazione fosse suddivisa in un determinato numero di settori, sul modello del Governo nazionale o degli enti locali (dove per ogni settore c'è un apposito ministero o assessorato, ad es. dell'Agricoltura, del Turismo, ecc.), a capo dei quali fosse messo un ProRettore.
   Dalla presentazione della SQUADRA, fatta dal rettore, "sembrerebbe" che sia così (ad es., Fiorentini ha il compito della didattica, Salvaterra ha il compito delle relazioni internazionali ....).
  Ma non è così . Sono compiti attribuiti alla persona, dal rettore, e sui quali i ProRettori riferiscono al rettore, come suoi fiduciari, il quale decide, infine.
  Non è questa la "retta via". Il rettore dovrebbe riservarsi le funzioni di indirizzo e controllo; e ai Pro-Rettori dare "delega" con potere di firma e di rapporto diretto con un proprio settore di competenza.
  In questo modo il rettore viene sgravato dagli infiniti gravami amministrativi di un Ateneo così grande come il nostro (e che lo riducono, di fatto, a mero firmaiolo, senza potere controllare niente nei fatti, con rischi penali ... ecc.).
  Al tempo stesso i Pro Rettori sono responsabilizzati, ed hanno una propria dignità, e l'Amministrazione ne riceve sicuramente un vantaggio in termini di luce.
  Questo adempimento è divenuto fondamentale, in seguito alla legge Gelmini, in quanto i Presidi sono stati espulsi dal Senato. Essi erano tradizionalmente gli interlocutori dell'Amministrazione, ed è polvere il peso che i direttori di dipartimento hanno oggi nel Senato (al posto dei Presidi).  N. LUCIANI

 

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BOLOGNA, UNIVERSITA'  NOMINA  CONSIGLIO  DI   AMMINISTRAZIONE
RIFORMATO EX-LEGE  GELMINI

Il rettore "vince ma non convince"
( meglio dire: al più, sarà  portavoce dei   Dirigenti Amministrativi ).

Nominato il candidato della Consulta del Personale tecnico e amministrativo.
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Fiducia che Becket, fatto arcivescovo di Canterbury perchè "amico del re", si conservi "servo di Dio"

Membri,  totale 11 (durata 3 anni, salvo 2 per gli studenti, rinnovabile una volta):

- Rettore: Ivano Dionigi, Prof. Ordinario di Letteratura Latina; Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica;
- Rappresentanti degli studenti, 2: Davide Pianori, Josephine Lattari;
- Membri interni 5: Andrea Battistini (Professore Ord. di Letteratura italiana, già Direttore del Dipartimento di Italianistica, dell'Osservatorio della Ricerca
      e del Collegio Superiore), Corrado Benassi (Professore Ord. di Economia politica e Preside della Facoltà di Economia sede di Rimini),
     Giovanni Corazza (Professore Ord. di Telecomunicazioni e Direttore del Dipartimento di Elettronica, Informatica e Sistemistica), Loris Giorgini
     (Ricercatore Prof. in Chimica industriale, già membro del precedente Consiglio di Amministrazione), Marina Timoteo (Professore Ord. di Diritto privato
      comparato, vice Preside della Facoltà di Giurisprudenza e Co-direttrice dell'Istituto Confucio).
- Membri esterni, 3: Isabella Seragnoli (Presidente di Coesia SpA), Pier Giuseppe Dolcini (avvocato, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio
     di Forlì),  Massimo Mantovani (Avvocato, Direttore Affari legali dell'Eni SpA e Membro del Consiglio di Amministrazione di Snam Rete Gas SpA).

NOTA: Vedi sotto, per il Senato Accademico


INTERSINDACALE UNIVERSITARIA DI BOLOGNA

CISL Universita’ – CNU Comitato Naz.le Universitario – CoNPAss Coordinamento Naz.le Proff. Associati BO – "Docenti Preoccupati" – FLC CGIL Universita’ di Bologna – SUN Universitas News – UIL Ricerca Universita’ AFAM
Sede, via Giacomo 20, Universita’ di Bologna - Tel. 347 9470152

 COMUNICATO del 12 maggio 2012

Il processo di designazione dei nuovi Consiglieri di Amministrazione,
ovvero come il Rettore Dionigi sta regolando i conti con l'Intersindacale

   L' 8 maggio scorso il Comitato di selezione nominato dal Senato Accademico, al fine di vagliare le candidature alla carica di consigliere d'amministrazione, ha concluso i suoi lavori; e ai Senatori e' stata consegnata la rosa dei candidati che hanno superato il vaglio del Comitato stesso: - 28 i candidati interni e 15 i selezionati; - -ben 31 candidati esterni e 9 i selezionati. In entrambi i casi i candidati erano esattamente il triplo degli eleggibili. Mercoledì 16, a tappe forzate, il Senato si riunira' per votare.

   Una prima considerazione riguarda la bassissima trasparenza di tutta la procedura: l'elenco dei candidati non e' pubblico, come del resto non e' pubblico l'elenco di chi ha superato la selezione. Nel sito intranet di Ateneo non vi e' alcuna traccia di queste operazioni; vaghissimi i criteri che risulterebbero adottati, piu' adatti forse ad una giustificazione ex post delle scelte fatte, che a render conto pubblicamente di come si scelgono i futuri amministratori di una prestigiosissima Istituzione pubblica.

   Una seconda considerazione rileva che, caso vuole, nessun candidato, che abbia espresso pubblicamente posizioni critiche verso lo Statuto approvato dagli organi accademici nel luglio del 2011, ha superato la selezione. Tutti inadeguati alla carica ?

   Anche per il Senato non era andata molto meglio: che i senatori siano stati eletti non assicura infatti di per se' il funzionamento di una democrazia rappresentativa, tanto piu' che la loro elezione e' avvenuta in un contesto che ha visto diffusamente coincidere ill numero dei seggi esprimibili per area con il numero dei candidati stessi.

   Tutta l'operazione di rinnovo degli organi accademici sembra dunque concludersi all'insegna del "compattare i ranghi" e dell'affinita' stretta tra gli eletti negli organi ed il Rettore, assieme al gruppo dirigente a lui vicino.
   Questo non ci stupisce, visto lo scontro aperto all'epoca del referendum sullo statuto, e vista la sordita' a recepire il bisogno di democrazia che questo rappresentava. Un governo dei "tecnici e dei migliori" anche per l'Universita' di Bologna? Ce lo auguriamo vivamente, malgrado tutto.
   E, responsabilmente, continueremo a giudicare dalle scelte che sapra' fare."

Il commento sul Consiglio

Gianni Porzi, Riflessione sulla costituzione
del nuovo Consiglio di Amministrazione

   Ritengo che tale vicenda, tutt’altro che esaltante perché non fa onore alle tradizioni democratiche dell’Ateneo e della città di Bologna, meriti una riflessione.    Il prof. Capano, in un corsivo del tutto condivisibile, apparso sul Corriere di Bologna del 17 maggio u.s., afferma : “Ancor più dell’esito, fa riflettere il modo in cui si è arrivati alle nomine” (io aggiungerei che anche l’esito

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Gianni Porzi

lascia qualche perplessità); poi continua “Spiace che il nuovo Senato di UniBo abbia abdicato alla responsabilità di essere l’autonomo rappresentante di tutto l’Ateneo, accettando un ruolo subalterno e finendo così per ratificare (e non scegliere) la cinquina del Rettore quasi all’unanimità”. Più che dispiacere direi che la cosa è deprimente/sconcertante perché non fa onore all’Alma Mater; tuttavia, chi come me ha fatto parte di entrambi gli Organi Accademici (per ben 9 anni), non si meraviglia affatto : è infatti normale che gli OO.AA. ratifichino con maggioranze larghe (a volte quasi bulgare) ciò che è stato deciso altrove.     Comunque, certe situazioni, quale quella che si è verificata in questi giorni, non piovono all’improvviso dal cielo, ma sono la conseguenza a cascata di fatti accaduti in precedenza. Andiamo quindi per ordine e partiamo dal 2009, anno in cui venne eletto l’attuale Rettore.       A mio avviso, ma non solo mio, l’Ateneo non fece la scelta pensando alla “politica universitaria”, ma piuttosto ad un altro tipo di politica, cioè la “politica partitica” ed oggi le conseguenze di questa opzione tipicamente ideologica sono evidenti.     Alla fine del 2010 arriva poi la Legge Gelmini che, tra le varie novità, non tutte condivisibili, impone che i Consigli di Amministrazione degli Atenei siano costituiti da “personalità italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un’esperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla qualificazione scientifica culturale”, requisiti che non vengono invece richiesti ai Rettori che presiedono il CdA (probabilmente l’allora Ministro Gelmini non voleva inimicarsi la CRUI  !).     A fine luglio 2011, il S.A. varò il nuovo Statuto, dopo il parere favorevole del CdA, con 6 voti contrari (il sottoscritto, il Dr. Bigi, la Dott.ssa Maltoni, il Dr. Pontieri, la Signora Zago e il Sig. Lopriore) e 18 favorevoli. E questo è il passaggio i cui effetti, a mio avviso negativi, sono sotto gli occhi di tutti. Infatti, lo Statuto non prevedeva l’eleggibilità, quantomeno dei membri interni, come da me suggerito (opzione che fu invece adottata dal Politecnico di Torino e dalle Università di Genova, Pisa, Firenze, Palermo, Trieste e Parma), ma la nomina dei Consiglieri sulla base di una rosa di candidati scelti da un Comitato di selezione nominato, sostanzialmente, dal Rettore. In conclusione, il precedente Senato nomina il Comitato di selezione “proposto” dal Rettore, il nuovo Senato “ratifica” la scelta dei Consiglieri fatta sempre dal Rettore.      Da ciò risulta evidente che i vari passaggi altro non sono che la logica conseguenza di ciò che è avvenuto nello step precedente. Vorrei tuttavia essere molto chiaro e onesto : la responsabilità di quanto accaduto nel nostro Ateneo è degli Organi Accademici che nelle varie occasioni hanno rinunciato a quel ruolo decisionale, di grande responsabilità morale/politica, che compete loro e accettato un ruolo subalterno finendo così per ratificare le scelte/decisioni del Rettore. Se gli Organi Accademici non hanno il coraggio di assumere decisioni in piena autonomia e subiscono passivamente quelle prese da altri, ebbene, evidentemente “possono essere tagliati anche da un grissino” (come dice una nota pubblicità).      Ora, lascio ai lettori stabilire se nell’Ateneo bolognese vige la democrazia, la trasparenza delle procedure, oppure una, a mio avviso preoccupante, gestione verticistica del potere, cioè una sorta di monarchia con un Consiglio della Corona che decide le sorti dell’Ateneo. Una cosa comunque è registrabile e cioè che gli “anticorpi” a un tale sistema stanno crescendo di giorno in giorno.

Nuovo Senato Accademico, membri 35, di cui docenti eletti 25

DOCENTI ELETTI:
- Direttori di Dipartimento, 11
: Carlo Boschetti, Mirko Degli Esposti, Pier Paolo Gatta, Giuseppina La Face, Davide Pettener, Rosella Rettaroli, Enrico Sangiorgi,
   Giuseppe Sassatelli, Francesco Ubertini, Francesco Zerbetto, Marco Zoli;
- Professori di I fascia, 6
: Carlotta Berti Ceroni, Claudio Ciavatta, Carla Faralli, Fiorella Giusberti, Loretta Gregorini, Maria Carla Re;
- Professori di II fascia, 4: Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Bononi, Cesare Faldini, Eugenia Rossi Di Schio;
- Ricercatori, 4: Renato Brandimarti, Uberto Pagotto, Monica Turci, Cristian Vaccari.


__________________________________________

  Per memoria, a titolo di presentazione generica del Senato, in relazione ai compiti che dovrà svolgere dopo la riforma ex-lege Gelmini:
  Indice di valutazione dell’attività di ricerca dei docenti eletti, secondo l’Osservatorio della ricerca dell’Ateneo.

Direttori di Dipartimento eletti:

Professori di I fascia eletti

Professori di II fascia eletti :

Ricercatori eletti :

-    4 sono classificati in A;

-    3 sono classificati in B;

-    2 sono classificati in C;

-    1 è classificato in D;

-    1 non valutato.

-  1 solo classificato in A;

-   3 sono classificati in B;

-   2 sono classificati in C

-  1 è classificato in A;

-   1 è classificato in B;

-    1 è classificato in C;

- 1 non valutato

-   2 sono classificati in A;

-   1 è classificato in C;

-    1 non è classificato

                                                                                             Risultati complessivi:

  Classificati in A, il 50% dei Ricercatori eletti,   il 36% dei Direttori eletti;   il 25% dei Prof. di II fascia eletti;     il 17% dei Prof. di I fascia. eletti.

 

EDIZIONI PRECEDENTI


Università di Bologna. In soffitta le vecchie Facoltà,
LA DIDATTICA SARÀ RIPARTITA TRA 11 SCUOLE:
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Immagine dello "Studio" medievale

- Scuola di Agraria e Veterinaria;
- Scuola di Economia, Management e Statistica;
- Scuola di Biotecnologie, Farmacia e Discipline Motorie;
- Scuola di Giurisprudenza;
- Scuola di Ingegneria e Architettura;
- Scuola di Lettere e Conservazione dei Beni Culturali;
- Scuola di Lingue, Interpretariato e Traduzione;
- Scuola di Medicina e Chirurgia;
- Scuola di Psicologia e Formazione;
- Scuola di Scienze;
- Scuola di Scienze Politiche ( o Scienze Politiche e Sociologiche)

Le nuove Scuole (già Facolta')

  Il Consiglio di Amministrazione (3 aprile 2012) ha ripartito la didattica tra 11 Scuole (che sostituiranno le vecchie Facoltà, abolite) e deciso i criteri di affererenza dei Dipartimenti alle Scuole stesse.
  (Anche approvate le classi di laurea. Per vederle, clicca su Classi).
   Le Scuole sono le seguenti:
- Scuola di Agraria e Veterinaria;
- Scuola di Economia, Management e Statistica;
- Scuola di Biotecnologie, Farmacia e Discipline Motorie;
- Scuola di Giurisprudenza;
- Scuola di Ingegneria e Architettura;
- Scuola di Lettere e Conservazione dei Beni Culturali;
- Scuola di Lingue, Interpretariato e Traduzione;
- Scuola di Medicina e Chirurgia;
- Scuola di Psicologia e Formazione;
- Scuola di Scienze;
- Scuola di Scienze Politiche (o Scienze Politiche e Sociologiche).

  L'art. 19 co. 4 dello statuto prevede che all'interno delle scuole siano costituite vicepresidenze nelle sedi territoriali caratterizzate dalla presenza di un numero rilevante di docenti e studenti.
  Nelle sedi della Romagna è stata confermata la presenza di una vicepresidenza delle scuole, in corrispondenza delle precedenti sedi istituzionali delle presidenze di facoltà, procedendo ad accorpamenti laddove le facoltà presenti in una sede confluiscano nella stessa scuola e di istituire ulteriori vicepresidenze in quelle sedi in cui sono attivati corsi di studio di competenza dei dipartimenti afferenti alla scuola a cui sono iscritti complessivamente almeno 1000 studenti e abbiano sede di servizio almeno 25 docenti inquadrati nei dipartimenti afferenti alla scuola.

   Sulla base di tale criterio sono state istituite:
   - presso la sede di Bologna una vicepresidenza per ciascuna delle scuole di cui sopra con l'eccezione della scuola di Agraria e Veterinaria per cui sono previste due vicepresidenze, una nel comune di Bologna e l'altra nel comune di Ozzano dell'Emilia;
  - presso la sede di Cesena una vicepresidenza per ciascuna delle seguenti scuole: Ingegneria e Architettura; Psicologia e Formazione;
  - presso la sede di Forlì una vicepresidenza per ciascuna delle seguenti scuole: Economia, Management e Statistica; Lingue, Interpretariato e Traduzione; [Scienze Politiche o Scienze Politiche e Sociologiche];
  - presso la sede di Ravenna una vicepresidenza per la scuola di Lettere e Conservazione dei Beni Culturali;
  - presso la sede di Rimini una vicepresidenza per ciascuna delle seguenti scuole: Economia, Management e Statistica; Biotecnologie, Farmacia e Discipline Motorie.

    I criteri per l'afferenza dei Dipartimenti alle Scuole hanno luogo in relazione alla consistenza, alla rilevanza e all'affinità disciplinare delle attività formative garantite dai Dipartimenti.
   Il criterio di consistenza delle attività formative garantite dai dipartimenti alle scuole è soddisfatto quando un dipartimento conferisce almeno il 4% dei crediti formativi offerti da una scuola. Tali crediti sono calcolati sulle attività formative dei corsi di laurea di I e II ciclo che prevedono lo svolgimento di attività didattica frontale e l'attribuzione di crediti, così come rilevato dal data base della programmazione didattica d'ateneo (a.a. 2011-12).
  Il criterio di rilevanza delle attività formative garantite dai dipartimenti alle scuole è soddisfatto quando un dipartimento conferisce il maggior numero dei crediti formativi, calcolati come sopra, ad almeno un corso di laurea di I o II livello nelle classi dei corsi di laurea di pertinenza di una scuola.
   Il criterio di affinità disciplinare delle attività formative garantite dai dipartimenti è soddisfatto quando i settori scientifico-disciplinari dei docenti e ricercatori appartenenti a un dipartimento sono presenti tra quelli degli insegnamenti di base o caratterizzanti di almeno una delle classi dei corsi di laurea di pertinenza di una scuola.

    Un dipartimento afferisce a una scuola se soddisfa il criterio di affinità disciplinare e almeno uno tra i criteri di consistenza e di rilevanza delle attività formative garantite alla scuola stessa.   

 
  Gianni Porzi, Il commento

   (da: INTERVENTO in CdA)

   Innanzi tutto devo rilevare che è stato messo all'o.d.g. un tema così importante qual'é la costituzione delle Scuole, senza un incontro preliminare dedicato all'approfondimento del problema in tutti i suoi aspetti, per registrare le varie ipotesi e per conoscere anche le possibili criticità, al fine di poter poi assumere una decisione consapevole, avendo cioè acquisito la piena conoscenza del problema.
   La complessità del problema è dimostrata anche dal fatto che il pro-Rettore Fiorentini, durante l'illustrazione della pratica, ha affermato che è stato un lavoro difficile e molto impegnativo.
   A mio avviso sarebbe stata molto utile una riunione della Assemblea Congiunta (CdA e Senato) dove potevano essere registrate le varie proposte e che avrebbe consentito, dopo un ampio dibattito, di raggiungere una soluzione il più possibile meditata e condivisa.
   Per quanto riguarda il n° di Scuole, la scelta di 11, che ritengo eccessive, non credo risponda allo spirito della Legge.
   A mio avviso, la Scuola doveva rappresentare un qualcosa di innovativo (almeno per il nostro Paese) che superasse la logica delle attuali Facoltà, affidando ai Dipartimenti tutta la responsabilità dell'attività didattica.
  Ritengo che andassero il più possibile evitate sovrapposizioni con le attuali Facoltà.
   La scelta delle 11 Scuole non credo risponda all'esigenza di una razionalizzazione dell'attuale situazione, come auspicato dalla Lg.240.
  Non si capisce inoltre la logica dell'aver fissato al 4% la soglia dei crediti formativi come consistenza minima delle attività formative perché un Dipartimento possa partecipare ad una Scuola.
  Perché proprio il 4% e non il 5% o addirittura il 10%?
  Ha senso che una Scuola sia costituita da due soli Dipartimenti, uno dei quali con peso sostanzialmente irrilevante?
  Con una soglia bassa e un numero elevato di Scuole potrebbe inoltre verificarsi che un Dipartimento (specialmente nel caso di quelli che comprendono s.s.d. di "servizio") possa afferire a più Scuole, cosa che non credo vada nella direzione della semplificazione.
   Per quanto concerne le due opzioni proposte per la denominazione della undicesima Scuola in elenco, accolgo con piacere la notizia data dal Rettore che il problema è stato risolto.
  Colgo tuttavia l'occasione per mettere in evidenza che la diatriba tra le due denominazioni era chiaramente conseguenza dell'elevato n° di Scuole.  GP

 

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CONTENZIOSO SUGLI STATUTI:
MIUR  CHIAMA  IN  GIUDIZIO,  AL TAR,  IL  POLITECNICO  DI   TORINO
Idem, probabilmente, per Genova e  Parma


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Francesco Profumo
già Rettore


Contestata la legittimità della decisione
del Politecnico, laddove esso insiste per la elettività
del CdA - Consiglio di Amministrazione

Il ProRettore Gilli, successore pro-tempore di Profumo:
"Difenderemo questa posizione con fermezza,
fiduciosi nel Giudice Amministrativo"


Gilli-prorettore.jpg (2687 byte)
Marco Gilli
ProRettore

NOTA. Gli scenari che si aprono per Torino e, potenzialmente, per tutta l'universita' italiana

1.- In premessa, si ricorda che non solo Torino Politecnico, ma anche Genova e Parma, hanno deliberato di volere un CdA elettivo, non designato, ritenendo cio' essere conforme alla legge Gelmini.
  Questa, all'art. 2, lett. i stabilisce, "per la composizione del consiglio di amministrazione", ... "una rappresentanza elettiva degli studenti; designazione o scelta degli altri componenti,... tra candidature individuate ... tra personalita' italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di un'esperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla qualificazione scientifica culturale".
  Secondo il Miur, ''designazione o scelta'' e' diverso da ''elezione'', ma secondo alcuni giuristi l'aggiunta di "o scelta" e' un ripensamento del legislatore che offre, in subordine, la possibilita' della elezione: nel senso che anche la elezione e' una scelta.
  Sempre, secondo il Miur, posto che il CdA vada designato, esso va configurato come distinto da ogni altro Organo. Pertanto, esso non puo' essere neppure l'emanazione di un altro organo (il Senato), e dunque dev'essere nominato da almeno due organi.

2. Quale linea di difesa Torino potrebbe adottare, al Tar ?
Torino potrebbe scegliere tra due linee difensive:
a) potrebbe sostenere di avere correttamente applicato la legge, perche' ''eleggere'' vuole dire anche ''scegliere'', non importa se mediante votaziono o mediante designazione. L'importante e' che i candidati abbiano le competenze professionali di legge per fare bene il loro compito;
b) potrebbe, invece:
- sostenere che lo Statuto degli Atenei puo' disporre nei limiti della legge ordinaria e che questa, essendo una legge ordinaria, (a sua volta) puo' disporre nei limiti della legge costituzionale, secondo cui (art. 33) '' le ... universita' ... hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato'';
- e sostenere cha le legge Gelmini ha violato la Costituzione, laddove non ha rispettato l'autonomia universitaria, in materia di ordinamento e, dunque, chiedere al TAR che, prima di decidere, ponga la questione di costituzionalita' alla Corte Costituzionale.

La prima linea e' molto rischiosa e forse perdente.
La seconda linea, ma che postula che il TAR ritenga fondata la questione di costituzionalita', viene ad aprire per l'universita' italiana una stagione nuova: la speranza che la Corte la liberi ora e per sempre dal guinzaglio dei politici, in materia di autonomia di ordinamento.

3.- Cosa dire per provare la incostituzionalita' della legge Gelmini ?
Gli elementi costitutivi del dispositivo di legge contestato sono, a mio avviso, tre:
a) le competenze del CdA;
b) i requisiti dei candidati, ai fini della nomina;
c) il decisone delle nomine.

A mio avviso, i primi due punti possono rientrare nei limiti, di possibile competenza della legge ordinaria, senza violare l'autonomia universitaria su questioni essenziali di ordinamento.
Invece, il potere di decidere chi fa la scelta (elezione, designazione ...) e' invece essenziale perche' l'autonomia sussista o sia annullata.
Dunque, la incostituzionalita' della legge ordinaria mi parrebbe ineccepibile, sul punto c). Nino Luciani

 


EDIZIONE PRECEDENTE
    

   Il nuovo ministro prof. Francesco Profumo
audito dalla Commissione Cultura della Camera
(10 gennaio 2012)


profumo.jpeg.jpg (6335 byte)
Francesco Profumo,
ministro università

 


Documento Programmatico del Ministro
contenente le sue linee di azione
per  la Ricerca
e l’Università
( Testo integrale relativo alle Parti I e II )

Primo commento: accento sul rifinanziamento della ricerca e dell'università,
per dare sostanza alla  riforma ex-lege 240/2010, in via di completamento

  
Linee di azione - Sintesi

   Il presente Documento Programmatico contiene le linee di azione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (di seguito anche MIUR).
  Il Documento, che premette brevemente quelle che sono le caratteristiche del Ministero dal punto di vista organizzativo, si articola nell’esposizione di: interventi programmati per implementare la ricerca scientifica e tecnologica  (Parte I: Ricerca); piano di azioni ed obiettivi per la riforma del sistema universitario (Parte II: Università); priorità strategiche nonché ambiti prioritari di intervento in materia di istruzione (Parte III) (omessa in questo servizio - NdR).

PREMESSA

   Nel panorama delle amministrazioni centrali e periferiche in cui si articola l’organizzazione statale, il MIUR si contraddistingue per alcune peculiarità specifiche tra le quali, in particolare: la complessità istituzionale, dal punto di vista della rete di relazioni con altri enti, l’imponenza dell’organizzazione, che si sviluppa sia a livello centrale che periferico [3 dipartimenti, 12 direzioni generali centrali, 18 direzioni generali regionali; un organico di 8.462 unità di personale amministrativo, con personale in servizio pari a circa 5.235 unità]; l’esiguità dei fondi in settori di rilievo in cui è chiamato ad operare; il carattere strategico delle prestazioni e dei servizi resi (istruzione, formazione universitaria e ricerca) non solo dal punto di vista sociale ma anche quale fattore di competitività del Paese nonché oggetto di specifici impegni assunti in sede europea. In allegato, si illustrano elementi esplicativi sullo stato attuale dell’organizzazione ministeriale, evidenziando criticità ed individuando specifici interventi strutturali (All. 1: Ministero).

PARTE I - RICERCA-

1. L’accesso ai fondi europei e la competizione internazionale sulla ricerca

    L’Italia soffre di una ridotta capacità di accesso e sfruttamento dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per la Ricerca. Sul VII Programma Quadro, a fronte di un contributo totale dell’Italia al finanziamento del programma pari circa al 14%, lo sfruttamento degli stessi è stato solo pari all’8% circa. Sul fronte delle politiche di coesione, le percentuali di utilizzo dei fondi strutturali vedono l’Italia al penultimo posto, davanti alla Romania, con situazioni particolarmente critiche nelle Regioni della convergenza.

   A fronte di questa situazione, il Ministero è impegnato in una robusta azione di recupero della competitività del sistema della ricerca italiana nel contesto internazionale, con particolare riferimento agli indirizzi di priorità  espressi dalla Commissione Europea attraverso la strategia Horizon 2020. L’obiettivo perseguito è quello di aumentare la competitività dei ricercatori e delle imprese italiane nell’accesso alle varie tipologie di fondi messi a disposizione dalla Commissione Europea nonché di favorire l’integrazione tra tali fondi e capitali privati. Il Ministero intende anche promuovere specifici programmi e progetti di cooperazione bilaterale con paesi terzi di particolare interesse sotto il profilo dell’attività scientifica, tecnologica e dell’innovazione.

   A questo scopo il Ministero è impegnato nello sviluppo di un insieme integrato di azioni che compongono una strategia complessiva di crescita prevalentemente basata sul miglior utilizzo delle risorse europee. Tale strategia muove dal rafforzamento delle capacità tecnologiche delle imprese, delle università e degli enti di ricerca su alcuni temi specifici, si sviluppa attraverso la realizzazioni delle condizioni di crescita per le giovani imprese innovative, si completa con la capitalizzazione del valore sul territorio e con la creazione di infrastrutture intangibili e si chiude attraverso il sostegno alla domanda di prodotti e servizi innovativi e la creazione di nuovi mercati per l’innovazione, anche attraverso la committenza pubblica pre-commerciale.

   Nella tabella seguente sono riportate le specifiche azioni in essere e quelle in fase di avvio.

AZIONI IN ESSERE      

Azione

Destinatari

Area Geografica

Risorse

Ricerca FAR

Imprese, Università, EPR

Centro Nord + Sud no convergenza

700 ML

PON azioni integrate

Imprese, Università, PA, EPR

Convergenza

400 ML

Distretti Tecnologici 1

Imprese, Università, EPR

Convergenza

514 ML

Distretti Tecnologici 2

Imprese, Università, EPR

Centro Nord + Sud no convergenza

375 ML

Fondo infrastrutture

Università e centri di ricerca

Convergenza

650 ML

Fondo High Tech

Imprese

Convergenza

80 ML

Totale parziale    

2.719 ML

       
AZIONI DA AVVIARE      

Azione

Destinatari

Area Geografica

Risorse

Incentivi al Venture Capital x Spin Off ricerca

Imprese, Università, Enti di Ricerca

Centro Nord

100 ML

Zone Franche d’Innovazione

Imprese, Università, PA, Enti

Convergenza

20 ML

Procurement precommerciale

PA e Imprese

Tutte

2 ML

Firb Giovani

Ricercatori

Tutte

58 ML

PRIN

Ricercatori

Tutte

173 ML

Poli di eccellenza

Università

Convergenza

150 ML

Totale parziale    

503 ML

TOTALE GENERALE    

3.222 ML

2. Un progetto strategico per il Paese

   Tale sistema di interventi, infine, è coordinato e finalizzato attraverso l’individuazione di un obiettivo strategico, le città intelligenti (Smart Cities), che assume il ruolo di punto focale per l’organizzazione e il coordinamento degli sforzi di tutti gli attori che partecipano al processo. Le grandi sfide sociali rappresentano non solo problemi da affrontare, ma anche grandi opportunità di rilancio e di crescita per alcuni importanti settori della nostra industria e del sistema della ricerca e della formazione. L’azione integrata proposta dal Ministero è finalizzata a realizzare politiche duali, capaci contestualmente di migliorare la vita dei cittadini e di avviare processi di sviluppo economico. Da un lato, quindi, l’azione si ispira alla volontà di affrontare problemi di grande rilevanza sociale, quali la riduzione delle emissioni attraverso le tecnologie pulite, le infrastrutture intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani e di abitazione più sostenibili, una sanità più efficiente, un welfare equo e tecnologico per la società che invecchia e per le persone in condizioni di disagio. Dall’altro, la stessa si ispira alla volontà di capitalizzare gli sforzi necessari al miglioramento della vita dei cittadini attraverso l’aumento delle capacità tecnologiche, della competitività e del potenziale di crescita delle imprese italiane. Al fine di realizzare tale disegno, concentrando gli sforzi sui settori e sulle applicazioni più rilevanti, il Governo intende utilizzare la piattaforma ideale della Smart City e la visione di sviluppo ad essa sottesa come punto focale per il coordinamento delle azioni di governo orientate allo sviluppo, nonché come metafora narrativa del percorso lungo il quale l’azione di governo intende coinvolgere cittadini, imprese, ricercatori ed amministrazioni. La piattaforma progettuale di Smart City è una collezione di problemi di scala urbana e metropolitana da affrontare e di idee per risolverli, un insieme di tecnologie, applicazioni, modelli di inclusione, regole di relazione tra sistema pubblico e privato, nuova strumentazione finanziaria, innovazione nella pubblica amministrazione, procedure di procurement, azioni di semplificazione e trasparenza, regolamentazione, su cui la pubblica amministrazione sappia formulare promesse credibili nel medio periodo.

PARTE II - UNIVERSITA'

Il sistema universitario (All. 2: Università) vive un momento di grande trasformazione, sia in ragione della particolare situazione di finanza pubblica sia in ragione dell’avvio del profondo processo di riassetto che segue l’entrata in vigore della riforma.

1. Il percorso riformatore in atto

   Il sistema universitario e della ricerca è chiamato nel corso del 2012 a consolidare e completare il percorso riformatore che, tenendo conto del quadro delineato dalla legge 240/2010, si esplica in un articolato piano di azioni e obiettivi.
   a) Ringiovanimento delle università e revisione del sistema di reclutamento. Con l’obiettivo di rendere più flessibile e competitivo il sistema della ricerca, il reclutamento dei ricercatori è strutturato in modo da prevedere un ingresso con contratti a tempo determinato al termine dei quali è prevista l’assunzione nei ruoli della docenza a seguito del conseguimento dell’abilitazione nazionale.
  b) Riforma dei dottorati di ricerca. Si tratta di un altro tassello fondamentale finalizzato alla formazione di ricercatori in grado di operare a stretto contatto con il sistema della ricerca universitaria e il sistema delle imprese con una prospettiva di forte internazionalizzazione dei percorsi di terzo livello attraverso l’accreditamento di corsi di dottorato con elevati livelli qualitativi e nel rispetto di rigorosi requisiti dimensionali.
  c) Valutazione e accreditamento degli atenei e dei corsi. La valutazione, vista come strumento di costante monitoraggio delle politiche realizzate, vede nel percorso di accreditamento degli atenei e dei corsi di studio il primo elemento per assicurare agli studenti e alle famiglie di poter frequentare percorsi formativi e sedi universitarie di qualità certificata.
   d) Diritto allo studio e Sistema integrato di politiche a sostegno degli studenti
   Il diritto allo studio declinato come intervento di equità a sostegno dei percorsi di mobilità sociale necessari affinché si affermino i principi del merito e dello sviluppo della conoscenza nella società. Ciò attraverso: un portale nazionale di informazione ed iscrizione all’università; l’impostazione su base sperimentale di modalità valutative di accesso a tutti i corsi di laurea; l’offerta di test di accesso per le facoltà a numero chiuso su base almeno interregionale; la correlazione del sistema di valutazione e accreditamento a specifici interventi di diritto allo studio, utilizzando anche il Fondo per il merito; l’ampliamento della possibilità di accesso ai corsi italiani di studenti stranieri; l’avvio della Fondazione per il merito cui è affidato il compito di convogliare risorse pubbliche e private da destinare a interventi per borse di studio e per prestiti d’onore; la realizzazione e la  ristrutturazione degli edifici destinati ad ospitare gli studenti sia in termini di residenzialità, sia di spazio destinati allo svolgimento delle attività di didattica e di ricerca.
   e) Revisione del sistema di finanziamento delle Università.
    Il principale obiettivo è quello di far conoscere per tempo agli atenei i criteri di assegnazione delle risorse, l’entità dei finanziamenti e tempestivamente la dimensione delle rispettive assegnazioni in modo da metterli in condizioni di poter programmare con un orizzonte temporale pluriennale le proprie attività. Il sistema universitario può contare su tre distinte linee di finanziamento statale: le risorse a copertura delle spese correnti, i fondi infrastrutturali e i fondi per la ricerca. Tali risorse non includono il cofinanziamento da parte di soggetti privati.

Risorse a copertura di spese correnti Fondi infrastrutturali Fondi per la Ricerca
FFO - Fondo di Finanziamento Ordinario FONDO EDILIZIA e INFRASTRUTTURE PRIN 2010-11
PROGRAMMAZIONE TRIENNALE FONDO L.338/2000 FIRB "Futuro in ricerca" 2012
ECONOMIE DA TURN OVER COLLEGI E RESIDENZE PON 2 - DISTRETTI E LABORATORI
 

 

 

PIANO NAZIONALE PER IL SUD
PON A3 - RAFFORZAMENTO STRUTTURALE
RINEGOZIAZIONE CONTRATTI E MUTUI
CASSA DEPOSITI E PRESTITI
PON 1 - RICERCA INDUSTRIALE
DISTRETTI CENTRO NORD
DOTTORATO DI RICERCA

7.500 ML

1.700 ML

3.300 ML

TOTALE 12.500 ML

P.S. . Nei prossimi giorni si potrà disporre del  resosconto stenografico della Commissione Cultura

 

        Anno 2014
       Direttore Responsabile del Foglio Indipendente on line: Prof. Nino Luciani  
          UNIVERSITAS Notizie - Organo del SUN - SINDACATO UNIVERSITARIO NAZIONALE on Line - SEDE IN BOLOGNA
           MEMBRO  delle OO.UU.DD: ADU,ANDU, APU,CISAL-Università, CISL-Università,  CNRU, CNU, FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR, UGL

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