La BCE vuole il sostegno degli investimenti privati e delle esportazioni, ma Renzi oppone autonomia in contrasto con le motivazioni storiche dell'entrata dell'Italia nella UE monetaria, mentre la Governance qui non è cambiata

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.Edizione  di febbraio 2014 - For translation in english, click on: http://translate.google.it/
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UNIVERSITAS  News
Foglio on line sull'università, con  Forum di politica generale aperto a tutti.
Sede in Bologna, via Titta Ruffo 7- Tel  347 9470152 - nino.luciani@libero.it
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NINO LUCIANI * - Direttore responsabile

   * Prof. Ordinario di Scienza delle Finanze, Università.

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Nino Luciani
http://scritti scelti

Comité de Patronage: F. Bonsignori, A. De Paz, Elena Ferracini, Dario Fertilio, Enrico Lorenzini, Nino Luciani, Bruno Lunelli, Marco Merafina, Gianni Porzi, Franco Sandrolini

PAESI VISITATORI:  Italy, United States, United Kingdom, Germany, France, Netherlands, Ukraine, Poland, Russian Federation, Belgium, Canada, Switzerland, Greece, China, Finland, Denmark, Morocco, Spain, Israel, Sweden, Luxembourg, Romania, Australia, Costa Rica, Latvia, Turkey, Brazil, Malta, Austria, Moldova, Republic of Korea, Republic of South Africa, Malaysia, Bulgaria, Slovenia, Tunisia, United Arab Emirates, San Marino, Czech Republic, Egypt, India, Netherlands Antilles, Indonesia, Slovakia, Hong Kong, Croatia, Georgia, Senegal, Vietnam, Brunei Darussalam, Japan, Colombia, Macedonia, Mexico, Peru, Ireland, Aruba, Uruguay, Albania, Belarus, Philippines, Algeria, Portugal, Lithuania, Cote D'Ivoire, Hungary, Europe, Kuwait, Norway, Bolivia, Pakistan, Chile, Togo, Venezuela, Kenya, Panama, Iran.

EDIZIONE DI OTTOBRE 2014

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La BCE è tornata a dirci che la via per
la ripresa del PIL è il sostegno degli
investimenti privati e delle esportazioni.

Con la svalutazione del cambio €/$,
DRAGHI qualcosa è riuscito a fare. Ma in
Italia chi dovrebbe dare il sostegno ?

  Ma Renzi rivendica autonomia decisionale su misura dell'Italia, dimentico della "motivazione storica" che accompagnò la rinuncia dell'Italia alla sovranità monetaria, ossia la carenza di Governance, tuttora immutata.

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UNIVERSITA' DI BOLOGNA:
Codice Etico: un testamento ?

. I peccati dei professori:
  molestie sessuali e morali,
   nepotismo,  favoritismo,
   abuso della propria posizione,
  conflitto di interessi, regalie.
  Il peccato del rettore Dionigi: :oscuramento della informazione  sugli Organi di Ateneo,

SCELTE PUBBLICHE

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RENZI: "E' finito il tempo dei furbi. Contro l'evasione, onore-disciplina".

PADOAN: "Lotta all'evasione per ridurre la pressione fiscale".

LUCIANI:  FONDAMENTO ECONOMICO ED ETICO DELLA EVASIONE FISCALE: Alta fiscalità in rapporto a basse prestazioni dello Stato nell'economia e nel sociale.

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Università del Salento

 

Dal "CORSERA: Gian Antonio Stella, Insegnavi a Yale? Mettiti pure in coda.
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All’Università del Salento più punti a chi ha avuto cattedre negli atenei italiani

Luciani: No comment, ma due domande

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Legge elettorale

Testo Camera. La Corte Costituzionale sul Porcellum.
Nuove proposte:1) Premio
di maggioranza al partito
con il 40% dei voti;
2) Ballottaggio, se nessun partito ha il 40% dei voti; 3) Soglia di sbarramento ai singoli partiti in coalizione;
4) Preferenze

 

SCELTE PUBBLICHE :

renzi-terza via.jpg (4660 byte) Renzi, La terza via della sinistra
e la mia ricerca di un nuovo cammino.
caponnetto  f.jpg (197565 byte) Francesco CAPONNETTO,
Democristiani non utopisti visionari,
ma pieni di ardimento
cantelli gabriele.JPG (42713 byte) Gabriele Cantelli, Prove di Renzi-Berlusconi oltre la terza via, tra
riconoscimenti e coperture ?

FORUM4

FORUM1 - 2014

FORUM2

Tribunale di Perugia, Sentenza n. 109/11, in data 27/1/2011, riammette il prof. Nino Luciani nel Cipur, Clicca su Tribunale di Perugia - Financial Times

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Tag: BCE, Draghi, investimenti privati, esportazioni, Renzi ribelle a UE, autonomia, Italia, motivazioni storiche entrata Italia in UE monetaria, evasione fiscale, Renzi gatto, Padoan volpe, giustificazione differenze fiscali paesi nel mondo, giustificazione economica e morale evasione fiscale, pagare tutti per pagare meno, bugie, come erano trattati i debiti a Roma antica, retta via per abolire evasione, d'Albergo, sicilia, convegno, scienza delle finanze italiana, ARS assemblea regionale siciliana, palermo, palazzo dei Normanni 2014-31-10, legge elettorale Italia, nuove proposte, premio di maggioranza, ballottaggio, soglia sbarramento partiti, voto di preferenza, tag: terza via di Renzi, Caponnetto, democristiani pieni di ardimento, Gabriele Cantelli, prove di Renzi e Berlusconi otre la terza via, Gian Antonio Stella, parodia su universita' del Salento, insegnavi a Yale, due domande

 

FORUM 3 - 2014

Tag: Porzi, Ministra Carrozza, rinuncia ricorsi MIUR  a Tar contro Statuti universita' italiane, comunica da account Twitter, non comunica nulla a Università, Universita' tuttora non sanno della rinuncia

EDIZIONI   PRECEDENTI

IN MARGINE ALLA RINUNCIA,  DEL  MIUR,  AI  RICORSI AL TAR,  SUGLI STATUTI DELLE UNIVERSITA'

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Gianni PORZI, La Ministra Carrozza smentisce
                           l’ex ministro Profumo
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DOMANDA : E ADESSO COSA SUCCEDE ?
LE UNIVERSITA' NON SANNO NULLA, TUTTORA

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Gianni Porzi

    Nota. Il 19 luglio 2013 il Ministro Carrozza aveva annunciato, dal suo account su Twitter, che il Miur aveva comunicato   all'Avvocatura dello Stato di rinunciare ai contenzioni con le università italiane, sugli Statuti, approvati ex-lege Gelmini. Risulta da fonte ministeriale attendibile che non ci sia stata una uguale comunicazione ufficiale alle università, per cui queste non sanno; e,  non sapendo, non sono in grado di trarre incentivo a muoversi per apportare eventuali modifiche democratiche ai propri Statuti. Così si governa tuttora, in Italia.
   Ci sembra , dunque, opportuno fare il punto della situazione sulle discussioni sollevate, a suo tempo, da quel punto della legge 240/10.

   Gianni Porzi, La Ministra Carrozza smentisce l’ex ministro Profumo

    Dopo ben sei TAR anche la Ministra Carrozza boccia l’ex Ministro Profumo e i burocrati del MIUR.  
   Sono trascorsi due anni e mezzo dall’approvazione della Riforma dell’Università, voluta dall’ex Ministra Gelmini in accordo con la CRUI, e si cominciano a vedere i primi segnali di una volontà di fare chiarezza, in particolare per quanto concerne l’eleggibilità dei membri interni dei Consigli di Amministrazione degli Atenei.
   La maggior parte degli Atenei si adeguarono “diligentemente” alla Legge 240 del 2010 (detta Legge Gelmini) che riduceva pesantemente gli spazi di democrazia a suo tempo previsti dal DPR 382 del 1980 alla cui stesura partecipò il Sen. Prof. Spadolini, profondo conoscitore del mondo universitario, uomo di notevole cultura, politico di alto profilo e, cosa molto importante, persona che aveva un profondo senso delle Istituzioni e della democrazia.
Solo gli Atenei di Genova, Pisa, Trieste, Firenze, Parma e il Politecnico di Torino, dove evidentemente esiste una cultura della democrazia, decisero di inserire nello Statuto la modalità elettiva dei membri interni del Consiglio d’Amministrazione.
   L’art. 2, comma 1, lettera i) della Legge 240 recita:“composizione del consiglio di amministrazione nel numero massimo di undici componenti, inclusi il Rettore, componente di diritto, ed una rappresentanza elettiva degli studenti; designazione o scelta degli altri componenti,secondo modalità previste dallo statuto”.
   L’ex Ministro Profumo e i burocrati del MIUR puntualmente presentarono ricorso ai TAR contro i sopracitati Atenei, ribadendo che l’interpretazione inequivoca del legislatore fosse quella della “nomina” e non della “elezione” dei componenti interni del CdA. L’indirizzo dell’ex Ministro Profumo e dei burocrati ministeriali è stato però ripetutamente contraddetto dalle pronunce di ben sei TAR e cioè : TAR Liguria (sentenza n° 718 del 22/5/2014), TAR Piemonte (sentenza n° 983 del 14/6/2014), TAR Toscana (sentenza n° 138 del 28/01/2013), TAR Sicilia (sentenza n° 463 del 28/2/2013), TAR Toscana (sentenza n° 935 del 6/6/2013) e TAR Friuli Venezia Giulia (sentenza n° 197 del 19/06/2013).
   Tutte sentenze che hanno bocciato i ricorsi da parte dell’ex Ministro Profumo e dei burocrati del MIUR sancendo la legittimità della modalità elettiva per i membri interni del CdA. La sentenza del TAR della Toscana afferma: “Il termine designazione evidentemente esclude il ricorso a meccanismi elettivi, ma non altrettanto può dirsi con riferimento all’altro termine, ovvero la “scelta” poiché questa non esclude affatto il ricorso a meccanismi di elezione da parte delle componenti interne universitarie. La “scelta” può infatti essere definita come un processo mentale di pensiero implicante un giudizio sul valore di diverse opzioni a disposizione, che si conclude con la selezione di una di esse. Il meccanismo elettorale rientra quindi appieno nel concetto di scelta.”
    Ciò nonostante, l’ex Ministro Profumo e i burocrati del MIUR, avevano intentato ricorso al Consiglio di Stato contro le sentenze “sgradite”, ma l’attuale Ministra Carrozza ha ritirato tali ricorsi al Consiglio di Stato riconoscendo agli Atenei il diritto di poter eleggere i membri interni del CdA. Indubbiamente, ciò rappresenta un primo passo significativo e importante nel riconoscimento agli Atenei di quel minimo di autonomia nella scelta dei membri interni del CdA, a differenza dei suoi due predecessori Profumo e Gelmini.
   Fin qui il piano giuridico, ma adesso è lecito attendersi un risvolto politico di grande rilevanza, in coerenza con l’aspetto giuridico. Un passo importante sarebbe infatti che la Ministra Carrozza si facesse promotrice di una norma interpretativa che sancisca definitivamente la possibilità di eleggere i membri interni del CdA e che il Governo proceda all'approvazione di una Legge che modifichi la 240/10, in particolare per quanto concerne la governance degli Atenei che non può essere lasciata praticamente in mano ai Rettori.

    Occorre restituire democrazia nelle Università, è necessaria una ridiscussione delle competenze e della composizione di tutti gli organi accademici che porti ad una significativa riduzione dell’eccessivo potere concesso ai Rettori dalla Legge Gelmini.  Gianni Porzi

°°°

EDIZIONI   PRECEDENTI

Pronunce di altri 2 TAR sulla "retta" nomina dei CdA negli Atenei, in attesa
del Consiglio di Stato sul ricorso del Miur contro il Torino Politecnico.
Una sentenza del Tribunale di Messina per reati concorsuali gravi .

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Un’altra sconfitta del Ministro Profumo: anche i TAR di Toscana e Sicilia,
dopo i TAR di Liguria e Piemonte,  respingono i ricorsi intentati dal MIUR.

In fatto di un concorso della Facoltà di Veterinaria di Messina,
condannato a più anni di reclusione il Rettore, il Preside ed altri.

 

 
TAR - TRIBUNALI AMMINISTRATIVI REGIONALI DELLA TOSCANA
E DELLA SICILIA

Gianni Porzi, Sentenze sulla nomina dei Consigli di Amministrazione

   Un’altra sconfitta del Ministro Profumo: dopo i TAR di Liguria e Piemonte, anche quelli di Toscana e Sicilia respingono i ricorsi intentati dal MIUR.
   Dopo l’Università di Genova e il Politecnico di Torino, anche gli Atenei di Pisa e Palermo hanno sconfitto il Ministro Profumo che aveva fatto ricorso contro questi Atenei “rei” di aver optato, nella scelta dei 5 membri interni del CdA, per la via elettiva. Ciononostante, il Ministro si appella al Consiglio di Stato.
   Il TAR Toscana, con sentenza n° 201300138 del 28 gennaio, ha infatti respinto definitivamente il ricorso promosso dal MIUR contro l’Università di Pisa riconoscendo la legittimità di tutte le norme del nuovo Statuto dell'Ateneo. Come noto, la questione centrale riguardava le modalità per individuare i membri interni del Consiglio di Amministrazione, che, secondo il MIUR, non potevano essere identificati attraverso una procedura elettorale, ma soltanto per “designazione” da parte del Rettore. Nello smentire seccamente tale indirizzo, il TAR ha affermato che "ai fini della scelta dei consiglieri di amministrazione l'Università può liberamente prevedere meccanismi di elezione da parte delle proprie componenti".
   Ha anche aggiunto che “tale soluzione non compromette affatto la tecnicità del Consiglio di Amministrazione". La sentenza del TAR Toscana ha dunque confermato e rafforzato la legittimità di alcune scelte organizzative strategiche compiute dall'Università di Pisa con l'adozione del nuovo Statuto, a cominciare da quella di individuare i componenti dei propri organi di governo attraverso procedure democratiche.

     Anche il TAR Sicilia, con esplicito richiamo alla sentenza del TAR Liguria, ha riconosciuto la legittimità dello Statuto dell’Università di Palermo nel quale è prevista la modalità elettiva per la scelta dei membri interni del CdA (sentenza n° 201300463 del 28/2/2013).
   Questa è la quarta sconfitta che il Ministro Profumo subisce ad opera dei TAR Liguria, Piemonte, Toscana e Sicilia, ma nonostante ciò ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato per far valere la propria tesi illiberale, antidemocratica che è chiaramente finalizzata a realizzare quella governance centralistica voluta dalla ex Ministra Gelmini in quanto gradita dai Rettori.
    Gli Atenei di Genova, Pisa, Firenze, Palermo e il Politecnico di Torino hanno fatto scelte democratiche, contrariamente a quanto accaduto invece all’Ateneo bolognese dove i membri del CdA, nelle cui mani, in base alla Legge 240, si concentra tutto il potere decisionale, sono stati “nominati” e non scelti tramite quel processo democratico che è l’elezione diretta. In certi casi evidentemente l’elezione fa paura perché potrebbe dare un risultato non gradito a coloro che sono ancora legati alla “gestione verticistica” del potere.
    A fronte di Atenei che hanno messo in pratica quei principi fondamentali di democrazia partecipata ve ne sono altri che non hanno invece ritenuto importante costruire il proprio Statuto nel rispetto di tali principi e tra questi vi è anche l’Ateneo bolognese dove non si è voluto optare per il metodo elettivo.
    Ho sempre sostenuto che la “democrazia partecipata”, sebbene molto impegnativa, é fondamentale nella gestione delle Istituzioni, Università inclusa.
    Tutte le Leggi che hanno riguardato l’Università sono state attente a salvare un fatto fondamentale e cioè che l’Università è una communitas nella quale vige il principio della democraticità delle scelte e della rappresentatività di coloro che vi operano. Un esempio su tutti ritengo sia stato il DPR 382 del 1980 al quale mise mano il Sen. Prof. Spadolini, profondo conoscitore del mondo universitario, uomo di grande cultura, politico di alto profilo che possedeva alto un senso delle Istituzioni e della Democrazia.
   Pertanto, il criterio della democraticità si sarebbe dovuto assumere a elemento fondante sul quale costruire la Legge di Riforma universitaria (Lg. 240) e quindi gli Statuti degli Atenei; invece ciò non è avvenuto e sono stati praticamente azzerati quegli spazi di democrazia previsti dal DPR 382.

TRIBUNALE DI MESSINA,
PRIMA SEZIONE PENALE

Gianni Porzi, Il Rettore di Messina Francesco Tomasello non si dimette neppure a fronte di una condanna in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Nel processo, nato dall'inchiesta sulla Facoltà di Veterinaria per il tentativo di pilotare un concorso, erano coinvolte numerose persone, tra docenti e personale amministrativo dell'Ateneo. La sentenza, emessa dai giudici della Prima sezione penale del Tribunale di Messina, dopo sei ore di camera di consiglio, ha sancito la condanna per il Rettore dell'Università, Francesco Tomasello, a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Inoltre, sono stati condannati : l'ex Preside di veterinaria e pro-Rettore, Battesimo Macrì, a 5 anni e 4 mesi, Salvatore Giannetto, Ivana Saccà e Eugenio Capodicasa a 2 anni, Antonio Pugliese a 4 anni, Pietro Paolo Niutta e Giovanni Germanà a un anno e 8 mesi, Giuseppe Piedimonte a 5 anni e 11 mesi, Santo Cristarella a un anno e 6 mesi, Antonina Zanghì a un anno e 4 mesi, Stefano Augliera a 3 anni e 9 mesi. Il processo è stata la naturale conseguenza delle rivelazioni fatte nel 2006 dal prof. Giuseppe Cucinotta, che denunciò di aver subìto forti pressioni per "indirizzare" l'esito di un concorso bandito dalla Facoltà di veterinaria a favore del figlio del prof. Battesimo Macrì, attualmente pro-Rettore e all'epoca Preside della Facoltà di veterinaria.

Il Rettore dell'Università di Messina, Francesco Tomasello, ha inviato una lettera alla comunità accademica nella quale dichiara di non avere alcuna intenzione di dimettersi nonostante la condanna emessa dal Tribunale di Messina. Il Rettore, dichiarandosi estraneo ai fatti e respingendo quindi le accuse, difende strenuamente il suo operato e promette di portare fino in fondo il suo mandato, come se quanto accaduto fosse frutto di una congiura di palazzo, nata entro le mura dell'Ateneo.

E' evidente che l'Università di Messina è stata trascinata nel fango dal delirio di onnipotenza di personaggi che hanno abusato del loro potere anteponendo la propria ambizione al dovere istituzionale e morale che dovrebbero guidare i loro comportamenti.

Viene spontaneo chiedersi cosa farà ora il Ministro (ex Rettore del Politecnico di Torino) e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) dopo un vero e proprio terremoto giudiziario che ha coinvolto molte, troppe, persone che, comunque, sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio. Tuttavia, fatti di questo tipo e di queste dimensioni non possono passare sotto silenzio per ovvi motivi, non ultimo per tutelare di fronte all'opinione pubblica, e in particolare ai giovani, la dignità dei numerosissimi Docenti universitari che compiono il loro dovere correttamente e con grande scrupolo, nel rispetto non solo delle Leggi, ma anche dell'etica professionale.

 

Dipartimento di Medicina di Veterinaria - Università di Bologna

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Prof. ssa Associata LAURA CALZA' :
ancora negato l'inquadramento in I Fascia.
(
Odissea iniziata nel 2003 )

Risulta che il Senato si sia occupato del caso il 21 gen. 2013 e che l'idea somma del Rettore sia stata
di impedire al Senato di prendere decisioni per evitare scandali pubblici, ma con riserva di cercare una soluzione.
Risulta inoltre che sia pervenuta al Rettore una lettera di solidarietà, firmata da una settantina di Docenti.
Facciamo un movimento per cambiare la legge attuale. Lo scorrimento sul posto divenga regola, non eccezione.

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Laura Calzà

 

 
 
Il profilo della Professoressa
(Per il profilo clicca su: dettaglio)

1.- Professore associato confermato di Embriologia, Istologia, Anatomia, Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università di Bologna;
2.- Idoneità alla I Fascia nel 2003 per il proprio settore VET01 (scaduta);
3.- Idoneità alla I Fascia nel 2010 per il proprio settore VET01
4.- Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Università di Bologna, carica elettiva;
5.- Referente scientifico della Piattaforma Scienze della Vita della rete Alta Tecnologia della Regione Emilia Romagna, eletta dai rappresentanti di Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Ferrara, IOR;
6.- Già Vice direttore del Collegio Superiore;
7-  Membro dellla Giunta e del Consiglio del Collegio Superiore dell’Università di Bologna;
8.- Membro del Consiglio dell’Istituto di Studi Avanzati dell’Università di Bologna;
9.- Presidente del Comitato tecnico scientifico del Montecatone Rehabilitation Institute.
10.- Attrattività di finanziamenti: oltre € 3.5 Milioni negli ultimi anni.
11.- Autifinanziamento completo di un laboratorio di ricerca di 500 mq, inaugurato del Nov 2014, a disposizione del suo e di altri gruppi di ricerca Unibo.

 
  . NOTA. In premessa, diciamo che, se avvengono queste cose, è perchè è sbagliata la legge che lascia libertà alle università di non chiamare gli idonei e abilitati che già lavorano sul posto ( s'intende compatibilmente con il bilancio). Essa tocca migliaia di persone nella università italiana, e massimamente i Ricercatori, impediti a lungo di fare concorsi (perchè non banditi), e che infine (giunti a una certa età), rischiano di non essere inquadrati sul posto, pur avendo ormai una famiglia e figli, impossibili da spostare in altre sedi.
  Ma torniamo al nostra fatto.

  1. - Questo caso va in giro, per l'università di Bologna dal 2003, quando la prof.ssa Calzà ottenne la prima idoneità alla I Fascia, lasciata scadere dalla allora Facoltà. Adesso, il caso ritorna perchè la prof. ha ottenuto l'idoneità una seconda volta, da una Commissione diversa dalla prima. Pertanto il "magnifico" Rettore, non si stracciasse le vesti.
   Va anche detto, perchè non risultante dal curriculum, che la prof. è stata allieva del Premio Nobel Rita LEVI di MONTALCINI .
   Nel suo Dipartimento si dice che la Prof. abbia certamente un profilo scientifico internazionale e dunque di tutto rispetto, ma non le qualità sufficienti per fare didattica di anatomia, applicata agli "animali domestici", vale dire agli animali "italiani", cosa diversa dalla applicazione agli "animali esteri". Questo sarebbe il motivo "dichiarato" del mancato inquadramento in I Fascia.
   Non mi occupo di animali nè "domestici" nè "esteri". Tuttavia, alcuni fatti sono oggettivamente inconfutabili, che ne provano la mancanza di fondamento :
  - la professoressa è già professore di ruolo di II Fascia e, nell'inquadramento superiore, non cambierebbe nulla circa la didattica. Pertanto, per coerenza, il Dipartimento dovrebbe sollevarla dallo attuale insegnamento, e destinarla ad altro insegnamento;
  - è notorio che, sul piano locale, i problemi di inquadramento degli idonei non sono nè scientifici, nè didattici, ma riguardano le risorse disponibili e l'equilibrio tra i professori ordinari del Dipartimento.
   Nel caso de quo, non c'è carenza di risorse, anzi avanzano e c'è un vecchio impegno del Rettore di chiamare tutti gli idonei. Dunque, il punto riguarda solo gli equilibri di potere tra i professori ordinari.

   Questa è una storia non nuova, anzi vecchia in cui molti di noi sono incappati, e c'era sempre una "motivazione". Anch'io a Ingegneria vi sono incappato, perchè un "innominato" (uso parole di A. Manzoni) opponeva che io avevo ottenuto l'idoneità in "scienza delle finanze" e che la allora Facoltà, per chiamarmi, doveva preventivamente dichiarare che la scienza delle finanze era caratterizzante per l'Ingegneria.

  E quando, 4 anni più tardi (giusto in tempo per non fare scadere l'idoneità), il Preside Masetti* (richiamato dal Rettore P.U. Calzolari, uomo "onesto") mi chiamò per mettermi a confronto con l' "innominato", questi esordì: "per la chiamata sono disponibile a cederti punteggio del gruppo di economia aziendale, ma ti chiarisco che lo faccio "per stima personale", non per la disciplina".
  A quel punto, rilevai al Preside che la disciplina, di cui ero titolare, era "l'economia pubblica per l'energia", obbligatoria per il corso di laurea in ingegneria elettrica, e che questa disciplina rientrava nella scienza delle finanze.
  Il Preside trasecolò e, messa mano al Computer, accertò che la cosa era vera, per cui provvide a raccogliere varie briciole di punteggi, in vari angoli del la Facoltà (quindi esonerando lo "innominato" dalla sua disponibilità), e infine fui chiamato alla I Fascia.


    2.-  La Prof. come potrebbe difendersi davanti alla Giustizia ? Penso nel seguente modo:
   - preso atto che l'università non ha dato risposta ufficiale alla sua domanda di inquadramento;
   - poichè la mancata risposta, entro un termine, equivale a silenzio rifiuto, senza motivazione;
   - la professoressa potrebbe fare ricorso al TAR, contro silenzio rifiuto senza una motivazione
. NINO LUCIANI
___________
* Guido Masetti, allora Preside e già Consigliere di Amministrazione dell'Università
 

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  Curriculum Vitae, Attività didattica e Pubblicazioni
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Ripreso dal sito degli studenti

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MOTIVI DELLA CONTESTAZIONE:
                                     demolizione assetto democratico statutario, discriminazione in materia di competenze studentesche

Comunicato del Sindacato Degli Universitari dell'Alma Mater Studiorum

Fermeremo Dionigi e il suo colonnello Fiorentini

 

Il Rettore Ivano Dionigi continua a demolire l'assetto democratico dell'Alma Mater a un anno dall'approvazione del nuovo statuto. Oggi attraverso "la mano armata" di Fiorentini si tenta di introdurre il numero chiuso nella grande maggioranza dei corsi di studio dell'ateneo (a cominciare da tutti quelli della Scuola di Ingegneria e Architettura) e di eliminare la garanzia dei 6 appelli d'esame minimi per ogni anno accademico.

La rappresentanza degli studenti del Sindacato Degli Universitari è sotto attacco diretto ed esplicito, perché fino a quando sono esistite le Facoltà ha sempre osteggiato il disegno di Dionigi e dei suoi scagnozzi che prevede una sostanziale deregulation della didattica per lasciare gli studenti privi di mezzi di autodifesa contro qualsiasi sopruso da parte dei docenti. Oggi infatti con la complicità di Student Office (emanazione di Comunione e Liberazione) è stata praticamente cancellata la rappresentanza degli studenti della Romagna e quella bolognese viene esclusa dalle discussioni importanti, volutamente circoscritte al Consiglio di Amministrazione.

La complicità del corpo docente al piano di Dionigi verrà lautamente ricompensata in termini di punti budget per nuove assunzioni. I docenti, riducendo gli appelli e gli studenti, si vedranno alleggerire il proprio carico di lavoro ma non il proprio stipendio. Il piano è banale quanto diabolico e siamo già stati avvisati: non si fermeranno a costo di passare sul cadavere nostro e del corpo studentesco tutto.

Per tutti questi motivi sentiamo l'urgente necessità di informare i nostri colleghi sul "piatto" che gli si sta "cucinando" sulla testa. Invitiamo tutti coloro che vogliono opporsi alla fascistizzazione dell'Alma Mater a partecipare a una Notte Bianca di assemblea il 16 Novembre in occasione del 17, Giornata Internazionale degli Studenti.

 

 

 

EDIZIONE PRECEDENTE

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"NOTIZIE" e "NON NOTIZIE" DA UNIBO

Non notizie

Fondazione "Alma Mater".

Silenzio sulle dimissioni del Presidente (?)

Notizie

Ripartirebbe il piano edilizio delle Grandi Opere dell'Ateneo, in accordo con il MIUR

Sulla Fondazione FAM

Il Presidente della Fondazione risulta dimissionario dal luglio 2014. Ma poi, è subentato il  silenzio ....  
  Sono note le attese, rilanciate dal Rettore Dionigi con lo azzeramento della vecchia dirigenza (Tega, ecc. ), molto discussa per la situazione deficitaria del bilancio e per scelte strane come il dar vita ad una Alma Mater Srl, che si lancerà in un lungo di partecipazioni in vari enti della Regione.
   In quella fase, la FAM era era venuta ad assumere il volto-ombra dell'Ateneo.     Precisamanente i fini istituzionali dell'Ateneo erano stati scissi: una parte restava caricata sull'Ateneo, una seconda parte (i master, la ricerca per conto terzi ...) andava caricata sulla Fondazione.
   Il risvolto (non ufficializzato, ma probabile) era che un accordo di spartizione del potere tra Calzolari e Tega, entrambi aspiranti a diventare rettore, e finito nel senso che Calzolari andava a rettore, e l'altro a presidente della Fondazione.
   E', poi, noto che il rilancio, da parte di Dionigi, sarebbe dovuto consistere nella trasformaziobe della FAM in ente di diritto universitario, con i conseguenti controlli pubblici sul bilancio, ma anche in una rivisitazione dell'obiettivo principale: quello di drenare finanziamenti privati verso l'Ateneo.
   Il nuovo Presidente aveva dichiarato di essere disposto ad accettare l'incarico, ma con la riserva che, se dopo un anno, avesse constatato il fallimento della missione, si sarebbe dimesso.
  RIsulta dalla stampa locale (la Repubblica) che il Presidente Di Vella (e il Consiglio) si sarebbe dimesso a luglio 2014.
   Ma risulta anche (ecco la "non notizia") che delle dimissioni, ilm Rettore abbia mai riferito al Senato.
  
   Siamo costretti a constatare un pessimo vezzo di questo Rettore: quello di camminare sott'acqua ... trasparenza zero.
   Confidiamo che in Senato, qualche Membro (preso dal senso di responsabililtà vesro le istituzioni) chieda al rettore se ha accettato le dimissioni, e il Prof. Di Vella cosa stia facendo tuttora. Nino Luciani

Fonte: CdA, 25 settembre 2014

1.- Premessa. Nell'agosto 2014, l'attuale Ministro Profumo aveva riferito, in Commissione Cultura della Camera, di certe sue azioni (tra l'altro) per il finanziamento dell'edilizia universitaria.

2.- Storia. Il piano edilizio delle Grandi Opere dell'Ateneo di Bologna era nato nel 1998 grazie all'Accordo di Programma stipulato con il MIUR. Secondo tale accordo il Ministero avrebbe dovuto cofinanziare il 50% del valore degli interventi individuati, con un impegno pari a circa 140 milioni di euro. Le prime opere realizzate grazie a questi finanziamenti sono state:
- l'acquisizione del complesso direzionale CAAB per la Facoltà di Agraria;
- la realizzazione del progetto ex Lazzaretto (prima fase) per la Facoltà di Ingegneria;
- la realizzazione dei nuovi laboratori del Dipartimento Musica e Spettacolo in via Azzo Gardino; - altri interventi minori.

3.- Opere da realizzare. Dopo la prima fase attuativa, sono rimaste da realizzare diverse grandi opere:
a ) A Bologna:
- l'insediamento 'Navile' per Chimica e Astronomia;
- l'insediamento per Farmacia;
- la seconda e terza fase del progetto 'ex Lazzaretto';
- l'insediamento per Scienze Motorie.
b) In Romagna:
- l'insediamento 'ex Zuccherificio' per Architettura e Ingegneria a Cesena;
- il progetto 'Campus di Forlì';
- il progetto 'Cittadella di Rimini' .

(Continua: CdA) La realizzazione dell'intero Piano Edilizio comporterebbe una spesa complessiva superiore ai 350 milioni di euro. Attualmente, sono disponibili sui fondi MIUR dell'Accordo di Programma circa 50 milioni di euro, per cui l'Ateneo dovrebbe perciò finanziare una somma di circa 300 milioni di euro.
   Negli anni scorsi l'Ateneo è stato inoltre impegnato nella realizzazione di altri interventi ad elevata priorità, tra cui il Polo delle Scienze Neurologiche (l'Ateneo ha contribuito in base ad un Accordo di Programma e ad un Protocollo di Intesa siglati con l'Azienda Sanitaria Locale di Bologna e la Regione Emilia Romagna) e la ristrutturazione del Padiglione 18 di Anatomia Patologica del Policlinico Sant'Orsola.

4.- Revisione del Piano.  Il contesto economico sopravvenuto e le diverse esigenze maturate anche a seguito della riforma universitaria hanno reso necessaria un'importante revisione del Piano Edilizio.
  In particolare:
   - è stato sospeso l'intervento di Farmacia, creando le condizioni per accorpare Farmacia e le Chimiche all'interno dell'insediamento del Navile, attualmente nella fase di esecuzione lavori;
   - è stata annullata la terza fase del progetto ex Lazzaretto, rimettendo l'area nella piena disponibilità del Comune di Bologna;
   - è stato sospeso l'intervento per Scienze Motorie in considerazione del mutato quadro di esigenze;
   - è stato semplificato l'intervento su Forlì;
   - sono state cercate risorse aggiuntive da partner istituzionali per la realizzazione di studentati che potessero essere d'aiuto in alcune situazioni.
    La revisione attuata ha portato quindi a concentrarsi su di un piano di opere, attualmente in via di realizzazione, riguardanti
- Navile;
- Campus Forlì;
- Ex Zuccherificio Cesena;
- Cittadella Rimini;
- Lazzaretto

 

 

 

EDIZIONE PRECEDENTE

BANDIERA CON SCRIT.gif (1702 byte)

          NUOVO   APPELLO  DELL'INTERSINDACALE  UNIVERSITARIA A STUDENTI, DOCENTI, OPINIONE PUBBLICA, PARTITI
.
ARGOMENTI:  investimenti in ricerca e alta formazione, valore legale dei titoli di studio, accesso in ruolo dei precari, carriera del personale già di ruolo, diritto allo studio (residenze, mense, no prestiti d'onore e indebitamento studenti ), organo nazionale di piena rappresentanza delle università,  governance universitaria, autonomia dipartimenti, trasparenza dei   meccanismi di reclutamento e carriera dei docenti, professionalità del personale tecnico e amministrativo.

ADI, ANDU, CISL - Università, COBAS - Pubblico Impiego, CoNPAss, FLC - CGIL
LINK, RETE29aprile, SUN-Universitas News, UDU, UGL - INTESA FP, UIL RUA, USB - Pubblico Impiego


Il comunicato: "SALVARE E RILANCIARE L'UNIVERSITA' "


SETTIMANA NAZIONALE DI DIBATTITO E MOBILITAZIONE  22-27 OTTOBRE 2014

       Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie hanno più volte denunciato la condizione drammatica in cui versa l'Università italiana, aggravata dal recente Decreto Legge sulla spending review.
            La Legge 240/2010 si è rivelata in buona parte inapplicabile e funzionale ad una gestione rigidamente burocratica, centralizzata e verticista degli atenei. Una gestione che si è affiancata alla progressiva riduzione di finanziamenti, di organici, di strutture e percorsi formativi. L'attuale governo invece di intervenire sui limiti e le contraddizioni di quella legge, e di segnare un cambio di passo rispetto al precedente governo, ha ulteriormente ridotto i già limitati spazi di democrazia negli Atenei per mezzo di ricorsi ai TAR su Statuti giudicati “troppo democratici”, ha prorogato il mandato dei rettori in scadenza ed ha lasciato accrescere i poteri e le prerogative dell'ANVUR ben al di là del mandato di legge. Se il referendum sull'abolizione del valore legale del titolo di studio voluto dal governo si è dissolto grazie all'opposizione venuta dal mondo dell'istruzione e della ricerca, si porta a compimento lo svuotamento del diritto allo studio con il progressivo aumento della tassazione studentesca e del numero dei corsi a numero chiuso o programmato. Infine, il perdurare del blocco sostanziale delle assunzioni e delle opportunità di carriera  rischia di essere aggravato dalla messa in opera di procedure arbitrarie, illogiche e farraginose di abilitazione scientifica nazionale.

            Ancora una volta, consapevoli che il Paese e chi opera e studia negli Atenei non possono più tollerare che venga cancellata l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti, torniamo a denunciare il comportamento del ministro Profumo che prosegue nell'opera di smantellamento, e rifiuta il confronto con l'insieme delle rappresentanze del mondo universitario.
 
            E' sempre più urgente modificare le norme sull'Università per andare in una direzione opposta e contraria a quella finora seguita e che si vorrebbe continuare a perseguire. Ribadiamo che per questo occorre:
        1.- Investire con la massima urgenza e in quantità rilevante sulla ricerca (a partire dalla valorizzazione del dottorato) e l'alta formazione per raggiungere almeno il livello della media europea, nella direzione proposta da “Strategia di Lisbona” e da “Agenda europea 2020”. Prevedere il finanziamento del FFO sulla base di dati certi e oggettivi (es. costo standard per studente).
        2.- Difendere il valore legale dei titoli di studio, individuando con il mondo universitario politiche capaci di innalzare effettivamente la qualità dell'offerta formativa in tutti gli Atenei. In questa direzione è necessario valorizzare il titolo di dottore di ricerca all'interno e all'esterno dell'Università.
        3.- Favorire l'accesso in ruolo dei precari prevedendo un reale turn over. Assicurare reali prospettive di carriera al personale già di ruolo. Procedere nell'immediato all'assunzione dei vincitori di concorso.
        4.- Realizzare un vero diritto allo studio, assicurando a tutti gli studenti idonei la borsa di studio, aumentando e migliorando i servizi (biblioteche, aule, laboratori, ecc.) e le condizioni di vita degli studenti (residenze, mense, ecc.). In direzione opposta vanno invece l'aumento delle tasse, l'introduzione dei prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento, il progressivo ricorso al numero programmato degli accessi. Riteniamo che si debbano urgentemente ritirare i provvedimenti che prevedono l'aumento della tassazione studentesca e che rischiano di determinare un drammatico calo nelle immatricolazioni proprio nelle fasce sociali più debole ed esposte
       5.- Ribadire l'importanza di un organo nazionale di piena rappresentanza e di coordinamento del Sistema nazionale delle Università.
       6.- Rivedere l'attuale governance universitaria: in alternativa ai poteri immensi e antidemocratici del rettore e del CdA, è necessario rafforzare il Senato Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti, con responsabilità della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre assicurata la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti.
      7.- Introdurre trasparenti meccanismi di reclutamento in ruolo. Garantire l'avanzamento di carriera sulla base di valutazioni individuali nell'ottica di un ruolo unico della docenza, senza distinzioni di diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori.
      8.- Prevedere un'unica figura pre-ruolo a tempo determinato, di breve durata e adeguata retribuzione, con reale autonomia di ricerca e il riconoscimento pieno dei diritti.
      9.- Valorizzare le professionalità del personale tecnico-amministrativo, superare il blocco della contrattazione nazionale e del turn over, investire in aggiornamento e formazione.

            Questi cambiamenti vanno realizzati subito per rilanciare il ruolo fondamentale dell'Università per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese. L'attuale crisi impone - come in altri Paesi - di puntare/investire sull'Università, invece di utilizzare la crisi stessa come pretesto per la sua demolizione a vantaggio di potentati economici e accademici.

            Per ottenere tutto questo facciamo APPELLO a studenti, docenti e personale T.A e all'opinione pubblica affinché sostenga una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che altrimenti risulterà irreversibile.

            Si chiede a tutte le forze politiche e alla società civile un confronto sulle questioni da noi poste anche in vista della prossima scadenza elettorale che si augura possa portare alla costituzione di un Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che hanno interesse allo smantellamento dell'Università statale.

            Per sostenere queste nostre richieste si promuove una settimana nazionale di dibattito e mobilitazione dal 22 al 27 ottobre 2014 durante la quale negli Atenei si terranno Assemblee unitarie di tutte le componenti.

            Roma, 14 settembre 2014

 

Comunicato dell'Intersindacale universitaria
mentre permane la generale sfiducia dell'università nella volontà del Governo, anche attuale, di
rimettere in piedi l'università pubblica, demolita dalla politica di destra e di sinistra degli scorsi anni

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ADI, ANDU, CISL-Università, CONFSAL-SNALS-CISAPUNI, CoNPAss, FLC-CGIL, LINK,
RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-INTESA-FP, UIL RUA, USB-Pubblico impiego

APPELLO
PER SALVARE E RILANCIARE L'UNIVERSITà
A SETTEMBRE INIZIATIVA NAZIONALE


   Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie denunciano ancora una volta lo stato di estrema criticità in cui versa l'Università italiana, aggravata dal recente Decreto Legge sulla spending review.
   A due anni dall'approvazione della Legge 240/10 dobbiamo registrare che le nostre puntuali critiche relative alla inapplicabilità della stessa sono state tutte confermate e anzi 'superate' da interventi normativi e da interpretazioni che ne hanno addirittura peggiorato gli effetti devastanti: interventi ministeriali per ridurre i già limitati spazi di democrazia negli Atenei (ricorsi ai TAR sugli Statuti e proroga dei rettori), aumento dei già immensi poteri dell'ANVUR che ormai dispone della vita e della morte delle strutture universitarie e di fatto determina i contenuti stessi della ricerca, attacco al valore legale dei titoli di studio attraverso l'abolizione del valore delle lauree. A questo si aggiunge un'ulteriore riduzione del diritto allo studio (aggravata dall'aumento delle tasse previsto dal DL), il mantenimento del blocco delle assunzioni in ruolo e delle carriere, blocco aggravato dal DL e che sarà ulteriormente prolungato dalla crescente carenza di finanziamenti e da procedure arbitrarie, illogiche e farraginose che saranno bloccate da probabili ricorsi.

   Il Paese e chi opera e studia negli Atenei non possono più tollerare che venga smantellata l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti.
   In particolare, non è tollerabile il comportamento del ministro Profumo che prosegue nell'opera di smantellamento, rifiutando qualsiasi confronto con tutte le rappresentanze del mondo universitario

   E' ormai più che evidente che bisogna rapidamente modificare le norme sull'Università nella direzione opposta a quella finora seguita e che si vorrebbe continuare a seguire.
   Per questo occorre:
   1.- Investire con la massima urgenza e in quantità rilevante sulla ricerca (a partire dalla valorizzazione del dottorato) e l'alta formazione per raggiungere almeno il livello della media europea, nella direzione proposta da "Strategia di Lisbona" e da "Agenda europea 2020".
   2.- Difendere il valore legale dei titoli di studio, innalzando la qualità dell'offerta formativa in tutti gli Atenei.
   3.- Assicurare il ricambio generazionale, favorendo l'accesso in ruolo dei precari. Vanno inoltre assicurate reali prospettive di carriera al personale già di ruolo, procedendo nell'immediato all'assunzione dei vincitori di concorso.
   4.- Realizzare un vero diritto allo studio, assicurando a tutti gli studenti idonei la borsa di studio, aumentando e migliorando i servizi (biblioteche, aule, laboratori, ecc.) e migliorando le condizioni di vita degli studenti (residenze, mense, ecc.). In direzione opposta vanno invece l'aumento delle tasse e l'introduzione dei prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento,
   5.- Ribadire l'importanza di un organo nazionale di piena rappresentanza e di coordinamento del Sistema nazionale delle Università.
   6.- In alternativa ai poteri immensi e antidemocratici del rettore e del CdA, rafforzare il Senato Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti, con responsabilità della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre assicurata la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti.
   7.- Introdurre meccanismi di reclutamento in ruolo che impediscano la cooptazione personale; avanzamento di carriera basato esclusivamente su valutazioni individuali, all'interno di un ruolo unico della docenza, senza distinzioni di funzioni e di diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori.
   8.- Prevedere un'unica figura pre-ruolo a tempo determinato, di breve durata e adeguata retribuzione, con reale autonomia di ricerca e il riconoscimento pieno dei diritti.

   Questi cambiamenti vanno realizzati subito per rilanciare il ruolo fondamentale dell'Università per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.
   L'attuale crisi impone - come in altri Paesi - di puntare/investire sull'Università, invece di utilizzare la crisi stessa come pretesto per la sua demolizione a vantaggio di potentati economici e accademici.

   Per ottenere tutto questo si chiede a studenti, docenti e personale T.A di impegnarsi in tempo e con forza e si fa appello all'opinione pubblica affinché sostenga una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che altrimenti risulterà irreversibile.
Si chiede a tutte le forze politiche e alla società civile un confronto sulle questioni da noi poste anche in vista della prossima scadenza elettorale che si augura possa portare alla costituzione di un Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che hanno interesse allo smantellamento dell'Università statale.
   Per sostenere le richieste da noi avanzate, sarà promossa una iniziativa nazionale entro la fine di settembre.

   Roma, 10 luglio 2014

 

DECRETO LEGISLATIVO 29 marzo 2014 , n. 49 Disciplina per la programmazione, il monitoraggio
e la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli atenei (art.  5, c. 1, legge 240/2010)

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Il Decreto legislativo introduce la contabilità economica, la programmazione
economica, il costo standard per il FFO, e numerosi limiti alla gestione delle risorse
Per una visione del testo completo, clicca su:    Decreto
Sotto è riportato il parere del CUN

NOTA. Viene disposto che le università applichino la contabilità economica. Attualmente, per le università, vige la contabilità finanziaria e questo non è sufficiente a permettere di valutare la adeguatezza economica delle scelte. Ben venga, dunque, l'innovazione e anche perchè va appplicata uniformemente in tutte le università, a vantaggio della possibilità di aggregare rigorosamente i bilanci, sul piano nazionale.
   Il principio della programmazione economica è anch'esso fondamentale per una governance corretta, in quanto consiste nella inventariazione completa dei bisogni da soddisfare in un determinato tempo (tre, cinque anni), nel quantificare le risorse disponibili nel periodo, e nel cadenzare gli obiettivi e gli strumenti necessari, nella successione delle unità di tempo. Bologna è già da anni su questo ordine di idee, ma le ha applicate in modo assolutamente inadeguato, come è mostrato dal fatto che il suo cosiddetto "Piano strategico" è un elenco di direttive etico-amministrative, senza numeri: diciamo solo chiacchiere.
   Il finanziamento del FFO in base al costo standard unitario per studente è anch'esso una innovazione fondamentale, perchè vuole superare il criterio del finanziamento in base alla spesa storica (oggi, appplicato allo 85% del FFO).
  Si chiarisce che esso, come concetto, fu introdotto dalla legge 537/1993, per il finanziamento della quota di equilibrio, ma è sempre stato una cosa solo "simbolica" sia come cifra totale, sia per il modo come il costo standard è stato calcolato, tant'è che negli anni successivi è stato ridefinito due volte, ferma la vecchia legge: Non è mai stato chiaro (!) cosa esso dovesse essere. Quanto esso solo "simbolico", basta vedere la sua entità (qui sotto si riporta una tabella del Miur, la sola resa pubblica negli anni).
    Con il nuovo Decreto la perecentuale di FFO finanziata in base al costo standard sarà notevole e dunque rivoluzionerà il sistema finanziario delle università. Le legge non decide da percentuale, il Decreto affida al Mnistro la relativa decisione.
   Circa il resto, le limitazioni alla gestione delle risorse sono numerose, e direi eccessive e soffocanti. Spiace, da altra parte, l'eccesso di presuntuosità del Miur, di pensare di potere regolare dall'alto le situazioni differenziate locali.
   Spiace anche che il Miur introduca il costo standard, senza avere coscienza che, se applicato correttamente, essa è sufficiente ad ottenere efficienza di gestione ed autonomia universitaria, rendendo superflui tutti quelle limitazioni. Il dramma è che il "costo standard" del miur è sempre stato una "balla", e questo è forse il motivo che il miur stesso non apprezza il nuovo strumento. 

DECRETO LEGISLATIVO 29 marzo 2014 , n. 49

Stralcio degli artt. 8 e 10 relativi al costo standard

Art. 8 - Costo standard unitario di formazione per studente in corso

1. Il costo standard unitario di formazione per studente in corso, di seguito costo standard per studente, e' il costo di riferimento attribuito al singolo studente iscritto entro la durata normale del corso di studio, determinato tenuto conto della tipologia di corso di studi, delle dimensioni dell'ateneo e dei differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera l'universita'.

2. La determinazione del costo standard per studente e' definita, secondo quanto previsto al comma 1, con decreto del Ministro, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentita l'ANVUR, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento considerando le voci di costo relative a:
a) attivita' didattiche e di ricerca, in termini di dotazione di personale docente e ricercatore destinato alla formazione dello studente;
b) servizi didattici, organizzativi e strumentali, compresa la dotazione di personale tecnico amministrativo, finalizzati ad assicurare adeguati servizi di supporto alla formazione dello studente;
c) dotazione infrastrutturale, di funzionamento e di gestione delle strutture didattiche, di ricerca e di servizio dei diversi ambiti disciplinari;
d) ulteriori voci di costo finalizzate a qualificare gli standard di riferimento e commisurate alla tipologia degli ambiti disciplinari.

Art. 10 - Programmazione finanziaria triennale del Ministero

1. Nell'ambito dell'attivita' di indirizzo e programmazione del sistema universitario, il Ministro individua con proprio decreto da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto e avente validita' almeno triennale, le percentuali del FFO da ripartire in relazione al costo standard per studente, ai risultati della didattica, della ricerca, delle politiche di reclutamento e agli interventi perequativi ai sensi della legge 30 dicembre 2010, n. 240.

2. Il Ministero comunica annualmente al Ministero dell'economia e delle finanze i risultati della programmazione triennale del sistema universitario relativi agli articoli di cui al presente decreto concernenti il monitoraggio degli andamenti della finanza pubblica.

Quote di riequilibrio - anno 1997 - Tabella 15
 CALCOLO DEL COSTO STANDARD PER STUDENTE - FORMULA D.M. 9/2/1998 n. 107 -
 

1.268

111,247

5.368.059

- 165

2.816.502

9.061

360

196

5.080

 

Descrizione Università

Intercetta

(1.268)

SPEDOC1

SPEDOC1
x (111,247)

INVISC

INVISC
x
(5.368.059)

DNORD

DNORD
x
(165)

CDLASISC1

CDLASISC1
x
(2.816.502)

QMEDISC1

QMEDISC1
x
(9.061)

ESAMISC

ESAMISC
x
(360)

SPAZI

SPAZI
x
(196)

CORSISC1

CORSISC1
x (5.080)

COSTO
STANDARD
per studente

ANCONA 1.268

2,1741

242

9,248 E-05

496

-

-

6,474E-04

1.823

0,1200

1.088

3,62

1.304

8,28

1.623

0,15

753

8.597

BARI 1.268

2,1741

242

1,676 E-05

90

-

-

2,179E-04

614

0,0949

860

1,88

675

3,68

722

0,02

103

4.574

BOLOGNA 1.268

2,1741

242

1,291 E-05

69

1

- 165

3,615E-04

1.018

0,0532

482

3,73

1.342

4,66

912

0,02

115

5.283

CAGLIARI 1.268

2,1741

242

3,176 E-05

170

-

-

4,446E-04

1.252

0,0585

530

2,23

803

2,58

505

0,04

201

4.971

CALABRIA 1.268

-1,4494

- 161

6,238 E-05

335

-

-

4,990E-04

1.406

-

-

3,03

1.090

4,18

819

-0,11

- 551

4.205

CAMERINO 1.268

-1,4494

- 161

1,590 E-04

853

-

-

7,949E-04

2.239

0,0561

509

1,56

561

5,31

1.040

-0,11

- 569

5.740

CASSINO 1.268

-1,4494

- 161

1,298 E-04

697

-

-

5,193E-04

1.463

-

-

2,72

979

2,79

546

-0,07

- 342

4.449

CATANIA 1.268

2,1741

242

2,231 E-05

120

-

-

4,238E-04

1.194

0,0550

498

2,16

776

3,03

593

0,08

425

5.116

FERRARA 1.268

2,1741

242

8,489 E-05

456

1

- 165

7,640E-04

2.152

0,0988

895

2,96

1.064

7,19

1.410

0,05

262

7.583

FIRENZE 1.268

2,1741

242

2,083 E-05

112

-

-

3,958E-04

1.115

0,0452

410

2,90

1.044

5,33

1.044

-0,04

- 188

5.046

GENOVA 1.268

2,1741

242

2,711 E-05

146

1

- 165

5,694E-04

1.604

0,0502

454

3,00

1.082

5,68

1.113

0,05

261

6.003

LECCE 1.268

1,6717

186

5,158 E-05

277

-

-

3,095E-04

872

-

-

2,62

942

3,29

645

0,02

125

4.314

MACERATA 1.268

1,8482

206

9,290 E-05

499

-

-

0,000E+00

-

-

-

3,04

1.096

1,55

304

-0,05

- 269

3.102

MESSINA 1.268

2,1741

242

2,840 E-05

152

-

-

2,272E-04

640

0,0776

703

2,86

1.029

4,93

966

-0,00

- 15

4.985

MILANO 1.268

2,1741

242

1,283 E-05

69

1

- 165

2,437E-04

686

0,1076

975

2,58

929

3,72

730

-0,00

- 21

4.714

MILANO - Politecnico 1.268

2,0843

232

2,769 E-05

149

1

- 165

5,538E-04

1.560

-

-

3,78

1.361

3,40

666

-0,04

- 181

4.890

MODENA 1.268

2,1741

242

8,295 E-05

445

1

- 165

7,466E-04

2.103

0,0911

825

3,29

1.183

8,76

1.716

0,02

104

7.721

NAPOLI - Federico II 1.268

1,8694

208

1,358 E-05

73

-

-

2,988E-04

841

0,0512

464

2,59

934

4,82

944

-0,07

- 331

4.402

PADOVA 1.268

2,1741

242

1,806 E-05

97

1

- 165

4,334E-04

1.221

0,0654

593

3,15

1.134

5,76

1.129

0,01

59

5.577

PALERMO 1.268

2,1741

242

2,071 E-05

111

-

-

4,349E-04

1.225

0,0431

390

2,75

991

4,27

836

0,07

373

5.437

PARMA 1.268

2,1741

242

3,850 E-05

207

1

- 165

4,620E-04

1.301

0,0763

691

3,04

1.096

5,72

1.120

0,03

159

5.919

PAVIA 1.268

2,1741

242

4,032 E-05

216

1

- 165

5,644E-04

1.590

0,1403

1.271

3,01

1.082

6,66

1.306

0,02

115

6.925

PERUGIA 1.268

2,1741

242

4,026 E-05

216

-

-

5,637E-04

1.588

0,0955

865

2,88

1.038

6,71

1.315

0,02

80

6.613

PISA 1.268

2,1741

242

2,388 E-05

128

-

-

4,537E-04

1.278

0,0768

696

2,78

1.001

4,79

939

-0,05

- 235

5.317

ROMA - La Sapienza 1.268

2,1741

242

7,277 E-06

39

-

-

1,528E-04

430

0,0547

496

2,690

968

2,76

541

-0,07

- 364

3.621

ROMA - Tor Vergata 1.268

1,0783

120

5,508 E-05

296

-

-

6,059E-04

1.706

0,1662

1.506

2,32

836

7,47

1.464

0,02

114

7.310

SALERNO 1.268

-1,4494

- 161

2,550 E-05

137

-

-

2,805E-04

790

-

-

2,43

874

2,04

399

-0,03

- 152

3.155

SASSARI 1.268

-1,4494

- 161

7,240 E-05

389

-

-

5,068E-04

1.427

0,1319

1.195

2,41

867

6,67

1.308

0,02

121

6.414

SIENA 1.268

2,1741

242

5,112 E-05

274

-

-

3,579E-04

1.008

0,0834

756

3,20

1.152

5,50

1.077

-0,07

- 332

5.444

TORINO 1.268

2,1741

242

1,747 E-05

94

1

- 165

2,796E-04

787

0,0675

612

2,64

950

4,28

839

0,01

64

4.691

TORINO - Politecnico 1.268

-0,4636

- 52

4,720 E-05

253

1

- 165

7,079E-04

1.994

-

-

3,70

1.330

4,36

855

0,02

110

5.594

TRIESTE 1.268

2,0806

231

5,137 E-05

276

1

- 165

4,110E-04

1.157

0,0420

381

2,75

989

5,79

1.135

0,04

228

5.501

UDINE 1.268

-1,4494

- 161

1,042 E-04

560

1

- 165

6,255E-04

1.762

0,0595

539

2,88

1.035

10,27

2.012

-0,00

- 6

6.844

TUSCIA 1.268

-1,4494

- 161

1,896 E-04

1.018

-

-

7,586E-04

2.137

-

-

3,34

1.203

5,88

1.153

0,02

94

6.711

VENEZIA - Cà Foscari 1.268

2,1741

242

6,510 E-05

349

1

- 165

1,953E-04

550

-

-

3,76

1.353

4,90

961

-0,02

- 92

4.466

VENEZIA - Ist. Architettura 1.268

0,3710

41

1,175 E-04

631

1

- 165

3,525E-04

993

-

-

4,29

1.546

4,81

942

-0,21

- 1.069

4.187

BASILICATA 1.268

-1,4494

- 161

2,366 E-04

1.270

-

-

1,656E-03

4.665

-

-

1,91

686

5,01

982

-0,01

- 52

8.658

MOLISE 1.268

-1,4494

- 161

2,040 E-04

1.095

-

-

4,081E-04

1.149

-

-

3,00

1.079

1,40

275

0,16

837

5.542

VERONA 1.268

2,1741

242

7,607 E-05

408

1

- 165

1,521E-04

428

0,1178

1.068

3,21

1.157

7,60

1.490

0,12

596

6.492

NAPOLI - Ist. Navale 1.268

0,5721

64

1,179 E-04

633

-

-

2,358E-04

664

-

-

2,33

839

1,18

231

0,06

305

4.004

NAPOLI - Ist. Orientale 1.268

2,1741

242

1,518 E-04

815

-

-

0,000E+00

-

-

-

1,70

612

1,56

306

-0,02

- 114

3.129

BRESCIA 1.268

-1,4494

- 161

9,232 E-05

496

1

- 165

3,693E-04

1.040

0,1838

1.665

3,32

1.194

5,05

990

0,08

385

6.711

REGGIO CALABRIA 1.268

-1,4494

- 161

1,105 E-04

593

-

-

8,841E-04

2.490

0,0665

603

2,63

948

3,92

769

0,16

826

7.335

BARI - Politecnico 1.268

-1,4494

- 161

1,094 E-04

587

-

-

7,659E-04

2.157

-

-

2,33

839

4,62

905

-0,09

- 434

5.162

NAPOLI - II Università 1.268

1,6255

181

6,242 E-05

335

-

-

4,369E-04

1.231

0,2333

2.114

2,47

890

5,54

1.086

0,24

1.226

8.331

BERGAMO 1.268

-0,0372

- 4

1,907 E-04

1.024

1

- 165

1,907E-04

537

-

-

3,09

1.114

1,89

370

-0,00

- 13

4.131

CHIETI - G. D'Annunzio 1.268

-1,4494

- 161

7,250 E-05

389

-

-

2,175E-04

613

0,1693

1.534

3,69

1.330

4,73

926

-0,13

- 659

5.240

L'AQUILA 1.268

-1,4494

- 161

7,385 E-05

396

-

-

8,862E-04

2.496

0,1125

1.019

4,46

1.604

4,45

873

0,16

800

8.296

TRENTO 1.268

-1,4494

- 161

8,472 E-05

455

1

- 165

4,236E-04

1.193

-

-

3,12

1.125

5,65

1.106

-0,03

- 134

4.687

ROMA - TRE 1.268

0,5319

59

6,850 E-05

368

-

-

6,165E-04

1.736

-

-

2,78

1.001

1,89

370

0,29

1.454

6.255

TERAMO 1.268

-1,4494

- 161

1,280 E-04

687

-

-

0,000E+00

-

0,0613

556

3,34

1.203

1,17

229

0,03

129

3.911

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Università di Bologna scrive lettera a tutto il personale docente:


Chiuso il capitolo dei professori associati
dimissionati prima dei 70 anni

NOTA. Dopo l'abolizione definitiva del biennio, dopo l'età di andata in pensione, molte Università avevano interpretato la legge Moratti del 2005 nel senso che i professori che esercitassero l'opzione di adesione alla legge Moratti, andavano collocati in pensione al compimento di anni 68, e ciòa aveva dato a luogo a ricorsi alla giustizia amministrativa, però la gran parte vinti dai professori.
   Sopravviene ora la definitiva accettazione, da parte dell'università di Bologna, del diritto alla collocazione a 70 per i proff. Associati che fanno l'opzione per la legge Moratti.
   Rimane fermo il limite di anni 65 per gli altri proff. Associati.
   Segue qui sotto la lettera ufficiale dell'università di Bologna.
Amministrazione centrale,
Ufficio Carriere Prot. 11871
– VII/2 Bologna 9 marzo 2014


     A tutti i professori
         Ai Presidi di Facoltà

                                                                                                            Ai Direttori di Dipartimento Al Direttore della SSLIMITT

 

   Oggetto: nuovi limiti di età per il collocamento a riposo dei professori di prima e di seconda fascia

    Cari Colleghi,
come già noto a molti di Voi, a seguito dell'entrata in vigore delle Leggi 230/2005 (cd Legge Moratti) e della Legge 240/2010 (ed Legge Gelmini) erano sorti alcuni dubbi interpretativi - anche a causa di orientamenti giurisprudenziali non univoci - in merito alla determinazione del limite di età per il collocamento a riposo dei professori, sia di prima che di seconda fascia.

   Dopo una prima fase di incertezza, il quadro giurisprudenziale è evoluto consolidandosi nel senso di ritenere oramai pacifico l'orientamento in base al quale sono collocati a riposo successivamente al compimento del settantesimo anno di età sia i professori di prima fascia, che quelli di seconda che esercitano l'opzione per il regime giuridico previsto dalla Legge 230/2005.

    La giurisprudenza ha infatti chiarito che:
   - il limite di età previsto dalla Legge 230/2005 (70 anni ivi compreso il biennio) deve intendersi - dopo che è stata stabilita la inapplicabilità della disciplina sul biennio di proroga ai professori - fissato a 70 anni in via generale per tutti i professori che esercitano l'opzione per il regime giuridico previsto dalla Legge medesima;
   - l'opzione non è necessaria per i professori di I fascia, poiché ad essi si applica il regime sui limiti di età più favorevole previgente alla Legge 230/2005 che già fissava il limite per il collocamento a riposo successivamente al compimento del settantesimo anno di età. Pertanto, allo scopo di fornire indicazioni univoche a tutti i diretti interessati, ma anche alle strutture di Ateneo che devono programmare le attività per il prossimo anno accademico. Vi riporto il quadro aggiornato relativo alle date di collocamento a riposo dei professori di prima e seconda fascia che tiene conto sia della normativa vigente, che degli orientamenti giurisprudenziali consolidati, e che saranno applicati alle cessazioni per raggiunti limiti dì età che decorreranno dal prossimo 1 novembre 2014.

   Professori di I fascia: sono collocati a riposo per limiti di età a decorrere dall'inizio dell'anno accademico successivo al compimento del settantesimo anno di età.

   Professori di II fascia: sono collocati a riposo per limiti di età a decorrere dall'inizio dell'anno accademico successivo al compimento del settantesimo anno di età, se effettuano l'opzione per il regime previsto dalla Legge 230/2005.
   Se non esercitano l'opzione sono collocati a riposo per limiti di età a decorrere dall'iniziodell'anno accademico successivo al compimento del sessantacinquesimo anno di età.
  Chi ha già effettuato l'opzione per i limiti di età previsti dalla Legge Moratti, riceverà una nota formale con l'indicazione della data prevista per il collocamento a riposo (decorrenza dal 1 novembre successivo al compimento del settantesimo anno di età).
  Chi invece non ha ancora esercitato tale opzione riceverà a breve una comunicazione da parte degli uffici nella quale sarà invitato a scegliere se optare per il regime previsto dalla Legge 230/2005 (e quindi rimanere in servizio fino a 70 anni) oppure non optare e di conseguenza cessare successivamente al compimento dei 65 anni.

    Gli uffici dell'Area Persone e Organizzazione (Settore Stato Giuridico Docenti – Ufficio Carriere tel. 051 2098955/54 mail: apos@carrieredocenti@unibo.it restano a disposizione per ogni ulteriore chiarimento in merito.

    Con i migliori saluti.
Il rettore

 

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Giorgio Cantelli Fort

 

NUOVI RICONOSCIMENTI
AL PROF. GIORGIO CANTELLI FORTI
Presidente del Polo di Rimini dell’Università di Bologna

Dal MIUR - Ministero dell'Università

Progetto: "Patologie neurodegenerative e danno cerebrale: meccanismi cellulari e molecolari alla base del deterioramento cognitivo e correlazione
al danno funzionale nell'uomo".

   Il  22 febbraio parte il progetto finanziato da fondi MIUR-FIRB dal titolo "Patologie neurodegenerative e danno cerebrale: meccanismi cellulari e molecolari alla base del deterioramento cognitivo e correlazione al danno funzionale nell'uomo".
   Il Coordinatore Nnazionale è il  prof. Giorgio Cantelli Forti Docente di Farmacologia e Farmacoterapia presso il nostro Ateneo e Presidente del Polo Scientifico - Didattico di Rimini.
    Il progetto, che rappresenta il primo sforzo italiano finalizzato ad individuare i meccanismi comuni nelle malattie neurodegenerative, potrà aiutare a delineare nuove strategie farmacologiche per la prevenzione e/o il contenimento della neuroinfiammazione, della neurodegenerazione e del deficit cognitivo associati alla patologia di Alzheimer, alle malattie prioniche e al trauma cranio encefalico.
   Il progetto, di durata triennale e finanziato con oltre 2.800.000 Euro, vede coinvolte 4 Unità operative di cui due coordinate da Docenti bolognesi, il Prof. Giorgio Cantelli Forti e il Prof. Marco Leonardi del Dipartimento di Scienze Neurologiche, una dal Prof. Tullio Florio dell'Università di Genova ed una dalla Prof.ssa Monica Di Luca dell'Università di Milano.
    Le due Unità operative bolognesi fanno parte dei Dipartimenti di Farmacologia, Biochimica "Giovanni Moruzzi", Scienze Neurologiche, Scienze Statistiche nonché dell'Azienda USL di Bologna (Neuroradiologia e Medicina Riabilitativa-Neuroriabilitazione).
   Il coordinamento del progetto e l'Unità Operativa del Prof. Giorgio Cantelli Forti verranno trasferite nel nuovo Dipartimento di "Scienze per la Qualità della Vita" di Rimini; infatti, dopo il recente riordino statutario dell'Ateneo, il prof. Cantelli Forti ha scelto di afferire presso tale nuova Struttura didattico-scientifica.
                                                     Gianni Porzi

Dal Rotary Club Rimini

Assegnato il premio “Rotary Livio Minguzzi” 2014

La cerimonia di consegna è avvenuta giovedì 16 febbraio 2014 alle ore 20.15 presso il Grand Hotel di Rimini

È stato assegnato a Giorgio Cantelli Forti, Presidente del Polo Scientifico-Didattico di Rimini, il premio “Rotary Livio Minguzzi” 2014, istituito dal Rotary Club Rimini nel 1985 in onore della memoria del socio fondatore, e assegnato annualmente a riminesi nativi o d’adozione che si sono particolarmente distinti in campo culturale, artistico, scientifico, sociale, economico, sportivo, scolastico e rotariano.

Il prof. Giorgio Cantelli Forti ha ricevuto l’onorificenza del “Paul Harris Fellow” giovedì 16 febbraio alle ore 20.15 presso il Grand Hotel di Rimini in occasione della riunione del Club.

Fra le motivazioni che hanno portato all’assegnazione del Premio al prof. Cantelli Forti, l’impegno che ha dedicato all’insediamento e allo sviluppo del Polo di Rimini dell’Università di Bologna, una realtà che il Rotary Club Rimini ritiene necessaria ed importante per la città di Rimini e il territorio provinciale.

Il Prof. Giorgio Cantelli Forti, nato nel 1944 a Bentivoglio (Bologna), è Ordinario di Farmacologia e Farmacoterapia presso la Facoltà di Farmacia dell'Alma Mater Studiorum di Bologna. Dal 2007 è Presidente del Polo Scientifico-Didattico di Rimini e dal 2010 è Presidente del Consiglio Direttivo del Collegio Nazionale dei Farmacologi Universitari. Dal 2010 è anche componente della Commissione di Garanzia Bando PRIN 2009, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

In passato il premio “Rotary Livio Minguzzi” è stato assegnato, fra gli altri, anche a Elio Morri (1986), Augusto Campana (1988), Suor Vincenza (1989), Margherita Zoebeli (1990), Antonio Paolucci (1994), Stefano Zamagni (1995), Claudio Maria Celli (1996), Marilena Pesaresi (1998), Sergio Zavoli (2000), Alberta Ferretti (2003), Vittorio Tadei (2005), Don Oreste Benzi (2006), Maurizio Focchi (2008)

 

CEUB - CENTRO UNIVERSITARIO RESIDENZIALE DI BERTINORO Srl di Bertinoro
(Univesità di Bologna, proprietaria del capitale, per un terzo)

Lontana una conclusione dell'indagine sulla situazione debitoria

Nota. Risulta che il Presidente della Commissione, Stefano Lolli, lamenterebbe di non riuscire a procedere nell'indagine sulle cause della situazione debitoria del CEUB di Bertinoro (le cifre del debito si aggirano su € 1.000.000).
   Di questo caso, passato a suo tempo per il CdA dell'Ateneo, ci siamo occupati in precedente servizio (clicca su CEUB ) a causa di un' alta posizione debitoria, nello stato patrimoniale, e che condusse alla nomina di una Commissione di indagine.  
   Il nostro Ateneo è proprietario del CEUB, pro-quota 1/3 del capitale, per cui risulta evidente il potenziale danno patrimoniale e di immagine del nostro Ateneo.

   Ci domandiamo come, in questo Paese, vada a finire il danaro pubblico, e quindi ci piacerebbe sapere se il nostro Rettore ha capito (di suo) le ragioni della perdita, visto che l'Ateneo non pare abbondare di risorse. Il rilievo è suffragato dalla constatazione delle persistenti  "incentivazioni" alle dimissioni anticipate dei Docenti, prossimi alla pensione. NL


FONTE: CORRIERE di Forlì e Faenza, 14 gennaio 2011

ceub.jpg (68381 byte)

 

        Anno 2014
       Direttore Responsabile del Foglio Indipendente on line: Prof. Nino Luciani  
          UNIVERSITAS Notizie - Organo del SUN - SINDACATO UNIVERSITARIO NAZIONALE on Line - SEDE IN BOLOGNA
           MEMBRO  delle OO.UU.DD: ADU,ANDU, APU,CISAL-Università, CISL-Università,  CNRU, CNU, FIRU, FLC-CGIL, SNALS-Università, SUN, UILPA-UR, UGL

       Invia i tuoi articoli alla Redazione, all'indirizzo E-mail: nino.luciani@libero.it
     
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