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Tag: Porzi, Ministra Carrozza, rinuncia ricorsi
MIUR a Tar contro Statuti universita' italiane, comunica da account Twitter, non
comunica nulla a Università, Universita' tuttora non sanno della rinuncia |
IN MARGINE ALLA RINUNCIA, DEL MIUR, AI RICORSI AL
TAR, SUGLI STATUTI DELLE UNIVERSITA' |
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Gianni PORZI, La Ministra
Carrozza smentisce
lex ministro Profumo
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DOMANDA : E ADESSO COSA SUCCEDE ?
LE UNIVERSITA' NON SANNO NULLA, TUTTORA |
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Gianni Porzi |
Nota. Il 19 luglio
2013 il Ministro Carrozza aveva annunciato, dal suo account su Twitter, che il Miur aveva
comunicato all'Avvocatura dello Stato di rinunciare ai contenzioni con le
università italiane, sugli Statuti, approvati ex-lege Gelmini. Risulta da fonte
ministeriale attendibile che non ci sia stata una uguale comunicazione ufficiale
alle università, per cui queste non sanno; e, non sapendo, non sono in grado di
trarre incentivo a muoversi per apportare eventuali modifiche democratiche ai propri
Statuti. Così si governa tuttora, in Italia.
Ci sembra , dunque, opportuno fare il punto della situazione sulle
discussioni sollevate, a suo tempo, da quel punto della legge 240/10. |
Gianni Porzi, La
Ministra Carrozza smentisce lex ministro Profumo
Dopo ben sei TAR anche la Ministra Carrozza
boccia lex Ministro Profumo e i burocrati del MIUR.
Sono trascorsi due anni e mezzo dallapprovazione della Riforma
dellUniversità, voluta dallex Ministra Gelmini in accordo con la CRUI, e si
cominciano a vedere i primi segnali di una volontà di fare chiarezza, in particolare per
quanto concerne leleggibilità dei membri interni dei Consigli di Amministrazione
degli Atenei.
La maggior parte degli Atenei si adeguarono diligentemente alla
Legge 240 del 2010 (detta Legge Gelmini) che riduceva pesantemente gli spazi di democrazia
a suo tempo previsti dal DPR 382 del 1980 alla cui stesura partecipò il Sen. Prof.
Spadolini, profondo conoscitore del mondo universitario, uomo di notevole cultura,
politico di alto profilo e, cosa molto importante, persona che aveva un profondo senso
delle Istituzioni e della democrazia.
Solo gli Atenei di Genova, Pisa, Trieste, Firenze, Parma e il Politecnico di Torino, dove
evidentemente esiste una cultura della democrazia, decisero di inserire nello Statuto la
modalità elettiva dei membri interni del Consiglio dAmministrazione.
Lart. 2, comma 1, lettera i) della Legge 240 recita:composizione
del consiglio di amministrazione nel numero massimo di undici componenti, inclusi il
Rettore, componente di diritto, ed una rappresentanza elettiva degli studenti;
designazione o scelta degli altri componenti,secondo modalità previste dallo
statuto.
Lex Ministro Profumo e i burocrati del MIUR puntualmente
presentarono ricorso ai TAR contro i sopracitati Atenei, ribadendo che
linterpretazione inequivoca del legislatore fosse quella della nomina e
non della elezione dei componenti interni del CdA. Lindirizzo
dellex Ministro Profumo e dei burocrati ministeriali è stato però ripetutamente
contraddetto dalle pronunce di ben sei TAR e cioè : TAR Liguria (sentenza n° 718 del
22/5/2014), TAR
Piemonte (sentenza n° 983 del 14/6/2014), TAR
Toscana (sentenza n° 138 del 28/01/2013), TAR
Sicilia (sentenza n° 463 del 28/2/2013), TAR
Toscana (sentenza n° 935 del 6/6/2013) e TAR
Friuli Venezia Giulia (sentenza n° 197 del 19/06/2013).
Tutte sentenze che hanno bocciato i ricorsi da parte dellex Ministro
Profumo e dei burocrati del MIUR sancendo la legittimità della modalità elettiva per i
membri interni del CdA. La sentenza del TAR della Toscana afferma: Il termine
designazione evidentemente esclude il ricorso a meccanismi elettivi, ma non altrettanto
può dirsi con riferimento allaltro termine, ovvero la scelta poiché
questa non esclude affatto il ricorso a meccanismi di elezione da parte delle componenti
interne universitarie. La scelta può infatti essere definita come un
processo mentale di pensiero implicante un giudizio sul valore di diverse opzioni a
disposizione, che si conclude con la selezione di una di esse. Il meccanismo elettorale
rientra quindi appieno nel concetto di scelta.
Ciò nonostante, lex Ministro Profumo e i burocrati del MIUR,
avevano intentato ricorso al Consiglio di Stato contro le sentenze sgradite,
ma lattuale Ministra Carrozza ha ritirato tali ricorsi al Consiglio di Stato
riconoscendo agli Atenei il diritto di poter eleggere i membri interni del CdA.
Indubbiamente, ciò rappresenta un primo passo significativo e importante nel
riconoscimento agli Atenei di quel minimo di autonomia nella scelta dei membri interni del
CdA, a differenza dei suoi due predecessori Profumo e Gelmini.
Fin qui il piano giuridico, ma adesso è lecito attendersi un risvolto
politico di grande rilevanza, in coerenza con laspetto giuridico. Un passo
importante sarebbe infatti che la Ministra Carrozza si facesse promotrice di una norma
interpretativa che sancisca definitivamente la possibilità di eleggere i membri interni
del CdA e che il Governo proceda all'approvazione di una Legge che modifichi la 240/10, in
particolare per quanto concerne la governance degli Atenei che non può essere
lasciata praticamente in mano ai Rettori.
Occorre restituire democrazia nelle Università, è necessaria
una ridiscussione delle competenze e della composizione di tutti gli organi accademici che
porti ad una significativa riduzione delleccessivo potere concesso ai Rettori dalla
Legge Gelmini. Gianni Porzi |
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Pronunce di altri 2 TAR sulla "retta" nomina dei CdA negli
Atenei, in attesa
del Consiglio di Stato sul ricorso del Miur contro il Torino Politecnico.
Una sentenza del Tribunale di Messina per reati concorsuali
gravi . |
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Unaltra
sconfitta del Ministro Profumo: anche i TAR di Toscana e Sicilia,
dopo i TAR di Liguria e Piemonte, respingono i ricorsi intentati dal MIUR.
In fatto di un concorso della Facoltà di
Veterinaria di Messina,
condannato a più anni di reclusione il Rettore, il Preside ed altri. |
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TAR - TRIBUNALI AMMINISTRATIVI REGIONALI
DELLA TOSCANA
E DELLA SICILIA
Gianni Porzi, Sentenze sulla nomina dei Consigli di Amministrazione Unaltra sconfitta del Ministro Profumo: dopo i TAR di Liguria
e Piemonte, anche quelli di Toscana e Sicilia respingono i ricorsi intentati dal MIUR.
Dopo lUniversità di Genova e il Politecnico di Torino, anche gli
Atenei di Pisa e Palermo hanno sconfitto il Ministro Profumo che aveva fatto ricorso
contro questi Atenei rei di aver optato, nella scelta dei 5 membri interni del
CdA, per la via elettiva. Ciononostante, il Ministro si appella al Consiglio di Stato.
Il TAR Toscana, con sentenza n° 201300138 del 28 gennaio,
ha infatti respinto definitivamente il ricorso promosso dal MIUR contro lUniversità
di Pisa riconoscendo la legittimità di tutte le norme del nuovo Statuto dell'Ateneo. Come
noto, la questione centrale riguardava le modalità per individuare i membri interni del
Consiglio di Amministrazione, che, secondo il MIUR, non potevano essere identificati
attraverso una procedura elettorale, ma soltanto per designazione da parte del
Rettore. Nello smentire seccamente tale indirizzo, il TAR ha affermato che "ai fini
della scelta dei consiglieri di amministrazione l'Università può liberamente prevedere
meccanismi di elezione da parte delle proprie componenti".
Ha anche aggiunto che tale soluzione non compromette affatto la
tecnicità del Consiglio di Amministrazione". La sentenza del TAR Toscana ha dunque
confermato e rafforzato la legittimità di alcune scelte organizzative strategiche
compiute dall'Università di Pisa con l'adozione del nuovo Statuto, a cominciare da quella
di individuare i componenti dei propri organi di governo attraverso procedure
democratiche.
Anche il TAR Sicilia, con
esplicito richiamo alla sentenza del TAR Liguria, ha riconosciuto la legittimità dello
Statuto dellUniversità di Palermo nel quale è prevista la modalità elettiva per
la scelta dei membri interni del CdA (sentenza n° 201300463 del 28/2/2013).
Questa è la quarta sconfitta che il Ministro Profumo subisce ad opera dei
TAR Liguria, Piemonte, Toscana e Sicilia, ma nonostante ciò ha deciso di ricorrere al
Consiglio di Stato per far valere la propria tesi illiberale, antidemocratica che è
chiaramente finalizzata a realizzare quella governance centralistica voluta dalla ex
Ministra Gelmini in quanto gradita dai Rettori.
Gli Atenei di Genova, Pisa, Firenze, Palermo e il Politecnico di Torino
hanno fatto scelte democratiche, contrariamente a quanto accaduto invece allAteneo
bolognese dove i membri del CdA, nelle cui mani, in base alla Legge 240, si concentra
tutto il potere decisionale, sono stati nominati e non scelti tramite quel
processo democratico che è lelezione diretta. In certi casi evidentemente
lelezione fa paura perché potrebbe dare un risultato non gradito a coloro che sono
ancora legati alla gestione verticistica del potere.
A fronte di Atenei che hanno messo in pratica quei principi
fondamentali di democrazia partecipata ve ne sono altri che non hanno invece ritenuto
importante costruire il proprio Statuto nel rispetto di tali principi e tra questi vi è
anche lAteneo bolognese dove non si è voluto optare per il metodo elettivo.
Ho sempre sostenuto che la democrazia partecipata, sebbene
molto impegnativa, é fondamentale nella gestione delle Istituzioni, Università inclusa.
Tutte le Leggi che hanno riguardato lUniversità sono state
attente a salvare un fatto fondamentale e cioè che lUniversità è una communitas
nella quale vige il principio della democraticità delle scelte e della rappresentatività
di coloro che vi operano. Un esempio su tutti ritengo sia stato il DPR 382 del 1980 al
quale mise mano il Sen. Prof. Spadolini, profondo conoscitore del mondo universitario,
uomo di grande cultura, politico di alto profilo che possedeva alto un senso delle
Istituzioni e della Democrazia.
Pertanto, il criterio della democraticità si sarebbe dovuto assumere a
elemento fondante sul quale costruire la Legge di Riforma universitaria (Lg. 240) e quindi
gli Statuti degli Atenei; invece ciò non è avvenuto e sono stati praticamente azzerati
quegli spazi di democrazia previsti dal DPR 382. |
TRIBUNALE DI MESSINA,
PRIMA SEZIONE PENALEGianni Porzi, Il Rettore di Messina
Francesco Tomasello non si dimette neppure a fronte di una condanna in primo grado a 3
anni e 6 mesi di reclusione.
Nel processo, nato dall'inchiesta sulla Facoltà di Veterinaria per il
tentativo di pilotare un concorso, erano coinvolte numerose persone, tra docenti e
personale amministrativo dell'Ateneo. La sentenza, emessa dai giudici della Prima sezione
penale del Tribunale di Messina, dopo sei ore di camera di consiglio, ha sancito la
condanna per il Rettore dell'Università, Francesco Tomasello, a 3 anni e 6 mesi di
reclusione. Inoltre, sono stati condannati : l'ex Preside di veterinaria e pro-Rettore,
Battesimo Macrì, a 5 anni e 4 mesi, Salvatore Giannetto, Ivana Saccà e Eugenio
Capodicasa a 2 anni, Antonio Pugliese a 4 anni, Pietro Paolo Niutta e Giovanni Germanà a
un anno e 8 mesi, Giuseppe Piedimonte a 5 anni e 11 mesi, Santo Cristarella a un anno e 6
mesi, Antonina Zanghì a un anno e 4 mesi, Stefano Augliera a 3 anni e 9 mesi. Il processo
è stata la naturale conseguenza delle rivelazioni fatte nel 2006 dal prof. Giuseppe
Cucinotta, che denunciò di aver subìto forti pressioni per "indirizzare"
l'esito di un concorso bandito dalla Facoltà di veterinaria a favore del figlio del prof.
Battesimo Macrì, attualmente pro-Rettore e all'epoca Preside della Facoltà di
veterinaria.
Il Rettore dell'Università di Messina, Francesco Tomasello, ha inviato
una lettera alla comunità accademica nella quale dichiara di non avere alcuna intenzione
di dimettersi nonostante la condanna emessa dal Tribunale di Messina. Il Rettore,
dichiarandosi estraneo ai fatti e respingendo quindi le accuse, difende strenuamente il
suo operato e promette di portare fino in fondo il suo mandato, come se quanto accaduto
fosse frutto di una congiura di palazzo, nata entro le mura dell'Ateneo.
E' evidente che l'Università di Messina è stata trascinata nel fango
dal delirio di onnipotenza di personaggi che hanno abusato del loro potere anteponendo la
propria ambizione al dovere istituzionale e morale che dovrebbero guidare i loro
comportamenti.
Viene spontaneo chiedersi cosa farà ora il Ministro (ex Rettore del
Politecnico di Torino) e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) dopo
un vero e proprio terremoto giudiziario che ha coinvolto molte, troppe, persone che,
comunque, sono da considerare innocenti fino al terzo grado di giudizio. Tuttavia, fatti
di questo tipo e di queste dimensioni non possono passare sotto silenzio per ovvi motivi,
non ultimo per tutelare di fronte all'opinione pubblica, e in particolare ai giovani, la
dignità dei numerosissimi Docenti universitari che compiono il loro dovere correttamente
e con grande scrupolo, nel rispetto non solo delle Leggi, ma anche dell'etica
professionale. |
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Dipartimento
di Medicina di Veterinaria - Università di Bologna |

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Prof. ssa Associata LAURA CALZA' :
ancora negato l'inquadramento in I Fascia.
( Odissea
iniziata nel 2003 )
Risulta che il Senato si sia occupato del
caso il 21 gen. 2013 e che l'idea somma del Rettore sia stata
di impedire al Senato di prendere decisioni per evitare scandali pubblici, ma con
riserva di cercare una soluzione.
Risulta inoltre che sia pervenuta al Rettore una lettera di solidarietà, firmata
da una settantina di Docenti.
Facciamo un movimento per cambiare la legge attuale. Lo scorrimento sul posto
divenga regola, non eccezione.
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Laura Calzà |
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Il profilo della Professoressa
(Per il profilo clicca su: dettaglio)
1.- Professore associato confermato di Embriologia,
Istologia, Anatomia, Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università di Bologna;
2.- Idoneità alla I Fascia nel 2003 per il proprio settore VET01 (scaduta);
3.- Idoneità alla I Fascia nel 2010 per il proprio settore VET01
4.- Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Università di
Bologna, carica elettiva;
5.- Referente scientifico della Piattaforma Scienze della Vita della rete Alta Tecnologia
della Regione Emilia Romagna, eletta dai rappresentanti di Università di Bologna,
Ferrara, Modena e Reggio Emilia, Ferrara, IOR;
6.- Già Vice direttore del Collegio Superiore;
7- Membro dellla Giunta e del Consiglio del Collegio Superiore dellUniversità
di Bologna;
8.- Membro del Consiglio dellIstituto di Studi Avanzati dellUniversità di
Bologna;
9.- Presidente del Comitato tecnico scientifico del Montecatone Rehabilitation Institute.
10.- Attrattività di finanziamenti: oltre 3.5 Milioni negli ultimi anni.
11.- Autifinanziamento completo di un laboratorio di ricerca di 500 mq, inaugurato del
Nov 2014, a disposizione del suo e di altri gruppi di ricerca Unibo. |
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. NOTA.
In premessa, diciamo che, se avvengono queste cose, è
perchè è sbagliata la legge che lascia libertà alle università di non chiamare gli
idonei e abilitati che già lavorano sul posto ( s'intende compatibilmente con il
bilancio). Essa tocca migliaia di persone nella università
italiana, e massimamente i Ricercatori, impediti a lungo di fare concorsi (perchè non
banditi), e che infine (giunti a una certa età), rischiano di non essere inquadrati sul
posto, pur avendo ormai una famiglia e figli, impossibili da spostare in altre sedi.
Ma torniamo al nostra fatto.
1. - Questo caso va in giro, per l'università di Bologna dal 2003,
quando la prof.ssa Calzà ottenne la prima idoneità alla I Fascia, lasciata scadere dalla
allora Facoltà. Adesso, il caso ritorna perchè la prof. ha ottenuto l'idoneità una
seconda volta, da una Commissione diversa dalla prima. Pertanto il "magnifico"
Rettore, non si stracciasse le vesti.
Va anche detto, perchè non risultante dal curriculum, che la
prof. è stata allieva del Premio Nobel Rita LEVI di MONTALCINI .
Nel suo Dipartimento si dice che la Prof. abbia certamente un profilo
scientifico internazionale e dunque di tutto rispetto, ma non le qualità sufficienti per
fare didattica di anatomia, applicata agli "animali domestici", vale dire agli
animali "italiani", cosa diversa dalla applicazione agli "animali
esteri". Questo sarebbe il motivo "dichiarato" del mancato inquadramento in
I Fascia.
Non mi occupo di animali nè "domestici" nè "esteri".
Tuttavia, alcuni fatti sono oggettivamente inconfutabili, che ne provano la mancanza di
fondamento :
- la professoressa è già professore di ruolo di II Fascia e, nell'inquadramento
superiore, non cambierebbe nulla circa la didattica. Pertanto, per coerenza, il
Dipartimento dovrebbe sollevarla dallo attuale insegnamento, e destinarla ad altro
insegnamento;
- è notorio che, sul piano locale, i problemi di inquadramento degli idonei non
sono nè scientifici, nè didattici, ma riguardano le risorse disponibili e l'equilibrio
tra i professori ordinari del Dipartimento.
Nel caso de quo, non c'è carenza di risorse, anzi avanzano e c'è un vecchio
impegno del Rettore di chiamare tutti gli idonei. Dunque, il punto riguarda solo gli
equilibri di potere tra i professori ordinari.
Questa è una storia non nuova, anzi vecchia in cui molti di noi sono
incappati, e c'era sempre una "motivazione". Anch'io a Ingegneria vi sono
incappato, perchè un "innominato" (uso parole di A. Manzoni) opponeva che io
avevo ottenuto l'idoneità in "scienza delle finanze" e che la allora Facoltà,
per chiamarmi, doveva preventivamente dichiarare che la scienza delle finanze era
caratterizzante per l'Ingegneria.
E quando, 4 anni più tardi (giusto in tempo per non fare scadere
l'idoneità), il Preside Masetti* (richiamato dal Rettore P.U. Calzolari, uomo
"onesto") mi chiamò per mettermi a confronto con l' "innominato",
questi esordì: "per la chiamata sono disponibile a cederti punteggio del gruppo di
economia aziendale, ma ti chiarisco che lo faccio "per stima personale", non per
la disciplina".
A quel punto, rilevai al Preside che la disciplina, di cui ero titolare, era
"l'economia pubblica per l'energia", obbligatoria per il corso di laurea in
ingegneria elettrica, e che questa disciplina rientrava nella scienza delle finanze.
Il Preside trasecolò e, messa mano al Computer, accertò che la cosa era vera, per
cui provvide a raccogliere varie briciole di punteggi, in vari angoli del la Facoltà
(quindi esonerando lo "innominato" dalla sua disponibilità), e infine fui
chiamato alla I Fascia.
2.- La Prof. come potrebbe difendersi davanti alla
Giustizia ? Penso nel seguente modo:
- preso atto che l'università non ha dato risposta ufficiale alla sua
domanda di inquadramento;
- poichè la mancata risposta, entro un termine, equivale a silenzio
rifiuto, senza motivazione;
- la professoressa potrebbe fare ricorso al TAR, contro silenzio
rifiuto senza una motivazione. NINO LUCIANI
___________
* Guido Masetti, allora Preside e già Consigliere di Amministrazione
dell'Università |
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Curriculum Vitae, Attività didattica e Pubblicazioni
CLICCA SU: CALZA' |
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MOTIVI DELLA CONTESTAZIONE:
demolizione assetto democratico statutario, discriminazione in materia di competenze
studentesche
Comunicato del Sindacato Degli Universitari dell'Alma
Mater Studiorum
Fermeremo Dionigi e il suo colonnello Fiorentini
Il Rettore Ivano Dionigi continua a demolire l'assetto democratico dell'Alma Mater a un
anno dall'approvazione del nuovo statuto. Oggi attraverso "la mano armata" di
Fiorentini si tenta di introdurre il numero chiuso nella grande maggioranza dei corsi di
studio dell'ateneo (a cominciare da tutti quelli della Scuola di Ingegneria e
Architettura) e di eliminare la garanzia dei 6 appelli d'esame minimi per ogni anno
accademico.
La rappresentanza degli studenti del Sindacato Degli Universitari è sotto attacco
diretto ed esplicito, perché fino a quando sono esistite le Facoltà ha sempre osteggiato
il disegno di Dionigi e dei suoi scagnozzi che prevede una sostanziale deregulation della
didattica per lasciare gli studenti privi di mezzi di autodifesa contro qualsiasi sopruso
da parte dei docenti. Oggi infatti con la complicità di Student Office (emanazione di
Comunione e Liberazione) è stata praticamente cancellata la rappresentanza degli studenti
della Romagna e quella bolognese viene esclusa dalle discussioni importanti, volutamente
circoscritte al Consiglio di Amministrazione.
La complicità del corpo docente al piano di Dionigi verrà lautamente ricompensata in
termini di punti budget per nuove assunzioni. I docenti, riducendo gli appelli e gli
studenti, si vedranno alleggerire il proprio carico di lavoro ma non il proprio stipendio.
Il piano è banale quanto diabolico e siamo già stati avvisati: non si fermeranno a costo
di passare sul cadavere nostro e del corpo studentesco tutto.
Per tutti questi motivi sentiamo l'urgente necessità di informare i nostri colleghi
sul "piatto" che gli si sta "cucinando" sulla testa. Invitiamo tutti
coloro che vogliono opporsi alla fascistizzazione dell'Alma Mater a partecipare a una
Notte Bianca di assemblea il 16 Novembre in occasione del 17, Giornata Internazionale
degli Studenti.
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"NOTIZIE" e
"NON NOTIZIE" DA UNIBO |
Non notizie
Fondazione "Alma Mater".
Silenzio sulle dimissioni del Presidente (?) |
Notizie
Ripartirebbe il piano edilizio delle
Grandi Opere dell'Ateneo, in accordo con il MIUR |
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Sulla Fondazione FAM
Il Presidente della Fondazione risulta dimissionario dal luglio
2014. Ma poi, è subentato il silenzio ....
Sono note le attese, rilanciate dal Rettore Dionigi con lo azzeramento della
vecchia dirigenza (Tega, ecc. ), molto discussa per la situazione deficitaria del bilancio
e per scelte strane come il dar vita ad una Alma Mater Srl, che si lancerà in un lungo di
partecipazioni in vari enti della Regione.
In quella fase, la FAM era era venuta ad assumere il volto-ombra
dell'Ateneo. Precisamanente i fini istituzionali dell'Ateneo erano
stati scissi: una parte restava caricata sull'Ateneo, una seconda parte (i master, la
ricerca per conto terzi ...) andava caricata sulla Fondazione.
Il risvolto (non ufficializzato, ma probabile) era che un accordo di
spartizione del potere tra Calzolari e Tega, entrambi aspiranti a diventare rettore, e
finito nel senso che Calzolari andava a rettore, e l'altro a presidente della Fondazione.
E', poi, noto che il rilancio, da parte di Dionigi, sarebbe dovuto
consistere nella trasformaziobe della FAM in ente di diritto universitario, con i
conseguenti controlli pubblici sul bilancio, ma anche in una rivisitazione dell'obiettivo
principale: quello di drenare finanziamenti privati verso l'Ateneo.
Il nuovo Presidente aveva dichiarato di essere disposto ad accettare
l'incarico, ma con la riserva che, se dopo un anno, avesse constatato il fallimento della
missione, si sarebbe dimesso.
RIsulta dalla stampa locale (la Repubblica) che il Presidente Di Vella (e il
Consiglio) si sarebbe dimesso a luglio 2014.
Ma risulta anche (ecco la "non notizia") che delle
dimissioni, ilm Rettore abbia mai riferito al Senato.
Siamo costretti a constatare un pessimo vezzo di questo Rettore:
quello di camminare sott'acqua ... trasparenza zero.
Confidiamo che in Senato, qualche Membro (preso dal senso di
responsabililtà vesro le istituzioni) chieda al rettore se ha accettato le dimissioni, e
il Prof. Di Vella cosa stia facendo tuttora. Nino Luciani |
Fonte:
CdA, 25 settembre 2014
1.- Premessa. Nell'agosto 2014, l'attuale Ministro Profumo
aveva riferito, in Commissione Cultura della Camera, di certe sue azioni (tra l'altro) per
il finanziamento dell'edilizia universitaria.
2.- Storia. Il piano edilizio delle Grandi Opere dell'Ateneo di
Bologna era nato nel 1998 grazie all'Accordo di Programma stipulato con il MIUR. Secondo
tale accordo il Ministero avrebbe dovuto cofinanziare il 50% del valore degli interventi
individuati, con un impegno pari a circa 140 milioni di euro. Le prime opere realizzate
grazie a questi finanziamenti sono state:
- l'acquisizione del complesso direzionale CAAB per la Facoltà di Agraria;
- la realizzazione del progetto ex Lazzaretto (prima fase) per la Facoltà di
Ingegneria;
- la realizzazione dei nuovi laboratori del Dipartimento Musica e Spettacolo in via
Azzo Gardino; - altri interventi minori.
3.- Opere da realizzare. Dopo la prima fase attuativa, sono
rimaste da realizzare diverse grandi opere:
a ) A Bologna:
- l'insediamento 'Navile' per Chimica e Astronomia;
- l'insediamento per Farmacia;
- la seconda e terza fase del progetto 'ex Lazzaretto';
- l'insediamento per Scienze Motorie.
b) In Romagna:
- l'insediamento 'ex Zuccherificio' per Architettura e Ingegneria a Cesena;
- il progetto 'Campus di Forlì';
- il progetto 'Cittadella di Rimini' . |
(Continua: CdA) La
realizzazione dell'intero Piano Edilizio comporterebbe una spesa complessiva superiore ai
350 milioni di euro. Attualmente, sono disponibili sui fondi MIUR dell'Accordo di
Programma circa 50 milioni di euro, per cui l'Ateneo dovrebbe perciò finanziare una somma
di circa 300 milioni di euro.
Negli anni scorsi l'Ateneo è stato inoltre impegnato nella
realizzazione di altri interventi ad elevata priorità, tra cui il Polo delle Scienze
Neurologiche (l'Ateneo ha contribuito in base ad un Accordo di Programma e ad un
Protocollo di Intesa siglati con l'Azienda Sanitaria Locale di Bologna e la Regione Emilia
Romagna) e la ristrutturazione del Padiglione 18 di Anatomia Patologica del Policlinico
Sant'Orsola.
4.- Revisione del Piano. Il contesto economico sopravvenuto
e le diverse esigenze maturate anche a seguito della riforma universitaria hanno reso
necessaria un'importante revisione del Piano Edilizio.
In particolare:
- è stato sospeso l'intervento di Farmacia, creando le condizioni per
accorpare Farmacia e le Chimiche all'interno dell'insediamento del Navile, attualmente
nella fase di esecuzione lavori;
- è stata annullata la terza fase del progetto ex Lazzaretto,
rimettendo l'area nella piena disponibilità del Comune di Bologna;
- è stato sospeso l'intervento per Scienze Motorie in considerazione
del mutato quadro di esigenze;
- è stato semplificato l'intervento su Forlì;
- sono state cercate risorse aggiuntive da partner istituzionali per
la realizzazione di studentati che potessero essere d'aiuto in alcune situazioni.
La revisione attuata ha portato quindi a concentrarsi su di un
piano di opere, attualmente in via di realizzazione, riguardanti
- Navile;
- Campus Forlì;
- Ex Zuccherificio Cesena;
- Cittadella Rimini;
- Lazzaretto |
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NUOVO
APPELLO DELL'INTERSINDACALE UNIVERSITARIA A STUDENTI,
DOCENTI, OPINIONE PUBBLICA, PARTITI
.
ARGOMENTI: investimenti in ricerca e alta formazione, valore legale dei titoli di
studio, accesso in ruolo dei precari, carriera del personale già di ruolo, diritto allo
studio (residenze, mense, no prestiti d'onore e indebitamento studenti ), organo nazionale
di piena rappresentanza delle università, governance universitaria, autonomia
dipartimenti, trasparenza dei meccanismi di reclutamento e carriera dei docenti,
professionalità del personale tecnico e amministrativo. |
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ADI,
ANDU, CISL - Università, COBAS - Pubblico Impiego, CoNPAss, FLC - CGIL
LINK, RETE29aprile, SUN-Universitas News, UDU, UGL - INTESA FP, UIL RUA, USB -
Pubblico Impiego
Il comunicato: "SALVARE E RILANCIARE L'UNIVERSITA' "
SETTIMANA NAZIONALE DI DIBATTITO E
MOBILITAZIONE 22-27 OTTOBRE 2014
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Le Organizzazioni e le Associazioni universitarie hanno più volte denunciato la
condizione drammatica in cui versa l'Università italiana, aggravata dal recente Decreto
Legge sulla spending review.
La Legge 240/2010 si è
rivelata in buona parte inapplicabile e funzionale ad una gestione rigidamente
burocratica, centralizzata e verticista degli atenei. Una gestione che si è affiancata
alla progressiva riduzione di finanziamenti, di organici, di strutture e percorsi
formativi. L'attuale governo invece di intervenire sui limiti e le contraddizioni di
quella legge, e di segnare un cambio di passo rispetto al precedente governo, ha
ulteriormente ridotto i già limitati spazi di democrazia negli Atenei per mezzo di
ricorsi ai TAR su Statuti giudicati troppo democratici, ha prorogato il
mandato dei rettori in scadenza ed ha lasciato accrescere i poteri e le prerogative
dell'ANVUR ben al di là del mandato di legge. Se il referendum sull'abolizione del valore
legale del titolo di studio voluto dal governo si è dissolto grazie all'opposizione
venuta dal mondo dell'istruzione e della ricerca, si porta a compimento lo svuotamento del
diritto allo studio con il progressivo aumento della tassazione studentesca e del numero
dei corsi a numero chiuso o programmato. Infine, il perdurare del blocco sostanziale delle
assunzioni e delle opportunità di carriera rischia di essere aggravato dalla messa
in opera di procedure arbitrarie, illogiche e farraginose di abilitazione scientifica
nazionale.
Ancora una volta,
consapevoli che il Paese e chi opera e studia negli Atenei non possono più tollerare che
venga cancellata l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a
tutti, torniamo a denunciare il comportamento del ministro Profumo che prosegue nell'opera
di smantellamento, e rifiuta il confronto con l'insieme delle rappresentanze del mondo
universitario.
E' sempre più urgente
modificare le norme sull'Università per andare in una direzione opposta e contraria a
quella finora seguita e che si vorrebbe continuare a perseguire. Ribadiamo che per questo
occorre:
1.- Investire con la massima urgenza e in
quantità rilevante sulla ricerca (a partire dalla valorizzazione del dottorato) e l'alta
formazione per raggiungere almeno il livello della media europea, nella direzione proposta
da Strategia di Lisbona e da Agenda europea 2020. Prevedere il
finanziamento del FFO sulla base di dati certi e oggettivi (es. costo standard per
studente).
2.- Difendere il valore legale dei titoli di
studio, individuando con il mondo universitario politiche capaci di innalzare
effettivamente la qualità dell'offerta formativa in tutti gli Atenei. In questa direzione
è necessario valorizzare il titolo di dottore di ricerca all'interno e all'esterno
dell'Università.
3.- Favorire l'accesso in ruolo dei precari
prevedendo un reale turn over. Assicurare reali prospettive di carriera al
personale già di ruolo. Procedere nell'immediato all'assunzione dei vincitori di
concorso.
4.- Realizzare un vero diritto allo studio,
assicurando a tutti gli studenti idonei la borsa di studio, aumentando e migliorando i
servizi (biblioteche, aule, laboratori, ecc.) e le condizioni di vita degli studenti
(residenze, mense, ecc.). In direzione opposta vanno invece l'aumento delle tasse,
l'introduzione dei prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento, il progressivo
ricorso al numero programmato degli accessi. Riteniamo che si debbano urgentemente
ritirare i provvedimenti che prevedono l'aumento della tassazione studentesca e che
rischiano di determinare un drammatico calo nelle immatricolazioni proprio nelle fasce
sociali più debole ed esposte
5.- Ribadire l'importanza di un organo nazionale di
piena rappresentanza e di coordinamento del Sistema nazionale delle Università.
6.- Rivedere l'attuale governance
universitaria: in alternativa ai poteri immensi e antidemocratici del rettore e del CdA,
è necessario rafforzare il Senato Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti,
con responsabilità della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre
assicurata la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti.
7.- Introdurre trasparenti meccanismi di reclutamento in
ruolo. Garantire l'avanzamento di carriera sulla base di valutazioni individuali
nell'ottica di un ruolo unico della docenza, senza distinzioni di diritti e doveri, nel
quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori.
8.- Prevedere un'unica figura pre-ruolo a tempo
determinato, di breve durata e adeguata retribuzione, con reale autonomia di ricerca e il
riconoscimento pieno dei diritti.
9.- Valorizzare le professionalità del personale
tecnico-amministrativo, superare il blocco della contrattazione nazionale e del turn
over, investire in aggiornamento e formazione.
Questi cambiamenti
vanno realizzati subito per rilanciare il ruolo fondamentale dell'Università per lo
sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese. L'attuale crisi impone - come in altri
Paesi - di puntare/investire sull'Università, invece di utilizzare la crisi stessa come
pretesto per la sua demolizione a vantaggio di potentati economici e accademici.
Per ottenere tutto
questo facciamo APPELLO a studenti, docenti e personale T.A e all'opinione pubblica affinché
sostenga una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che
altrimenti risulterà irreversibile.
Si chiede a tutte le
forze politiche e alla società civile un confronto sulle questioni da noi poste anche
in vista della prossima scadenza elettorale che si augura possa portare alla costituzione
di un Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che hanno interesse
allo smantellamento dell'Università statale.
Per sostenere queste
nostre richieste si promuove una settimana nazionale di dibattito e mobilitazione dal 22
al 27 ottobre 2014 durante la quale negli Atenei si terranno Assemblee unitarie di
tutte le componenti.
Roma, 14 settembre 2014 |
Comunicato
dell'Intersindacale universitaria
mentre permane la generale sfiducia dell'università nella volontà del Governo, anche
attuale, di
rimettere in piedi l'università pubblica, demolita dalla politica di destra e di sinistra
degli scorsi anni |

|
ADI, ANDU,
CISL-Università, CONFSAL-SNALS-CISAPUNI, CoNPAss, FLC-CGIL, LINK,
RETE29Aprile, SUN, UDU, UGL-INTESA-FP, UIL RUA, USB-Pubblico impiego
APPELLO
PER SALVARE E RILANCIARE L'UNIVERSITà
A SETTEMBRE INIZIATIVA NAZIONALE
|
Le Organizzazioni e le Associazioni
universitarie denunciano ancora una volta lo stato di estrema criticità in cui versa
l'Università italiana, aggravata dal recente Decreto Legge sulla spending review.
A due anni dall'approvazione della Legge 240/10 dobbiamo registrare che le
nostre puntuali critiche relative alla inapplicabilità della stessa sono state tutte
confermate e anzi 'superate' da interventi normativi e da interpretazioni che ne hanno
addirittura peggiorato gli effetti devastanti: interventi ministeriali per ridurre i già
limitati spazi di democrazia negli Atenei (ricorsi ai TAR sugli Statuti e proroga dei
rettori), aumento dei già immensi poteri dell'ANVUR che ormai dispone della vita e della
morte delle strutture universitarie e di fatto determina i contenuti stessi della ricerca,
attacco al valore legale dei titoli di studio attraverso l'abolizione del valore delle
lauree. A questo si aggiunge un'ulteriore riduzione del diritto allo studio (aggravata
dall'aumento delle tasse previsto dal DL), il mantenimento del blocco delle assunzioni in
ruolo e delle carriere, blocco aggravato dal DL e che sarà ulteriormente prolungato dalla
crescente carenza di finanziamenti e da procedure arbitrarie, illogiche e farraginose che
saranno bloccate da probabili ricorsi.
Il Paese e chi opera e studia negli Atenei non possono più tollerare che
venga smantellata l'Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a
tutti.
In particolare, non è tollerabile il comportamento del ministro Profumo che
prosegue nell'opera di smantellamento, rifiutando qualsiasi confronto con tutte le
rappresentanze del mondo universitario
E' ormai più che evidente che bisogna rapidamente modificare le norme
sull'Università nella direzione opposta a quella finora seguita e che si vorrebbe
continuare a seguire.
Per questo occorre:
1.- Investire con la massima urgenza e in quantità rilevante sulla ricerca
(a partire dalla valorizzazione del dottorato) e l'alta formazione per raggiungere almeno
il livello della media europea, nella direzione proposta da "Strategia di
Lisbona" e da "Agenda europea 2020".
2.- Difendere il valore legale dei titoli di studio, innalzando la qualità
dell'offerta formativa in tutti gli Atenei.
3.- Assicurare il ricambio generazionale, favorendo l'accesso in ruolo dei
precari. Vanno inoltre assicurate reali prospettive di carriera al personale già di
ruolo, procedendo nell'immediato all'assunzione dei vincitori di concorso.
4.- Realizzare un vero diritto allo studio, assicurando a tutti gli studenti
idonei la borsa di studio, aumentando e migliorando i servizi (biblioteche, aule,
laboratori, ecc.) e migliorando le condizioni di vita degli studenti (residenze, mense,
ecc.). In direzione opposta vanno invece l'aumento delle tasse e l'introduzione dei
prestiti d'onore e di altri strumenti di indebitamento,
5.- Ribadire l'importanza di un organo nazionale di piena rappresentanza e di
coordinamento del Sistema nazionale delle Università.
6.- In alternativa ai poteri immensi e antidemocratici del rettore e del CdA,
rafforzare il Senato Accademico, direttamente eletto da tutte le componenti, con
responsabilità della programmazione, del coordinamento e del controllo. Va inoltre
assicurata la piena autonomia finanziaria e gestionale ai dipartimenti.
7.- Introdurre meccanismi di reclutamento in ruolo che impediscano la
cooptazione personale; avanzamento di carriera basato esclusivamente su valutazioni
individuali, all'interno di un ruolo unico della docenza, senza distinzioni di funzioni e
di diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori.
8.- Prevedere un'unica figura pre-ruolo a tempo determinato, di breve durata
e adeguata retribuzione, con reale autonomia di ricerca e il riconoscimento pieno dei
diritti.
Questi cambiamenti vanno realizzati subito per rilanciare il ruolo
fondamentale dell'Università per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.
L'attuale crisi impone - come in altri Paesi - di puntare/investire
sull'Università, invece di utilizzare la crisi stessa come pretesto per la sua
demolizione a vantaggio di potentati economici e accademici.
Per ottenere tutto questo si chiede a studenti, docenti e personale T.A di
impegnarsi in tempo e con forza e si fa appello all'opinione pubblica affinché sostenga
una battaglia che più di ogni altra può portare al superamento di una crisi che
altrimenti risulterà irreversibile.
Si chiede a tutte le forze politiche e alla società civile un confronto sulle questioni
da noi poste anche in vista della prossima scadenza elettorale che si augura possa portare
alla costituzione di un Parlamento e di un Governo che non ascoltino soltanto coloro che
hanno interesse allo smantellamento dell'Università statale.
Per sostenere le richieste da noi avanzate, sarà promossa una iniziativa
nazionale entro la fine di settembre.
Roma, 10 luglio 2014 |
DECRETO LEGISLATIVO 29
marzo 2014 , n. 49 Disciplina per la programmazione, il monitoraggio
e la valutazione delle politiche di bilancio e di reclutamento degli atenei (art. 5,
c. 1, legge 240/2010) |

|
Il Decreto legislativo introduce la contabilità economica, la programmazione
economica, il costo standard per il FFO, e numerosi limiti alla gestione delle
risorse
Per una visione del testo completo, clicca su: Decreto
Sotto è riportato il parere del CUN
|
NOTA. Viene disposto che le università
applichino la contabilità economica. Attualmente, per le università,
vige la contabilità finanziaria e questo non è sufficiente a permettere di valutare la
adeguatezza economica delle scelte. Ben venga, dunque, l'innovazione e anche perchè va
appplicata uniformemente in tutte le università, a vantaggio della possibilità di
aggregare rigorosamente i bilanci, sul piano nazionale.
Il principio della programmazione economica è anch'esso
fondamentale per una governance corretta, in quanto consiste nella inventariazione
completa dei bisogni da soddisfare in un determinato tempo (tre, cinque anni), nel
quantificare le risorse disponibili nel periodo, e nel cadenzare gli obiettivi e gli
strumenti necessari, nella successione delle unità di tempo. Bologna è già da anni su
questo ordine di idee, ma le ha applicate in modo assolutamente inadeguato, come è
mostrato dal fatto che il suo cosiddetto "Piano strategico" è un elenco di
direttive etico-amministrative, senza numeri: diciamo solo chiacchiere.
Il finanziamento del FFO in base al costo standard unitario
per studente è anch'esso una innovazione fondamentale, perchè vuole superare il criterio
del finanziamento in base alla spesa storica (oggi, appplicato allo 85% del FFO).
Si chiarisce che esso, come concetto, fu introdotto dalla legge 537/1993, per il
finanziamento della quota di equilibrio, ma è sempre stato una cosa solo
"simbolica" sia come cifra totale, sia per il modo come il costo standard è
stato calcolato, tant'è che negli anni successivi è stato ridefinito due volte, ferma la
vecchia legge: Non è mai stato chiaro (!) cosa esso dovesse essere. Quanto esso solo
"simbolico", basta vedere la sua entità (qui sotto si riporta una tabella del
Miur, la sola resa pubblica negli anni).
Con il nuovo Decreto la perecentuale di FFO finanziata in base al costo
standard sarà notevole e dunque rivoluzionerà il sistema finanziario delle università.
Le legge non decide da percentuale, il Decreto affida al Mnistro la relativa decisione.
Circa il resto, le limitazioni alla gestione delle risorse sono
numerose, e direi eccessive e soffocanti. Spiace, da altra parte, l'eccesso di
presuntuosità del Miur, di pensare di potere regolare dall'alto le situazioni
differenziate locali.
Spiace anche che il Miur introduca il costo standard, senza avere coscienza
che, se applicato correttamente, essa è sufficiente ad ottenere efficienza di gestione ed
autonomia universitaria, rendendo superflui tutti quelle limitazioni. Il dramma è che il
"costo standard" del miur è sempre stato una "balla", e questo è
forse il motivo che il miur stesso non apprezza il nuovo strumento. |
DECRETO LEGISLATIVO 29 marzo
2014 , n. 49
Stralcio degli artt. 8 e 10 relativi al costo standard
Art. 8 - Costo standard unitario di formazione per studente in corso
1. Il costo standard unitario di formazione per studente in corso, di seguito
costo standard per studente, e' il costo di riferimento attribuito al singolo studente
iscritto entro la durata normale del corso di studio, determinato tenuto conto della
tipologia di corso di studi, delle dimensioni dell'ateneo e dei differenti contesti
economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera l'universita'.
2. La determinazione del costo standard per studente e' definita, secondo quanto
previsto al comma 1, con decreto del Ministro, di concerto con il Ministero dell'economia
e delle finanze, sentita l'ANVUR, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in
vigore del presente provvedimento considerando le voci di costo relative a:
a) attivita' didattiche e di ricerca, in termini di dotazione di personale docente
e ricercatore destinato alla formazione dello studente;
b) servizi didattici, organizzativi e strumentali, compresa la dotazione di
personale tecnico amministrativo, finalizzati ad assicurare adeguati servizi di supporto
alla formazione dello studente;
c) dotazione infrastrutturale, di funzionamento e di gestione delle strutture
didattiche, di ricerca e di servizio dei diversi ambiti disciplinari;
d) ulteriori voci di costo finalizzate a qualificare gli standard di riferimento e
commisurate alla tipologia degli ambiti disciplinari.
Art. 10 - Programmazione finanziaria triennale del Ministero
1. Nell'ambito dell'attivita' di indirizzo e programmazione del sistema
universitario, il Ministro individua con proprio decreto da emanare entro sei mesi dalla
data di entrata in vigore del presente decreto e avente validita' almeno triennale, le
percentuali del FFO da ripartire in relazione al costo standard per studente, ai risultati
della didattica, della ricerca, delle politiche di reclutamento e agli interventi
perequativi ai sensi della legge 30 dicembre 2010, n. 240.
2. Il Ministero comunica annualmente al Ministero dell'economia e delle finanze i
risultati della programmazione triennale del sistema universitario relativi agli articoli
di cui al presente decreto concernenti il monitoraggio degli andamenti della finanza
pubblica. |
Quote di riequilibrio - anno 1997 - Tabella
15
CALCOLO
DEL COSTO STANDARD PER STUDENTE - FORMULA D.M. 9/2/1998 n. 107 - |
1.268 |
111,247 |
5.368.059 |
- 165 |
2.816.502 |
9.061 |
360 |
196 |
5.080 |
|
Descrizione Università |
Intercetta
(1.268) |
SPEDOC1 |
SPEDOC1
x (111,247) |
INVISC |
INVISC
x
(5.368.059) |
DNORD |
DNORD
x
(165) |
CDLASISC1 |
CDLASISC1
x
(2.816.502) |
QMEDISC1 |
QMEDISC1
x
(9.061) |
ESAMISC |
ESAMISC
x
(360) |
SPAZI |
SPAZI
x
(196) |
CORSISC1 |
CORSISC1
x (5.080) |
COSTO
STANDARD
per studente |
ANCONA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
9,248 E-05 |
496 |
- |
- |
6,474E-04 |
1.823 |
0,1200 |
1.088 |
3,62 |
1.304 |
8,28 |
1.623 |
0,15 |
753 |
8.597 |
BARI |
1.268 |
2,1741 |
242 |
1,676 E-05 |
90 |
- |
- |
2,179E-04 |
614 |
0,0949 |
860 |
1,88 |
675 |
3,68 |
722 |
0,02 |
103 |
4.574 |
BOLOGNA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
1,291 E-05 |
69 |
1 |
- 165 |
3,615E-04 |
1.018 |
0,0532 |
482 |
3,73 |
1.342 |
4,66 |
912 |
0,02 |
115 |
5.283 |
CAGLIARI |
1.268 |
2,1741 |
242 |
3,176 E-05 |
170 |
- |
- |
4,446E-04 |
1.252 |
0,0585 |
530 |
2,23 |
803 |
2,58 |
505 |
0,04 |
201 |
4.971 |
CALABRIA |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
6,238 E-05 |
335 |
- |
- |
4,990E-04 |
1.406 |
- |
- |
3,03 |
1.090 |
4,18 |
819 |
-0,11 |
- 551 |
4.205 |
CAMERINO |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,590 E-04 |
853 |
- |
- |
7,949E-04 |
2.239 |
0,0561 |
509 |
1,56 |
561 |
5,31 |
1.040 |
-0,11 |
- 569 |
5.740 |
CASSINO |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,298 E-04 |
697 |
- |
- |
5,193E-04 |
1.463 |
- |
- |
2,72 |
979 |
2,79 |
546 |
-0,07 |
- 342 |
4.449 |
CATANIA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
2,231 E-05 |
120 |
- |
- |
4,238E-04 |
1.194 |
0,0550 |
498 |
2,16 |
776 |
3,03 |
593 |
0,08 |
425 |
5.116 |
FERRARA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
8,489 E-05 |
456 |
1 |
- 165 |
7,640E-04 |
2.152 |
0,0988 |
895 |
2,96 |
1.064 |
7,19 |
1.410 |
0,05 |
262 |
7.583 |
FIRENZE |
1.268 |
2,1741 |
242 |
2,083 E-05 |
112 |
- |
- |
3,958E-04 |
1.115 |
0,0452 |
410 |
2,90 |
1.044 |
5,33 |
1.044 |
-0,04 |
- 188 |
5.046 |
GENOVA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
2,711 E-05 |
146 |
1 |
- 165 |
5,694E-04 |
1.604 |
0,0502 |
454 |
3,00 |
1.082 |
5,68 |
1.113 |
0,05 |
261 |
6.003 |
LECCE |
1.268 |
1,6717 |
186 |
5,158 E-05 |
277 |
- |
- |
3,095E-04 |
872 |
- |
- |
2,62 |
942 |
3,29 |
645 |
0,02 |
125 |
4.314 |
MACERATA |
1.268 |
1,8482 |
206 |
9,290 E-05 |
499 |
- |
- |
0,000E+00 |
- |
- |
- |
3,04 |
1.096 |
1,55 |
304 |
-0,05 |
- 269 |
3.102 |
MESSINA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
2,840 E-05 |
152 |
- |
- |
2,272E-04 |
640 |
0,0776 |
703 |
2,86 |
1.029 |
4,93 |
966 |
-0,00 |
- 15 |
4.985 |
MILANO |
1.268 |
2,1741 |
242 |
1,283 E-05 |
69 |
1 |
- 165 |
2,437E-04 |
686 |
0,1076 |
975 |
2,58 |
929 |
3,72 |
730 |
-0,00 |
- 21 |
4.714 |
MILANO - Politecnico |
1.268 |
2,0843 |
232 |
2,769 E-05 |
149 |
1 |
- 165 |
5,538E-04 |
1.560 |
- |
- |
3,78 |
1.361 |
3,40 |
666 |
-0,04 |
- 181 |
4.890 |
MODENA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
8,295 E-05 |
445 |
1 |
- 165 |
7,466E-04 |
2.103 |
0,0911 |
825 |
3,29 |
1.183 |
8,76 |
1.716 |
0,02 |
104 |
7.721 |
NAPOLI - Federico II |
1.268 |
1,8694 |
208 |
1,358 E-05 |
73 |
- |
- |
2,988E-04 |
841 |
0,0512 |
464 |
2,59 |
934 |
4,82 |
944 |
-0,07 |
- 331 |
4.402 |
PADOVA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
1,806 E-05 |
97 |
1 |
- 165 |
4,334E-04 |
1.221 |
0,0654 |
593 |
3,15 |
1.134 |
5,76 |
1.129 |
0,01 |
59 |
5.577 |
PALERMO |
1.268 |
2,1741 |
242 |
2,071 E-05 |
111 |
- |
- |
4,349E-04 |
1.225 |
0,0431 |
390 |
2,75 |
991 |
4,27 |
836 |
0,07 |
373 |
5.437 |
PARMA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
3,850 E-05 |
207 |
1 |
- 165 |
4,620E-04 |
1.301 |
0,0763 |
691 |
3,04 |
1.096 |
5,72 |
1.120 |
0,03 |
159 |
5.919 |
PAVIA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
4,032 E-05 |
216 |
1 |
- 165 |
5,644E-04 |
1.590 |
0,1403 |
1.271 |
3,01 |
1.082 |
6,66 |
1.306 |
0,02 |
115 |
6.925 |
PERUGIA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
4,026 E-05 |
216 |
- |
- |
5,637E-04 |
1.588 |
0,0955 |
865 |
2,88 |
1.038 |
6,71 |
1.315 |
0,02 |
80 |
6.613 |
PISA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
2,388 E-05 |
128 |
- |
- |
4,537E-04 |
1.278 |
0,0768 |
696 |
2,78 |
1.001 |
4,79 |
939 |
-0,05 |
- 235 |
5.317 |
ROMA - La Sapienza |
1.268 |
2,1741 |
242 |
7,277 E-06 |
39 |
- |
- |
1,528E-04 |
430 |
0,0547 |
496 |
2,690 |
968 |
2,76 |
541 |
-0,07 |
- 364 |
3.621 |
ROMA - Tor Vergata |
1.268 |
1,0783 |
120 |
5,508 E-05 |
296 |
- |
- |
6,059E-04 |
1.706 |
0,1662 |
1.506 |
2,32 |
836 |
7,47 |
1.464 |
0,02 |
114 |
7.310 |
SALERNO |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
2,550 E-05 |
137 |
- |
- |
2,805E-04 |
790 |
- |
- |
2,43 |
874 |
2,04 |
399 |
-0,03 |
- 152 |
3.155 |
SASSARI |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
7,240 E-05 |
389 |
- |
- |
5,068E-04 |
1.427 |
0,1319 |
1.195 |
2,41 |
867 |
6,67 |
1.308 |
0,02 |
121 |
6.414 |
SIENA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
5,112 E-05 |
274 |
- |
- |
3,579E-04 |
1.008 |
0,0834 |
756 |
3,20 |
1.152 |
5,50 |
1.077 |
-0,07 |
- 332 |
5.444 |
TORINO |
1.268 |
2,1741 |
242 |
1,747 E-05 |
94 |
1 |
- 165 |
2,796E-04 |
787 |
0,0675 |
612 |
2,64 |
950 |
4,28 |
839 |
0,01 |
64 |
4.691 |
TORINO - Politecnico |
1.268 |
-0,4636 |
- 52 |
4,720 E-05 |
253 |
1 |
- 165 |
7,079E-04 |
1.994 |
- |
- |
3,70 |
1.330 |
4,36 |
855 |
0,02 |
110 |
5.594 |
TRIESTE |
1.268 |
2,0806 |
231 |
5,137 E-05 |
276 |
1 |
- 165 |
4,110E-04 |
1.157 |
0,0420 |
381 |
2,75 |
989 |
5,79 |
1.135 |
0,04 |
228 |
5.501 |
UDINE |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,042 E-04 |
560 |
1 |
- 165 |
6,255E-04 |
1.762 |
0,0595 |
539 |
2,88 |
1.035 |
10,27 |
2.012 |
-0,00 |
- 6 |
6.844 |
TUSCIA |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,896 E-04 |
1.018 |
- |
- |
7,586E-04 |
2.137 |
- |
- |
3,34 |
1.203 |
5,88 |
1.153 |
0,02 |
94 |
6.711 |
VENEZIA - Cà Foscari |
1.268 |
2,1741 |
242 |
6,510 E-05 |
349 |
1 |
- 165 |
1,953E-04 |
550 |
- |
- |
3,76 |
1.353 |
4,90 |
961 |
-0,02 |
- 92 |
4.466 |
VENEZIA - Ist. Architettura |
1.268 |
0,3710 |
41 |
1,175 E-04 |
631 |
1 |
- 165 |
3,525E-04 |
993 |
- |
- |
4,29 |
1.546 |
4,81 |
942 |
-0,21 |
- 1.069 |
4.187 |
BASILICATA |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
2,366 E-04 |
1.270 |
- |
- |
1,656E-03 |
4.665 |
- |
- |
1,91 |
686 |
5,01 |
982 |
-0,01 |
- 52 |
8.658 |
MOLISE |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
2,040 E-04 |
1.095 |
- |
- |
4,081E-04 |
1.149 |
- |
- |
3,00 |
1.079 |
1,40 |
275 |
0,16 |
837 |
5.542 |
VERONA |
1.268 |
2,1741 |
242 |
7,607 E-05 |
408 |
1 |
- 165 |
1,521E-04 |
428 |
0,1178 |
1.068 |
3,21 |
1.157 |
7,60 |
1.490 |
0,12 |
596 |
6.492 |
NAPOLI - Ist. Navale |
1.268 |
0,5721 |
64 |
1,179 E-04 |
633 |
- |
- |
2,358E-04 |
664 |
- |
- |
2,33 |
839 |
1,18 |
231 |
0,06 |
305 |
4.004 |
NAPOLI - Ist. Orientale |
1.268 |
2,1741 |
242 |
1,518 E-04 |
815 |
- |
- |
0,000E+00 |
- |
- |
- |
1,70 |
612 |
1,56 |
306 |
-0,02 |
- 114 |
3.129 |
BRESCIA |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
9,232 E-05 |
496 |
1 |
- 165 |
3,693E-04 |
1.040 |
0,1838 |
1.665 |
3,32 |
1.194 |
5,05 |
990 |
0,08 |
385 |
6.711 |
REGGIO CALABRIA |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,105 E-04 |
593 |
- |
- |
8,841E-04 |
2.490 |
0,0665 |
603 |
2,63 |
948 |
3,92 |
769 |
0,16 |
826 |
7.335 |
BARI - Politecnico |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,094 E-04 |
587 |
- |
- |
7,659E-04 |
2.157 |
- |
- |
2,33 |
839 |
4,62 |
905 |
-0,09 |
- 434 |
5.162 |
NAPOLI - II Università |
1.268 |
1,6255 |
181 |
6,242 E-05 |
335 |
- |
- |
4,369E-04 |
1.231 |
0,2333 |
2.114 |
2,47 |
890 |
5,54 |
1.086 |
0,24 |
1.226 |
8.331 |
BERGAMO |
1.268 |
-0,0372 |
- 4 |
1,907 E-04 |
1.024 |
1 |
- 165 |
1,907E-04 |
537 |
- |
- |
3,09 |
1.114 |
1,89 |
370 |
-0,00 |
- 13 |
4.131 |
CHIETI - G. D'Annunzio |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
7,250 E-05 |
389 |
- |
- |
2,175E-04 |
613 |
0,1693 |
1.534 |
3,69 |
1.330 |
4,73 |
926 |
-0,13 |
- 659 |
5.240 |
L'AQUILA |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
7,385 E-05 |
396 |
- |
- |
8,862E-04 |
2.496 |
0,1125 |
1.019 |
4,46 |
1.604 |
4,45 |
873 |
0,16 |
800 |
8.296 |
TRENTO |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
8,472 E-05 |
455 |
1 |
- 165 |
4,236E-04 |
1.193 |
- |
- |
3,12 |
1.125 |
5,65 |
1.106 |
-0,03 |
- 134 |
4.687 |
ROMA - TRE |
1.268 |
0,5319 |
59 |
6,850 E-05 |
368 |
- |
- |
6,165E-04 |
1.736 |
- |
- |
2,78 |
1.001 |
1,89 |
370 |
0,29 |
1.454 |
6.255 |
TERAMO |
1.268 |
-1,4494 |
- 161 |
1,280 E-04 |
687 |
- |
- |
0,000E+00 |
- |
0,0613 |
556 |
3,34 |
1.203 |
1,17 |
229 |
0,03 |
129 |
3.911 |
|
|
|
 |
|
|
|

|
Università di Bologna scrive lettera a tutto il personale docente:
Chiuso il capitolo dei professori associati
dimissionati prima dei 70 anni
|
NOTA. Dopo l'abolizione definitiva del biennio,
dopo l'età di andata in pensione, molte Università avevano interpretato la legge Moratti
del 2005 nel senso che i professori che esercitassero l'opzione di adesione alla legge
Moratti, andavano collocati in pensione al compimento di anni 68, e ciòa aveva dato a
luogo a ricorsi alla giustizia amministrativa, però la gran parte vinti dai professori.
Sopravviene ora la definitiva accettazione, da parte dell'università
di Bologna, del diritto alla collocazione a 70 per i proff. Associati che fanno l'opzione
per la legge Moratti.
Rimane fermo il limite di anni 65 per gli altri proff. Associati.
Segue qui sotto la lettera ufficiale dell'università di Bologna. |
Amministrazione
centrale,
Ufficio Carriere Prot. 11871
VII/2 Bologna 9 marzo 2014
A tutti i professori
Ai Presidi di Facoltà
Ai Direttori di Dipartimento Al Direttore della SSLIMITT
Oggetto: nuovi limiti di età per il collocamento
a riposo dei professori di prima e di seconda fascia
Cari Colleghi,
come già noto a molti di Voi, a seguito dell'entrata in vigore delle Leggi
230/2005 (cd Legge Moratti) e della Legge 240/2010 (ed Legge Gelmini) erano sorti alcuni
dubbi interpretativi - anche a causa di orientamenti giurisprudenziali non univoci - in
merito alla determinazione del limite di età per il collocamento a riposo dei professori,
sia di prima che di seconda fascia.
Dopo una prima fase di incertezza, il quadro giurisprudenziale è
evoluto consolidandosi nel senso di ritenere oramai pacifico l'orientamento in base al
quale sono collocati a riposo successivamente al compimento del settantesimo anno di età
sia i professori di prima fascia, che quelli di seconda che esercitano l'opzione per il
regime giuridico previsto dalla Legge 230/2005.
La giurisprudenza ha infatti chiarito che:
- il limite di età previsto dalla Legge 230/2005 (70 anni ivi
compreso il biennio) deve intendersi - dopo che è stata stabilita la inapplicabilità
della disciplina sul biennio di proroga ai professori - fissato a 70 anni in via generale
per tutti i professori che esercitano l'opzione per il regime giuridico previsto dalla
Legge medesima;
- l'opzione non è necessaria per i professori di I fascia, poiché ad
essi si applica il regime sui limiti di età più favorevole previgente alla Legge
230/2005 che già fissava il limite per il collocamento a riposo successivamente al
compimento del settantesimo anno di età. Pertanto, allo scopo di fornire indicazioni
univoche a tutti i diretti interessati, ma anche alle strutture di Ateneo che devono
programmare le attività per il prossimo anno accademico. Vi riporto il quadro aggiornato
relativo alle date di collocamento a riposo dei professori di prima e seconda fascia che
tiene conto sia della normativa vigente, che degli orientamenti giurisprudenziali
consolidati, e che saranno applicati alle cessazioni per raggiunti limiti dì età che
decorreranno dal prossimo 1 novembre 2014.
Professori di I fascia: sono collocati a riposo
per limiti di età a decorrere dall'inizio dell'anno accademico successivo al compimento
del settantesimo anno di età.
Professori di II fascia: sono collocati a riposo
per limiti di età a decorrere dall'inizio dell'anno accademico successivo al compimento
del settantesimo anno di età, se effettuano l'opzione per il regime previsto dalla Legge
230/2005.
Se non esercitano l'opzione sono collocati a riposo per limiti di età
a decorrere dall'iniziodell'anno accademico successivo al compimento del
sessantacinquesimo anno di età.
Chi ha già effettuato l'opzione per i limiti di età previsti dalla Legge
Moratti, riceverà una nota formale con l'indicazione della data prevista per il
collocamento a riposo (decorrenza dal 1 novembre successivo al compimento del settantesimo
anno di età).
Chi invece non ha ancora esercitato tale opzione riceverà a breve una
comunicazione da parte degli uffici nella quale sarà invitato a scegliere se optare per
il regime previsto dalla Legge 230/2005 (e quindi rimanere in servizio fino a 70 anni)
oppure non optare e di conseguenza cessare successivamente al compimento dei 65 anni.
Gli uffici dell'Area Persone e Organizzazione (Settore Stato
Giuridico Docenti Ufficio Carriere tel. 051 2098955/54 mail:
apos@carrieredocenti@unibo.it restano a disposizione per ogni ulteriore chiarimento in
merito.
Con i migliori saluti.
Il rettore |

Giorgio Cantelli Fort |
NUOVI RICONOSCIMENTI
AL PROF. GIORGIO CANTELLI FORTI
Presidente del Polo di Rimini dellUniversità di Bologna |
Dal
MIUR - Ministero dell'Università
Progetto: "Patologie neurodegenerative e danno cerebrale: meccanismi
cellulari e molecolari alla base del deterioramento cognitivo e correlazione
al danno funzionale nell'uomo".
Il 22 febbraio parte il progetto finanziato da fondi
MIUR-FIRB dal titolo "Patologie neurodegenerative e danno cerebrale: meccanismi
cellulari e molecolari alla base del deterioramento cognitivo e correlazione al danno
funzionale nell'uomo".
Il Coordinatore Nnazionale è il prof. Giorgio Cantelli Forti Docente
di Farmacologia e Farmacoterapia presso il nostro Ateneo e Presidente del Polo Scientifico
- Didattico di Rimini.
Il progetto, che rappresenta il primo sforzo italiano finalizzato ad
individuare i meccanismi comuni nelle malattie neurodegenerative, potrà aiutare a
delineare nuove strategie farmacologiche per la prevenzione e/o il contenimento della
neuroinfiammazione, della neurodegenerazione e del deficit cognitivo associati alla
patologia di Alzheimer, alle malattie prioniche e al trauma cranio encefalico.
Il progetto, di durata triennale e finanziato con oltre 2.800.000 Euro, vede
coinvolte 4 Unità operative di cui due coordinate da Docenti bolognesi, il Prof. Giorgio
Cantelli Forti e il Prof. Marco Leonardi del Dipartimento di Scienze Neurologiche, una dal
Prof. Tullio Florio dell'Università di Genova ed una dalla Prof.ssa Monica Di Luca
dell'Università di Milano.
Le due Unità operative bolognesi fanno parte dei Dipartimenti di
Farmacologia, Biochimica "Giovanni Moruzzi", Scienze Neurologiche, Scienze
Statistiche nonché dell'Azienda USL di Bologna (Neuroradiologia e Medicina
Riabilitativa-Neuroriabilitazione).
Il coordinamento del progetto e l'Unità Operativa del Prof. Giorgio Cantelli
Forti verranno trasferite nel nuovo Dipartimento di "Scienze per la Qualità della
Vita" di Rimini; infatti, dopo il recente riordino statutario dell'Ateneo, il prof.
Cantelli Forti ha scelto di afferire presso tale nuova Struttura didattico-scientifica.
Gianni Porzi |
Dal
Rotary Club Rimini
Assegnato il premio Rotary Livio Minguzzi 2014
La cerimonia di consegna è avvenuta giovedì 16 febbraio 2014 alle ore
20.15 presso il Grand Hotel di Rimini
È stato assegnato a Giorgio Cantelli Forti, Presidente del Polo
Scientifico-Didattico di Rimini, il premio Rotary Livio Minguzzi 2014,
istituito dal Rotary Club Rimini nel 1985 in onore della memoria del socio fondatore, e
assegnato annualmente a riminesi nativi o dadozione che si sono particolarmente
distinti in campo culturale, artistico, scientifico, sociale, economico, sportivo,
scolastico e rotariano.
Il prof. Giorgio Cantelli Forti ha ricevuto lonorificenza del
Paul Harris Fellow giovedì 16 febbraio alle ore 20.15 presso il Grand Hotel
di Rimini in occasione della riunione del Club.
Fra le motivazioni che hanno portato allassegnazione del Premio al
prof. Cantelli Forti, limpegno che ha dedicato allinsediamento e allo sviluppo
del Polo di Rimini dellUniversità di Bologna, una realtà che il Rotary Club Rimini
ritiene necessaria ed importante per la città di Rimini e il territorio provinciale.
Il Prof. Giorgio Cantelli Forti, nato nel 1944 a Bentivoglio (Bologna),
è Ordinario di Farmacologia e Farmacoterapia presso la Facoltà di Farmacia dell'Alma
Mater Studiorum di Bologna. Dal 2007 è Presidente del Polo Scientifico-Didattico di
Rimini e dal 2010 è Presidente del Consiglio Direttivo del Collegio Nazionale dei
Farmacologi Universitari. Dal 2010 è anche componente della Commissione di Garanzia Bando
PRIN 2009, presso il Ministero dellIstruzione, dellUniversità e della
Ricerca.
In passato il premio Rotary Livio Minguzzi è stato
assegnato, fra gli altri, anche a Elio Morri (1986), Augusto Campana (1988), Suor Vincenza
(1989), Margherita Zoebeli (1990), Antonio Paolucci (1994), Stefano Zamagni (1995),
Claudio Maria Celli (1996), Marilena Pesaresi (1998), Sergio Zavoli (2000), Alberta
Ferretti (2003), Vittorio Tadei (2005), Don Oreste Benzi (2006), Maurizio Focchi (2008) |
CEUB -
CENTRO UNIVERSITARIO
RESIDENZIALE DI BERTINORO Srl di Bertinoro
(Univesità di Bologna, proprietaria del capitale, per un terzo) |
Lontana una conclusione
dell'indagine sulla situazione debitoria |
Nota. Risulta che il Presidente della Commissione,
Stefano Lolli, lamenterebbe di non riuscire a procedere nell'indagine sulle cause della
situazione debitoria del CEUB di Bertinoro (le cifre del debito si aggirano
su 1.000.000).
Di questo caso, passato a suo tempo per il CdA dell'Ateneo, ci siamo
occupati in precedente servizio (clicca su CEUB ) a causa di un' alta posizione debitoria,
nello stato patrimoniale, e che condusse alla nomina di una Commissione di
indagine.
Il nostro Ateneo è proprietario del CEUB, pro-quota 1/3 del capitale, per
cui risulta evidente il potenziale danno patrimoniale e di immagine del nostro Ateneo.
Ci domandiamo come, in questo Paese, vada a finire il danaro pubblico,
e quindi ci piacerebbe sapere se il nostro Rettore ha capito (di suo) le ragioni della
perdita, visto che l'Ateneo non pare abbondare di risorse. Il rilievo è suffragato dalla
constatazione delle persistenti "incentivazioni" alle dimissioni
anticipate dei Docenti, prossimi alla pensione. NL |
FONTE: CORRIERE di Forlì e Faenza, 14 gennaio 2011

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