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sicilia, convegno, scienza delle finanze italiana, ARS assemblea regionale siciliana,
palermo, palazzo dei Normanni 2014-31-10 |
A Palermo, ARS - Assemblea Regionale Siciliana |

Ernesto d'Albergo
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Per l'onore della Scienza delle Finanze italiana nel mondo
e per l'onore della Sicilia.
CONVEGNO IN RICORDO E PRESENTAZIONE
di ERNESTO d'ALBERGO ALLA SICILIA,
NELLE PERSONE DEI SUOI DEPUTATI REGIONALI
.
A PALERMO, PALAZZO REALE
IL 31 OTTOBRE 2014, ORE 10,30 NELLA SALA GIALLA
In occasione della pubblicazione
dell'opera magna, in inglese e in italiano
nella biblioteca digitale dell'Università di Bologna.
Clicca su: http--amsacta.unibo.it-2571- |
BREVE PRESENTAZIONE
Nota biografica
a cura della figlia NELLA.
Nacque nel 1902 a Noto
(Siracusa) da nobile famiglia siciliana.
Fu legatissimo al padre N. H. Salvatore d'Albergo della Cimarra,
illustre avvocato; ed alla madre Nella Scirpa d'Agata.
Morì a Roma nel 1974. Giace a Noto (Siracusa) nella tomba di
famiglia.
Studiò alla Bocconi dove
si laureò nel 1924.
Dopo un periodo di prova negli uffici amministrativi della Banca
Nazionale di Credito, viste le attitudini, ebbe la nomina di responsabile dell'Ufficio
Studi della Direzione Centrale della stessa Banca.
Successivamente, passato alla carriera universitaria, fu per
vari decenni Consulente Economico della Sede Centrale del Credito Italiano.
Nel 1930 conseguì la Libera Docenza e fu Professore Incaricato per
la sua disciplina, nella parte concernente la finanza locale, all'Universìtà del Sacro
Cuore ed all'Università Statale di Milano.
Fu professore ordinario di scienza delle finanze a Ferrara,
Siena, Trieste, Venezia (Cà Foscari), a Bologna, infine a Roma "La Sapienza".
A Bologna (1941-55) fu Preside della Facoltà di Economia e Commercio
dal 1947 |
. al 1952. In quel periodo, essendo andata.
distrutta nel corso della guerra la vecchia sede universitaria, egli fece realizzare la
nuova sede secondo moderni concettì architettonici e urbanistici, sia pur con qualche
riserva quanto al rispetto della tradizionale architettura bolognese. Nel 1956 ebbe
la Cattedra di Scienza delle Finanze alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Universìtà
"La Sapienza" di Roma, ottenendo con soddisfazione, dal governo italiano, la
separazione della Scienza delle Finanze dal Diritto Finanziario.
Insegnò a Roma fino al collocamento fuori ruolo.
Aveva fatto 171 pubblicazioni.
Dal 1945 e fino alla sua
scomparsa, diresse la Rivista Bancaria-Minerva Bancaria.
Fu presidente dell'Associazíone Nazionale Tributaristi
Italiani dal 1952 fino alla sua fine.
Ebbe per quasi un decennio la Presidenza della Confederazione
della Proprietà Edilizia negli anni Cinquanta.
Nel dopoguerra fu eletto Consigliere Comunale a Milano.
Nel 1963 fu riconosciuto "Benemerito delle Pubbliche
Finanze" dal Presidente della Repubblica G. Saragat e, su proposta del Ministro delle
Finanze R. Tremelloni, gli fu conferita la medaglia d'oro.
Fu insignito del titolo di Cavaliere dell'ordine del Santo Sepolcro,
per richiami |
. pertinenti del Vangelo nella scienza delle finanze, per il
riparto delle imposte.
Vinse il Premio Cremisini e nel 1972 l'Accademia Nazionale dei Lincei
gli attribuì il Premio della Fondazione Francesco Saverio Nitti per aver sviluppato per
oltre un quarantennio attività di studio e d'insegnamento nelle discipline fìnanziarie,
con particolare riguardo alla sfera pubblica..Ernesto d'Albergo amò sempre la
Sicilia, anche se non furono frequenti i suoi rientri alla terra d'origine.
Fu legato alla famiglia e alle sue radici familiari, e aveva in
animo di scrivere la storia della sua casata, eccelsa nelle Lettere e nel Diritto.
Rimarchevole un antenato, il Marchese Corradino d'Albergo,
patriota e poeta, che nel primo Ottocento organizzò insieme alla moglie Sofia, dì
origine Sassone, salotti letterari a Palermo. Lo stesso Corradino d'Albergo si
stabilì nel 1852 a Firenze dove fu Presidente dell'Accademia Pontaniana e dove, dopo la
morte, fu sepolto alla Certosa. Ernesto d'Albergo amò profondamente la Toscana che scelse
come sua sede di vacanza e di lavoro costruendovi un villino sulle colline della campagna
fra Lucca e Pisa, dove amava passare numerosi giorni dell'anno.
E.d'A. ebbe come allievi Guglielmo Gola, Nino Luciani,
Vincenzo Russo, Gaetana Trupiano, Caterina La Mesa, Maria Clara Sellari, Marina
Ricciardelli. |
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In margine alle elezioni europee |

Alberto Alessi
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Alberto Alessi, Cronaca di una elezione
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SIC TRANSIT
GLORIA MUNDI
La campagna elettorale europea si è chiusa. ma rimane l'amaro in bocca perchè
mai campagna elettorale è stata di così basso tono e di toni. L'errore di tanti leaders
è stato quello di volere imitare, in parte, Grillo, ammansatore non compassionevole di
altrui ambizioni e cielo negativo, agitatore non di idee ma di provocazioni, a volte
incivili e volgarissime. Bisognerebbe ragionevolmente che i morti seppelliscano i morti e,
probabilmente "oportet ut scandala eveniant" (e cioè che i partiti democratici
abbiano una scossa fortissima), poichè Grillo, sovrano sine pietate di 5 Stelle, tutto
vuole distruggere e spesso nelle sue elucubrazioni, mirabilmente gridate, pettina l'aria,
cosa che piace a tanti elettori delusi, arrabbiati che si aggrappano anche alle ortiche
per disperazione e per rivalsa. La verità è che la distruzione di grandi partiti in
Italia, è stata e rimane una grande tragedia nazionale, perché è rimasto un vuoto
incolmabile di idee, programmi e uomini e |
. soprattutto
la ipoteca positiva ideologica, che legava eletto ed elettore, partiti e aderenti, è
stata archiviata.
Oggi la ipoteca ideologica di gran parte dei partiti è di non avere ideologia e di non
avere più ideali e valori e chi li attua. Meno male che ci sono i corsi e ricorsi storici
(di Giambattista Vico) e che la speranza è più forte, a volte, anche più dell'amore e
di altri sentimenti meno lodevoli. Ed è appunto la speranza che ha indotto gli elettori a
dare largo consenso al PD di Renzi. I Cinque Stelle tornano ad essere cinque stelline ed
è stata punita l'arroganza spocchiosa di Grillo, che riempie le piazze perché lo
spettacolo, quello satirico e ludico, piace agli italiani, ma piacciono molto meno le sue
minacce turbinanti. Ma anche il Centro Destra ha bisogno di una pausa, possibilmente non
lunga, di riflessione soprattutto il Nuovo Centro Destra, recepito dagli elettori come
formazione nata vecchia e a torto o a ragione forza "utilizzatrice di ultima
istanza" del potere, per allargare il proprio |
. consenso
e non del consenso per amministrare il potere.
Gli Europei ed i loro governanti sono responsabili del loro destino, se in Europa non ci
sarà un nuovo Rinascimento, sulla Europa non nascerà una nuova alba, ma un laconico
tramonto. Alcuni successi dei partiti e movimenti di ispirazione radicale, antieuropei,
antieuro, di estrema destra o sinistra in qualche nazione, sono un segnale forte non solo
di disagio sociale, ma sono la piattaforma solida di una forte convinzione ideologica e
cioè la certezza che il sistema Europa risente degli acciacchi della vecchiaia. Al PPE ed
al PSE, ed alle formazioni partitiche di solide radici democratiche, ma di minore
rappresentanza, alle loro classi dirigenti, si presenta l'arduo compito di rivisitare le
norme e il programma per costruire un Europa "umana e metafisica" dove l'uomo
ritorni a essere al centro dell'interesse e delle iniziative legislative, economiche,
culturali e sociali, insomma un Europa nuova per un uomo nuovo. |
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Tra RENZI e GRILLO
chi sarà il vincitore ?
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Vinti e vincitori
Se RENZI e GRILLO fossero cavalieri del "tempo che
fu", si sfiderebbero con le spade sguainate, sino all'ultimo respiro. Renzi definisce
Grillo una specie di profeta delle sventure che tutto distrugge e nulla edifica, e cioè
uccide la speranza del futuro !
Grillo definisce Renzi l' "ebetino" e cioè un leader
che ha dei limiti caratteriali, e di comprensione e di apprendimento ?
A me pare che Renzi dia un giudizio politico su Grillo e
non approfondisce i dati caratteriali e fisici e intellettuali di Grillo: li ignora.
Grillo, invece, vuole colpire il suo interlocutore cercando di ferirlo mortalmente al
cuore, ritenendolo limitato |
ed inadatto al delicato compito al quale Renzi è chiamato:
Presidente del Consiglio. Dal punto di vista della
correttezza "istituzionale" dibattimentale, Renzi è obitettivamente più
corretto do Grillo. Parliamo naturalmente della forma ed anche della sostanza della nota
controversia. Grillo vuole catturare l'attenzione dell'interlocutore elettore con la
battiìutaccia , con lo scherno, con il paradosso, con l'insulto verso gli avversari
politici, volendo intenzionalmente risvegliare in loro i sentimenti più forti, compreso
l'odio, il disprezzo, il dispetti avverso coloro che, secondo il vangelo grillino hanno
rovinato e depauperato il |
nostro Paese, cioè quasi tutti gli altri attori politici.
Renzi, invece, vuole sorvegliare sentimenti buonisti e in primis la speranza, poi la fede,
la certezza che l'operato del suo governo è l'anticamera di un nuovo Rinascimento del
nostro Paese, anche se a volte "spes contra spem".
Oggi, questa è la trama del nuovo dramma o commedia, che viene
rappresentata nel palcoscenico del teatro della politica italiana. Ogni altro attore, se
pure credibile, viene oscurato dalla azione dei due protagonisti armati, sino ai denti.
Vedremo chi cadrà per primo. |
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.CRUI - CONFERENZA DEI RETTORI |

Paleari Stefano
Presidente CRUI
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DICIOTTO PROPOSTE PER UNA NUOVA
UNIVERSITÀ.
(Per l'originale, clicca: CRUI )
Sommario degli
argomenti:
Autonomia. Competitività.
Finanziamento. Semplificazione. |
Nota. E' nostro dovere convergere per gli obiettivi dei Rettori, e
quindi girare in originale i documenti della CRUI.
Forse è anche nostro dovere segnalare alla CRUI che occorre superare il pietismo
verso il Miur, circa i finanzianenti statali, in quanto la modalità del finanziamento
determina la sostanza del potere decisionale, ma al tempo stesso non si pretendere
che il finanziatore pubblico paghi, senza seguire la destinazione del proprio denaro
Tuttavia, se è vero che, per Costituzione (art.33 ), " le università hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi",
l'autonomia non può essere solo organizzativa, ma deve potere svolgersi anche su altri
aspetti: in primisi, dotarsi di entrate proprie.
Il "darsi entrate proprie" non significa solo
un modo di rapportarsi con privati, ma anche con lo Stato. E siccome c'è già una legge
(la legge 240/2010) che adeguatamente interpretata, potrebbe aprire la via e che invece,
se non adeguatamente interpretata, è destinata al cestino.
Precisamente la seguente interpretazione, pur logica, rischia l'assurdità:
"lo Stato finanzia le università in base al costo standard per studente, come
calcolato dallo Stato". Il Miur è un vecchio scarpone, e se facesse questo calcolo
rovinerebbe del tutto le università.
Propongo la seguente interpretazione: "Ogni università calcola il
proprio costo standard per studente" (come farebbe qualunque scuola privata).
A quel punto, lo Stato (se vuole inviare studenti) paga la retta o quota
della retta, in base a trattativa tra CRUI e Miur. E' implicito che lo Stato sia tenuto ad
assumere le proprie responsabilità politiche verso i cittadini e quindi non arretri
rispetto al FFO attuale, soprattutto in una fase iniziale, come quella odierna, in
cui paga in termini reali la metà di quanto pagava nel 2001 (prima dell'Euro).
In questo schema, rimane scoperto il problema degli studenti bisognosi
e meritevoli (art. 34 Costituzione).
Questo è un problema dello Stato, non delle università. Ma va da che questo
aspetto non ne fa parte. In questo senso, il rapporto ipotizzato bilaterale, solo per
semplificazione, dovrà essere allargati agli studenti.
CRUI-
Conferenza dei Rettori, Verso una nuova Università
Autonomia. Competitività. Finanziamento. Semplificazione. Le 18 proposte
della CRUI
Premessa
Il Legislatore e i Ministeri competenti hanno introdotto negli ultimi anni molte
norme che, con lobiettivo di rendere operativa la legge di Riforma 240/2010 e
contestualmente di gestire la riduzione dei finanziamenti, hanno finito per ledere
pesantemente lautonomia costituzionalmente sancita delle Università da ogni punto
di vista: nel reclutamento, nellofferta formativa, nella gestione
dellattività di ricerca, nella capacità degli Atenei di rispondere alla sfida
delle competitività a livello internazionale. Ciò, indipendentemente dalle condizioni
specifiche di contesto e di bilancio delle singole Università.
Laccresciuta competizione nellHigher Education, in particolare a livello
internazionale, la maggiore mobilità degli studenti, la necessità di rendere
lEuropa sempre più unarea di libera circolazione per i giovani e per i
ricercatori confliggono con gli attuali assetti della nostra Università e le rendono
assai difficile competere, gravata comè da vincoli crescenti e risorse decrescenti.
Lanno che sta per iniziare si delinea per lItalia ancora come difficile sotto
il profilo economico e sociale. Il nostro Paese non può più trascurare le sue
Università, proprio nel momento di avvio del programma Horizon 2020 e alla vigilia del
rinnovo del Parlamento europeo che precede il semestre di Presidenza italiana.
I sistemi di conoscenza, di cui le Università rappresentano una parte importante, sono
essenziali per il rilancio economico, per la creazione di uno spazio europeo della ricerca
e per dare una prospettiva ai giovani. Nessun aggiustamento contabile e nessuna legge
elettorale possono supplire alla mancanza di una politica verso i giovani e verso i
sistemi educativi.
La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane intende al riguardo svolgere un ruolo
propositivo, affinché tanto il Parlamento quanto i Ministeri competenti possano
considerare nuovi interventi capaci di ridare competitività al sistema in un quadro di
sostenibilità. Le proposte che seguono, molte a costo zero e le altre a
finanziamento vincolato, riguardano quattro aree che riteniamo strategiche a tal fine:
autonomia, competitività, finanziamento e semplificazione.
Alcune prime proposte concrete della Conferenza dei Rettori delle Università
italiane
Autonomia
1) Promuovere lautonomia responsabile, da intendersi come
maggiore flessibilità anche in relazione a condizioni di sostenibilità economico
finanziaria degli Atenei, sia assolute che relative, in relazione ai miglioramenti
effettuati. Nello specifico:
a. Nelle politiche di reclutamento: i vincoli alla composizione del
corpo docente devono limitarsi al rapporto tra professori e ricercatori, questo al fine di
garantire ai giovani un accesso al sistema;
b. Nelle modalità di spesa: i vincoli ai vari capitoli di spesa non
hanno ragion dessere per gli Atenei che devono competere a livello internazionale e
hanno come unico effetto quello di impedire ogni progettualità e di limitare
lattività di promozione delle Università.
2) Promuovere la circolazione dei docenti e dei ricercatori allinterno
dei diversi Atenei nazionali mediante mobilità temporanea degli stessi anche
finalizzata alla realizzazione di progetti congiunti in campo didattico; si chiede una
sorta di portabilità che renda le previsioni della legge 240/2010 (art. 6, c.
11, art. 7, c. 3 e c. 5) davvero capaci di incentivare la collaborazione fra Atenei, di
sopperire a carenze contestuali e ad esuberi in alcune aree disciplinari, di motivare i
docenti e i ricercatori
3) Possibilità di reclutare per un periodo limitato e con logiche flessibili
ricercatori e professori stranieri, per lo scambio temporaneo di docenti e
relativo inserimento nell'organico ai fini della sostenibilità dellofferta
formativa e dellaccreditamento (Ava)
Competitività
1) Ringiovanire il corpo docente e ricercatore, la cui età media è oggi
cresciuta a 51 anni (per i ricercatori 45 anni!) mediante un piano
quinquennale per i giovani ricercatori che preveda lingresso di 2.000 ricercatori
ogni anno, selezionati secondo le migliori pratiche internazionali. Si
propone quindi un Piano Giovani Talenti mirato a offrire un posto di
ricercatore a tempo determinato ai migliori dottori di ricerca stabiliti ogni
anno da apposito concorso nazionale. Tale piano può essere cofinanziato dalle Università
o da risorse esterne al momento delle relative chiamate e sempre su fondi certi.
2) Premiare i giovani laureati favorendo il loro inserimento professionale
prevedendo un credito di imposta da utilizzare allinizio della carriera
lavorativa e per un certo numero di anni al fine di ridurre il relativo cuneo fiscale.
3) Prevedere il riconoscimento del titolo di Dottore di ricerca
allinterno della pubblica amministrazione e promuovere la sua valorizzazione nelle
imprese.
4) Redigere uno schema tipo di double Appointment
finalizzato a regolare le possibilità di collaborazione per attività scientifica e
didattica con Atenei stranieri e che comportano il coinvolgimento di personale docente e
ricercatore delle Università italiane.
5) Incentivare i giovani studiosi che svolgono attività di ricerca nel
nostro Paese, dotati di PhD e che vengono assunti da Università, Centri di
Ricerca, Imprese, mediante lapprovazione di una legge simile a quella olandese in
materia di High skills workers (The Dutch 30% Ruling for Expats) che riduce
per un periodo di tempo il relativo cuneo fiscale.
Finanziamento
1) Rendere effettivo il diritto allo studio per tutti gli
studenti meritevoli e privi di mezzi. Il Paese corre il rischio di una desertificazione
dei processi di formazione quando, invece, il suo rilancio si fonda proprio su di essi
2) Interrompere la caduta del fondo di finanziamento ordinario (FFO),
riportarlo nel triennio 2015-2017 di nuovo sui valori del 2009 e renderlo noto entro il
primo trimestre di ogni anno.
3) Fare in modo che la parte premiale del fondo di finanziamento ordinario
sia incrementale, di premio effettivo per gli Atenei meritevoli. Non è
accettabile che chi va bene subisce meno tagli.
4) Pervenire a logiche stabili di finanziamento mediante
ladozione di un nuovo modello
5) Far ripartire ledilizia universitaria, azzerata dal 2001,
insieme a un forte snellimento delle procedure per la realizzazione, la riqualificazione e
la messa in sicurezza degli edifici prevedendo un piano straordinario per i prossimi 5
anni
6) Attivare canali di finanziamento che si nutrano della detraibilità delle
rette universitarie in un quadro che tenga conto delle diverse condizioni di
contesto territoriali
Semplificazione normativa e gestionale
1) Elaborare Linee Guida condivise e omogenee per l'applicazione della
contabilità economico patrimoniale al fine di rendere chiari e confrontabili i
bilanci degli Atenei fino a una loro certificazione
2) Semplificare drasticamente gli adempimenti relativi alle
procedure concorsuali e alle prossime, nuove tornate di abilitazione scientifica nazionale
3) Semplificare le procedure relative all'approvvigionamento di beni e
servizi specialistici per attività di ricerca (ad esempio, anche rilassando il
ricorso al controllo preventivo della Corte dei Conti) e al ricorso di contratti di
collaborazione per i progetti di ricerca, anche con l'inclusione di altre tipologie (ad
esempio, contratti di somministrazione lavoro) e la soluzione di alcune problematiche (ad
esempio, assistenza sanitaria per assegnisti di ricerca e assimilati), mutuando in ciò le
esperienze positive di altri Paesi
4) Condividere un quadro regolatorio nuovo e chiaro per gli Atenei con corsi
di Medicina sgravando le Università di oneri impropri. |
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.
Ateneo di Bologna: Linee Guida per la didattica e le relative
retribuzioni |
 |
SENATO Accademico TORNA SULLE LINEE GUIDA PER LA
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA E LE RETRIBUZIONE DEI DOCENTI
Nello specifico
interviene sui potenziali conflitti di interesse
tra l'Ateneo e le imprese create da docenti al suo interno (SPIN OFF)
. |
LINEE DINDIRIZZO PER LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DELLANNO ACCADEMICO 2014/2015
SOMMARIO
|
1. COMPITO DIDATTICO
a) Definizione dei compiti didattici dei docenti
b) Definizione dei compiti didattici dei ricercatori
c) Compiti didattici degli assegnisti di ricerca
d) Compiti didattici del personale tecnico-amministrativo
e) definizione di "attività didattica frontale", "attività equivalente
alla didattica frontale" e "attività
didattica integrativa"
f) Modalità di assolvimento dei compiti didattici frontali dei docenti di ruolo
g) Il ruolo dei Direttori di dipartimento e dei Presidenti e Vicepresidenti della scuola
2. IL PROCESSO DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Attori coinvolti e rispettive competenze
Fasi della programmazione
Prima fase
Seconda fase
Terza fase. |
3. RETRIBUZIONE DEGLI AFFIDAMENTI DIDATTICI
- "professori a tempo pieno
- "professori a tempo definito
- "ricercatori a tempo determinato
- "ricercatori a tempo indeterminato
4. CONTRATTI PER LA DIDATTICA
Tabella dei compensi
Tipo di attività Valore minimo (/ora), Valore massimo (/ora)
Valore massimo (/ora) residenti allestero
Professori cessati dal servizio per raggiunti limiti detà.
5. INTEGRAZIONE SPIN OFF
1. Disciplina del conflitto dinteresse tra le Strutture di Ateneo e le società
spin off
2. Incompatibilità e conflitto dinteressi per il personale dellAteneo che
partecipa
alle società spin off
3. Albo informatico delle società spin off, e disciplina transitoria |
Nota. Nel settembre 2012 furono approvate dagli Organi
Accademici le "Linee guida strategiche e policy operativa in tema di promozione della
nuova imprenditorialità e Spin-off", che, anche alla luce delle nuove normative (in
particolare Legge 240/2010, cd. Gelmini), definiscono i concetti di Spin-off partecipate e
di Spin-off accreditate dAteneo, individuano i requisiti necessari affinché imprese
possano essere considerate società "Spin-off accreditate dellAteneo" e
delineano le policy operative per la costituzione e laccreditamento di imprese
Spin-off.
Le società Spin-off sono imprese, che nascono su iniziativa di personale di
ricerca dellAteneo (strutturato e non) e basano il proprio business su beni e
servizi innovativi ideati e sviluppati, valorizzando i risultati delle attività di
ricerca svolte in Ateneo.
Le società Spin-off ( a parte la moralità pubblica di attività privata in
luogo pubblico, con utilizzo di strumentazioni pubbliche, sia pur transitoriamente nel
tempo - N.d.R.) sono proposte all'Ateneo come promettenti un potenziale valore
aggiunto per lAteneo (con quali garanzie, non si sa - N.d.R.) in termini di
valorizzazione delle conoscenze dellAteneo, di sbocco professionale per laureati e
personale dAteneo, di convergenza e com |
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Ateneo di Bologna: Linee Guida per la didattica e le relative
retribuzioni |
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SENATO Accademico TORNA SULLE LINEE GUIDA PER LA
PROGRAMMAZIONE DIDATTICA E LE RETRIBUZIONE DEI DOCENTI
Nello specifico
interviene sui potenziali conflitti di interesse
tra l'Ateneo e le imprese create da docenti al suo interno (SPIN OFF)
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LINEE DINDIRIZZO PER LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DELLANNO ACCADEMICO 2014/2015
SOMMARIO
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1. COMPITO DIDATTICO
a) Definizione dei compiti didattici dei docenti
b) Definizione dei compiti didattici dei ricercatori
c) Compiti didattici degli assegnisti di ricerca
d) Compiti didattici del personale tecnico-amministrativo
e) definizione di "attività didattica frontale", "attività equivalente
alla didattica frontale" e "attività
didattica integrativa"
f) Modalità di assolvimento dei compiti didattici frontali dei docenti di ruolo
g) Il ruolo dei Direttori di dipartimento e dei Presidenti e Vicepresidenti della scuola
2. IL PROCESSO DELLA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA
Attori coinvolti e rispettive competenze
Fasi della programmazione
Prima fase
Seconda fase
Terza fase. |
3. RETRIBUZIONE DEGLI AFFIDAMENTI DIDATTICI
- "professori a tempo pieno
- "professori a tempo definito
- "ricercatori a tempo determinato
- "ricercatori a tempo indeterminato
4. CONTRATTI PER LA DIDATTICA
Tabella dei compensi
Tipo di attività Valore minimo (/ora), Valore massimo (/ora)
Valore massimo (/ora) residenti allestero
Professori cessati dal servizio per raggiunti limiti detà.
5. INTEGRAZIONE SPIN OFF
1. Disciplina del conflitto dinteresse tra le Strutture di Ateneo e le società
spin off
2. Incompatibilità e conflitto dinteressi per il personale dellAteneo che
partecipa
alle società spin off
3. Albo informatico delle società spin off, e disciplina transitoria |
Nota. Nel settembre 2012 furono approvate dagli Organi
Accademici le "Linee guida strategiche e policy operativa in tema di promozione della
nuova imprenditorialità e Spin-off", che, anche alla luce delle nuove normative (in
particolare Legge 240/2010, cd. Gelmini), definiscono i concetti di Spin-off partecipate e
di Spin-off accreditate dAteneo, individuano i requisiti necessari affinché imprese
possano essere considerate società "Spin-off accreditate dellAteneo" e
delineano le policy operative per la costituzione e laccreditamento di imprese
Spin-off.
Le società Spin-off sono imprese, che nascono su iniziativa di personale di
ricerca dellAteneo (strutturato e non) e basano il proprio business su beni e
servizi innovativi ideati e sviluppati, valorizzando i risultati delle attività di
ricerca svolte in Ateneo.
Le società Spin-off ( a parte la moralità pubblica di attività privata in
luogo pubblico, con utilizzo di strumentazioni pubbliche, sia pur transitoriamente nel
tempo - N.d.R.) sono proposte all'Ateneo come promettenti un potenziale valore
aggiunto per lAteneo (con quali garanzie, non si sa - N.d.R.) in termini di
valorizzazione delle conoscenze dellAteneo, di sbocco professionale per laureati e
personale dAteneo, di convergenza e complementarietà rispetto alle attività di
didattica e ricerca, di contributo concreto allo sviluppo economico territoriale.
A marzo 2013 è stato approvato il nuovo regolamento sugli incarichi
extra-istituzionali dAteneo, che prevede tra laltro, in applicazione a quanto
previsto nella Legge 240/2010 (cd. Gelmini), alcune regolamentazioni relative
allassunzione di cariche direttive e gestionali in società Spin-off accreditate.
Da tempo sono stati segnalati potenziali situazioni di conflitti di interesse
nei rapporti tra Università e Spin-off accreditate dAteneo. Per questo, nel
confermare le linee guida, l'Ateneo ha ritenuto opportuno integrare il regolamento in
materia di Spin off .
Su questa base i riferimenti ufficiali venogono ad essere i seguenti due
testi, che è possibile vedere cliccandovi sopra, rispettivamente:
- LINEE
DINDIRIZZO PER LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DELLANNO ACCADEMICO 2014/2015,
settembre 2012;
- INTEGRAZIONE
DELLE LINEE GUIDA per SPIN-OFF DELL'ATENEO DI BOLOGNA, 17 settembre 2013.
|
°°
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Ateneo di Bologna: Pubblicità dei verbali del Consiglio di
Amministrazione
e del Senato Accademico, e degli altri Organi collegiali |
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Regolamento in materia di pubblicita' delle deliberazioni
degli organi accademici - ai sensi dell'articolo 3 comma 2 lettera b)
dello statuto di ateneo. D. R. n. 1035/2012 del 5.9.2012
Per il testo integrale clicca su: Regolamento
Luciani: Lettera al
Presidente Letta, per indignazione ...
. |
.
p.c.
|
-AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- AL MINISTRO DELLA UNIVERSITA'
- ALLA STAMPA |
Oggetto: sulle deviazioni dell'Ateneo di Bologna dalla
corretta e trasparente comunicazione pubblica della propria attività istituzionale, più
rilevante
Caro Presidente,
leggo dal suo discorso programmatico alla Camera dei Deputati del 29 aprile 2013 il
seguente passo: "autorevolezza del potere che non ha più come in
passato il monopolio delle informazioni, ma deve avere il profilo e le competenze per
discernere il vero dal falso nel flusso enorme di informazioni presenti nella rete;
l'autorevolezza di chi non si accontenta della verosimiglianza e del sentito dire, ma
sceglie sempre e solo la verità ed ha il coraggio e la pazienza di raccontarla ai
cittadini, anche se dolorosa o brutale".
Ebbene, come conseguenza della legge Gelmini (n. 240/2010), lo Statuto
dell'Ateneo è stato adeguato, e anche il Regolamento sulla pubblicità della attività
degli Organi. La legge prevede la partecipazione di tre "membri esterni" nel
CdA. Si direbbe che, conseguenzialmente, la legge riconosca al grande pubblico il
diritto-dovere di seguire le grandi scelte degli Atenei.
In alcuni di essi (vedi Torino) è previsto addirittura la possibilità di
ascoltare in diretta il dibattito degli Organi.
A Bologna, era tradizione che i verbali fossero depositati (cartacei) presso
le 4 maggiori biblioteche, e chiunque li potesse vedere..
Ma da settembre 2012 non è più così. In base all'art.5 del Regolamento, i
verbali sono accessibili solo a chi ha una particolare password.
Sono indignato che l'Ateneo di Bologna si ritrovi molto simile
all'Unione Sovietica, sotto questo aspetto.
Mi attendo una sua chiarificazione.
Mi attendo anche il punto di vista dei mezzi di informazione, a cui questa
lettera viene pure inviata
Cordialmente. NINO LUCIANI |
Stralcio dal Regolamento:Articolo 1 (Finalità e principi)
1. Il presente regolamento, ai sensi dellArt 3 comma 2 lettera b) dello Statuto di
Ateneo, disciplina le modalità mediante le quali lAteneo garantisce adeguata
pubblicità delle deliberazioni assunte dagli Organi Accademici e degli atti che
compongono i relativi riferimenti.
........
Articolo 2 (Ambito di applicazione)
1. Sono pubblicati gli atti adottati dal Senato Accademico e dal Consiglio di
Amministrazione, dalla Consulta del Personale Tecnico Amministrativo, dalla Consulta dei
Sostenitori, dal Consiglio degli Studenti e dal Consiglio di coordinamento dei Campus.
......
Articolo 3 (Oggetto della pubblicazione)
1. Sono consultabili in un formato atto a garantire la piena accessibilità alle
informazioni, suddivisi per singoli Organi e raccolti in ordine cronologico, in base alla
data della seduta:
........
Articolo 5 (Modalità della pubblicazione)
1. La pubblicazione avviene mediante le tecnologie più idonee, utilizzando la rete
Intranet di Ateneo.
Laccesso è consentito a tutti i titolari di credenziali istituzionali abilitati
allaccesso alla medesima rete.
......
Articolo 5 (Modalità della pubblicazione)
1. La pubblicazione avviene mediante le tecnologie più idonee, utilizzando la rete
Intranet di Ateneo.
Laccesso è consentito a tutti i titolari di credenziali istituzionali abilitati
allaccesso alla medesima rete.
(Nota della Redazione: Non solo la visione è impedita al grande pubblico
esterno, ma anche alla generalità degli interni, in quanto solo alcuni hanno la password
dentro INTRANET) |
.
 |
.
Dopo la crisi dello scorso anno
VERSO UN NUOVO REGOLAMENTO
per lo "EMERITATO" |
Nota. L'istituto dell' emeritato
era entrato in crisi, lo scorso anno, in seguito al fatto che, a Giurisprudenza, erano
state bocciate candidature eccellenti.
Il fattore scatenante era stato il peso dei ricercatori,
nelle votazioni.
Il ricorso al TAR sosteneva che per l'emeritato alla I
Fascia, dovesse valere solo il voto dei professori di I Fascia.
Il Rettorato sta cercando di resuscitare il morto (si vegga
sotto).
NO COMMENT sulle proposte del Rettorato, considerato che, ai fini delle
abilitazioni scientifiche nazionali, è già in vigore la imprescindibilità dei requisiti
oggettivi, come presupposto per passare all'esame di merito (circa i contenuti
scientifici). Invece, per il nuovo Regolamento si rimane alla genericità ante-deluviana,
e anche il quorum è abbastanza vuoto (il riferimento e' ai "partecipanti" alla
riunione, non "ai membri di diritto"). Basta qualche minaccia a non andare in
Consiglio ... |
Seduta: 19.03.2013 -
Senato Accademico.
REGOLAMENTO PER LA PROPOSTA DI RICONOSCIMENTO DEL TITOLO DI PROFESSORE
EMERITO.
Fatto. L' Ateneo aveva disciplinato le
modalità con cui i Dipartimenti proponevano al Ministero dell'Istruzione, Università e
Ricerca il conferimento del titolo onorario di Professore Emerito attraverso le Linee
Guida, approvate dal Senato Accademico in data 28 Giugno 2011.
Esse avevano individuato i requisiti oggettivi e soggettivi necessari per
proporre la candidatura di un docente all' emeritato, ne stabilivano la
verifica da parte di un.apposita Commissione e fissavano le regole per la composizione e
la votazione della proposta da parte del Consiglio di Dipartimento; si stabiliva in
particolare che il Consiglio di Dipartimento, convocato nella composizione ristretta
limitata ai professori e ricercatori, dovesse approvare la proposta a maggioranza
dei due terzi degli aventi diritto con votazione a scrutinio segreto.
Ma, a decorrere dall'entrata in vigore delle citate Linee
Guida, si è determinata una situazione di impasse, in cui il Rettore non
ha potuto proporre il riconoscimento del titolo di Professore Emerito per nessun candidato
a causa del mancato raggiungimento del quorum costitutivo necessario per procedere alla
votazione oppure del mancato raggiungimento del quorum deliberativo in seno agli organi
collegiali competenti. Alcune Facoltà hanno autonomamente sospeso le procedure volte a
definire le candidature all'emeritato, ritenendo opportuno rinviare la delibera ai nuovi
Consigli di Dipartimento.
La accresciuta consistenza numerica di molti
Dipartimenti non ha, poi, permesso di superare le difficoltà emerse nei Consigli di
Facoltà e di raggiungere le soglie numeriche richieste dalle Linee Guida.
Inoltre, le Linee Guida sono state oggetto di un
contenzioso innanzi al TAR Emilia Romagna.
Ne è emersa la opportunità di procedere alla loro riforma al termine della
fase giudiziaria di primo grado ed alla luce dei contenuti della sentenza TAR.
Nel frattempo, per evitare pregiudizi ai candidati, il
Senato Accademico aveva approvato la sospensione del termine di decadenza delle
candidature, corrispondente a due anni a partire dalla cessazione dal servizio, per i
docenti cessati dal servizio a decorrere dal 13 Luglio 2009.
In queste condizioni, nella seduta del 19 marzo 2013, il Rettore
ha proposto la abrogazione delle citate Linee Guida e la introduzione di un nuovo
Regolamento.
Per quanto riguarda il numero delle firme a sostegno della
candidatura, la proposta è:
- che essa sia sostenuta dal 15% dei professori di I fascia appartenenti alla
medesima Area scientifico disciplinare di elezione del Senato Accademico;
- il numero della coorte è individuata al momento della presentazione della
proposta.
- E' necessario sostenere la candidatura attraverso la presentazione di tre
lettere sottoscritte da professori di prima fascia di altri Atenei italiani o stranieri.
In merito alle regole di funzionamento dell'organo deliberante,
il Consiglio di Dipartimento sarebbe validamente costituito, se in presenza della
maggioranza assoluta dei professori e ricercatori a tempo indeterminato e determinato,
dedotti gli assenti giustificati: ogni singola proposta è approvata con il voto palese
favorevole di almeno due terzi dei partecipanti.
- che sia istituito un Comitato di Garanzia, composto dal Rettore e da cinque
membri nominati, che rimangono in carica per tre anni.
Il Comitato dovrebbe valutare la proposta di candidatura approvata dal
Dipartimento e, dopo aver eventualmente acquisito pareri da esponenti della comunità
scientifica del candidato, l'approverebbe a maggioranza di due terzi dei componenti.
Una seconda modalità di proposta dell'emeritato potrebbe essere che
essa possa avvenire a iniziativa del Rettore. In presenza dei requisiti oggettivi e
soggettivi individuati nel regolamento, nonché di particolari meriti o servizi resi a
favore dell'Ateneo, il Rettore proporrebbe la candidatura al Comitato di Garanzia e,
qualora sia approvata con la maggioranza di due terzi dei componenti, la trasmetterebbe al
Senato Accademico.
Innfine il Senato, nella composizione limitata alla
rappresentanza dei docenti, deliberebbe l'.accoglimento della proposta a maggioranza
assoluta dei partecipanti.
In via transitoria, le proposte di candidatura già
avanzate e non accolte dai Consigli di Facoltà o di Dipartimento in base ai criteri
definiti nelle Linee Guida abrogate, dovrebbero potere essere ripresentate fino al 31
Ottobre 2013.
NULLA CI RISULTA CIRCA LA VOTAZIONE DEL SENATO SULLA PROPOSTA, PERCHE' I
VERBALI SONO SECRETATI. |
.
.
Accademia Nazionale dei Lincei
. |

|
PREMIATO
PROF. MAURO FABRIZIO, DOCENTE DI FISICA MATEMATICA
DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA
|
.
 |
|
|
** Un risultato scientifico
particolarmente importante, ottenuto in un recente lavoro del 2008, riguarda lo studio di
un modello matematico in grado di ben descrivere, utilizzando l'equazione di
Ginzburg-Landau, la transizione acqua-ghiaccio e soprattutto liquido-vapore. Infatti per
questo ultimo caso il modello è in grado di spiegare i risultati sperimentali del
diagramma liquido-vapore di Andrews e correggere così il comportamento anomalo presente
nel classico modello di van der Waals, che fino ad ora veniva "risolto" con un
procedimento euristico proposto da Maxwell.
. |
|
Nota. Per una visione delle pubblicazioni di M.
Fabrizio, clicca su: CV.pdf |
.
 |
Nino Luciani, SCRITTI SCELTI
di Economia e di Scienza delle finanze,
. |
Qui sotto, l'elenco degli
Scritti. Per una visione del volume, clicca su: http://amsacta.unibo.it/3417/ |
|
|
Edizione digitalizzata dellUniversità di Bologna:
Elenco degli SCRITTI SCELTI, Bologna, Università, 12 giugno 2012
(List of SELECTED WRITINGS, Bologna University, June 12, 2012)
1971, |
Intorno alle
proposizioni Fisheriane sul concetto di reddito. Il capitale e il reddito: luno,
alternativo allaltro e viceversa. (Around
Fisherian propositions on the concept of income. The capital and income: the one
alternative to the other and vice versa), Giuffrè, Milano 1971,
pp. 122 (textbook) . |
pag.
5 |
1973, |
"Pressione fiscale internazionale e sua interpretazione. Studio degli
effetti comparati del fattore fiscale di genesi interna ed estera, sulla crescita del PIL,
in termini di moltiplicatore di mercato aperto. ("International fiscal burden and its interpretation. A comparative study of the
effects of fiscal factor from domestic and foreign origin, on the growth of GDP, in terms
of multiplier open market), Rome, Ministero delle Finanze,
Tributi 1973, pp. 36. |
pag.
126 |
1975, |
"Effetti delle imposte sull'offerta individuale di lavoro . Rimozione dellimposta sul reddito." ("The
effects of taxes on individual work supply. Removal of income tax." , Rome, Ministero delle Finanze, Tributi 1975, pp. 21. |
pag. 161
|
1978, |
"Scelta dell'investimento in rapporto al rischio e imposte sul reddito e
sul patrimonio". ("Selection of
investments in relation to risk and taxes on income and on capital"), Rome, Rivista di Politica Economica 1978, pp. 57. |
pag. 181
|
1984, |
"Problemi
di efficienza della spesa pubblica locale. Il calcolo della dimensione ottimale dei
Comuni, in teoria pura". ("Problems
of efficiency of local public expenditure. Calculation of the
optimal space, in pure theory). Rome, Rivista della Guardia di
Finanza 1984, pp. 39. |
pag. 238 |
1985, |
"Condizioni
per la parità del gettito delle imposte diretta e indiretta e applicabilità del teorema
di Pantaloni-Barone alla politica finanziaria". ("Conditions for the equality of the revenue from direct and indirect taxes and
applicability of the "Pantaleoni-Barone Theorem" to the financial policy"). Rome, Tributi 1985, pp. 11. |
pag. 269 |
1987, |
"Efficacia
della manovra dei prezzi pubblici nel controllo dell'inflazione da costi". Studio
sulla base di un modello di equilibrio generale ". ("Effectiveness of the
adjustment of public prices in controlling inflation from costs. A study based on a
general equilibrium model"). Rome, Rivista di Politica Economica 1987, pp. 42. |
pag. 288 |
1990, |
"Ritiro
e innovazione degli impianti industriali: calcolo di convenienza, anche considerando
l'imposta sui profitti. Nuovo metodo per limpostazione del calcolo di
convenienza". ("Retirement and innovation of industrial plants: evaluation of
convenience, considering the tax on profits, too. New method for setting
the calculation of convenience), Rome, Rivista di Impiantistica
Italiana, 1990, pp. 8. |
pag. 330 |
1992, |
"Economia
delle scelte pubbliche di beni e servizi. Teoria pura fondata sullindividualismo
metodologico". (Economics of public
choices of goods and services. Pure theory founded on individualism methodological) , Franco Angeli, Milano 1992, pp. 142 (textbook). |
pag. 346 |
1992, |
"Il
"rate of return" nella valutazione e scelta degli investimenti". Metodologia per il corretto calcolo e uso del TIR ". ("The"
rate of return" in the valuation and choice of investments. Methodology for the
proper calculation and use of the TIR), Rome, revew
"Economia, società istituzioni", LUISS, Rome, 1992, pp. 21. Anche pubblicato in revew "Impiantistica italiana", Editoriale PEG
S.p.A, Milano, 1992, pp. 21. |
pag. 469 |
1993, |
"I
problemi della transizione dell'Italia dallo Stato al mercato", Comunicazione al
Forum di Saint Vincent, ". ("The
problems of the transition of Italy from the "State" to the "Market". Communication to Forum of Saint Vincent "), "1993, Dove va l'economia
italiana", di Jader Iacobelli, ed. Saggi Tascabili Laterza. |
pag. 492 |
1997, |
"Federalismo
fiscale concorrenziale per l'Italia: Regioni o Comuni? Come accordare il potere fiscale di
molteplici enti territoriali con la "unica" tasca del contribuente ". ("Competition in fiscal federalism in Italy: Regions
or Municipalities ? How to tune the taxing power of multiple local authorities with
the"unique "pocket of the taxpayer), in revew TRIBUTI,
n. 7, 1997, Ministero delle Finanze, pp. 13. Discussed at the SIEP
meeting of 1997. Anche pubblicato in review "La Finanza Locale", maggio 1997,
Maggioli Editore, Rimini. |
pag. 499 |
1998, |
"Comunicazione
interattiva, scelte pubbliche, stampa elitaria e democrazia diretta". ("Interactive communication, public choice, print elitist and direct
democracy), Scientific Communication at Session 5.B: "Constitutional Rules of Direct
Democracy" of the international meeting "Constitutional Issues in Modern
Democracies", University of Messina, Sept. 25-27, 1997. Published in revew
"Economia, Società Istituzioni", LUISS, Rome 1998, pp. 42. |
pag. 535 |
2002, |
"Nuovo
meccanismo per l'efficienza della Pubblica Amministrazione. Dato un budget, il Dirigente
è remunerato in base al saldo di bilancio, associatamene al controllo esterno sulla
effettività dei servizi pubblici". ("New
mechanism to promote the efficiency of Public Administration. Given a budget, the manager
is remunerated at the balance, in combination with external control on the effectiveness
of public services). Communication at the
Meeting "Politica Fiscale, flessibilità dei mercati e crescita, SIEP, Pavia 2000.
Pubblicato in revew "Economia, Società Istituzioni", LUISS, Rome 2002, pp. 27. |
pag. 577 |
2002, |
"Nuovo
metodo di misurazione del progresso tecnologico, e applicazioni per l'Italia. Anche
applicazione allI.V.A. per incentivare il progresso "utilizzatore di
lavoro". "Approfondimenti ai settori produttivi, di
Manuel Boarini. ("A new method of measurement technological
progress, and applications for Italy. Too application VAT to stimulate progress "user
job". "Further to the productive sectors, by M. Boarini),
rev. "Economia, società istituzioni", ed. LUISS, Roma
2002, pp. 28 e rev. "Economia, Società e Istituzioni, ed. LUISS, Roma 2005. |
pag. 600 |
2003, |
Ernesto
d'Albergo, la Scienza delle Finanze e il problema di una "regola sicura" di
decisione collettiva, a supporto del "Secondo teorema dell'economia del
benessere". (Ernesto d'Albergo, the
Science of Finance and the problem of a "safe rule" decision for the
collectivity, to support the "Second Welfare Theorem".),
rev. "Economia, società istituzioni", ed. LUISS, Roma
2003, pp. 22. |
pag. 668 |
2005 |
ECONOMIA
GENERALE, Libro. Argomenti: Economia di mercato e dellimpresa, Economia pubblica e
Politica economica, Economia internazionale, Metodologia per la valutazione e scelta degli
investimenti, tenuto conto dellimposta sul reddito (Texbook, GENERAL ECONOMY. Topics: Market economy and enterprise, Public Economics and Economic Policy,
International Economics, Evaluation and selection of investments taking into account
income tax), Franco Angeli, Milano 2005. pp. 520.
Nota. Disponibile solo in Biblioteche, oppure in Libreria
perchè coperto dai diritti dellEditore. |
2009, |
"Il
"2° criterio paretiano", d'Albergo e la scienza delle finanze" (The
"2d pareto's criterion", d'Albergo and the Science of public finance), 2009,
Saggio annesso al Libro di Ernesto d'Albergo, Economia della finanza pubblica, 2009.
Edizione digitalizzata a cura di Nino Luciani.
Nota. Disponibile in: http://amsacta.cib.unibo.it/archive/00002571/, Documento
PDF , pp. 408-446. |
2012 |
"Da Attilio da Empoli ad Ernesto dAlbergo. La teoria degli
"sgravi fiscali" nelle visioni di "equilibrio generale" e di
"macroeconomia"??. "Anche
un nuovo caso di moltiplicatore del reddito, pari alla "unità" (come nel
"teorema di Haavelmo") in ipotesi di sgravio da imposta indiretta, bilanciato da
aggravio di imposta diretta, senza variare la spesa pubblica". (From Attilio da Empoli to Ernesto d'Albergo. The theory of "tax
reductions" in the visions of "general equilibrium" and
"macroeconomics". "And a new case of income multiplier, equal to the
"units" (as in "Haavelmo theorem") in the event of remission of
indirect taxes, balanced by a direct tax burden, without changing the public
expenditure", in: ATTILIO DA EMPOLI (1904-1948), Uno studioso partecipe del suo
tempo, a cura di M. Di Matteo e E. Longobardi, Convegno di Bari 2004, Franco Angeli,
Milano 2012, p. 179. |
Pag. 689 |
|
A
Bologna, in piazza Maggiore, sotto la statua di Gregorio XIV, il grande papa dello
"Studio Petroniano" |
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Bologna, Rettore presenta la nuova "squadra dei ProRettori"
al nuovo Consiglio di Amministrazione
( peraltro già insediato, senza che il verbale
di nomina sia approvato dal Senato )
Soluzioni interlocutorie per le Deleghe ai Dirigenti
e responsabilizzazione "precaria" dei ProRettori.
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COMMENTO di NINO LUCIANI |
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- Emilio Ferrari (prorettore Vicario),
- Guido Sarchielli (prorettore per le sedi della Romagna),
- Gianluca Fiorentini (prorettore alla didattica),
- Dario Braga (prorettore alla ricerca),
- Roberto Nicoletti (prorettore agli studenti),
- Carla Salvaterra (prorettore alle relazioni internazionali),
- Patrizia Tullini (prorettore al personale),
- Sandro Sandri (prorettore al bilancio). |
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La delibera del CdA sulle Deleghe ai Dirigenti Amministrativi
(29 maggio 2012)
Nel corso della riunione, è stato
riferito che la realizzazione del nuovo assetto degli Organi di governo dell'Ateneo
e delle relazioni con l'amministrazione, previsto dal nuovo Statuto, determina la
necessità di un ripensamento complessivo anche delle deleghe.
C'è, poi, la circostanza che per alcune deleghe è cambiato anche l'organo
delegante (il Direttore Generale, in luogo degli Organi Accademici).
Il nuovo Statuto dispone, sul piano generale, che le deleghe sono
conferite con delibera approvata a maggioranza assoluta dei componenti, nel caso di organi
collegiali, per oggetti definiti o materie determinate, anche corrispondenti a settori
organici. Inoltre, le deleghe sono conferite per un periodo di tempo determinato comunque
non eccedente la durata in carica dell'organo delegante.
In vista del riassetto, è emersa, al tempo stesso, l'esigenza
di assumere decisioni transitorie per la attribuzione di deleghe ai Dirigenti
dell'amministrazione generale' per assicurare la continuità operativa nelle attività
dell'Amministrazione.
In conclusione il CdA ha deciso la riconferma di una parte delle
deleghe già esistenti, per quanto compatibili e per un arco temporale limitato dalla
ridefinizione complessiva degli ambiti di delega, o di specifiche linee di indirizzo da
parte degli Organi Accademici e del Direttore Generale e comunque non oltre il 31
luglio 2012. |
Nino Luciani, Modo precario
della nuova SQUADRA
e proposta per la "retta via" (Deleghe ai ProRettori)
Da anni è stata notata una qualche
prevaricazione (peraltro legittima) della Amministrazione, sui professori, sia pur
(quest'ultimi) nella loro veste di membri di Organi Accademici collegiali o monocratici.
Questo ha danneggiato l'efficienza dell'Ateneo, in quanto i burocrati,
pur preziosi per la conoscenza delle leggi e dei meccanismi burocratici, sanno poco del
funzionaento della "vera università" (quella che fa gli insegnamenti, gli
esami, la ricerca).
Una soluzione, su cui pareva ci fosse ampio consenso nella base
accademica (emerso nei dibattiti elettorali del rettore), era che la Amministrazione fosse
suddivisa in un determinato numero di settori, sul modello del Governo nazionale o degli
enti locali (dove per ogni settore c'è un apposito ministero o assessorato, ad es.
dell'Agricoltura, del Turismo, ecc.), a capo dei quali fosse messo un ProRettore.
Dalla presentazione della SQUADRA, fatta dal rettore,
"sembrerebbe" che sia così (ad es., Fiorentini ha il compito della didattica,
Salvaterra ha il compito delle relazioni internazionali ....).
Ma non è così . Sono compiti attribuiti alla persona, dal rettore, e sui
quali i ProRettori riferiscono al rettore, come suoi fiduciari, il quale decide, infine.
Non è questa la "retta via". Il rettore dovrebbe riservarsi le
funzioni di indirizzo e controllo; e ai Pro-Rettori dare "delega" con potere di
firma e di rapporto diretto con un proprio settore di competenza.
In questo modo il rettore viene sgravato dagli infiniti gravami
amministrativi di un Ateneo così grande come il nostro (e che lo riducono, di fatto, a
mero firmaiolo, senza potere controllare niente nei fatti, con rischi penali ... ecc.).
Al tempo stesso i Pro Rettori sono responsabilizzati, ed hanno una propria
dignità, e l'Amministrazione ne riceve sicuramente un vantaggio in termini di luce.
Questo adempimento è divenuto fondamentale, in seguito alla legge Gelmini,
in quanto i Presidi sono stati espulsi dal Senato. Essi erano tradizionalmente gli
interlocutori dell'Amministrazione, ed è polvere il peso che i direttori di dipartimento
hanno oggi nel Senato (al posto dei Presidi). N. LUCIANI |
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BOLOGNA, UNIVERSITA' NOMINA CONSIGLIO DI
AMMINISTRAZIONE
RIFORMATO EX-LEGE GELMINI
Il rettore "vince ma
non convince"
( meglio dire: al più, sarà portavoce dei
Dirigenti Amministrativi ).
Nominato il candidato della Consulta del Personale tecnico e amministrativo.
. |
Fiducia
che Becket, fatto arcivescovo di Canterbury perchè "amico del re", si conservi
"servo di Dio" |
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Membri, totale 11 (durata 3 anni, salvo 2
per gli studenti, rinnovabile una volta): |
|
- Rettore: Ivano
Dionigi, Prof. Ordinario di Letteratura Latina; Dipartimento di Filologia
Classica e Italianistica;
- Rappresentanti degli studenti, 2: Davide Pianori, Josephine
Lattari;
- Membri interni 5: Andrea Battistini (Professore Ord.
di Letteratura italiana, già Direttore del Dipartimento di Italianistica,
dell'Osservatorio della Ricerca
e del Collegio Superiore), Corrado Benassi
(Professore Ord. di Economia politica e Preside della Facoltà di Economia sede di
Rimini),
Giovanni Corazza (Professore Ord. di
Telecomunicazioni e Direttore del Dipartimento di Elettronica, Informatica e
Sistemistica), Loris Giorgini
(Ricercatore Prof. in Chimica industriale, già membro del
precedente Consiglio di Amministrazione), Marina Timoteo (Professore Ord.
di Diritto privato
comparato, vice Preside della Facoltà di Giurisprudenza e
Co-direttrice dell'Istituto Confucio).
- Membri esterni, 3: Isabella Seragnoli (Presidente di
Coesia SpA), Pier Giuseppe Dolcini (avvocato, Presidente della Fondazione
Cassa di Risparmio
di Forlì), Massimo Mantovani (Avvocato,
Direttore Affari legali dell'Eni SpA e Membro del Consiglio di Amministrazione di Snam
Rete Gas SpA).NOTA: Vedi sotto, per il Senato Accademico |
|
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INTERSINDACALE UNIVERSITARIA DI BOLOGNA
CISL Universita CNU Comitato Naz.le Universitario
CoNPAss Coordinamento Naz.le Proff. Associati BO "Docenti
Preoccupati" FLC CGIL Universita di Bologna SUN Universitas News
UIL Ricerca Universita AFAM
Sede, via Giacomo 20, Universita di Bologna - Tel. 347 9470152
COMUNICATO del 12
maggio 2012
Il processo di designazione
dei nuovi Consiglieri di Amministrazione,
ovvero come il Rettore Dionigi sta regolando i conti con l'Intersindacale
L' 8 maggio scorso il Comitato di selezione nominato dal Senato
Accademico, al fine di vagliare le candidature alla carica di consigliere
d'amministrazione, ha concluso i suoi lavori; e ai Senatori e' stata consegnata la rosa
dei candidati che hanno superato il vaglio del Comitato stesso: - 28 i candidati interni e
15 i selezionati; - -ben 31 candidati esterni e 9 i selezionati. In entrambi i casi i
candidati erano esattamente il triplo degli eleggibili. Mercoledì 16, a tappe forzate, il
Senato si riunira' per votare.
Una prima considerazione riguarda la bassissima trasparenza di
tutta la procedura: l'elenco dei candidati non e' pubblico, come del resto non e' pubblico
l'elenco di chi ha superato la selezione. Nel sito intranet di Ateneo non vi e' alcuna
traccia di queste operazioni; vaghissimi i criteri che risulterebbero adottati, piu'
adatti forse ad una giustificazione ex post delle scelte fatte, che a render conto
pubblicamente di come si scelgono i futuri amministratori di una prestigiosissima
Istituzione pubblica.
Una seconda considerazione rileva che, caso vuole, nessun
candidato, che abbia espresso pubblicamente posizioni critiche verso lo Statuto approvato
dagli organi accademici nel luglio del 2011, ha superato la selezione. Tutti inadeguati
alla carica ?
Anche per il Senato non era andata molto meglio: che i senatori
siano stati eletti non assicura infatti di per se' il funzionamento di una democrazia
rappresentativa, tanto piu' che la loro elezione e' avvenuta in un contesto che ha visto
diffusamente coincidere ill numero dei seggi esprimibili per area con il numero dei
candidati stessi.
Tutta l'operazione di rinnovo degli organi accademici sembra dunque
concludersi all'insegna del "compattare i ranghi" e dell'affinita' stretta tra
gli eletti negli organi ed il Rettore, assieme al gruppo dirigente a lui vicino.
Questo non ci stupisce, visto lo scontro aperto all'epoca del
referendum sullo statuto, e vista la sordita' a recepire il bisogno di democrazia che
questo rappresentava. Un governo dei "tecnici e dei migliori" anche per
l'Universita' di Bologna? Ce lo auguriamo vivamente, malgrado tutto.
E, responsabilmente, continueremo a giudicare dalle scelte che sapra'
fare." |
Il commento sul Consiglio
Gianni Porzi, Riflessione sulla costituzione
del nuovo Consiglio di Amministrazione
Ritengo che tale vicenda, tuttaltro che esaltante
perché non fa onore alle tradizioni democratiche dellAteneo e della città di
Bologna, meriti una riflessione. Il prof. Capano, in un corsivo del
tutto condivisibile, apparso sul Corriere di Bologna del 17 maggio u.s., afferma :
Ancor più dellesito, fa riflettere il modo in cui si è arrivati alle
nomine (io aggiungerei che anche lesito |

Gianni Porzi
|
lascia qualche perplessità); poi continua Spiace
che il nuovo Senato di UniBo abbia abdicato alla responsabilità di essere lautonomo
rappresentante di tutto lAteneo, accettando un ruolo subalterno e finendo così per
ratificare (e non scegliere) la cinquina del Rettore quasi allunanimità. Più
che dispiacere direi che la cosa è deprimente/sconcertante perché non fa onore
allAlma Mater; tuttavia, chi come me ha fatto parte di entrambi gli Organi
Accademici (per ben 9 anni), non si meraviglia affatto : è infatti normale che gli OO.AA.
ratifichino con maggioranze larghe (a volte quasi bulgare) ciò che è stato deciso
altrove. Comunque, certe situazioni, quale quella che si è
verificata in questi giorni, non piovono allimprovviso dal cielo, ma sono la
conseguenza a cascata di fatti accaduti in precedenza. Andiamo quindi per ordine e
partiamo dal 2009, anno in cui venne eletto lattuale Rettore.
A mio avviso, ma non solo mio, lAteneo non fece la
scelta pensando alla politica universitaria, ma piuttosto ad un altro tipo di
politica, cioè la politica partitica ed oggi le conseguenze di questa opzione
tipicamente ideologica sono evidenti. Alla fine del 2010 arriva
poi la Legge Gelmini che, tra le varie novità, non tutte condivisibili, impone che i
Consigli di Amministrazione degli Atenei siano costituiti da personalità italiane o
straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di
unesperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla
qualificazione scientifica culturale, requisiti che non vengono invece richiesti ai
Rettori che presiedono il CdA (probabilmente lallora Ministro Gelmini non voleva
inimicarsi la CRUI !). A fine luglio 2011, il S.A. varò il
nuovo Statuto, dopo il parere favorevole del CdA, con 6 voti contrari (il sottoscritto, il
Dr. Bigi, la Dott.ssa Maltoni, il Dr. Pontieri, la Signora Zago e il Sig. Lopriore) e
18 favorevoli. E questo è il passaggio i cui effetti, a mio avviso negativi, sono sotto
gli occhi di tutti. Infatti, lo Statuto non prevedeva leleggibilità, quantomeno dei
membri interni, come da me suggerito (opzione che fu invece adottata dal Politecnico di
Torino e dalle Università di Genova, Pisa, Firenze, Palermo, Trieste e Parma), ma la
nomina dei Consiglieri sulla base di una rosa di candidati scelti da un Comitato di
selezione nominato, sostanzialmente, dal Rettore. In conclusione, il precedente Senato
nomina il Comitato di selezione proposto dal Rettore, il nuovo Senato
ratifica la scelta dei Consiglieri fatta sempre dal Rettore.
Da ciò risulta evidente che i vari passaggi altro non sono che
la logica conseguenza di ciò che è avvenuto nello step precedente. Vorrei tuttavia
essere molto chiaro e onesto : la responsabilità di quanto accaduto nel nostro Ateneo è
degli Organi Accademici che nelle varie occasioni hanno rinunciato a quel ruolo
decisionale, di grande responsabilità morale/politica, che compete loro e accettato un
ruolo subalterno finendo così per ratificare le scelte/decisioni del Rettore. Se gli
Organi Accademici non hanno il coraggio di assumere decisioni in piena autonomia e
subiscono passivamente quelle prese da altri, ebbene, evidentemente possono essere
tagliati anche da un grissino (come dice una nota pubblicità).
Ora, lascio ai lettori stabilire se nellAteneo bolognese
vige la democrazia, la trasparenza delle procedure, oppure una, a mio avviso preoccupante,
gestione verticistica del potere, cioè una sorta di monarchia con un Consiglio della
Corona che decide le sorti dellAteneo. Una cosa comunque è registrabile e cioè che
gli anticorpi a un tale sistema stanno crescendo di giorno in giorno. |
|
Nuovo Senato Accademico, membri 35,
di cui docenti eletti 25
DOCENTI ELETTI:
- Direttori di Dipartimento, 11: Carlo Boschetti, Mirko Degli Esposti,
Pier Paolo Gatta, Giuseppina La Face, Davide Pettener, Rosella Rettaroli, Enrico
Sangiorgi,
Giuseppe Sassatelli, Francesco Ubertini, Francesco Zerbetto, Marco
Zoli;
- Professori di I fascia, 6: Carlotta Berti Ceroni, Claudio Ciavatta,
Carla Faralli, Fiorella Giusberti, Loretta Gregorini, Maria Carla Re;
- Professori di II fascia, 4: Marco Antonio Bazzocchi, Luciano
Bononi, Cesare Faldini, Eugenia Rossi Di Schio;
- Ricercatori, 4: Renato Brandimarti, Uberto Pagotto, Monica
Turci, Cristian Vaccari.
__________________________________________
Per memoria, a titolo di presentazione generica del Senato, in relazione ai
compiti che dovrà svolgere dopo la riforma ex-lege Gelmini:
Indice di valutazione dellattività di ricerca dei
docenti eletti, secondo lOsservatorio della ricerca dellAteneo.
Direttori di Dipartimento eletti: |
Professori di I fascia eletti |
Professori di II fascia eletti : |
Ricercatori eletti : |
- 4
sono classificati in A;
- 3
sono classificati in B;
- 2
sono classificati in C;
- 1
è classificato in D;
- 1
non valutato. |
- 1 solo
classificato in A;
- 3 sono
classificati in B;
- 2 sono
classificati in C |
- 1 è
classificato in A;
- 1 è
classificato in B;
- 1
è classificato in C;
-
1 non valutato |
- 2 sono
classificati in A;
- 1 è
classificato in C;
- 1
non è classificato |
Risultati complessivi:
Classificati in A, il 50%
dei Ricercatori eletti, il
36% dei Direttori eletti; il
25% dei Prof. di II fascia eletti;
il 17% dei Prof. di I fascia. eletti. |
Università di Bologna. In soffitta le vecchie Facoltà,
LA DIDATTICA SARÀ RIPARTITA TRA 11 SCUOLE:
.
|
.

Immagine dello "Studio" medievale |
|
- Scuola di Agraria e Veterinaria;
- Scuola di Economia, Management e Statistica;
- Scuola di Biotecnologie, Farmacia e Discipline Motorie;
- Scuola di Giurisprudenza;
- Scuola di Ingegneria e Architettura;
- Scuola di Lettere e Conservazione dei Beni Culturali;
- Scuola di Lingue, Interpretariato e Traduzione;
- Scuola di Medicina e Chirurgia;
- Scuola di Psicologia e Formazione;
- Scuola di Scienze;
- Scuola di Scienze Politiche ( o Scienze Politiche e Sociologiche) |
|
Le nuove Scuole
(già Facolta')
Il Consiglio di Amministrazione (3 aprile 2012) ha ripartito la didattica tra 11
Scuole (che sostituiranno le vecchie Facoltà, abolite) e deciso i criteri di affererenza
dei Dipartimenti alle Scuole stesse.
(Anche approvate le classi di laurea. Per vederle, clicca su Classi).
Le Scuole sono le seguenti:
- Scuola di Agraria e Veterinaria;
- Scuola di Economia, Management e Statistica;
- Scuola di Biotecnologie, Farmacia e Discipline Motorie;
- Scuola di Giurisprudenza;
- Scuola di Ingegneria e Architettura;
- Scuola di Lettere e Conservazione dei Beni Culturali;
- Scuola di Lingue, Interpretariato e Traduzione;
- Scuola di Medicina e Chirurgia;
- Scuola di Psicologia e Formazione;
- Scuola di Scienze;
- Scuola di Scienze Politiche (o Scienze Politiche e Sociologiche).
L'art. 19 co. 4 dello statuto prevede che all'interno delle scuole siano
costituite vicepresidenze nelle sedi territoriali caratterizzate dalla presenza di un
numero rilevante di docenti e studenti.
Nelle sedi della Romagna è stata confermata la presenza di una vicepresidenza
delle scuole, in corrispondenza delle precedenti sedi istituzionali delle presidenze di
facoltà, procedendo ad accorpamenti laddove le facoltà presenti in una sede confluiscano
nella stessa scuola e di istituire ulteriori vicepresidenze in quelle sedi in cui sono
attivati corsi di studio di competenza dei dipartimenti afferenti alla scuola a cui sono
iscritti complessivamente almeno 1000 studenti e abbiano sede di servizio almeno 25
docenti inquadrati nei dipartimenti afferenti alla scuola.
Sulla base di tale criterio sono state istituite:
- presso la sede di Bologna una vicepresidenza per ciascuna
delle scuole di cui sopra con l'eccezione della scuola di Agraria e Veterinaria per cui
sono previste due vicepresidenze, una nel comune di Bologna e l'altra nel comune di Ozzano
dell'Emilia;
- presso la sede di Cesena una vicepresidenza per ciascuna delle
seguenti scuole: Ingegneria e Architettura; Psicologia e Formazione;
- presso la sede di Forlì una vicepresidenza per ciascuna delle
seguenti scuole: Economia, Management e Statistica; Lingue, Interpretariato e Traduzione;
[Scienze Politiche o Scienze Politiche e Sociologiche];
- presso la sede di Ravenna una vicepresidenza per la scuola di
Lettere e Conservazione dei Beni Culturali;
- presso la sede di Rimini una vicepresidenza per ciascuna delle
seguenti scuole: Economia, Management e Statistica; Biotecnologie, Farmacia e Discipline
Motorie.
I criteri per l'afferenza dei Dipartimenti alle Scuole
hanno luogo in relazione alla consistenza, alla rilevanza e all'affinità disciplinare
delle attività formative garantite dai Dipartimenti.
Il criterio di consistenza delle attività formative
garantite dai dipartimenti alle scuole è soddisfatto quando un dipartimento conferisce
almeno il 4% dei crediti formativi offerti da una scuola. Tali crediti
sono calcolati sulle attività formative dei corsi di laurea di I e II ciclo che prevedono
lo svolgimento di attività didattica frontale e l'attribuzione di crediti, così come
rilevato dal data base della programmazione didattica d'ateneo (a.a. 2011-12).
Il criterio di rilevanza delle attività formative garantite dai
dipartimenti alle scuole è soddisfatto quando un dipartimento conferisce il maggior
numero dei crediti formativi, calcolati come sopra, ad almeno un corso di laurea di I o II
livello nelle classi dei corsi di laurea di pertinenza di una scuola.
Il criterio di affinità disciplinare delle attività
formative garantite dai dipartimenti è soddisfatto quando i settori
scientifico-disciplinari dei docenti e ricercatori appartenenti a un dipartimento sono
presenti tra quelli degli insegnamenti di base o caratterizzanti di almeno una delle
classi dei corsi di laurea di pertinenza di una scuola.
Un dipartimento afferisce a una scuola se soddisfa il criterio di
affinità disciplinare e almeno uno tra i criteri di consistenza e di rilevanza delle
attività formative garantite alla scuola stessa. |
Gianni Porzi, Il commento
(da: INTERVENTO in CdA) Innanzi tutto devo rilevare che è
stato messo all'o.d.g. un tema così importante qual'é la costituzione delle Scuole,
senza un incontro preliminare dedicato all'approfondimento del problema in tutti i suoi
aspetti, per registrare le varie ipotesi e per conoscere anche le possibili criticità, al
fine di poter poi assumere una decisione consapevole, avendo cioè acquisito la piena
conoscenza del problema.
La complessità del problema è dimostrata anche dal fatto che il pro-Rettore
Fiorentini, durante l'illustrazione della pratica, ha affermato che è stato un lavoro
difficile e molto impegnativo.
A mio avviso sarebbe stata molto utile una riunione della Assemblea Congiunta
(CdA e Senato) dove potevano essere registrate le varie proposte e che avrebbe consentito,
dopo un ampio dibattito, di raggiungere una soluzione il più possibile meditata e
condivisa.
Per quanto riguarda il n° di Scuole, la scelta di 11, che ritengo eccessive,
non credo risponda allo spirito della Legge.
A mio avviso, la Scuola doveva rappresentare un qualcosa di innovativo
(almeno per il nostro Paese) che superasse la logica delle attuali Facoltà, affidando ai
Dipartimenti tutta la responsabilità dell'attività didattica.
Ritengo che andassero il più possibile evitate sovrapposizioni con le attuali
Facoltà.
La scelta delle 11 Scuole non credo risponda all'esigenza di una
razionalizzazione dell'attuale situazione, come auspicato dalla Lg.240.
Non si capisce inoltre la logica dell'aver fissato al 4% la soglia dei crediti
formativi come consistenza minima delle attività formative perché un Dipartimento possa
partecipare ad una Scuola.
Perché proprio il 4% e non il 5% o addirittura il 10%?
Ha senso che una Scuola sia costituita da due soli Dipartimenti, uno dei quali con
peso sostanzialmente irrilevante?
Con una soglia bassa e un numero elevato di Scuole potrebbe inoltre verificarsi che
un Dipartimento (specialmente nel caso di quelli che comprendono s.s.d. di
"servizio") possa afferire a più Scuole, cosa che non credo vada nella
direzione della semplificazione.
Per quanto concerne le due opzioni proposte per la denominazione della
undicesima Scuola in elenco, accolgo con piacere la notizia data dal Rettore che il
problema è stato risolto.
Colgo tuttavia l'occasione per mettere in evidenza che la diatriba tra le due
denominazioni era chiaramente conseguenza dell'elevato n° di Scuole. GP |
|
.
CONTENZIOSO SUGLI STATUTI:
MIUR CHIAMA IN GIUDIZIO, AL TAR, IL POLITECNICO
DI TORINO
Idem, probabilmente, per Genova e Parma |

Francesco Profumo
già Rettore
|
Contestata la legittimità della decisione
del Politecnico, laddove esso insiste per la elettività
del CdA - Consiglio di Amministrazione
Il ProRettore Gilli, successore
pro-tempore di Profumo:
"Difenderemo questa
posizione con fermezza,
fiduciosi nel Giudice Amministrativo" |

Marco Gilli
ProRettore
|
|
NOTA. Gli scenari
che si aprono per Torino e, potenzialmente, per tutta l'universita' italiana 1.- In premessa, si ricorda che non solo Torino Politecnico, ma anche Genova
e Parma, hanno deliberato di volere un CdA elettivo, non designato, ritenendo cio' essere
conforme alla legge Gelmini.
Questa, all'art. 2, lett. i stabilisce, "per la composizione del consiglio di
amministrazione", ... "una rappresentanza elettiva degli studenti; designazione
o scelta degli altri componenti,... tra candidature individuate ... tra personalita'
italiane o straniere in possesso di comprovata competenza in campo gestionale ovvero di
un'esperienza professionale di alto livello con una necessaria attenzione alla
qualificazione scientifica culturale".
Secondo il Miur, ''designazione o scelta'' e' diverso da ''elezione'', ma secondo
alcuni giuristi l'aggiunta di "o scelta" e' un ripensamento del legislatore che
offre, in subordine, la possibilita' della elezione: nel senso che anche la elezione e'
una scelta.
Sempre, secondo il Miur, posto che il CdA vada designato, esso va configurato come
distinto da ogni altro Organo. Pertanto, esso non puo' essere neppure l'emanazione di un
altro organo (il Senato), e dunque dev'essere nominato da almeno due organi.
2. Quale linea di difesa Torino potrebbe adottare, al Tar ?
Torino potrebbe scegliere tra due linee difensive:
a) potrebbe sostenere di avere correttamente applicato la legge, perche' ''eleggere''
vuole dire anche ''scegliere'', non importa se mediante votaziono o mediante designazione.
L'importante e' che i candidati abbiano le competenze professionali di legge per fare bene
il loro compito;
b) potrebbe, invece:
- sostenere che lo Statuto degli Atenei puo' disporre nei limiti della legge ordinaria e
che questa, essendo una legge ordinaria, (a sua volta) puo' disporre nei limiti della
legge costituzionale, secondo cui (art. 33) '' le ... universita' ... hanno il diritto di
darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato'';
- e sostenere cha le legge Gelmini ha violato la Costituzione, laddove non ha rispettato
l'autonomia universitaria, in materia di ordinamento e, dunque, chiedere al TAR che, prima
di decidere, ponga la questione di costituzionalita' alla Corte Costituzionale.
La prima linea e' molto rischiosa e forse perdente.
La seconda linea, ma che postula che il TAR ritenga fondata la questione di
costituzionalita', viene ad aprire per l'universita' italiana una stagione nuova: la
speranza che la Corte la liberi ora e per sempre dal guinzaglio dei politici, in materia
di autonomia di ordinamento.
3.- Cosa dire per provare la incostituzionalita' della legge Gelmini ? Gli elementi
costitutivi del dispositivo di legge contestato sono, a mio avviso, tre:
a) le competenze del CdA;
b) i requisiti dei candidati, ai fini della nomina;
c) il decisone delle nomine.
A mio avviso, i primi due punti possono rientrare nei limiti, di possibile competenza
della legge ordinaria, senza violare l'autonomia universitaria su questioni essenziali di
ordinamento.
Invece, il potere di decidere chi fa la scelta (elezione, designazione ...) e' invece
essenziale perche' l'autonomia sussista o sia annullata.
Dunque, la incostituzionalita' della legge ordinaria mi parrebbe ineccepibile, sul punto
c). Nino Luciani |
|
|
Il nuovo ministro prof. Francesco
Profumo
audito dalla Commissione Cultura della Camera
(10 gennaio 2012) |

Francesco Profumo,
ministro università
|
Documento Programmatico del Ministro
contenente le sue linee di azione
per la Ricerca e lUniversità
( Testo integrale relativo alle Parti I e II )
Primo commento: accento sul rifinanziamento della ricerca
e dell'università,
per dare sostanza alla riforma ex-lege 240/2010, in via di completamento |
Linee di azione - Sintesi
Il presente Documento Programmatico contiene le linee di
azione del Ministero dellIstruzione, dellUniversità e della Ricerca (di
seguito anche MIUR).
Il Documento, che premette brevemente quelle che sono le caratteristiche del
Ministero dal punto di vista organizzativo, si articola nellesposizione di:
interventi programmati per implementare la ricerca scientifica e tecnologica (Parte
I: Ricerca); piano di azioni ed obiettivi per la riforma del sistema universitario (Parte
II: Università); priorità strategiche nonché ambiti prioritari di intervento in materia
di istruzione (Parte III) (omessa in questo servizio - NdR).
PREMESSA
Nel panorama delle amministrazioni centrali e periferiche
in cui si articola lorganizzazione statale, il MIUR si contraddistingue per alcune
peculiarità specifiche tra le quali, in particolare: la complessità istituzionale,
dal punto di vista della rete di relazioni con altri enti, limponenza
dellorganizzazione, che si sviluppa sia a livello centrale che periferico [3
dipartimenti, 12 direzioni generali centrali, 18 direzioni generali regionali; un organico
di 8.462 unità di personale amministrativo, con personale in servizio pari a circa 5.235
unità]; lesiguità dei fondi in settori di rilievo in cui è chiamato ad
operare; il carattere strategico delle prestazioni e dei servizi resi
(istruzione, formazione universitaria e ricerca) non solo dal punto di vista sociale ma
anche quale fattore di competitività del Paese nonché oggetto di specifici impegni
assunti in sede europea. In allegato, si illustrano elementi esplicativi sullo stato
attuale dellorganizzazione ministeriale, evidenziando criticità ed individuando
specifici interventi strutturali (All. 1: Ministero).
PARTE I - RICERCA-
1. Laccesso ai fondi europei e la competizione
internazionale sulla ricerca
LItalia soffre di una ridotta capacità di
accesso e sfruttamento dei fondi messi a disposizione dallUnione Europea per la
Ricerca. Sul VII Programma Quadro, a fronte di un contributo totale dellItalia al
finanziamento del programma pari circa al 14%, lo sfruttamento degli stessi è stato solo
pari all8% circa. Sul fronte delle politiche di coesione, le percentuali di utilizzo
dei fondi strutturali vedono lItalia al penultimo posto, davanti alla Romania, con
situazioni particolarmente critiche nelle Regioni della convergenza.
A fronte di questa situazione, il Ministero è impegnato in
una robusta azione di recupero della competitività del sistema della ricerca italiana nel
contesto internazionale, con particolare riferimento agli indirizzi di priorità
espressi dalla Commissione Europea attraverso la strategia Horizon 2020. Lobiettivo
perseguito è quello di aumentare la competitività dei ricercatori e delle imprese
italiane nellaccesso alle varie tipologie di fondi messi a disposizione dalla
Commissione Europea nonché di favorire lintegrazione tra tali fondi e capitali
privati. Il Ministero intende anche promuovere specifici programmi e progetti di
cooperazione bilaterale con paesi terzi di particolare interesse sotto il profilo
dellattività scientifica, tecnologica e dellinnovazione.
A questo scopo il Ministero è impegnato nello sviluppo di
un insieme integrato di azioni che compongono una strategia complessiva di crescita
prevalentemente basata sul miglior utilizzo delle risorse europee. Tale strategia muove
dal rafforzamento delle capacità tecnologiche delle imprese, delle università e degli
enti di ricerca su alcuni temi specifici, si sviluppa attraverso la realizzazioni delle
condizioni di crescita per le giovani imprese innovative, si completa con la
capitalizzazione del valore sul territorio e con la creazione di infrastrutture
intangibili e si chiude attraverso il sostegno alla domanda di prodotti e servizi
innovativi e la creazione di nuovi mercati per linnovazione, anche attraverso la
committenza pubblica pre-commerciale.
Nella tabella seguente sono riportate le specifiche azioni
in essere e quelle in fase di avvio.
AZIONI IN ESSERE |
|
|
|
Azione |
Destinatari |
Area Geografica |
Risorse |
Ricerca FAR |
Imprese, Università, EPR |
Centro Nord + Sud no
convergenza |
700 ML |
PON azioni integrate |
Imprese, Università, PA,
EPR |
Convergenza |
400 ML |
Distretti Tecnologici 1 |
Imprese, Università, EPR |
Convergenza |
514 ML |
Distretti Tecnologici 2 |
Imprese, Università, EPR |
Centro Nord + Sud no
convergenza |
375 ML |
Fondo infrastrutture |
Università e centri di ricerca |
Convergenza |
650 ML |
Fondo High Tech |
Imprese |
Convergenza |
80 ML |
Totale parziale |
|
|
2.719 ML |
|
|
|
|
AZIONI DA AVVIARE |
|
|
|
Azione |
Destinatari |
Area
Geografica |
Risorse |
Incentivi
al Venture Capital x Spin Off ricerca |
Imprese,
Università, Enti di Ricerca |
Centro Nord
|
100 ML |
Zone
Franche dInnovazione |
Imprese,
Università, PA, Enti |
Convergenza |
20 ML |
Procurement
precommerciale |
PA e
Imprese |
Tutte |
2 ML |
Firb
Giovani |
Ricercatori |
Tutte |
58 ML |
PRIN |
Ricercatori |
Tutte |
173 ML |
Poli di
eccellenza |
Università |
Convergenza |
150 ML |
Totale parziale |
|
|
503 ML |
TOTALE GENERALE |
|
|
3.222
ML |
2. Un progetto strategico per il Paese
Tale sistema di interventi, infine, è coordinato e
finalizzato attraverso lindividuazione di un obiettivo strategico, le città
intelligenti (Smart Cities), che assume il ruolo di punto focale per lorganizzazione
e il coordinamento degli sforzi di tutti gli attori che partecipano al processo. Le grandi
sfide sociali rappresentano non solo problemi da affrontare, ma anche grandi opportunità
di rilancio e di crescita per alcuni importanti settori della nostra industria e del
sistema della ricerca e della formazione. Lazione integrata proposta dal Ministero
è finalizzata a realizzare politiche duali, capaci contestualmente di migliorare la vita
dei cittadini e di avviare processi di sviluppo economico. Da un lato, quindi,
lazione si ispira alla volontà di affrontare problemi di grande rilevanza sociale,
quali la riduzione delle emissioni attraverso le tecnologie pulite, le infrastrutture
intelligenti per la mobilità, la realizzazione di modelli urbani e di abitazione più
sostenibili, una sanità più efficiente, un welfare equo e tecnologico per la
società che invecchia e per le persone in condizioni di disagio. Dallaltro, la
stessa si ispira alla volontà di capitalizzare gli sforzi necessari al miglioramento
della vita dei cittadini attraverso laumento delle capacità tecnologiche, della
competitività e del potenziale di crescita delle imprese italiane. Al fine di realizzare
tale disegno, concentrando gli sforzi sui settori e sulle applicazioni più rilevanti, il
Governo intende utilizzare la piattaforma ideale della Smart City e la visione di
sviluppo ad essa sottesa come punto focale per il coordinamento delle azioni di governo
orientate allo sviluppo, nonché come metafora narrativa del percorso lungo il quale
lazione di governo intende coinvolgere cittadini, imprese, ricercatori ed
amministrazioni. La piattaforma progettuale di Smart City è una collezione di
problemi di scala urbana e metropolitana da affrontare e di idee per risolverli, un
insieme di tecnologie, applicazioni, modelli di inclusione, regole di relazione tra
sistema pubblico e privato, nuova strumentazione finanziaria, innovazione nella pubblica
amministrazione, procedure di procurement, azioni di semplificazione e
trasparenza, regolamentazione, su cui la pubblica amministrazione sappia formulare
promesse credibili nel medio periodo.
PARTE II - UNIVERSITA'
Il sistema universitario (All. 2: Università) vive un momento di grande
trasformazione, sia in ragione della particolare situazione di finanza pubblica sia in
ragione dellavvio del profondo processo di riassetto che segue lentrata in
vigore della riforma.
1. Il percorso riformatore in atto
Il sistema universitario e della ricerca è chiamato nel
corso del 2012 a consolidare e completare il percorso riformatore che, tenendo conto del
quadro delineato dalla legge 240/2010, si esplica in un articolato piano di azioni e
obiettivi.
a) Ringiovanimento delle università e revisione del sistema di
reclutamento. Con lobiettivo di rendere più flessibile e competitivo il
sistema della ricerca, il reclutamento dei ricercatori è strutturato in modo da prevedere
un ingresso con contratti a tempo determinato al termine dei quali è prevista
lassunzione nei ruoli della docenza a seguito del conseguimento
dellabilitazione nazionale.
b) Riforma dei dottorati di ricerca. Si tratta di un altro
tassello fondamentale finalizzato alla formazione di ricercatori in grado di operare a
stretto contatto con il sistema della ricerca universitaria e il sistema delle imprese con
una prospettiva di forte internazionalizzazione dei percorsi di terzo livello attraverso
laccreditamento di corsi di dottorato con elevati livelli qualitativi e nel rispetto
di rigorosi requisiti dimensionali.
c) Valutazione e accreditamento degli atenei e dei corsi. La
valutazione, vista come strumento di costante monitoraggio delle politiche realizzate,
vede nel percorso di accreditamento degli atenei e dei corsi di studio il primo elemento
per assicurare agli studenti e alle famiglie di poter frequentare percorsi formativi e
sedi universitarie di qualità certificata.
d) Diritto allo studio e Sistema integrato di politiche a sostegno
degli studenti
Il diritto allo studio declinato come intervento di equità a sostegno dei
percorsi di mobilità sociale necessari affinché si affermino i principi del merito e
dello sviluppo della conoscenza nella società. Ciò attraverso: un portale nazionale di
informazione ed iscrizione alluniversità; limpostazione su base sperimentale
di modalità valutative di accesso a tutti i corsi di laurea; lofferta di test di
accesso per le facoltà a numero chiuso su base almeno interregionale; la correlazione del
sistema di valutazione e accreditamento a specifici interventi di diritto allo studio,
utilizzando anche il Fondo per il merito; lampliamento della possibilità di accesso
ai corsi italiani di studenti stranieri; lavvio della Fondazione per il merito cui
è affidato il compito di convogliare risorse pubbliche e private da destinare a
interventi per borse di studio e per prestiti donore; la realizzazione e la
ristrutturazione degli edifici destinati ad ospitare gli studenti sia in termini di
residenzialità, sia di spazio destinati allo svolgimento delle attività di didattica e
di ricerca.
e) Revisione del sistema di finanziamento delle Università.
Il principale obiettivo è quello di far conoscere per tempo agli
atenei i criteri di assegnazione delle risorse, lentità dei finanziamenti e
tempestivamente la dimensione delle rispettive assegnazioni in modo da metterli in
condizioni di poter programmare con un orizzonte temporale pluriennale le proprie
attività. Il sistema universitario può contare su tre distinte linee di finanziamento
statale: le risorse a copertura delle spese correnti, i fondi infrastrutturali e i fondi
per la ricerca. Tali risorse non includono il cofinanziamento da parte di soggetti
privati.
Risorse a copertura di spese correnti |
Fondi infrastrutturali |
Fondi per la Ricerca |
FFO - Fondo di Finanziamento Ordinario |
FONDO EDILIZIA e INFRASTRUTTURE |
PRIN 2010-11 |
PROGRAMMAZIONE TRIENNALE |
FONDO L.338/2000 |
FIRB "Futuro in ricerca" 2012 |
ECONOMIE DA TURN OVER |
COLLEGI E RESIDENZE |
PON 2 - DISTRETTI E LABORATORI |
|
PIANO NAZIONALE PER IL SUD |
PON A3 - RAFFORZAMENTO STRUTTURALE |
RINEGOZIAZIONE CONTRATTI E MUTUI |
CASSA DEPOSITI E PRESTITI |
|
PON 1 - RICERCA INDUSTRIALE |
DISTRETTI CENTRO NORD |
DOTTORATO DI RICERCA |
|
7.500
ML |
1.700 ML |
3.300 ML |
P.S. . Nei prossimi giorni si potrà disporre del resosconto stenografico della
Commissione Cultura |
|
|